Non Sarebbe Più Utile Guardare Al Merito Piuttosto Che.Odt
1. Non sarebbe più utile guardare al merito piuttosto che alla carta d'identità ?
Con o senza crisi economica ricollocarsi, sembra essere la sfida per molti che arrivano verso i 45
anni, questo vale sia per quadri che per managers o top managers.
Cosi non dovrebbe essere, tenuto conto dell'esperienza, ma anche tenuto conto che viaggiamo
sempre di più verso i 70 anni per la "pensione".
Come fare quindi ? Prima di tutto, mettere mano al proprio CV, sia in Italiano che in Inglese,
contattare tutte le agenzie di recruitment e proporsi e riproporsi sensa sosta e senza abbattersi mai.
Indubbiamente è complesso, difficile e talvolta demoralizzante ma bisogna anche accettare di
rimettersi in discussione e laddove possibile cambiare settore o anche accettare qualcosa di diverso
da un punto di vista di salario.
Non vi è dubbio alcuno che ancora in questo paese l'età è una discriminante, ma attenzione non è
l'età in sè che crea problemi, ma il salario che un azienda deve o meglio pensa di dover dare ad un
manager con un ampia esperienza, questo ha senza dubbio un effetto, un impatto iniziale negativo,
tenuto conto del "costo" del lavoro, non vi è dubbio che i benefici sono o possono poi essere
numerosi per l'azienda, ma è proprio quest'impatto iniziale a creare "mentalmente" problemi.
E 'anche vero che spesso le agenzie di "recruitment" non fanno nulla o quasi nulla per fungere da
consulenti verso tali aziende, ovvero cercando di mettere sul piatto della "bilancia" pro e contro,
quindi cercando di dettagliare e invogliare in tal senso, un buon risultato finale non è solo un
vantaggio per chi assume ma anche per l'agenzia di recruitment che ha proposto tale candidato/a
E' anche vero che questo problema è molto italiano, in molti paesi l'aspetto età ha un valore
aggiunto per l'azienda ed è anche oggetto di discussione economica, come è giusto che sia.
L'aspetto età è pertanto un elemento che serve scardinare, un problema che sentono sia coloro che
lavorano e che spesso si sentono ormai tagliati fuori dagli uffici del personale, sia per chi è in cerca
di lavoro che lo sente ovviamente ancora di più.
Un indagine molto seria curata dalla "Bocconi" ha stabilito che le aziende non si sentono più di
investire in manager dopo i 45 anni età, peccato che poi invece in Germania è stato creato un
progetto che ha mostrato che questa è una falsa realtà, ovvero investendo e ascoltando hanno non
2. solo visto una maggior produttività ma ottimi risultati economici, pertanto l'aspetto età sembra
essere più un problema "virtuale" "mentale" che reale.
Vi è poi l'aspetto peso economico che abbiamo già enunciato prima, che ha per un azienda ed in
particolare in Italia dove questo ha un impatto pesante, un deterrente a volte inconciliabile per un
azienda, questo è il motivo per cui i sindacati stanno attualmente discutendo con la Ministra
Fornero. La base di discussione è di trovare sia incentivi per chi assume giovane e precari ma anche
per gli over 50, se dovesse elaborarsi in un disegno di legge, probabilmente le cose dovrebbero
tendere a cambiare.
Ma è anche vero che dovremmo cercare di essere maggiormente flessibili a ricollocazioni, e
spostarsi in luoghi diversi da quelli abituali e aggiornarci il più possibile, intendo dire che la
problematica non è mai tutta da un lato, esistono delle responsabilità anche da parte dei mangar
over 40-50, quello di essere poco flessibili e molto pigri nel voler aggiornarsi e mettersi in
discussion, anche su quest'elemento bisognerebbe ragionare.
Per questo la flessibilità è un valore, ed è per questo che un CV di un over 40-50 con varie
esperienze di lavoro sia in Italia che all'estero ha un valore diverso per un azienda, perchè nè
determina già in se che l'elemento tende alla flessibilità, anche e magari economica svantaggiata in
partenza ma che potrebbe mutare con il mutare in positivo del rapporto di lavoro.
Dall'altra parte, tenderei ancora una volta a sollecitare le agenzie di recruitment e gli head hunters a
guardare di più al merito, alle esperienze acquisite e al valore aggiunto piuttosto che appiattirsi sui
dati della carta d'identità, pensare in tal modo oserei dire è alquanto obsoleto in una società come la
nostra, inoltre come già precedentemente enunciato, ritengo che un buon risultato di una selezione
deponga a favore di tale agenzia o head hunters, per questo forse una maggiore consulenza attenta e
puntuale verso i vostri committenti sarebbe auspicabile, del resto le aziende si affidano alla vostra
esperienza non certo per esaminare i dati anagrafici ma bensì per poter avere all'interno delle loro
aziende profili aziendali in grado di apportare quel valore, quell'esperienza e quel background di cui
hanno bisogno.