Comporre significati e generare trasformazioni in progetti di autonomia abitativa_Antonella Cuppari
1. COMPORRE SIGNIFICATI E GENERARE
TRASFORMAZIONI
IN PROGETTI DI AUTONOMIA ABITATIVA
Pratiche formative, composizionali, cooperative arts-informed
con operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità in
provincia di Lecco
Antonella Cuppari
Dottoranda in “Educazione nella società contemporanea” – XXXV ciclo
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”
Università degli Studi di Milano-Bicocca – e-mail:
a.cuppari@campus.unimib.it
2. Il lavoro sociale con le persone con disabilità
Necessità di andare oltre il "principio di prestazione"
e la riproduzione delle forme di potere e della
società (Foucault, 1975; Colazzo, 2017)
Legge 3/2009 n. 18 (Ratifica della
Convenzione ONU per i diritti
delle persone con disabilità,
2006)
Legge 112/2016 («Dopo di Noi»)
Crescente burocratizzazione del
lavoro sociale (Fook, 1999; Parton,
O'Byrne, 2000; Berzacola, Galante,
2014)
Visione riduttiva e tecnocratica del
lavoro sociale di logica neoliberista
(Freire, 2002/1970)
3. Obiettivo di ricerca
Promozione di una dimensione dialogica e
problematizzante (Freire, 1970/2002) del lavoro
sociale nell’ambito di servizi e progetti per e con le
persone con disabilità e di forme di narrazione
generativa attraverso dispositivi trasformativi che
operino per implementare e celebrare la
complessità.
Oggetti di ricerca
• Apprendimento trasformativo (Hoggan, 2016;
Mezirow, 2003/1991), riletto dal punto di vista
della teoria critica (Brookfield, 2012) e delle teorie
sistemiche e della complessità (Alhadeff-Jones,
2012; Formenti, West, 2018)
• Riflessività sistemica nel lavoro sociale (D'Cruz,
Gillingham, Melendez, 2007; Jude, 2018; Formenti,
Rigamonti, 2020)
4. Domanda di ricerca
Come è possibile orientare in senso
trasformativo le teorie e le pratiche
del lavoro sociale con le persone con
disabilità verso posture capaci di
dialogare, problematizzare e
risignificare le sfide complesse con le
quali oggi tale lavoro si trova ad
interagire?
5. I percorsi di ricerca-formazione
del progetto «Passo dopo Passo: verso
una nuova residenzialità»
• 22 operatori afferenti a 16 servizi socio-educativi
e socio-sanitari diurni per adulti con disabilità
intellettiva in provincia di Lecco
• 20 volontari di associazioni afferenti alla
Federazione Coordinamento Handicap di Lecco
• 19 familiari di persone con disabilità intellettiva
frequentanti servizi o progetti di associazioni in
provincia di Lecco
6. Metodologia di ricerca
Cooperative inquiry (Heron, Reason,
2001, Heron, 1996)
Metodo composizionale (Formenti, 2017)
Formazione come pratica sistemica, come
azione composizionale e cooperativa che
si dà e prende forma nel gesto del
connettere complementarità, differenze e
vie diverse di conoscenza.
Fig. 1 La spirale della conoscenza (Formenti, 2009)
7. 1° ciclo di ricerca-formazione con operatori
sociali e volontari sulla progettazione di
percorsi di autonomia abitativa (5 incontri tra
novembre 2020 – febbraio 2021)
1. In che senso autonomia?
2. Quali paesaggi dell’abitare vogliamo creare con
i nostri progetti?
3. Quali percorsi di autonomia abitativa possiamo
immaginare e creare nella collaborazione tra
famiglie e servizi?
2° ciclo di ricerca-formazione con familiari,
operatori sociali e volontari sul tema del «dopo
aver abitato con noi» (4 incontri tra maggio –
giugno 2021)
Le domande
8. Fase 1 e 2
La raccolta del materiale e la messa in opera
«L’approccio composizionale ai linguaggi estetici non parte da un
presupposto definito su cosa sia o non sia un capolavoro (...) ma elegge
a proprio criterio la riflessività dialogica.»
(Formenti, 2017, p. 132)
Le «vie espressive di conoscenza»
sollecitate da un dispositivo di ricerca
arts-informed (Cole, Knowles, 2007) sono
forme di espressione che attivano
processi di apprendimento immaginativi e
intuitivi (Yorks, Kasl, 2006) capaci di
connettere la conoscenza esperienziale
con la consapevolezza e la conoscenza
proposizionale (Kasl, Yorks, 2012).
Fig. 2 Vie espressive di conoscenza (Yorks, Kasl, 2006, p. 60)
9. «La libreria dello studio,
una sorta di mappa della
nostra vita, un catalogo di
desideri, sogni, utopie»
«La sirenetta che la nonna,
con cui ho passato i primi
anni di vita, teneva sulla
credenza della sala da
pranzo. Un piccolo ricordo
passato di mano in mano
fino a me.»
«Il piccolo giardino d’inverno, spazio di relazione tra
dentro e fuori, in attesa che, con il ritorno della buona
stagione, sia possibile aprirsi nuovamente alla
natura.» ABITARE IL
PAESAGGIO INTERNO
10. «Il negozio di quartiere,
il bar degli aperitivi,
la panchina al parco, il
muretto nel cortile, …»
ABITARE IL
PAESAGGIO INTORNO
11. IN CHE SENSO AUTONOMIA?
Scrittura automatica
Una via per affidarsi «all’informe», al ritmo del fiume narrativo.
«Per me l’autonomia è…»
Scrittura autobiografica
«Quella volta che mi sono sentito/a autonomo/a…»
Selezione di parole
Un processo di «mineralogia del pensiero» e della scrittura (A. Rosa,
1986)
«Metissage» di parole e composizione poetica
12. Fase 3 e 4
La mente collettiva e le azioni deliberate
Pensare insieme, in gruppo, dentro un’ecologia di idee (implicite, agite, performate,
che nascono, muoiono, si evolvono) alla ricerca di un «pattern che connette», di
una teoria soddisfacente (incarnata, agita e situata) e delle differenze pertinenti
(Bateson, 1979).
Attivazione di un processo di riflessività sistemica (Jude, 2018; Rigamonti,
Formenti, 2020) caratterizzato da:
Dialogo ricorsivo tra livelli micro (autoriflessività), meso (riflessività
condivisa), macro (riflessività epistemica)
Legittimazione dell’azione trasformativa verso un emergente possibile
(Pellegrino, 2020)
13. 1. Un decalogo realizzato da operatori e volontari sulla
postura relazionale facilitante percorsi di autonomia
Un esempio:
Punto 4.
Lasciare spazio, dare fiducia, gestire la
frustrazione (dell’operatore/volontario) di
stare fermo. Esserci ma non esserci.
Rischio da evitare: sostituirsi, pianificare
ogni aspetto dell’esperienza tanto da
impedire alle persone di metterci del
proprio, diventando da attori a spettatori.
14. 2. Proposte operative sulla creazione del paesaggio
interno e intorno all’abitare
Personalizzare gli spazi (es. scelta del letto, organizzazione del
proprio spazio personale, porte aperte/porte chiuse)
Creare ritmi e ritualità abitative, alternando momenti di
convivialità e altri di intimità
Prendersi cura delle piccole cose (es. no ai piatti di plastica)
Garantire spazi di relax (non siamo in palestra o al lavoro!) e di
libera scelta (non siamo in prigione!)
Dare il proprio contributo per la scelta degli arredi.
Chiedere, ascoltare e conoscere i rituali delle famiglie per
tenerne conto nella progettazione dell’esperienza.
Fare acquisti presso i negozi di vicinato, e non solo il supermercato,
per favorire la conoscenza del progetto nei quartieri in cui si
realizzano e creare relazioni
‘Farsi presenti’ agli abitanti che stanno intorno a noi: vicini di
casa, abitanti del quartiere. Possiamo essere isole o arcipelaghi.
Proporre alle persone questa stessa riflessione, far scegliere
loro degli elementi che vogliono portare/trovare nella casa in
cui si svolgerà l’esperienza. Non dare per scontato che la
nostra idea di casa sia uguale per tutti.
15. I risultati (1)
«E’ necessario che l’operatore sociale accetti di
disequilibrare il rapporto, avventurandosi in terreni
di vita e conoscenza a lui non abituali.»
(Reggio, 2017, p. 62)
Il dispositivo della ricerca-formazione ha
permesso di spostare il focus dalle
competenze individuali dei professionisti
della relazione di cura alle potenzialità
trasformative di un processo di
apprendimento che si è connotato come
atto collettivo.
16. I risultati (2)
Le forme dell’espressività artistica e l’uso di pratiche
riflessive incorporate, narrative ed estetiche in relazione
dialogica con altri hanno permesso l’apertura a nuovi
significati intorno alle domande.
17. I risultati (3)
Il dispositivo della ricerca-formazione ha creato un
contesto in cui «imparare a imparare dal basso»
(Zoletto, in Freire e Macedo, 2008, p. 95), in cui, cioè,
prendere posizione e prendere parte, adottando
prospettive peculiari dalle quali leggere i temi trattati.
18. I risultati (4)
Gli apprendimenti nella fase delle azioni deliberate
hanno assunto una valenza politica e sociale generando
da un lato riflessioni critiche e, dall’altro, azioni sociali ed
educative volte a trasformare le pratiche alla base di
questo tipo di progettualità.
19. «Un’opera d’arte è buona se nasce da una necessità.»
Rainer Maria Rilke, «Lettere a un giovane poeta» (2016/1929).
20. PASSO DOPO PASSO
La vita si fa con l’andare,
si inciampa e si va.
Allungo il passo,
vado avanti,
passo dopo passo.
Il futuro! C’è da fare!
Domani è già qui.
Già e non ancora.
Un cerchio, una rete.
Tenersi per mano.
Un impegno,
costruire insieme il futuro.
Tenersi per mano,
lasciarci andare,
lasciarti andare
a quel futuro insieme costruito.
Costruito insieme,
con forza e coraggio.
Non più soli.
Grazie.
Arrivederci.
Domani è già qui.
21. GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Antonella Cuppari
Dottoranda in “Educazione nella società contemporanea” – XXXV ciclo
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”
Università degli Studi di Milano-Bicocca – e-mail:
a.cuppari@campus.unimib.it