l vero problema in Italia non è la fuga dei cervelli, quanto l'incapacità di "attrarre talenti internazionali", di importare cioè ragazzi talentuosi da altri paesi per "compensare" la naturale emigrazione di alcuni nostri connazionali.
Per la Scienza per la Cultura: Le Slides (Versione 2.0)
La fuga dei cervelli. Un falso problema
1. antonio destratis
www.antoniodestratis.it
La fuga dei cervelli. Un falso problema
13 dic 2014
Una recente analisi di LinkedIn sui flussi migratori dei talenti in Europa evidenzia dei dati molto
interessanti.
I paesi europei con la più alta percentuale di talenti trasferiti all'estero sono in ordine la Svizzera, il Regno
Unito, la Spagna, la Francia e la Germania. Pensavate forse che ai primi posti ci fosse l'Italia?
Il fenomeno che noi italiani chiamiamo "fuga dei cervelli", concetto tanto utilizzato di recente dai media
per fare notizia, in realtà negli altri paesi europei rappresenta la normalità e non lo chiamano certo "esodo
di massa dei cervelli". Come al solito in Italia amiamo allarmarci e lamentarci di tutto.
Certo, è innegabile che molti ragazzi siano costretti ad andare all'estero perché in Italia non trovano
lavoro, ma è anche vero che molti vanno all'estero perché considerano importante fare un'esperienza
professionale al di fuori dei confini nazionali e per questo sono assolutamente da ammirare. In ogni caso si
tratta di una mobilità ancora al di sotto dei livelli degli altri paesi, siamo restii a muoverci oltre confine,
nonostante ne avremmo ben motivo.
Il vero problema italiano non è dunque la fuga dei cervelli, fenomeno al quanto normale, quanto
l'incapacità di "attrarre talenti internazionali", di importare cioè ragazzi talentuosi da altri paesi per
"compensare" la naturale emigrazione di alcuni nostri connazionali. Paesi come la Svizzera riescono ad
attrarre tantissimo e a registrare un guadagno netto di talenti importante (+1% della forza lavoro), rispetto
all'Italia che si limita a perdere una contenuta parte dei suoi talenti (-0,1% della forza lavoro).
Se vogliamo veramente colmare il gap rispetto agli altri paesi europei, dobbiamo iniziare a discutere in
maniera critica sulla nostra limitata attrattività e lavorare su quegli elementi che possono rendere
attrattivo il nostro paese ai talenti internazionali, vale a dire: offrire reali opportunità di crescita, offrire
lavori stimolanti in cui si possono mettere a valore le proprie competenze, garantire un sistema retributivo
e dibenefits di tutto rispetto
E' questa la vera sfida per l'Italia e tutte quelle iniziative messe in campo per evitare la fuga dei cervelli, o
peggio ancora quelle che mirano a far rientrare i talenti emigrati, non vanno nella giusta direzione, sono
solo l'ennesima forma di spreco di fondi pubblici.