1. Docente:
Dr. IVANOE SANTORO
Primo Dirigente Medico U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia
P.O. “A. Landolfi” – Solofra (AV)
ASL di Avellino
Libri di testo consigliati:
A. Pasqualino – G.L.Panattoni “Anatomia Umana” Citologia, Istologia,
Embriologia, Anatomia sistematica - UTET Ed.
PROMETHEUS – Atlante Anatomico
3. ARTERIE: vasi che partono dal cuore per andare in periferia
(aorta e tronco polmonare diametro fino a 2,5 cm). Il calibro delle arterie
diminuisce progressivamente dal cuore verso i territori più periferici
VENE: vasi che dalla periferia tornano al cuore. Il calibro delle vene aumenta
progressivamente dai territori periferici verso il cuore.
4. SCHEMA GENERALE DELLA SUDDIVISIONE DEI VASI SANGUIGNI
ARTERIE (calibro in mm) CUORE VENE (calibro in mm)
Arterie di grosso calibro Venule
Arterie di medio calibro Vene di piccolo calibro
Arterie di piccolo calibro Vene di medio calibro
Arteriole Vene di grosso calibro
CUORE
In base alla localizzazione, distinguiamo Arterie e Vene Superficiali e
Profonde, rispetto alla distanza rispetto al piano cutaneo.
Arterie e vene di Grosso Calibro = Sia le arterie che le vene superficiali possono manifestare ampie
oltre 9 mm diversità da soggetto a soggetto; quelle profonde, invece,
Arterie e Vene di Medio Calibro = rispecchiano sempre una certa costanza di rapporti sia con i
da 2 a 9 mm segmenti ossei sia con i muscoli, sia fra loro (arteria e vene satelliti),
Arterie e Vene di Piccolo Calibro = specie quando fanno parte di fasci neurovascolari specifici.
sotto i 2 mm Generalmente nei piani superficiali, le vene sono maggiormente
Capillari = da 5 a 30 micronm rappresentate delle arterie; negli strati profondi la presenza delle
arterie, specie di calibro medio e grande, aumenta notevolmente.
5. Dalle arteriole il sangue passa, senza alcuna discontinuità nei capillari,dai quali di formano
le venule che, confluendo, formeranno vene di calibro via via maggiore.
Il cosiddetto “letto vascolare periferico”,
quindi, è formato da:
a) ARTERIOLA
b) CAPILLARE
c) VENULA
Nella parete delle arteriole sono presenti
fasci di muscolatura liscia con funzioni
sfinteriali (sfinteri pre-capillari). Essi
regolano il flusso nel letto vascolare
periferico in risposta a molteplici stimoli
sia fisiologici sia patologici. I capillari e le
venule ne sono sprovvisti. Non sempre
tra arteriola e venula s’interpone un
capillare; in alcuni casi l’arteriola si
continua direttamente nella venula
(anastomosi arteriolo-venulare /
anastomosi arterovenosa)
6. Organizzazione istologica dei vasi sanguigni (generalità)
La parete di arterie e vene consta di tre tonache o pareti: esterna (avventizia), media ed interna (intima).
La costituzione di queste tre pareti è differente nelle due tipologie di vasi
Tonaca intima (o interna): endotelio
+ sottostante tessuto connettivo . Tonaca intima (o interna): endotelio
Una lamina di tessuto elastico si + sottostante tessuto connettivo
interpone fra intima e media: è la VENE
membrana elastica interna
ARTERIE
7. PARETE DI VENE E ARTERIE
Tonaca media: fasci concentrici al
Tonaca media: fasci concentrici al lume del vaso, di tessuto muscolare liscio
lume del vaso, di tessuto muscolare liscio + non sempre presenti (solo nelle vene di
fibre elastiche; vasocostrizione e grande e medio calibro ed in quantità
vasodilatazione in risposta a molteplici minore che nelle arterie) + scarse fibre
stimoli chimici sia in condizioni fisiologiche elastiche. La membrana elastica esterna è
sia patologiche. Ciò condiziona→ pressione meno evidente che nelle arterie e presente
sanguigna. Una lamina si interpone fra nelle vene di calibro grande e medio.
avventizia e media: è la membrana elastica VENE
esterna ben evidente nelle arterie di grande
e medio calibro.
ARTERIE
8. PARETE DI VENE E ARTERIE
Tonaca Esterna (avventizia): guaina di tessuto connettivo che circonda il vaso; àncora il vaso ai tessuti
circostanti. Composta da connettivo fibrillare con fibre elastiche sia per arterie grandi e medie sia per
vene grandi e medie.
Arterie piccole e vene piccole = avventizia solo connettivo fibrilllare. Mancano le fibre elastiche e
collagene.
9. DIFFERENZE STRUTTURALI
1. Le arterie hanno parete più spessa delle
vene che possono dilatarsi
FRA ARTERIE E VENE
maggiormente; le arterie presentano
maggiore resistenza alle sollecitazioni
fisiche; la tonaca media arteriosa
possiede più fibre elastiche e muscolari.
2. Le pareti delle arterie, quando non sottoposte
alla pressione del sangue si contraggono per
cui, in sezione, possono apparire più piccole
delle vene corrispondenti, pur mantenendo una
sezione circolare (per la parete ben strutturata);
le vene, sezionate, appaiono collassate e con
aspetto schiacciato o distorto.
3. Quando l’arteria si contrae il suo endotelio
si solleva in pieghe, mentre nella vena
l’endotelio appare sempre disteso.
10. UNA PECULIARITA’ DELLE VENE: LE VALVOLE VENOSE
Alcune vene, specie di medio calibro, presentano, al loro
interno, dei dispositivi valvolari: le valvole venose.
Esse si formano a spese della tonaca intima (interna) e sono
sottoforma di nidi di rondine, disposti ad intervalli più o meno
regolari lungo il decorso del vaso.
La presenza di due o più valvole, l’una di fronte all’altra nel
contesto di un vaso prende il nome di “apparato valvolare
venoso”. Presenti soprattutto nelle vene degli arti, le valvole
sono meno numerose nelle vene addominali e toraciche;
alcune vene, anche di grandi dimensioni, ne sono sprovviste.
Le valvole hanno il compito di regolare la direzione del flusso
sanguigno, funzionando in analogia alle valvole semilunari
delle grandi arterie all’emergenza dal cuore (aorta ed arteria
polmonare comune): un flusso direzionale normale del
sangue le appiattisce alla parete vascolare, un flusso
retrogrado, invece, tendendo le cuspidi, comporterebbe
l’occlusione più o meno completa del lume vasale. Tale
peculiarità si perde col tempo o in caso di dilatazione per
sfiancamento della parete venosa (ectasia – varicosità). Le
vene di medio calibro inserite nel contesto di muscoli, grazie
alle valvole venose, sfruttano la contrazione dei muscoli stessi
per favorire il ritorno del sangue al cuore.
11. Capillari: unici vasi in cui la parete consente scambi tra sangue e tessuti circostanti. Gli scambi
sono legati sia alla presenza di micropori parietali sia alla possibilità che sostanze micromolecolari
o gassose trasbordino in base a gradienti di concentrazione locali. In base alla presenza minore o
maggiore di micropori, i capillari possono essere, rispettivamente, continui o fenestrati. Sono
cilindri costituiti dalla sola tonaca intima (endotelio) rivestita esternamente da una membrana
basale. Diametro da 5 a 30 m..Nell’organismo ve ne sono circa 10 miliardi.
I capillari sono così numerosi e così piccoli
che al loro interno il sangue fluisce lentamente:
ciò assicura un lungo tempo di “contatto” tra il
sangue e le singole cellule, il che permette
gli scambi di materiali fra il circolo ed i tessuti.
Il flusso sanguigno attraverso il letto capillare
si dice microcircolazione.
12.
13.
14. SISTEMA DELL’ARTERIA AORTA
GENERALITÀ
L’Aorta è la principale arteria dell’organismo. Origina dal ventricolo sinistro del cuore con un tratto
dilatato (bulbo dell’Aorta). Istologicamente, nella sua parete, sono presenti tutte e tre le tonache
vascolari. La componente muscolare è ben rappresentata. Si tratta di un’arteria ELASTICA, destinata,
quindi, prevalentemente alla semplice conduzione della colonna sanguigna sotto l’impulso diretto della
sistole ventricolare, sebbene, in fase diastolica, la parete del vaso, in virtù, appunto, della sua elasticità,
determina una sorta di “seconda spinta” al sangue stesso, legata al ripristino del volume di base del vaso.
Ciò si svolge nello spazio di millisecondi.
PARTI DELL’AORTA
Si distinguono diverse parti del vaso, a partire dalla sua origine fino alla sua terminazione che avviene
tramite due arterie collaterali ed una terminale vera e propria. Il diametro medio del vaso di aggira
intorno ai 2 -2,5 cm.
Dall’emergenza dal ventricolo sinistro, l’Aorta compie un primo tratto con direzione in alto e verso destra
(Aorta Ascendente), poi s’incurva verso il basso e verso sinistra (Arco dell’Aorta), sopravanzando sia il
tratto di biforcazione della trachea nei Bronchi principali di destra e sinistra sia l’esofago ed inizia un lungo
tratto discendente (in un primo tratto dietro ed a sinistra di quest’ultimo), che ha inizio dal IV spazio
intercostale, portandosi tendenzialmente, oltre che verso il basso, verso sinistra, poggiando sulla faccia
anteriore dei corpi vertebrali, fasciati dal legamento longitudinale anteriore (Aorta Discendente) fino alla
III o IV vertebra lombare o allo spazio fra queste due vertebre, dove si biforca nelle due arterie collaterali
maggiori del vaso, le Arterie Iliache comuni e dove stacca la sua arteria terminale: l’arteria Sacrale Media
che decorre sulla faccia anteriore della IV e V lombare e sulla faccia anteriore del Sacro.
Nel suo tratto discendente, l’Aorta si distingue in base alle regioni corporee attraversate in: Aorta Toracica
(posta all’interno della cavità toracica) ed Aorta Addominale (posta all’interno della cavità addominale).
Ogni parte dell’Aorta è contraddistinta dall’emergenza di vasi o tronchi vascolari specifici, secondo una
cadenza ben precisa che ammette solo raramente eccezioni al suo divenire.
15. SISTEMA DELL’ARTERIA AORTA
AORTA ASCENDENTE
Dall’Aorta ascendente nascono le Arterie Coronarie per la circolazione intrinseca del Cuore
ARCO DELL’AORTA
Dall’arco dell’Aorta, nascono TRE grosse arterie: il Tronco brachio cefalico (verso destra), l’Arteria Carotide
comune sinistra e l’Arteria Succlavia sinistra. Il Tronco Brachio cefalico si suddivide, poi, in Arteria Carotide
comune destra ed Arteria Succlavia destra.
AORTA DISCENDENTE TORACICA
A livello del corpo della IV vertebra toracica, l’Aorta, terminato il suo arco, diviene Aorta Discendente
Toracica (fino a T10 – T11). Nel suo tratto toracico, lungo 18 – 20 cm, stacca rami sia viscerali sia parietali:
Rami Viscerali: Arterie Bronchiali – Arterie Pericardiche – Arterie Esofagee – Arterie Mediastiniche
Rami Parietali: Arterie per gli Spazi Intercostali (10 rami per lato). Ogni arteria di questo tipo si
suddivide, poi, in Arteria dorso-spinale ed Arteria intercostale.
AORTA ADDOMINALE
Lunga 13 cm, si definisce dopo il passaggio attraverso lo iato aortico diaframmatico. Stacca lungo il suo
decorso rami sia parietali sia viscerali:
Rami Parietali: Arterie diaframmatiche Inferiori (da cui derivano le Surrenaliche Superiori) –
Arterie Lombari (in genere 4 per lato)
Rami Viscerali: (in ordine cranio-caudale) Arterie Surrenaliche Medie - Tronco Celiaco (dà vita alle
arterie: Gastrica sinistra, Lienale ed Epatica Comune) – Arteria Mesenterica
Superiore – Arterie Renali (da cui derivano le Surrenaliche Inferiori) –
Arterie Testicolari o Spermatiche interne (maschio) Lombo-Ovariche od Ovariche
(femmina) - Arteria Mesenterica Inferiore
21. Tra i principali rami delle arterie coronarie vi sono poche anastomosi.
Anastomosi: comunicazione tra rami di arterie diverse. Si tratta di circoli
collaterali che possono essere utilizzati quando la via arteriosa principale
è ostruita. Ciò spiega la frequenza di ischemie miocardiche e di infarti.
Tuttavia a livello capillare le anastomosi tra le coronarie sono numerose:
nuovi piccoli rami arteriosi possono essere stimolati a formarsi da rami
preesistenti e a stabilire connessioni con i piccoli rami arteriosi vicini.
Ciò viene sfruttato nell’ambito della
rivascolarizzazione di un tessuto
miocardico ischemico.
23. Arco aortico
Dall’arco aortico emergono tre grosse arterie
Tronco brachiocefalico (destro): 1. Arteria succlavia destra
2. Arteria carotide comune destra
(esterna e interna)
Arteria carotide comune sinistra (esterna e interna)
Arteria succlavia sinistra
24. Le diramazioni dell’arco aortico sono in stretta relazione con le
vertebre cervicali, con lo scheletro della gabbia toracica, con i
muscoli anteriori superficiali e profondi e con i muscoli laterali
superficiali e profondi del collo, con i nervi del plesso brachiale….
25. …..ma anche con organi profondi del collo e della porzione superiore del torace
quali tiroide, laringe, trachea, timo, faringe ed esofago superiore
28. Il circolo arterioso cerebrale parte tutto dal poligono di willis. I forami attraverso cui le principali
arterie penetrano nella scatola cranica sono il foro carotico ed il grande forame occipitale. Il
poligono è in stretto contatto con il clivus occipitalis, con lo sfenoide, con la rocca petrosa del
temporale e con la parte basilare del frontale. Questo spiega il motivo della pericolosita’ estrema
delle fratture delle ossa della base cranica
29. L’arteria basilare deriva dalla
confluenza delle due arterie
vertebrali che a loro volta hanno
origine dalle arterie succlavie.
Arteria carotide
comune
30. Irrorazione arteriosa dell’arto superiore
Succlavia – Ascellare – Brachiale (Omerale) – Ulnare e Radiale; Brachiale →Brachiale profonda + Collaterale Ulnare e
Radiale. Sono in relazione tutte con punti muscolo-scheletrici ben determinati. A livello palmare: arcate arteriose di
collegamento fra arteria ulnare e radiale. Dalle arcate arteriose: arterie per le ossa del carpo e metacarpo ed arterie
digitali.
34. ARTERIA ASCELLARE: TORACE (TRATTO1), SPALLA (TRATTO2) E ASCELLA (TRATTO3) CON I
PRINCIPALI RAMI PER OGNI TRATTO.
35.
36. ARTERIA OMERALE O BRACHIALE
Si noti come l’arteria decorra per
circa ¾ del suo tragitto accostata al
margine mediale del muscolo
bicipite brachiale, dopo essere
passata davanti al muscolo coraco-
brachiale. Nel suo decorso è
accompagnata, oltre che dalla
vena omonima, anche da
importanti nervi periferici.
L’arteria, la vena o le vene ed i
nervi sono contenuti in una guaina
di tessuto connettivo fibro-
areolare (fascio vascolo-nervoso
del braccio). Al gomito l’arteria,
biforcandosi in radiale ed ulnare,
passa sotto il lacerto fibroso (od
aponeurosi) del bicipite. Sopra tale
“tenda” connettivale sono
presenti le vene superficiali.
Arteria brachiale: braccio. Rapporti con i muscoli dell’arto.
38. Arteria radiale e
arteria ulnare:
Avambraccio.
I rami arteriosi sono ben protetti
dall’insieme dei muscoli
dell’avambraccio. Solo una lesione
perforante o tagliente molto ampia e
profonda può lederli in maniera
definitiva.
Le due arterie corrono parallele
fino al polso, passando sotto
l’aponeurosi dei flessori. Solo a livello del
tratto intermedio delle ossa metacarpali
le due arterie danno vita a 4 arcate
arteriose: due carpali (superficiale e
profonda) e due palmari (superficiale e
profonda) da cui derivano le arterie
digitali per le ossa del carpo, per le
metacarpali e per le singole dita
39. Arcate arteriose della mano
Arterie per le ossa del carpo
Arterie per le ossa metacarpali
Arterie digitali
ARCATA SUPERFICIALE
PALMARE
41. Aorta discendente: toracica e addominale
Aorta toracica:
rami parietali e
rami viscerali per le
strutture toraciche (arterie
pericardiche, arterie
esofagee,..)
42.
43. Il circolo arterioso
costale si compone
delle arterie per gli
spazi intercostali,
rami dell’Aorta
discendente Toracica
(che si dividono in
arterie dorso-spinali
per le vertebre, il
midollo spinale, le
meningi i muscoli e
la cute del dorso ed
arterie intercostali
posteriori che
seguono le coste al
margine inferiore) e
delle arterie
intercostali anteriori,
rami della toracica
interna.
Le arterie per le coste, decorrono DIETRO e SOTTO il margine superiore della
costa (rami intercostali anteriori) e DEBORDANO al di sotto del loro margine inferiore
(rami intercostali posteriori), insieme alla vena ed al nervo omonimi. Questo spiega il
motivo per cui l’inserimento di un ago o di un trocar attraverso lo spazio intercostale,
deve seguire esattamente il margine SUPERIORE della costa con un andamento
orizzontale
44. L’aorta toracica discendente, nata
dall’arco aortico, sopravanza la
biforcazione tracheale e si pone dietro
l’esofago ( a sua volta posteriore
all’organo respiratorio) ed al cuore
stesso avvolto dal sacco pericardico.
Il suo restante decorso, fino allo iato
aortico del diaframma e’ dietro ed a
destra dell’esofago.
La stretta vicinanza fra trachea,
bronchi, esofago, pericardio ed aorta
toracica discendente, rende conto della
presenza di rami nutritizi per questi
organi.
45. rami parietali e
rami viscerali per le strutture
Aorta addominale:
addominali (tronco celiaco,
arterie renali,..)
46. ARTERIA AORTA ADDOMINALE – Rami
Parietali
ARTERIE FRENICHE o
DIAFRAMMATICHE INFERIORI
In numero di due, destra e sinistra,
sono destinate alla faccia inferiore del
muscolo diaframma. Da queste
derivano le arterie viscerali
surrenaliche superiori.
ARTERIE LOMBARI
In numero di 4 per lato, si distaccano
dalla faccia postero-laterale dell’Aorta
addominale per portarsi lateralmente
ai muscoli delle pareti addominali
antero-laterali e posteriori.
47. Rami viscerali dell’aorta addominale: tronco celiaco
- Arteria splenica o lienale (irrora la milza)
- Arteria gastrica sinistra (irrora lo stomaco e l’ esofago)
- Arteria gastroepatica o epatica comune (arteria gastrica destra e
arteria epatica propria irrorano parte dello stomaco, duodeno, pancreas e colecisti)
48. Tra il tripode celiaco e la mesenterica superiore s’interpone il corpo del pancreas che, a destra si
continua nella “testa” alloggiata nella “C” duodenale. Sotto la mesenterica superiore, si pone la III
porzione del duodeno
49. Rami viscerali dell’aorta addominale:
1. Arterie renali
2. Arterie surrenali
3. Arteria mesenterica superiore (pancreas, tenue, prima parte del colon)
4. Arteria mesenterica inferiore (colon e retto)
5. Arterie testicolari o ovariche (testicolo o ovaio, tube, uretere)
50. Arterie renali
Pari, irrorano entrambi i reni,
staccandosi ad angolo retto dalla
parete laterale dell’Aorta. La
sinistra è situata poco più in alto
della destra che, poco più lunga di
quest’ultima, passa dietro la vena
cava inferiore. Le arterie
penetrano nel rene destinatario
tramite l’ilo renale, dal quale
emerge la vena omonima. Il fascio
vascolare si pone dinanzi
all’emergenza dell’uretere che
convoglia in vescica l’urina
prodotta dal rene stesso.
51. ARTERIA MESENTERICA SUPERIORE
Impari, si stacca dalla faccia anteriore
dell’Aorta addominale poco al di sotto
del tripode celiaco. Irrora l’intestino
tenue, la metà destra del colon ed una
piccola parte del pancreas.
Adagiata contro la faccia anteriore
dell’ultima porzione duodenale,
l’arteria mesenterica si addentra nello
spessore del mesentere descrivendo
una curva convessa verso sinistra,
dirigendosi in fossa iliaca destra dove
termina staccando un ramo di
collegamento con l’arteria ileo-colica,
che è una sua stessa collaterale e dalla
quale emerge l’arteria appendicolare
per l’appendice vermiforme. Dal tratto
convesso stacca una serie di arterie
intestinali che descrivono una serie di
arcate sempre più fitte, man mano che
si avvicinano alla parete delle anse
intestinali del tenue.
52. ARTERIA MESENTERICA INFERIORE
Impari, origina dalla faccia
anteriore dell’Aorta al di sotto della
Mesenterica superiore ed a circa 4
cm dal termine dell’Aorta stessa
nella biforcazione iliaca.
Irrora la metà sinistra dell’intestino
crasso (metà sinistra del colon
trasverso, angolo splenico del
colon, discendente, sigma) e la
porzione superiore del retto.
53. ARTERIE GENITALI (Spermatiche o
Testicolari per il Maschio; Ovariche o
Lombo-Ovariche per la femmina)
Arterie pari, nascono dalla faccia anteriore
dell’Aorta Addominale, al di sotto della
Mesenterica Superiore e sopra quella
Inferiore. Si dirigono in basso e
lateralmente accompagnate da una o due
vene satelliti o da un plesso venoso. Sono
contenute, insieme alle vene ed a vasi
linfatici, in una guaina di tessuto
connettivo fibro-areolare dove sono
presenti anche piccoli fasci di muscolatura
liscia che costituiscono, nell’insieme, il
legamento lombo-ovarico o legamento di
Henle o Infundibolo-Pelvico.
Nel maschio, l’arteria s’impegna nel canale
inguinale dove entra a far parte del
funicolo spermatico e raggiunge, con
questa struttura, il testicolo all’interno
della borsa scrotale.
Nella femmina raggiunge il polo laterale
dell’ovaio e l’estremo terminale della tuba,
cui reca il proprio apporto sanguigno,
unendosi a pieno canale con un ramo
dell’Arteria Uterina.
54. ARTERIE ILIACHE COMUNI ARTERIE ILIACHE
Le Arterie Iliache comuni sono arterie pari,
collaterali dell’Aorta addominale che si biforca
a livello della III o della IV o dello spazio fra
queste due vertebre lombari. Dalla
biforcazione emerge, sulla linea mediana,
un’arteria di medio calibro che è il vero ramo
terminale dell’Aorta: l’arteria SACRALE MEDIA.
Giunta a livello dell’articolazione sacro-iliaca
dello stesso lato, ogni iliaca comune si
suddivide in due grandi tronchi: l’arteria iliaca
ESTERNA e l’arteria iliaca INTERNA. L’Iliaca
Comune, quella interna e quella esterna si
ritrovano, infatti, nell’ambito della fossa iliaca
dell’omonima porzione dell’osso dell’anca.
ARTERIA ILIACA ESTERNA
Fornisce rami parietali per i muscoli dell’anca e
per i muscoli addominali. Passa attraverso la
lacuna vascolare (lacuna vasorum) posta al di
sotto del legamento inguinale e si continua
alla radice dell’arto inferiore come arteria
Femorale.
ARTERIA ILIACA INTERNA
Fornisce rami sia parietali per i muscoli e le
Arteria iliaca
ossa dell’anca sia rami viscerali per la vescica, esterna
il retto, l’apparato genitale maschile e
femminile interno ed esterno.
55. Arteria iliaca esterna:
arteria femorale
arteria poplitea
arteria tibiale anteriore
arteria tibiale posteriore
arteria peroniera (ramo
della a. tibiale post.)
arterie del piede
56. ARTERIA FEMORALE
Continua l’arteria iliaca esterna dopo la lacuna
vasorum al di sotto del legamento inguinale. Il
primo tratto è nel cosiddetto “triangolo di
Scarpa”, dove l’arteria è al centro fra vena
femorale (mediale) e nervo femorale (laterale).
Il secondo tratto del vaso, coperto dal muscolo
sartorio, è quasi verticale, con una leggera
inclinazione mediale, verso l’anello degli
adduttori, passando il quale diviene arteria
poplitea. Rami collaterali dell’arteria femorale
sono destinati alla parete addominale inferiore,
ai genitali esterni, ai muscoli della coscia,
all’articolazione coxofemorale, al collo
femorale.
57. ARTERIA POPLITEA
Continuazione dell’arteria femorale, la poplitea si
estende dall’angolo superiore della losanga poplitea
all’anello del muscolo soleo, dove si divide in arteria
tibiale anteriore ed arteria tibiale posteriore.
Nel cavo popliteo, la vena è posta superficialmente
all’arteria ed il nervo tibiale sopra la vena. Fornisce
rami nutritizi alle ossa dell’articolazione del
ginocchio.
58. ARTERIA TIBIALE ANTERIORE
Origina dall’arteria poplitea dopo l’anello del
muscolo soleo. Si porta nella loggia anteriore
della gamba con decorso dall’alto in basso e
latero-mediale, puntando verso il malleolo
mediale della caviglia. Durante il suo decorso
cede rami per i muscoli della gamba e per le
ossa del ginocchio. Rami terminali sono quelli
per il malleolo mediale e l’arteria dorsale del
piede o pedidia.
ARTERIA TIBIALE POSTERIORE
Scende nella regione posteriore della gamba
dietro il muscolo soleo, ponendosi sotto e
medialmente al tendine di Achille. Rami
collaterali sono staccati dall’arteria nel
territorio plantare (arteria plantare mediale
ed arteria plantare laterale). Altri rami sono
per le ossa del ginocchio, per la tibia, per il
malleolo mediale ed il calcagno.
59. ARTERIE DEL PIEDE
Derivano da tre vasi:
a) Arteria dorsale del piede (ramo della tibiale
anteriore)
b) Arteria plantare mediale e
c) Arteria plantare laterale, entrambe rami della tibiale
posteriore.
L’arteria dorsale del piede con le sue collaterali, dà
luogo ad una arcata dorsale arteriosa, da cui derivano le
arterie per le ossa del tarso, metatarso e per le dita
(faccia superiore o dorsale).
Le plantari mediale e laterale, danno vita ad una
seconda arcata, plantare, da cui derivano vasi per le
ossa del tarso, metatarso e dita (faccia inferiore o
plantare).
60.
61.
62. VENA CAVA SUPERIORE - Sangue refluo dalla circolazione del corpo nella sua metà
sopradiaframmatica (torace, arti superiori, testa e collo con i loro visceri, tranne i
polmoni)
VENA CAVA INFERIORE - Sangue refluo dalla circolazione del corpo nella sua metà
sottodiaframmatica (addome, pelvi, arti inferiori con i loro visceri). Un sistema
parallelo di raccolta del sangue per l’apparato digerente sottodiaframmatico, ad
eccezione del fegato, è quello della VENA PORTA.
63. Si può affermare che le vene raccolgono il sangue refluo dalla circolazione intrinseca a carico di organi e
tessuti. Le vene, confluendo in vasi di calibro sempre maggiore, man mano che ci si avvicina al cuore,
decorrono spesso fianco a fianco con le arterie, di cui ripetono decorso e rapporti con muscoli, ossa,
tendini, legamenti ed organi.
Come spesso accade, per territori di una certa vastità di superficie (arto inferiore, arto superiore, territorio
delle iliache, area del collo ecc.), le vene, le arterie ed i nervi periferici di quella regione, decorrono, a
livello di vasi di medio e grosso calibro, associati fra loro, spesso all’interno di guaine fibro-connettivali
(guaine neuro-vascolari) che trovano, peraltro, spazi specifici di contenimento, modellati per lo più
dall’intersezione di ventri muscolari, ma anche creati da formazioni fasciali, tendinee od aponeurotiche.
Si parla, allora, di “fasci vascolo-nervosi”.
In regioni quali gli arti ed il collo, le principali arterie sono contenute principalmente in profondità,
associate ognuna ad una o a due o più vene satelliti, protette da muscoli ed ossa; in superficie non vi sono
vasi arteriosi di grosso calibro, ma solo arteriole e vasi di piccolo calibro; in queste regioni, le vene si
dispongono in un duplice livello.
Vi sono vene superficiali, poste appena sotto il piano cutaneo, che possono essere facilmente utilizzate
per compiere prelievi od eseguire terapie endovenose e vene profonde che, come si è detto,
accompagnano i vasi arteriosi di più grosso calibro, spesso contenute nelle guaine fibro-connettivali di cui
si è fatto cenno.
Questo doppio sistema venoso gioca un importante ruolo sia nel mantenimento della temperatura
corporea: quando quest’ultima si abbassa il flusso arterioso cutaneo si riduce e le vene superficiali
collassano, a beneficio del flusso nelle vene profonde, lontane dal piano cutaneo e, quindi, dalla
possibilità di cessione della temperatura all’esterno; quando si alza la maggiore quota di sangue che
raggiunge la cute, fa dilatare le vene superficiali che espongono, quindi, il sangue ad un maggiore scambio
termico con l’ambiente circostante.
64.
65. Grosso tronco venoso che raccoglie il sangue
dalla porzione sopra-diaframmatica del corpo,
tranne che a livello del circolo polmonare, che Vena cava superiore
scarica il sangue refluo nelle omonime vene che
sboccano direttamente in atrio sinistro.
Ha un diametro medio di circa 22mm ed è
lungo 7 cm. E’ posto all’interno del torace,
VENE
posteriormente, a destra della linea mediana. BRACHIO-
Il tronco si costituisce per l’unione delle vene CEFALICHE
brachio-cefaliche di destra e sinistra (vene che
raccolgono il sangue dall’arto superiore e dal
distretto della testa e del collo) e scende fino
alla base del cuore, ove si apre nell’atrio di
destra, parete superiore. Prima di aprirsi
nell’atrio destro, la vena cava superiore (VCS)
riceve la vena Azygos che rappresenta il suo
ramo collaterale che risale dal torace.
Al suo sbocco nell’atrio destro, la VCS presenta
un tratto extrapericardico ed un tratto intra-
pericardico.
Essa manca di valvole e la sua parete appare
molto sottile e delicata.
67. VENA AZYGOS
Decorre longitudinalmente applicata contro la colonna vertebrale toracica. Ha origine nell’addome e
sbocca nella VCS. Raccoglie il sangue dalle pareti toraciche, dalle pleure nel tratto posteriore, dal canale
vertebrale.
L’azygos penetra nel torace attraversando il diaframma e prima di sfociare nella VCS esegue una sorta di
arco che circonda il bronco di destra da dietro in avanti.
In addome riceve la vena emiazygos e l’emiazygos accessoria; queste vene ricevono sangue dagli spazi
intercostali, dall’esofago e dagli organi mediastinici posteriori.
68. VENE BRACHIO-CEFALICHE
Distinte in destra e sinstra, le vene brachio-
cfealiche sono due grosi tronchi venosi che, alla
base del collo si uniscono per confluire nella VCS.
Raccolgono il sangue refluo dalla testa, dal collo,
dagli arti superiori e da parte della parete
toracica.
V.