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sull’industria dei quotidiani in Italia 
Osservatorio Quotidiani 
“ Carlo Lombardi ” 
RAPPORTO 2014
RAPPORTO 2014 
sull’industria dei quotidiani in Italia 
Osservatorio Quotidiani 
“ Carlo Lombardi ”
2 
Il Rapporto 2014 sull’industria dei quotidiani è stato realizzato da ASIG 
per l’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di 
informazione. 
Salvatore Curiale ha coordinato il progetto ed ha curato la stesura dei testi, delle 
tabelle e dei grafici di corredo 
Luca Michelli ha collaborato alla raccolta dei dati sugli stabilimenti di stampa 
Giuseppe Pascucci ed Elga Mauro hanno curato l’aggiornamento della Banca 
Dati dell’Industria editoriale italiana 
L’illustrazione in copertina è di Chiara Giaquinta 
Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di 
informazione 
Via Sicilia 125 - 00187 Roma - tel. 064885026 - fax 064883489 
osservatorio@ediland.it
“Peggio di ieri, meglio di domani”. 
Potrebbe essere questa, in sei parole, la 
descrizione di come siano andate le cose 
nell’industria editoriale italiana dell’ul-timo 
decennio, e di come continuino ad 
andare anche oggi. I numeri del Paese, 
prima ancora che del comparto editoria-le, 
sono assai poco interpretabili. In soli 
due anni, tra il 2011 e il 2013, il Prodotto 
Interno Lordo è sceso del 4,2% a valori 
reali, e le previsioni per l’anno in corso 
sono, in base alle stime più ottimistiche, 
di un aumento di pochi decimali sopra lo 
zero. Nello stesso arco temporale il red-dito 
medio pro capite è diminuito di oltre 
1.000 euro, il tasso di disoccupazione è 
passato dall’8,4% al 12,2%, con oltre un 
milione di posti di lavoro svaniti ed una 
previsione di un ulteriore peggioramento 
per il 2014 e il 2015. Il debito pubblico ha 
sfondato nel 2013 il tetto dei due trilio-ni 
di euro ed ammonta ormai ad oltre il 
130% del Prodotto Interno Lordo. 
* * * 
In un contesto di questo tipo, dove la 
riduzione del reddito disponibile compri-me 
fortemente la propensione a spendere, 
a maggior ragione languono i consumi di 
informazione, che - a torto o a ragione, 
non è questa la sede per dibatterne – gli 
italiani considerano non di prima ne-cessità. 
Con queste premesse, e venendo 
all’industria dei quotidiani, non possiamo 
stupirci se il 2013 ha visto scendere per 
il settimo anno di fila i dati diffusionali; 
il numero di copie mediamente diffuse 
ogni giorno si è attestato infatti poco al 
di sopra dei 3,7 milioni di copie: solo due 
anni prima, nel 2011, se ne diffondeva-no 
mezzo milione in più, addirittura un 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
PREMESSA 
milione in più nel 2009. E questi dati non 
tengono conto del crollo della stampa 
gratuita: oggi sono rimaste due testate na-zionali 
con circa mezzo milione di copie 
di diffusione, ma solo cinque anni or sono, 
nel 2009, si contavano 11 testate e 65 
diverse edizioni locali, con una diffusione 
giornaliera che sfiorava i quattro milioni 
di copie. 
Sono anche peggiori, se possibile, i dati 
del mercato pubblicitario. Il 2013 è stato 
un anno molto pesante, con investimenti 
in calo del 12% a meno di sei miliardi di 
euro complessivi: persino la pubblicità 
sul canale Internet, per la prima volta da 
quando viene rilevata, ha fatto registra-re 
un segno meno. L’arretramento della 
stampa è stato però ben maggiore rispetto 
agli altri mezzi classici: meno 19% per i 
quotidiani, meno 21% per i periodici, con-tro 
un calo del 10% del mezzo televisivo. 
Né si avvertono segnali di inversione 
del trend: nei primi sei mesi del 2014 
infatti, a fronte di un mercato complessivo 
che rallenta del 2%, la tv cresce dell’1,3%, 
internet rimane stabile (+0,1%), mentre 
per la carta stampata la perdita continua 
in doppia cifra, nell’ordine del 10%. 
La naturale conseguenza di questo 
trend è che oggi sei euro di investimenti 
pubblicitari su dieci vengono assorbiti dal-la 
televisione cioè, in buona sostanza, da 
quattro player; il resto dei budget pubbli-citario 
è suddiviso tra gli altri mezzi, con 
una enorme polverizzazione delle risorse; 
la carta stampata, nel complesso, inter-cetta 
poco più del 20% della torta com-plessiva, 
circa la metà di quanto riusciva 
a raccogliere agli inizi del millennio. 
* * * 
3
C’è un terzo fattore che non può essere 
trascurato se si vuole avere un quadro 
completo della crisi dell’industria dell’in-formazione 
stampata nel nostro Paese, 
ed è la diminuzione di valore economico 
del prodotto informativo per effetto della 
sua progressiva trasformazione in una 
“commodity”. Oggi l’offerta di notizie è 
sovrabbondante rispetto alla domanda, 
e l’utente fatica sempre più a cogliere le 
differenze qualitative tra un giornale e 
l’altro, tra un telegiornale e l’altro, tra un 
portale internet e l’altro: il rischio è che 
finisca per scegliere l’informazione con lo 
stesso criterio con cui sceglie la pompa 
di carburante: visto che la benzina (tipico 
esempio di commodity) è grosso modo la 
stessa dappertutto, la comprerà da chi 
gliela fa pagare meno. 
Il problema è che oggi, nell’epoca del 
digitale, l’informazione, almeno quella ba-silare, 
costa tendenzialmente zero. Anche 
in questo caso, serve a poco piangere sul 
latte versato, sui siti dei giornali che (mol-to 
di più in passato, oggi assai meno) for-niscono 
gratis le notizie cannibalizzando 
l’edizione su carta: occorre prendere atto 
che la tradizionale catena del valore edi-toriale, 
basata sulla vendita delle copie ai 
lettori e della pubblicità agli inserzionisti, 
è entrata definitivamente in crisi. 
* * * 
In questa ottica, le recenti polemiche 
legate al rinnovo del contratto di lavoro 
giornalistico ed alla individuazione di li-velli 
minimi di “equo compenso” per i col-laboratori 
dei giornali possono avere una 
diversa chiave di lettura rispetto a quella 
classica e “di classe” della dialettica mar-xiana 
tra capitale e lavoro. Dal momento 
che i consumatori finali, che già magari 
fanno fatica ad arrivare a fine mese, non 
riconoscono più al lavoro di ricerca delle 
notizie e di elaborazione giornalistica un 
valore economico significativo, è facile 
prevedere che continuerà la pressione 
verso il basso della remunerazione del 
lavoro giornalistico, facilitata anche dal 
crescente utilizzo dei social network come 
strumenti per costruire palinsesti infor-mativi 
personalizzati e, ça va sans dire, a 
costo zero, nei quali il tradizionale brand 
giornalistico viene sostituito con il “fol-low” 
e il “like” di utenti social ai quali si 
riconosce una reputazione affidabile. E 
così, accanto agli appassionati di calcio-mercato 
che aspettano l’uscita del quoti-diano 
sportivo per avere notizie e rumors 
sulla campagna acquisti della squadra 
per cui tifano, sono sempre di più quelli 
che seguono i profili Facebook e Twitter 
dei giornalisti, dei procuratori, degli stessi 
calciatori, tutti diventati “editori di se 
stessi”. 
È meglio? È peggio? È a rischio la 
qualità e la completezza dell’informazione 
nel nostro Paese? Sono temi complessi e 
difficili ai quali non è compito nostro dare 
risposta; possiamo solo segnalare che in 
questo nuovo scenario i tradizionali mo-delli 
economici che regolavano l’industria 
editoriale non funzionano più, bisogna 
individuarne di nuovi al più presto. 
* * * 
Le scelte che l’industria editoriale 
prenderà nei prossimi anni avranno un 
riflesso anche sulla qualità e la quantità 
dell’occupazione non giornalistica del set-tore. 
La tradizionale suddivisione tra area 
di preparazione e area di stampa acquista 
oggi un nuovo significato e si carica di 
nuove sfide. Per la prima si pone soprat-tutto 
il tema della qualità del lavoro: 
quella che sino ad oggi è stata attività di 
supporto alla preparazione delle pagine 
(battitura testi, impaginazione, trattamen-to 
delle foto, etc.), è ormai ampiamente 
superata dalla storia e dalla tecnologia: 
4 premessa
gran parte dei mestieri e delle competen-ze 
tradizionali sono state inglobate nei 
pacchetti software, e si richiedono nuove 
competenze legate ai prodotti e ai servizi 
digitali, mestieri di difficile definizione 
e di mutevole contenuto che rimettono 
in discussione i confini tra attività gior-nalistica 
e tecnica. Dove sarà possibile 
pescare le nuove figure professionali? 
Sarà possibile, e in quale misura, ricon-vertire 
gli attuali addetti? Quali le forme 
di inquadramento contrattuale? 
Per l’attività di produzione tradizio-nale, 
la cara vecchia stampa su carta, si 
pone invece il problema della quantità del 
lavoro: non v’è dubbio infatti, e i dati sugli 
stabilimenti che presentiamo in questo 
Rapporto sono lì a testimoniarlo, che 
l’industria della stampa quotidiana stia 
vivendo un processo di consolidamento, 
che vuol dire riduzione del numero degli 
stabilimenti, creazione di realtà produtti-ve 
di maggiori dimensioni medie rispetto 
alle attuali, in grado di attivare maggiori 
economie di scala, con automazioni di 
processo più spinte e, di conseguenza, 
minor fabbisogno di personale. Ci saran-no 
meno occupati quindi, ma si spera 
più stabili, perché le aziende di stampa 
potrebbero aver finalmente acquisito una 
dimensione industriale significativa ed 
una piena competitività sul mercato delle 
produzioni grafiche. 
* * * 
L’ultima riflessione che ci sentiamo 
di affidare alla valutazione delle parti 
riguarda il tema delle relazioni industria-li. 
Con il 2014, in seguito all’andata a 
regime delle norme sull’armonizzazione 
dei regimi pensionistici speciali, possiamo 
dire in larga misura conclusa la stagione 
dei prepensionamenti poligrafici, che ha 
accompagnato la trasformazione indu-striale 
dell’industria dei quotidiani negli 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
ultimi trent’anni abbondanti. Da oggi in 
poi le criticità occupazionali dovranno 
essere affrontate senza la rete di sicurezza 
di una legge che, se forse talvolta è stata 
abusata, ha comunque permesso di gestire 
senza traumi sociali la discesa dell’oc-cupazione 
dai 15.000 addetti dei primi 
anni Ottanta ai 4.300 circa di oggi. Sta 
alle parti individuare nuove modalità di 
gestione delle crisi aziendali che permet-tano 
di bilanciare al meglio le esigenze 
di economicità di gestione con quelle di 
tutela occupazionale. 
Né va dimenticato il tema della previ-denza 
di settore. La stagione dei prepen-sionamenti 
ci consegna un Fondo Casella 
che chiama i circa 4.300 attivi a sostenere 
la parte retributiva dell’assegno di circa 
15.500 pensionati con un contributo di 
solidarietà del 21,75%, che risulta incom-prensibile 
a chi non conosce la storia di 
questo settore, ma che comunque, in un 
contesto di crisi come quello attuale, pesa 
come un macigno. Il 2013 è stato un anno 
di scelte difficili e coraggiose per le parti 
costitutive del Fondo, che hanno deciso, 
per la prima volta, di ridurre i trattamenti 
pensionistici in essere, nella consapevo-lezza 
che non è più possibile, come avve-nuto 
in passato, scaricare sulle aziende e 
sui lavoratori il maggior onere previden-ziale 
derivante dalla riduzione della pla-tea 
degli attivi. L’auspicio è che le parti, 
impegnate nel momento in cui chiudiamo 
questo Rapporto nel rinnovo del contratto 
di lavoro poligrafico, sappiano individua-re 
soluzioni che alleggeriscano l’onere 
previdenziale, con ciò fermando la “fuga” 
verso altri inquadramenti contrattuali e 
ridando una speranza di tenuta a questo 
settore industriale. 
Il Consiglio Direttivo 
Luglio 2014 
premessa 
5
SOMMARIO 
IL MERCATO DEI LETTORI.............................................................................................................11 
Diffusioni e tirature ...........................................................................................................11 
Le copie digitali: una crescita promettente.......................................................................12 
Il trend all’estero................................................................................................................12 
La readership.........................................................................................................................14 
L’impatto dei quotidiani sulla dieta mediatica degli italiani............................................15 
IL MERCATO PUBBLICITARIO...................................................................................................... 17 
Recessione e mercato pubblicitario.....................................................................................17 
La sofferenza dei quotidiani................................................................................................18 
I trend internazionali...........................................................................................................20 
Uno sguardo sul futuro........................................................................................................21 
GLI INDICATORI ECONOMICI ...................................................................................................... 23 
Discesa a due velocità..........................................................................................................23 
Il peso dei ricavi digitali......................................................................................................25 
La dinamica dei costi.............................................................................................................25 
I margini operativi.................................................................................................................26 
LA RETE PRODUTTIVA................................................................................................................. 28 
Il calo prosegue....................................................................................................................28 
La rete in dettaglio..............................................................................................................28 
Il lavoro poligrafico.............................................................................................................29 
OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE....................................................................... 31 
Dati occupazionali e retributivi complessivi.......................................................................31 
Dati occupazionali e retributivi suddivisi per tipologia di azienda..................................35 
ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE ................................................................................ 42 
Le testate quotidiane............................................................................................................43 
Le società editrici.............................................................................................................. 64 
Le agenzie di informazione...................................................................................................76 
Le concessionarie di pubblicità............................................................................................83 
Gli stabilimenti di produzione..............................................................................................91 
6
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
INDICE DELLE TABELLE E 
IL MERCATO DEI LETTORI 
DEI GRAFICI 
Volumi produttivi annui 2010-2013.....................................................................................11 
Andamento vendite 1990-2013.............................................................................................11 
Suddivisione della diffusione complessiva 2014 (genn.-giugno)........................................12 
Andamento della diffusione cartacea e digitale 2013-2014.............................................12 
Diffusione dei quotidiani nazionali francesi, 2012-2013...................................................13 
Diffusione dei quotidiani nazionali britannici, 2012- 2014...............................................13 
Andamento della readership in Italia 2010-2013..............................................................14 
Media utilizzati per informarsi in Italia, aprile 2013.......................................................15 
Fonti di informazione per le notizie online - % degli utenti attivi sul web, 2013.........15 
Distribuzione dei rapporti di lavoro giornalistico in Italia tra i vari media, 2012........16 
IL MERCATO PUBBLICITARIO 
Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici..............................................17 
Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici, a valori costanti 2013......17 
Evoluzione del mercato pubblicitario italiano 2004-2013................................................18 
Il mercato pubblicitario italiano 2013-2014 (gennaio-giugno).........................................18 
Pubblicità sui quotidiani italiani 2007-2013 a valori costanti 2013................................19 
Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2012-2013.............................................................19 
Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2013-2014 (gennaio-giugno)................................19 
Fatturato medio per modulo pubblicitario 2004-2013 a valori costanti 2013................20 
Quote del mercato pubblicitario mondiale, 2013...............................................................20 
Andamento mondiale della pubblicità sui quotidiani, 2009-2013.....................................21 
Andamento della pubblicità sui quotidiani in Italia e nel mondo, 2009-2013 
(2009=100)............................................................................................................................22 
GLI INDICATORI ECONOMICI 
Ricavi complessivi dei quotidiani 2010-2013.......................................................................23 
Ricavi complessivi dei quotidiani a 2010-2013 valori costanti 2013.................................23 
Suddivisione % dei ricavi da vendite e da pubblicità nei quotidiani italiani e USA, 
2004-2013...............................................................................................................................24 
Evoluzione dei costi editoriali 2010-2013..........................................................................25 
Struttura dei ricavi dei quotidiani in Italia per tipologia e per mezzo, 2012.................25 
Andamento dei costi e dei ricavi delle imprese editoriali e del costo della vita, 
2004-2013 (2004 = 100).......................................................................................................26 
Composizione dei costi nelle aziende editrici di quotidiani, 2013.....................................26 
Margini operativi delle imprese editoriali 2000-2013 a valori costanti 2013................27 
LA RETE PRODUTTIVA 
Età del parco rotative installato.......................................................................................28 
Stabilimenti, impianti, capacità produttiva 2011-2014.......................................................28 
Capacità produttiva suddivisa per regione..........................................................................29 
Retribuzione lorda 2013 degli operai poligrafici per tipologia di azienda.....................30 
Inquadramento: contratto poligrafico e altri inquadramenti..........................................30 
OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE 
Dati occupazionali e retributivi complessivi.............................................................................. 31 
Occupazione poligrafica 1980-2013.....................................................................................31 
Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica...........................................................................31 
Suddivisione % dei dipendenti per sesso e qualifica: 2013.................................................31 
Addetti 2012-2013................................................................................................................32 
Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento...........................................................32 
7
Suddivisione dei dipendenti 2012-2013 per gruppi di livelli di inquadramento...............32 
Media retribuzioni ordinarie annue per livello di inquadramento..................................33 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per livello e sesso...........................................33 
Media retribuzioni straordinarie annue.............................................................................33 
Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso....................................33 
Media retribuzione complessiva annua................................................................................34 
Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso.......................................34 
Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria..................................................34 
Dati occupazionali e retributivi suddivisi per tipologia di azienda........................................... 35 
Suddivisione delle aziende per tipologia............................................................................35 
Suddivisione % dei dipendenti 2013 per tipologia di azienda............................................35 
Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica...........................................................................35 
Addetti 2013 per sesso e tipologia di azienda....................................................................35 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Società editrici.........................................................36 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa puri....................................................36 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa ibridi.................................................36 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Agenzie di informazione...........................................36 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Altre società............................................................36 
Suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livello di inquadramento e 
tipologia di azienda...............................................................................................................37 
Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda...........................................37 
Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda........................37 
Media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda....................38 
Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda...........................38 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda........38 
Media retribuzione straordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda.............39 
Media retribuzioni straordinarie annue per livello e tipologia di azienda....................39 
Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda.39 
Media retribuzione complessiva annua: suddivisione per tipologia di azienda.................40 
Media retribuzioni complessive annue per livello e tipologia di azienda........................40 
Media retribuzioni complessive annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda....40 
Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria per tipologia di azienda.........41 
Suddivisione % del monte retributivo 2013 per tipologia di azienda...............................41 
Retribuzione media oraria: suddivisione per tipologia di azienda....................................41 
ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE 
Dati di riepilogo............................................................................................................................ 42 
Testate quotidiane, per regione...........................................................................................42 
Società editrici, per regione e tipologia.............................................................................42 
Stabilimenti di produzione, per regione e tipologia...........................................................42 
Concessionarie di pubblicità, per regione e tipologia........................................................42 
Agenzie di informazione, per regione e periodicità ...........................................................42 
Gli stabilimenti di produzione in Italia: quadro di insieme........................................................ 91 
8 indice delle tabelle e dei grafici
Le elaborazioni contenute in questo 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
METODOLOGICA 
rapporto di ricerca sono state realizzate 
sulla base dei dati provenienti da diver-se 
fonti italiane ed estere, tra cui le più 
importanti sono: 
• FIEG: diffusione, tirature, ricavi da ven-dite 
e da pubblicità, bilanci delle impre-se 
editoriali. 
• Ads (Accertamento diffusione stampa): 
diffusione e vendite dei quotidiani carta-cei 
e digitali. 
• Audipress: readership dei quotidiani. 
• Nielsen Media Research: andamento del 
mercato pubblicitario italiano. 
• Federazione delle Concessionarie di 
Pubblicità (FCP): andamento del fattu-rato 
pubblicitario dei giornali. 
• Fondo Nazionale di previdenza per i 
lavoratori dei giornali quotidiani “Fio-renzo 
Casella”: dati occupazionali e 
retributivi. 
• Istat: andamento del costo della vita. 
• Agcom, “indagine conoscitiva sul settore 
dei servizi internet e sulla pubblicità 
online”: consumo dei media online, 
rapporto tra media tradizionali e media 
online. 
• Audit Bureau of Circulations e OJD: 
dati sulle diffusioni di Gran Bretagna e 
Francia. 
• WAN-IFRA World Press Trends: dati su 
diffusione e fatturato pubblicitario dei 
media in tutto il mondo. 
Riteniamo opportuno fornire alcuni 
chiarimenti circa le elaborazioni che sono 
state effettuate sui dati sopra esposti e 
che sono state rese necessarie dalle esi-genze 
alle quali la presente pubblicazione 
è tenuta a rispondere. 
Tirature e diffusione. Spesso a propo-sito 
NOTA 
dei prodotti editoriali si tende a fare 
confusione tra “diffusione” e “vendita”. 
In questa pubblicazione ci siamo attenuti 
ai criteri seguiti dall’Ads, in base ai quali 
la diffusione è costituita dal totale delle 
copie che vengono cedute, non importa se 
a titolo oneroso o gratuito. Ciò che rimane 
della tiratura dopo la diffusione costitui-sce 
la resa. All’interno delle copie diffuse 
Ads distingue tra diffusione pagata (a sua 
volta suddivisa in vendita delle singole 
copie e abbonamenti pagati), vendite in 
blocco (ovvero la vendita di lotti di copie 
ad aziende, enti, associazioni e simili, con 
una percentuale di sconto concordata), 
diffusione gratuita (abbonamenti, omag-gi, 
coupon), altro (vendite all’estero, altri 
usi, etc.). A partire da gennaio 2013 Ads 
censisce anche le copie digitali, definite 
come “una replica esatta e non riformat-tata 
dell’edizione cartacea in tutte le sue 
pagine, pubblicità inclusa, fruibile su 
diversi dispositivi digitali e distribuita 
elettronicamente come unità inscindibile 
ed esclusiva”. 
Ricavi dei quotidiani. I ricavi com-plessivi 
sono rilevati da FIEG sulla base 
dei bilanci delle aziende. Va sottolineato 
come i ricavi da vendite sono da consi-derarsi 
al netto dell’aggio dei rivenditori 
e distributori, così come i ricavi da pub-blicità 
sono da considerarsi al netto delle 
commissioni pagate dagli inserzionisti 
alle agenzie pubblicitarie ed ai centri 
media. 
Inflazione. Il parametro di riferimen-to 
è l’indice nazionale Istat dei prezzi 
al consumo per le famiglie di operai e 
impiegati (Foi), al netto dei consumi di 
tabacchi. 
9
Retribuzioni poligrafiche. I dati pre-sentati 
si riferiscono alla retribuzione 
lorda effettivamente erogata dalle aziende 
ai dipendenti poligrafici. I dati forniti 
dal “Fondo Casella” riportano, suddivisi 
per livello di inquadramento, il numero 
di lavoratori che hanno prestato attività 
nel corso dell’anno, l’importo comples-sivo 
delle retribuzioni ordinarie erogate, 
il numero di giorni lavorativi retribuiti, 
l’importo complessivo delle retribuzioni 
straordinarie erogate, il numero comples-sivo 
di ore di straordinario prestate. Per 
il calcolo delle retribuzioni ordinarie, la 
media annua è stata ottenuta dividendo la 
retribuzione degli addetti per il numero di 
giorni complessivamente retribuiti, e mol-tiplicando 
il totale ottenuto per 312, nu-mero 
di giorni contrattualmente retribuiti 
nell’arco dell’anno solare. Per le retribu-zioni 
straordinarie, il dato medio annuo è 
stato ottenuto dividendo il numero delle 
ore di straordinario, e la relativa retribu-zione, 
per il numero dei poligrafici. 
I dati medi delle retribuzioni, calcolati 
col criterio sopra esposto, possono diffe-rire 
dai dati rilevati sui bilanci annui del 
Fondo Casella, in considerazione del fatto 
che il Fondo si basa sulle retribuzioni che 
hanno dato luogo ad effettivo versamento 
contributivo. 
Anagrafe dell’industria dei quotidiani. 
I dati relativi a testate, società editrici e 
concessionarie di pubblicità sono desunti 
dalle gerenze pubblicate nelle testate. 
A cadenza periodica viene aggiornato 
l’archivio mediante l’acquisizione di una 
copia della pubblicazione e l’invio di una 
scheda per l’aggiornamento dei dati. 
La definizione di “testata quotidia-na”, 
nella sua apparente univocità, può 
prestarsi a diverse interpretazioni e ad 
equivoci; da una parte, infatti, occorrere 
distinguere tra “testata” ed “edizione”, di-stinzione 
spesso non agevole, soprattutto 
nel caso sempre più frequente di pub-blicazioni 
realizzate con organizzazioni 
redazionali e produttive sinergiche e che 
condividono larga parte dei contenuti. 
Per i fini che si propone questo rappor-to, 
abbiamo ritenuto di considerare “testa-ta 
quotidiana”: una pubblicazione di con-tenuto 
giornalistico univocamente distinta 
sulla base del nome, che venga pubblicata 
almeno quattro volte a settimana. 
Per le agenzie di informazione, il dato 
di partenza è costituito dagli elenchi che, 
sino a qualche anno fa, venivano pubbli-cati 
dalla Presidenza del consiglio. Si è 
quindi verificata l’effettiva attività svolta 
(molte di queste agenzie esistevano solo 
sulla carta) attraverso l’invio periodico di 
questionari per il rilevamento dei dati. 
Centri Stampa. I dati anagrafici e 
relativi alle testate stampate in ciascuno 
stabilimento sono desunti dalle geren-ze 
dei giornali quotidiani. Per ciascuno 
stabilimento L’Osservatorio ha inoltre 
curato l’aggiornamento dei dati relativi 
alle installazioni tecniche, suddivise tra 
formatura, stampa e spedizione. 
* * * 
L’aggiornamento dei dati, sia per quan-to 
riguarda le testate giornalistiche ed i 
dati collegati, che per quanto riguarda le 
agenzie di informazione, viene effettuato 
attraverso un costante monitoraggio della 
stampa specializzata e contatti diretti non 
soltanto con le aziende, ma anche con 
rivenditori e distributori su tutto il terri-torio 
nazionale. Data l’estrema fluidità 
del settore, è possibile che alcuni dei dati 
riportati possano risultare superati nel 
momento in cui questo rapporto giunge-rà 
nelle mani dei lettori; ce ne scusiamo 
sin d’ora con gli interessati, invitandoli a 
segnalarci errori ed omissioni. 
10 nota metodologica
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
IL MERCATO DEI LETTORI 
Diffusioni e tirature 
Oggi in Italia si vendono poco più 
della metà delle copie che si vendevano 
vent’anni fa. Dal 1990, anno del massi-mo 
storico diffusionale con poco meno 
di sette milioni di copie giornaliere, si è 
dapprima scesi, in quattro-cinque anni, 
intorno ai sei milioni di copie; quindi, 
dopo un periodo 1995-2001 di relativa 
stabilità, l’indicatore è tornato in terri-torio 
negativo con un’unica eccezione, 
quella del 2006 che fece registrare un 
peraltro modesto incremento dello 0,9%. 
Ciò che maggiormente preoccupa è il 
fatto che il calo diffusionale è andato via 
via accentuando il proprio ritmo: ci sono 
voluti otto anni, dal 2001 al 2009, per 
scendere sotto i cinque milioni di copie 
giornaliere, ma ne sono bastati soltanto 
tre, tra il 2009 e il 2012, per scendere 
sotto i quattro milioni di copie. 
Il calo delle diffusioni da un lato, 
come è evidente, riduce direttamente i 
ricavi delle imprese, ma dall’altro ne au-menta 
i costi, sia perché gli oneri fissi e 
gli ammortamenti incidono su un numero 
inferiore di “pezzi” prodotti, sia perché 
la scarsa elasti-cità 
del sistema 
distributivo, 
ancora oggi lar-gamente 
basato 
sulle vendite 
in edicola, fa 
sì che la ri-duzione 
della 
produzione sia 
percentual-mente 
inferiore 
Andamento vendite 
1990-2013 
Vendita media 
giornaliera 
rispetto alla 
riduzione delle 
copie diffuse. 
Tra il 2010 e 
il 2013 la resa 
è diminuita di 
circa sessanta 
milioni di copie 
annue, con 
una riduzione complessiva del 10%, ma 
nello stesso periodo le vendite in edicola 
sono diminuite di quasi 290 milioni di 
copie, pari ad una riduzione percentuale 
esattamente doppia. Per effetto di questa 
dinamica, la percentuale della resa sul 
variaz. 
% 
1990 6.808.501 0,6% 
1991 6.505.426 -4,5% 
1992 6.525.529 0,3% 
1993 6.358.997 -2,6% 
1994 6.208.188 -2,4% 
1995 5.976.847 -3,7% 
1996 5.881.350 -1,6% 
1997 5.869.602 -0,2% 
1998 5.881.421 0,2% 
1999 5.913.514 0,5% 
2000 6.073.158 2,7% 
2001 6.017.564 -0,9% 
2002 5.830.523 -3,1% 
2003 5.710.860 -2,1% 
2004 5.617.620 -1,6% 
2005 5.461.811 -2,8% 
2006 5.510.325 0,9% 
2007 5.399.904 -2,0% 
2008 5.141.553 -4,8% 
2009 4.786.957 -6,9% 
2010 4.583.575 -4,2% 
2011 4.272.562 -6,8% 
2012 3.926.793 -8,1% 
2013* 3.722.600 -5,2% 
variazione 1990-2013 -45,3% 
* stime su un campione di 59 
testate. Dati Fieg 
Volumi produttivi annui 2010-2013 
2010 2011 2012* 2013 ±% 12/13 ±% 10/13 
vendite 1.430.389.678 1.388.742.002 1.274.428.289 1.141.822.736 -10,4% -20,2% 
abbonamenti pagati 138.088.746 127.913.559 123.403.579 110.805.616 -10,2% -19,8% 
copie gratuite 32.212.912 31.466.844 30.060.134 24.884.854 -17,2% -22,7% 
altro (vendite in blocco, 
52.511.665 47.579.417 39.426.375 33.805.181 -14,3% -35,6% 
abbonamenti gratuiti, 
diffusione estero, etc.) 
resa 620.337.587 629.106.831 594.162.861 557.646.813 -6,1% -10,1% 
tiratura complessiva 2.273.540.588 2.224.808.653 2.061.481.238 1.868.965.200 -9,3% -17,8% 
* Sino al mese di marzo 2012 i dati ADS venivano rilevati come media mobile dei dodici mesi precedenti, mentre 
a partire dall’aprile 2012 vengono rilevati mensilmente. I valori 2012 sono pertanto una proiezione sull’intero 
anno del periodo aprile-dicembre 
Elaborazione Asig su dati Ads. 
11
Suddivisione della diffusione complessiva 2014 (genn.-giugno) 
totale della produzione è passata dal 27% 
del 2010 al 30% del 2013. 
Le copie digitali: una crescita promettente 
A partire dal mese di gennaio 2013 
Ads ha iniziato a censire anche le copie 
digitali, intendendo con questo termine, 
come recita il regolamento Ads, “una 
replica esatta e non riformattata dell’edi-zione 
cartacea in 
tutte le sue pa-gine, 
pubblicità 
inclusa, fruibile 
su diversi di-spositivi 
digitali 
e distribuita 
elettronicamen-te 
come unità 
inscindibile ed 
esclusiva”. 
Rispetto al 
primo dato cen-sito 
nel gennaio 
2013, poco al 
di sopra delle 
200.000 copie, oggi il 
volume di copie digita-li 
vendute giornalmen-te 
è più che raddoppia-to, 
collocandosi poco al 
di sotto delle 500.000 
copie giornaliere nel 
mese di giugno 2014. 
Rispetto al totale della 
diffusione utile (ven-dite 
cartacee, abbo-namenti 
pagati, ven-dita 
copie digitali), il 
copie gratuite 
1,3% 
digitale rappresenta ormai una quota del 
12%, contro l’80% delle vendite in edicola 
e l’8% degli abbonamenti onerosi. 
Il trend all’estero 
I dati del World Press Trends recente-mente 
diffusi in occasione del congresso 
mondiale WAN-IFRA di Torino eviden-ziano 
come tra il 2012 e il 2013, a livello 
vendite 
55,5% 
resa 
27,3% 
diffusione digitale 
8,8% 
altro 
1,7% 
abbonamenti pagati 
5,4% 
Elaborazioni Asig su dati Ads 
Andamento della diffusione cartacea e digitale 2013-2014 
3.261.856 
3.805.992 
473.334 
209.721 
4.000.000 
3.800.000 
3.600.000 
3.400.000 
3.200.000 
gen-13 
feb-13 
mar-13 
apr-13 
mag-13 
giu-13 
lug-13 
ago-13 
set-13 
ott-13 
nov-13 
dic-13 
gen-14 
feb-14 
mar-14 
apr-14 
mag-14 
giu-14 
Diffusione media giornaliera cartacea 
500.000 
425.000 
350.000 
275.000 
200.000 
Diffusione media giornaliera digitale 
diffusione cartacea 
diffusione digitale 
Elaborazione Asig su dati Ads 
12 il mercato dei lettori
mondiale, la diffusione dei 
quotidiani sia passata dai 
522 a 534 milioni di copie 
giornaliere. Se andiamo 
però a suddividere i dati 
per aree geografiche, 
notiamo che la crescita 
riguarda solo tre continen-ti, 
Asia, America Latina e 
Diffusione dei quotidiani nazionali britannici, 2012- 2014 
Africa, mentre in Europa, 
Nord-America e Oceania 
si è registrato un calo 
assai pronunciato: tra il 2009 e il 2013 
in Nord-America si è perso il 10% della 
diffusione, in Oceania il 20%, in Europa 
addirittura il 23%. 
I dati relativi ai maggiori quotidiani 
inglesi e francesi, pubblicati in questa 
pagina, forniscono uno spaccato assai 
esplicativo di questo fenomeno; in Gran 
Bretagna, in soli due anni, tra il 2012 e il 
2014, la diffusione dei quotidiani nazio-nali 
ha perso quasi un milione e mezzo 
di copie, pari al 15% complessivo, con 
punte superiori al 35% e due sole ecce-zioni, 
lo storico The Times e il quotidiano 
“I”, nato nel 2010 da una 
costola di The Indepen-dent 
(che non a caso è il 
quotidiano che ha perso 
più diffusione). 
In Francia gli ultimi 
dati, relativi al 2013, sono 
meno pesanti, ma anche 
in questo caso tutte le te-state 
più importanti fanno 
registrare perdite signifi-cative, 
anche superiori al 
10%. 
Per quanto riguarda 
le edizioni digitali, i dati 
globali del World Press 
Trends sono molto esplici-ti: 
tra il 2009 e il 2013 le 
“copie digitali” consumate 
Testata 
aprile 
2014 
aprile 
2013 
aprile 
2012 
± % 
2013/14 
± % 
2012/14 
The Sun 2.091.484 2.281.842 2.624.008 -8,34% -20,29% 
Daily Mirror 970.151 1.042.098 1.084.355 -6,90% -10,53% 
Daily Star 476.412 529.588 611.081 -10,04% -22,04% 
Daily Record 219.419 256.845 281.584 -14,57% -22,08% 
Daily Mail 1.721.589 1.803.327 1.991.275 -4,53% -13,54% 
Daily Express 487.378 527.855 568.628 -7,67% -14,29% 
Daily Telegraph 519.200 549.037 576.790 -5,43% -9,98% 
The Times 397.713 399.522 393.187 -0,45% 1,15% 
Financial Times 224.250 266.169 305.685 -15,75% -26,64% 
The Guardian 191.717 196.004 214.128 -2,19% -10,47% 
The Independent 63.360 75.603 98.636 -16,19% -35,76% 
I 287.206 304.287 271.648 -5,61% 5,73% 
Totale 7.649.879 8.232.177 9.021.005 -7,07% -15,20% 
Diffusione media giornaliera. 
Fonte Audit Bureau of Circulations 
Diffusione dei quotidiani nazionali francesi, 2012-2013 
testata 
media 
2013 
media 
2012 
± % 
2012/13 
Le Figaro 317.225 323.303 -1,88% 
Le Monde 275.310 288.113 -4,44% 
L'Equipe Edition Générale 243.580 274.628 -11,31% 
Aujourd'hui en France 160.908 179.353 -10,28% 
Les Echos 123.636 122.744 0,73% 
Quotidiens Hippiques-Turf Editions 114.122 123.943 -7,92% 
Libération 101.616 119.418 -14,91% 
La Croix 94.673 94.122 0,59% 
Le Petit Quotidien 53.807 n.d. 
Mon Quotidien 47.358 n.d. 
Paris Turf 41.393 45.647 -9,32% 
L'Humanité 40.562 43.517 -6,79% 
Paris Courses 20.653 23.471 -12,01% 
International New York Times 17.167 18.295 -6,17% 
Tiercé Magazine 13.952 16.115 -13,42% 
Week-End 13.859 15.670 -11,56% 
La Gazette des Courses 13.847 11.793 17,42% 
Bilto 10.405 11.237 -7,40% 
Totale 1.704.073 1.711.369 -0,43% 
Diffusione media giornaliera. 
Fonte OJD 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
il mercato dei lettori 
13
sono salite da 80 milioni a 1,753 miliardi, 
con un aumento di oltre venti volte; solo 
tra il 2012 e il 2013 l’incremento è stato 
del 60%. 
La readership 
Oggi nel mondo 2,5 miliardi di perso-ne, 
pari al 49% della popolazione adulta, 
legge regolarmente un quotidiano car-taceo, 
mentre 800 milioni di persone, 
pari al 46% di quanti hanno accesso a 
Internet, leggono quotidiani in formato 
digitale. In buona sintesi, un abitante del 
pianeta su due, in qualche modo, si infor-ma 
usando i quotidiani. 
L’Italia, dispiace dirlo, è sotto la 
media mondiale e non di poco: gli ultimi 
dati Audipress collocano infatti, e per la 
prima volta, sotto il 
40% la percentuale di 
italiani adulti che nel 
giorno medio leggo-no 
un quotidiano. Il 
grafico permette di 
apprezzare come, dopo 
una sostanziale fase 
di tenuta della reader-ship 
su livelli di poco 
inferiori al 50% della 
popolazione adulta, a 
partire dalla secon-da 
rilevazione 2012 
il valore è iniziato a 
scendere sino a rag-giungere, 
nella terza 
rilevazione del 2013, 
ultima disponibile al 
momento di chiudere 
questo Rapporto, il 39,7%. E’ significativo 
notare come, pur nel calo complessivo 
della readership dei quotidiani nel giorno 
medio, i lettori abituali di quotidiani on-line 
in tre anni siano passati da 2,3 a 3,7 
milioni. Nel complesso, tuttavia, i lettori 
di quotidiani nel giorno medio oggi sono 
20,6 milioni, tre milioni e mezzo in meno 
rispetto all’inizio del 2010. 
Chi sono questi tre milioni e mezzo 
di lettori di quotidiani che si sono persi 
negli ultimi tre anni? La scomposizione 
socio-demografica dei dati ci indica che 
la maggior parte dei lettori persi, 2,6 
milioni, appartengono alla fascia di età 
compresa tra i 14 e i 44 anni, mentre 
al di sopra i 45 anni si sono persi solo 
900.000 lettori. La lettura è aumentata 
Andamento della readership in Italia 2010-2013 
40,1% 
(24.108.000) 
46,3% 
45,9% 45,4% 
46,2% 
47,3% 46,8% 
45,0% 
42,7% 
40,7% 40,3% 
39,7% 
(20.593.000) 
2010/1 
2010/2 
2010/3 
2011/1 
2011/2 
2011/3 
2012/1 
2012/2 
2012/3 
2013/1 
2013/2 
2013/3 
carta 
4,5% 
(2.357.000) 
4,6% 4,8% 
5,2% 
5,5% 
6,0% 
6,3% 6,4% 
6,7% 6,7% 6,8% 
7,1% 
(3.692.000) 
2010/1 
2010/2 
2010/3 
2011/1 
2011/2 
2011/3 
2012/1 
2012/2 
2012/3 
2013/1 
2013/2 
2013/3 
digitale 
Lettori nel giorno medio. Dati Audipress 
14 il mercato dei lettori
tra i laureati ed è diminui-ta 
meno della media nazio-nale 
per i diplomati, men-tre 
tra coloro che hanno al 
massimo la licenza media 
si sono persi 2,5 milioni di 
lettori. 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
Media utilizzati per informarsi in Italia, aprile 2013 
Media 
Si sono persi un milione di lettori tra 
gli abitanti delle grandi città, con un 
calo percentuale quasi doppio rispetto 
ai centri di dimensioni più piccole; un 
milione e mezzo di lettori sono stati persi 
nel Nord-Ovest del paese, con un calo 
percentuale del 20%; tra le singole regio-ni 
quella che ha perso più lettori totali è 
la Lombardia (-800mila), mentre il calo 
percentuale maggiore si è verificato in 
Basilicata, regione che in soli tre anni 
ha perso il 30% dei lettori di quotidiani. 
Le uniche regioni nelle quali i lettori 
di quotidiani sono aumentati sono state 
Trentino-Alto Adige, Puglia 
e Calabria. 
L’impatto dei quotidiani 
sulla dieta mediatica degli 
italiani 
La tabella pubblicata in 
questa pagina, tratta dalla 
recente indagine infor-mativa 
Agcom sui servizi 
Internet e sulla pubblicità 
online, evidenzia come gli 
italiani utilizzino ancora in 
gran maggioranza (quasi 
l’80%) la televisione come 
fonte privilegiata per ac-cedere 
alle notizie. Segue 
con il 43% percentuale il quotidiano, 
quindi Internet al 40%, e infine la radio 
e i periodici. L’indagine prevedeva per 
gli intervistati un massimo di tre rispo-ste: 
dalla somma dei valori percentuali 
ricaviamo quindi che ogni italiano adulto 
utilizza in media due canali informativi 
per accedere alle notizie. 
Questi dati potrebbero indurci tuttavia 
a sottostimare l’importanza che hanno i 
quotidiani nella dieta mediatica degli ita-liani. 
La stessa indagine Agcom, quando 
analizza la provenienza delle informazio-ni 
alle quali attingono gli utenti internet, 
Fonti di informazione per le notizie online - % degli utenti 
attivi sul web, 2013 
Quotidiani 
36,1% 
Periodici 
0,8% 
Agenzie 
Televisione 9,0% 
5,2% 
Testate native digitali 
2,4% 
Social network 
8,1% 
Blog 
0,1% 
nessuna fonte 
Altro 8,2% 
1,7% 
Motori di ricerca 
21,6% 
Portali 
6,7% 
Dati Agcom 
Tutte le 
notizie 
Notizie 
internazionali 
Notizie 
nazionali 
Notizie 
locali 
Televisione 79,5% 66,7% 70,3% 59,4% 
Quotidiani 43,7% 23,0% 27,2% 32,6% 
Internet 40,5% 31,6% 30,8% 25,4% 
Radio 17,8% 10,5% 11,7% 10,1% 
Periodici 10,4% 4,7% 5,0% 3,9% 
Altro 3,5% 2,1% 1,8% 2,3% 
% della popolazione adulta che utilizza quel medium come fonte informativa. 
Elaborazione Agcom su dati SWG 
il mercato dei lettori 
15
ha rilevato (vedi il 
grafico) che il 36% 
di questi utenti si 
“riforniscono” di 
notizie presso i siti 
web dei quotidia-ni 
tradizionali, e 
un addizionale 9% 
presso i siti delle 
agenzie di informa-zione, 
mentre la tv 
Distribuzione dei rapporti di lavoro giornalistico in Italia tra i 
vari media, 2012 
6% 
15% 
viene utilizzata come 
fonte per le notizie 
internet soltanto dal 
5% degli utenti. È 
interessante inoltre 
notare che oltre la 
metà degli italiani 
che si collegano 
regolarmente al web 
ottengono le notizie dai siti dei media 
tradizionali, contro il 41% che le ottiene 
dai media digitali, anche se... il 22% che 
utilizza i motori di ricerca di fatto acce-de, 
anche se indirettamente, a notizie che 
nella maggior parte dei casi sono state 
elaborate da redazioni giornalistiche di 
quotidiani, televisioni o agenzie di stam-pa. 
Purtroppo la convivenza tra l’informa-zione 
tradizionale e quella digitale, che 
nell’auspicio di tutti dovrebbe svilupparsi 
come una simbiosi utile ad entrambe le 
realtà, assume spesso i caratteri della 
vampirizzazione quando non addirittura 
del parassitismo. L’editoria tradizionale, 
soprattutto quella dei quotidiani e dei 
periodici, produce oggi la grandissima 
maggioranza dell’informazione che circola 
50% 
31% Quotidiani 
69% 
su internet, ne sostiene per intero i costi 
ma ne ricava un ritorno economico mo-desto. 
I dati sui rapporti di lavoro gior-nalistico 
attivi forniti dall’INPGI, l’ente 
previdenziale dei giornalisti, ci danno una 
fotografia nitida di questa distorsione: 
nel 2012, ultimo anno disponibile, il 50% 
dei giornalisti complessivi lavorava nelle 
redazioni “cartacee”, più un ulteriore 6% 
che operava nelle agenzie. 
Questi giornalisti realizzano un prodot-to 
che, offerto a pagamento su carta o in 
digitale, fa grande fatica ad imporsi sul 
mercato, ma che costituisce l’impalcatura 
sulla quale si sviluppano i business legati 
ai motori di ricerca, le rassegne stampa 
più o meno rispettose dei diritti d’autore, i 
rilanci delle notizie nel chiacchericcio dei 
social network. 
29% 
Editoria 
Radio Tv 
Agenzie stampa 
Altro 
Periodici 
Elaborazione Agcom su dati INPGI 
16 il mercato dei lettori
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
IL MERCATO PUBBLICITARIO 
IL MERCATO PUBBLICITARIO 
Recessione e mercato pubblicitario 
Il 2013 è il terzo anno consecutivo nel 
quale il mercato pubblicitario italiano fa 
registrare un arretramento. Rispetto al 
2010, quando si sfiorarono gli 8,3 miliardi 
di euro, il 2013 si è chiuso con un fattura-to 
pubblicitario inferiore di 2,4 miliardi, 
corrispondente ad un calo percentuale 
del 28% che sale al 33% se si tiene conto 
dell’inflazione del periodo; in tre anni il 
mercato pubblicitario ha perso un terzo 
del suo fatturato! 
La ragione principale di questa gelata 
è ovviamente la recessione nella quale il 
nostro Paese è entrato nella seconda metà 
del 2008 e dalla quale sostanzialmente 
non è ancora uscito. Tra il 2008 e il 2013 
il Prodotto Interno Lordo è cresciuto 
soltanto nel 2010, e nel quinquennio il PIL 
a valori costanti è calato del 7,5%, contro 
un arretramento dell’1,3% di tutti i paesi 
dell’Unione Europea e del 2,1% di quel-li 
dell’area euro. Peggio dell’Italia, nel 
quinquennio, hanno fatto soltanto Cipro, 
Slovenia, Croazia e Grecia. Il trend diven-ta 
ancora più preoccupante se limitiamo 
l’analisi al triennio 2010-2013: mentre 
infatti l’Europa nel suo complesso torna 
a crescere (+1,3% l’Unione, +0,4% l’area 
euro) e 19 paesi su 28 fanno registrare va-lori 
positivi di andamento del PIL, l’Italia 
continua ad arretrare con un -3,7%, facen-do 
meglio soltanto di Portogallo, Cipro e 
Grecia. 
Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici 
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
± % 
12/13 
± % 
04/13 
Totale stampa 2.891.816 2.992.028 3.012.439 3.111.298 3.047.989 2.391.689 2.297.858 2.209.204 1.811.104 1.427.050 -21,2% -50,7% 
quotidiani 1.720.303 1.769.504 1.716.414 1.782.829 1.816.448 1.514.119 1.457.986 1.356.676 1.115.917 898.324 -19,5% -47,8% 
periodici 1.171.513 1.222.524 1.296.025 1.328.469 1.231.541 877.569 829.872 852.528 695.187 528.726 -23,9% -54,9% 
televisione 4.551.192 4.668.740 4.598.777 4.653.474 4.851.355 4.358.936 4.774.710 4.624.308 3.917.531 3.526.829 -10,0% -22,5% 
radio 400.215 408.599 440.665 476.796 472.904 436.304 469.960 433.183 389.057 352.936 -9,3% -11,8% 
affissioni 192.128 198.696 196.963 233.693 227.201 135.097 132.975 117.032 94.659 90.760 -4,1% -52,8% 
cinema 90.546 83.040 76.190 69.789 58.322 55.750 62.544 46.575 37.861 29.376 -22,4% -67,6% 
internet 116.123 137.059 197.577 281.934 556.539 302.235 565.893 631.182 510.677 501.692 -1,8% 332,0% 
Totale 8.242.020 8.488.162 8.522.611 8.826.985 9.214.310 7.680.010 8.293.940 8.061.484 6.760.889 5.928.643 -12,3% -28,1% 
Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro 
Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici, a valori costanti 2013 
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
± % 
12/13 
± % 
04/13 
Totale stampa 3.448.268 3.508.125 3.462.801 3.515.965 3.336.648 2.598.703 2.458.641 2.301.640 1.831.569 1.427.050 -22,1% -58,6% 
quotidiani 2.051.329 2.074.727 1.973.019 2.014.710 1.988.474 1.645.175 1.560.003 1.413.441 1.128.527 898.324 -20,4% -56,2% 
periodici 1.396.939 1.433.398 1.489.782 1.501.255 1.348.174 953.528 887.939 888.199 703.043 528.726 -24,8% -62,2% 
televisione 5.426.946 5.474.055 5.286.298 5.258.722 5.310.801 4.736.226 5.108.801 4.817.795 3.961.799 3.526.829 -11,0% -35,0% 
radio 477.226 479.079 506.545 538.810 517.690 474.068 502.844 451.308 393.453 352.936 -10,3% -26,0% 
affissioni 229.098 232.969 226.409 264.088 248.718 146.790 142.279 121.929 95.729 90.760 -5,2% -60,4% 
cinema 107.969 97.363 87.580 78.866 63.845 60.575 66.920 48.524 38.289 29.376 -23,3% -72,8% 
internet 138.468 160.701 227.115 318.603 609.246 328.395 605.489 657.591 516.448 501.692 -2,9% 262,3% 
Totale 9.827.975 9.952.292 9.796.748 9.975.055 10.086.948 8.344.757 8.874.275 8.398.787 6.837.287 5.928.643 -13,3% -39,7% 
Elaborazioni Asig su dati Istat e Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro 2013 
17
Il mercato pubblicitario italiano 2013-2014 (gennaio-giugno) 
2013 2014 ± % 
Totale stampa 742.714 663.770 -10,6% 
quotidiani 462.862 414.746 -10,4% 
periodici 279.852 249.024 -11,0% 
televisione 1.897.337 1.922.055 1,3% 
radio 184.128 178.797 -2,9% 
affissioni 40.285 41.999 4,3% 
cinema 12.044 8.275 -31,3% 
internet 240.198 240.514 0,1% 
Totale 3.116.706 3.055.410 -2,0% 
Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro 
In base alle previ-sioni 
della Direzione 
generale Affari eco-nomici 
e finanziari 
dell’Unione Europea, 
l’economia dell’Unio-ne 
nel biennio 2014- 
2015 crescerà del 
3,6% (3% nell’area 
euro). Più basse 
le stime per l’Italia, prevista in crescita 
dello 0,6% nel 2014 e dell’1,2% nel 2015. 
Nel frattempo, la flessione del mercato 
pubblicitario italiano sembra rallentare: i 
primi sei mesi del 2014 vedono un fattu-rato 
complessivo di poco superiore ai 3,1 
miliardi di euro, in calo del 2% rispetto al 
corrispondente periodo del 2013. 
La sofferenza dei quotidiani 
I dati pubblicitari scomposti per mezzi 
ci segnalano anche che, in un contesto di 
generale contrazione degli investimenti 
pubblicitari, alcuni mezzi hanno avuto 
maggiore tenuta rispetto ad altri. Nel 
periodo 2004-2013, a fronte di un mer-cato 
in calo - a valori costanti - del 40%, 
i quotidiani hanno registrato un arretra-mento 
del 56%, mentre la televisione e la 
radio, con un calo rispettivamente del 35% 
e del 26%, hanno performato meglio della 
media. Il mezzo internet, infine, che nel 
2004 entrava per la prima volta nelle mi-surazioni 
ufficiali Nielsen, è cresciuto nel 
decennio del 260%, anche 
se nel 2013 ha fatto segnare 
un arretramento del 3% e 
i primi sei mesi del 2014 
vedono questo mezzo in 
sostanziale stallo (+0,1%). 
Questo andamento di-sallineato 
tra i vari mezzi 
pubblicitari ha determinato 
una profonda trasforma-zione 
dei rispettivi pesi 
all’interno del paniere della 
spesa pubblicitaria in Italia, 
con la televisione che sale 
quasi al 60% del mercato 
complessivo dal 55% di die- 
Evoluzione del mercato pubblicitario italiano 2004-2013 
4,9% 
55,2% 
14,2% 
2,3% 0,5% 
6,0% 
59,5% 
8,9% 
20,9% 15,2% 
1,5% 
1,1% 8,5% 
100% 
90% 
80% 
70% 
60% 
50% 
40% 
30% 
20% 
10% 
0% 
2004 2013 
quotidiani periodici televisione radio affissioni cinema internet 
Elaborazioni Asig su Dati Nielsen Media Research 
18 il mercato pubblicitario
Pubblicità sui quotidiani italiani 2007-2013 a valori 
costanti 2013 
2.100.000 
1.900.000 
1.700.000 
1.500.000 
1.300.000 
1.100.000 
900.000 
ci anni prima, con la carta stampata che 
scende sotto al 25% del totale, perdendo 
dieci punti percentuali in dieci anni, e con 
l’emergere di Internet come strumento 
sempre più presente nelle pianificazioni 
media, con una quota di mercato supe-riore 
all’8% e che si avvia entro il 2014 
a superare i periodici al terzo posto tra i 
mezzi pubblicitari. 
Al di là delle con-siderazioni 
che pure 
andrebbero fatte sulla 
posizione dominante 
del mezzo televisivo 
che, non va dimentica-to, 
ripartisce i ricavi 
pubblicitari sostanzial-mente 
su quattro soli 
player, resta il fatto che 
i quotidiani e la carta 
stampata in genera-le 
sono in calo da sei 
anni consecutivi e le 
dimensioni percentuali 
dell’arretramento sono 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
tali da non poter 
sostenere, neanche 
con il più inguaribile 
degli ottimismi, che 
si possa tornare an-che 
soltanto ai livelli 
del 2007-2008. 
In pochissimi 
anni, come appare 
nel grafico in questa 
pagina, il fatturato 
pubblicitario dei 
quotidiani si è più 
che dimezzato; nel solo 2013 gli spazi pub-blicitari 
si sono ridotti del 12%, il fattu-rato 
di poco meno del 20%, ed i primi sei 
mesi del 2014 sono solo lievemente meno 
pesanti, con spazi in calo dell’8% e fattu-rato 
del 10%. 
Tra il 2006 e il 2013 gli spazi pubbli-citari 
complessivi sui quotidiani italiani 
Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2012-2013 
Spazi 
Tipo di pubblicità 
(in Pagine) 
Fatturato Netto 
(in migliaia di euro) 
2012 2013 ± % 2012 2013 ± % 
Commerciale 
nazionale 98.427 82.113 -16,6% 483.102 364.425 -24,6% 
Di servizio 18.575 18.612 0,2% 135.392 126.568 -6,5% 
Rubricata 19.264 16.801 -12,8% 87.469 75.226 -14,0% 
Commerciale 
locale 381.624 337.172 -11,6% 314.399 256.573 -18,4% 
Totale 517.890 454.698 -12,2% 1.020.362 822.792 -19,4% 
Dati Osservatorio Stampa Fcp 
Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2013-2014 (gennaio-giugno) 
Spazi 
Tipo di pubblicità 
(in Pagine) 
Fatturato Netto 
(in migliaia di euro) 
2013 2014 ± % 2013 2014 ± % 
Commerciale 
nazionale 40.269 38.506 -4,4% 185.183 166.640 -10,0% 
Di servizio 9.206 9.334 1,4% 67.859 65.409 -3,6% 
Rubricata 9.043 7.676 -15,1% 39.663 34.170 -13,8% 
Commerciale 
locale 168.023 153.037 -8,9% 130.927 114.768 -12,3% 
Totale 226.541 208.553 -7,9% 423.632 380.987 -10,1% 
Dati Osservatorio Stampa Fcp 
1.933.721 
1.778.161 
1.478.380 
1.396.727 
1.291.104 
1.031.892 
822.792 
700.000 
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
Migliaia di euro. Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat 
il mercato pubblicitario 
19
Fatturato medio per modulo pubblicitario 2004-2013 a 
valori costanti 2013 
36,75 36,60 
32,96 
30,59 
27,37 
22,87 
23,78 
21,12 
18,45 
16,75 
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat 
sono diminuiti del 14%, mentre il fatturato 
a valori costanti si è più che dimezzato: il 
risultato è un drastico calo del prezzo me-dio 
di vendita di un modulo pubblicitario, 
oggi poco al di sotto dei 17 euro contro i 
quasi 33 del 2006. 
I trend internazionali 
Un’occhiata al mercato pubblicitario 
mondiale può darci un’idea di quanto l’an-damento 
del mercato italiano rispecchi i 
trend internazionali e 
quanto invece risenta 
delle specificità della 
situazione economica 
particolarmente diffi-cile 
che attraversa il 
nostro Paese e della 
configurazione che ha 
assunto negli ultimi 
due decenni il panora-ma 
italiano dei media. 
La prima cosa che 
si nota, analizzando la 
suddivisione tra i vari mez-zi 
della torta pubblicitaria 
a livello mondiale, è che la 
quota della carta stampata 
è pressoché identica a quel-la 
che si registra in Italia, 
intorno al 25%: è ragione-vole 
quindi concludere che 
il calo della pubblicità sui 
quotidiani degli ultimi die-ci- 
quindici anni è stato in 
parte congiunturale, dovuto 
cioè alla crisi economica, 
ma in gran parte struttura-le, 
legato ad una ridefinizione complessiva 
degli equilibri tra i vari mezzi. 
Le maggiori differenze tra il panorama 
italiano e quello internazionale si riscon-trano 
nel peso che hanno nei due mercati 
la tv e internet; la prima, che in Italia 
rappresenta quasi il 60% del mercato, a li-vello 
mondiale, pur essendo il primo mez-zo, 
supera di poco il 40%; Internet invece, 
che in Italia rappresenta poco meno del 
9% degli investimenti pubblicitari com- 
Quote del mercato pubblicitario mondiale, 2013 
Affissioni 
7,0% 
Cinema 
0,5% 
Internet 
20,8% 
Radio 
6,9% 
TV 
40,2% 
Quotidiani 
16,6% 
Periodici 
7,9% 
Dati Zenith Optimedia via WAN-IFRA World Press Trends 
20 il mercato pubblicitario
100 
90 
9 
8 
2009 2010 2011 2012 2013 
plessivi, a livello mondiale ha raggiunto 
una quota di mercato superiore al 20%. 
È presumibile quindi che anche in 
Italia nei prossimi anni Internet cresca 
come peso percentuale sul totale degli 
investimenti, sottraendo quote alla televi-sione. 
Non è un caso che il video sia uno 
dei segmenti della pubblicità Internet che 
cresce di più. 
Tornando ai quotidiani, l’analisi dei 
dati del fatturato a livello mondiale tra 
il 2009 e il 2013 evidenzia un calo della 
pubblicità sulle edizioni a stampa del 13% 
da 97 a 85 miliardi di dollari USA, contro 
il quasi 40% fatto registrare dai quotidia-ni 
italiani nello stesso arco temporale. Il 
trend italiano appare più simile a quello 
degli Stati Uniti, il mercato nazionale 
più grande del pianeta, dove i quotidiani 
cartacei hanno archiviato il 2013 con un 
fatturato pubblicitario di 17,3 
miliardi di dollari contro i 24,8 
miliardi del 2009, con un calo 
complessivo del 30%. 
Sia per il mercato mondiale 
che per quello USA sono peral-tro 
disponibili anche i dati sulla 
pubblicità raccolta dai quotidiani 
sulle edizioni digitali. Negli USA 
il 2013 ha fatto registrare un fat-turato 
complessivo di 3,4 miliardi 
di dollari, in crescita del 26% ri-spetto 
al valore del 2009, mentre 
a livello mondiale il fatturato del-le 
edizioni online nel 2013 è stato 
pari a 8,4 miliardi di dollari, in 
aumento del 48% rispetto al 2009. 
In Italia, purtroppo, non dispo-niamo 
ancora di dati relativi al fatturato 
pubblicitario dei prodotti e servizi digitali 
delle aziende editrici di quotidiani. 
Uno sguardo sul futuro 
Le previsioni sul mercato pubblicita-rio 
mondiale presentate in occasione del 
Congresso mondiale WAN-IFRA di Torino, 
nel mese di giugno 2014, vedono da qui 
al 2017 una stabilizzazione del fatturato 
pubblicitario dei quotidiani intorno agli 
ottanta miliardi di dollari, mentre la tele-visione 
dovrebbe salire a circa 210 miliar-di 
rispetto agli attuali 170, e Internet, che 
a livello mondiale è già il secondo mezzo 
pubblicitario, dovrebbe proseguirà la sua 
crescita a ritmi sostenuti, dai circa 110 
miliardi del 2013 sino a 180-190 miliardi 
nel 2017. 
Dall’analisi dei dati possiamo trarre 
Andamento mondiale della pubblicità sui 
quotidiani, 2009-2013 
80 
70 
97,439 96,484 94,564 89,866 84,694 
7 
6 
5,722 6,406 7,017 7,637 8,452 
2009 2010 2011 2012 2013 
Edizioni a stampa Edizioni digitali 
Valori in miliardi di dollari USA. 
Dati Zenith Optimedia via WAN-IFRA World Press Trends 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
il mercato pubblicitario 
21
Andamento della pubblicità sui quotidiani in Italia e nel mondo, 
2009-2013 (2009=100) 
150,0 
140,0 
130,0 
120,0 
110,0 
100,0 
90,0 
80,0 
70,0 
60,0 
2009 2010 2011 2012 2013 
alcune considerazioni conclusive: 
• La quota percentuale degli investimen-ti 
pubblicitari dei quotidiani - quanto 
meno delle edizioni cartacee - non ap-pare 
destinata a crescere ma, semmai, 
ad una ulteriore limitata erosione; 
• I modelli di business degli editori, 
pertanto, devono considerare come 
strutturali gli attuali livelli di ricavo 
pubblicitario; 
• La pubblicità sulle edizioni a stampa 
continuerà per diversi anni ancora 
ad essere la parte più consistente dei 
ricavi pubblicitari 
delle imprese edi-toriali, 
ma le mag-giori 
prospettive 
di crescita sono da 
attendersi nell’area 
dei prodotti e ser-vizi 
digitali. 
Perché questa 
crescita possa 
dispiegarsi, occor-rerà 
tuttavia che 
vengano affrontati 
due nodi strutturali 
che rischiano di 
rallentare e distor-cere 
lo sviluppo 
dei media digitali; 
il primo, di natura 
147,7 
124,7 
86,9 
69,7 
60,5 
interna, è lo scarso sviluppo delle infra-strutture 
di rete e la limitata diffusione 
della banda larga, condizione indispensa-bile 
per lo sviluppo del digitale nel campo 
dell’informazione e non solo; il secondo, di 
natura globale, è la presenza di posizioni 
di monopolio o oligopolio di dimensioni 
non più domestiche ma sovranazionali, 
sia nel settore televisivo sia soprattutto 
nel mercato della pubblicità online, dove 
oggi il primo operatore, Google, realizza 
da solo il 38% della raccolta pubblicitaria 
online del mondo. 
100,0 
50,0 
edizioni su carta - italia 100,0 95,9 91,1 75,0 60,5 
edizioni su carta - mondo 100,0 99,0 97,0 92,2 86,9 
edizioni su carta - USA 100,0 91,8 83,4 76,3 69,7 
edizioni digitali - mondo 100,0 112,0 122,6 133,5 147,7 
edizioni digitali - USA 100,0 110,9 118,4 122,9 124,7 
Dati a valori correnti. 
Elaborazioni Asig su dati FCP, NAA e Zenith Optimedia 
22 il mercato pubblicitario
Discesa a due velocità 
Il 2012 si è chiuso per i quotidiani 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
GLI INDICATORI 
italiani con un calo complessivo dei ricavi 
superiore al 10% a poco meno di 2,2 mi-liardi 
di euro. Le stime elaborate da Fieg 
per l’esercizio 2013 sulla base dei dati di 
bilancio di 46 testate quotidiane vedono 
un ulteriore calo dell’8%, a valori di poco 
superiori ai due miliardi di euro. Tra il 
2010 e il 2013, nel complesso, si è perso 
poco meno di mezzo miliardo di ricavi, 
pari al 20% del totale. Se si tiene conto 
dell’inflazione del periodo, il calo sfiora il 
25%. 
Nell’arco temporale preso in conside-razione 
si può notare come il calo percen-tuale 
ECONOMICI 
dei ricavi pubblicitari sia assai più 
pronunciato di quello dei ricavi da ven-dite: 
nel 2012 è stato infatti pari al 14% 
contro il 7% delle vendite, nel 2013 addi-rittura 
del 12% contro il 4%. Nel periodo 
2010-2013, i ricavi da vendita sono dimi-nuiti 
del 12% mentre quelli da pubblicità 
hanno superato il 28%, valori che salgono 
rispettivamente al 18% e al 33% se si tiene 
conto dell’inflazione del periodo. 
Per effetto di questa dinamica, il 
rapporto tra ricavi pubblicitari e ricavi 
diffusionali tende sempre più a divaricar-si, 
con un crescente peso percentuale di 
questi ultimi. Tra il 2007 e il 2013 i ricavi 
diffusionali sono saliti dal 51% al 58% 
Ricavi complessivi dei quotidiani 2010-2013 
2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13 
Ricavi da vendite 1.317.045 1.302.369 -1,11% 1.207.997 -7,25% 1.160.581 -3,93% -11,88% 
%su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99% 
Ricavi da pubblicità 1.167.991 1.121.944 -3,94% 959.942 -14,44% 840.784 -12,41% -28,01% 
%su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01% 
Totale 2.485.035 2.424.314 -2,44% 2.167.940 -10,58% 2.001.365 -7,68% -19,46% 
* Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidiane 
Valori espressi in migliaia di euro. Elaborazioni Asig su dati Fieg 
Ricavi complessivi dei quotidiani a 2010-2013 valori costanti 2013 
2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13 
Ricavi da vendite 1.409.200 1.356.862 -3,71% 1.221.648 -9,97% 1.160.581 -5,00% -17,64% 
%su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99% 
Ricavi da pubblicità 1.249.716 1.168.888 -6,47% 970.790 -16,95% 840.784 -13,39% -32,72% 
%su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01% 
Totale 2.658.916 2.525.750 -5,01% 2.192.437 -13,20% 2.001.365 -8,72% -24,73% 
* Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidiane 
Valori espressi in migliaia di euro 2013. Elaborazioni Asig su dati Istat e Fieg 
23
Suddivisione % dei ricavi da vendite e da pubblicità nei quotidiani italiani e USA, 2004- 
2013 
60,00% 
55,00% 
50,00% 
45,00% 
81,4% 82,1% 82,4% 81,5% 
18,6% 17,9% 17,6% 18,5% 
79,0% 
21,0% 
90,0% 
70,0% 
50,0% 
30,0% 
dei ricavi totali, e non per effetto di un 
incremento dei valori assoluti quanto per 
la maggiore velocità di caduta dei ricavi 
pubblicitari, come ampiamente eviden-ziato 
nel capitolo precedente di questo 
Rapporto. 
Questo incremento del peso percen-tuale 
dei ricavi diffusionali è peraltro un 
trend non soltanto italiano ma mondiale, 
73,2% 72,0% 73,1% 
26,8% 28,0% 26,9% 
70,8% 
29,2% 
68,4% 
31,6% 
legato soprattutto alla perdita da parte 
dei quotidiani di quote del mercato pub-blicitario 
migrate prevalentemente verso 
Internet. Negli Stati Uniti, per esempio, 
solo dieci anni or sono i ricavi pubblicitari 
rappresentavano oltre l’80% del fatturato 
complessivo dei quotidiani, nel 2013 sono 
scesi al di sotto del 70%. 
55,3% 
53,7% 53,6% 
50,6% 
51,1% 
53,7% 
53,0% 53,7% 
55,7% 
58,0% 
44,7% 
46,3% 46,4% 46,3% 
42,0% 
44,3% 
49,4% 
46,3% 
48,9% 
47,0% 
40,00% 
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
10,0% 
Ricavi da vendite Ricavi da pubblicità 
Elaborazioni Asig su dati Fieg e NAA 
24 gli indicatori economici
Il peso dei ricavi 
digitali 
I prodotti e servizi 
digitali rappresenta-no 
una nuova fonte 
di ricavo per l’indu-stria 
editoriale, ma la 
strada da percorrere 
perché il business 
editoriale possa so-stenersi 
soltanto - o 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
Struttura dei ricavi dei quotidiani in Italia per tipologia e per 
mezzo, 2012 
PUBBLICITÀ 
VENDITA COPIE 
in prevalenza - sul 
digitale è ancora molto 
Dati Agcom 
lunga. Nel corso del 
66° Congresso mondiale degli editori, 
svoltosi a Torino nel mese di giugno 2014, 
WAN-IFRA ha stimato nel 7% la quota di 
fatturato rappresentata oggi dalla vendita 
di prodotti, servizi e pubblicità digitale da 
parte delle aziende editrici di quotidiani 
di tutto il mondo, e si prevede che tra oggi 
e il 2017 questa percentuale possa salire a 
non oltre il 10% del fatturato complessivo. 
Le stime per il nostro Paese non sono 
molto distanti dalla fotografia internazio-nale. 
L’Agcom, basandosi sulle Informa-tive 
Economiche di Sistema che tutti gli 
operatori dell’informazione sono tenuti a 
trasmettere annualmente all’Autorità, ha 
quotato all’11% per l’anno 2012 la percen-tuale 
di pubblicità digitale sul fatturato 
89% 
98% 
11% 
2% 
Carta Digitale 
55% 
15% 
85% 
DIGITALE 
CARTA 
Vendita copie Pubblicità 
pubblicitario totale, e al 2% la quota dei 
ricavi diffusionali digitali su quelli com-plessivi; 
nel complesso, i ricavi digitali in 
Italia rappresentano circa il 6% dei ricavi 
complessivi. L’Agcom stima inoltre che 
a parità di contenuto informativo e pub-blicitario, 
gli editori italiani di quotidiani 
riescono a vendere il prodotto digitale ad 
un prezzo pari a circa un terzo rispetto al 
prodotto cartaceo. 
La dinamica dei costi 
L’ultimo quinquennio è trascorso per 
gli editori italiani in una continua rincorsa 
al taglio dei costi per cercare di fronteg-giare 
il tumultuoso calo dei ricavi. Tut-tavia, 
a fronte di un calo che, come visto 
Evoluzione dei costi editoriali 2010-2013 
2010 2011 2012 2013* 
± % 2012- 
2013 
45% 
± % 2009- 
2013 
materie prime 358.348 386.270 386.505 366.709 -5,12% 2,33% 
lavoro 911.342 892.969 861.641 761.106 -11,67% -16,49% 
servizi 1.270.717 1.255.736 1.114.664 1.097.251 -1,56% -13,65% 
altri 192.382 158.477 221.930 152.896 -31,11% -20,52% 
Totale 2.732.789 2.693.452 2.584.740 2.377.961 -8,00% -12,98% 
* Stime. Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta 
gli indicatori economici 
25
Andamento dei costi e dei ricavi delle imprese editoriali e 
del costo della vita, 2004-2013 (2004 = 100) 
120,0 
110,0 
100,0 
90,0 
80,0 
70,0 
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
sopra, ha raggiunto il 20% a valori corren-ti 
nel periodo 2010-2013, i costi sono stati 
ridotti “soltanto” del 13% circa. Tra le 
quattro voci principali di costo, le materie 
prime, costituite in massima parte dalla 
carta, hanno registrato nel triennio un 
incremento di circa il 2%; in calo del 14% 
i costi per servizi esterni, che per le im-prese 
editoriali sono costituiti essenzial-mente 
dal servizio di 
distribuzione delle 
copie e dalla stampa 
presso terzi per que-gli 
editori che non 
dispongono di centri 
stampa gestiti diret-tamente. 
Il costo del 
lavoro è calato del 
16%, principalmen-te 
per effetto della 
consistente riduzione 
degli addetti: tra i 
poligrafici, come 
documentato nei prossimi 
capitoli di questo Rapporto, 
il saldo negativo del 2013 è 
di 419 unità, mentre a fine 
2013 i giornalisti (praticanti 
e professionisti) occupati 
nei giornali quotidiani e 
nelle agenzie di stampa 
risultavano in totale 6.656, 
ben 380 in meno rispetto ad 
un anno prima. 
Per effetto di questa di-namica, 
facendo pari a 100 
i valori del 2004, nel 2013 
il costo della vita è arrivato 
a 119, mentre i ricavi sono scesi a 65 ed i 
costi a 76. 
I margini operativi 
La tabella della pagina che segue 
descrive meglio di qualunque discorso 
la gravità della crisi dell’industria dei 
quotidiani. Dal 2000 a oggi i ricavi dei 
quotidiani, a valori costanti, si sono quasi 
Composizione dei costi nelle aziende editrici di quotidiani, 
2013 
materie prime 
14% 
lavoro 
35% 
servizi 
45% 
altri 
6% 
Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta 
60,0 
costo della vita 100,0 101,7 103,7 105,5 108,9 109,7 111,4 114,5 117,9 119,2 
ricavi editoriali 100,0 98,9 101,6 100,2 95,7 84,3 82,7 80,9 72,9 64,8 
costi operativi 100,0 101,1 104,2 103,3 101,5 94,8 87,0 85,7 82,3 75,7 
Elaborazione Asig su dati Fieg e Istat 
26 gli indicatori economici
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
Margini operativi delle imprese editoriali 2000-2013 a valori costanti 2013 
A 
ricavi editoriali 
B 
costi operativi 
C 
margine 
operativo lordo 
(A+B) 
D 
ammortamenti, 
accantonamenti, 
oneri 
E 
Utile/perdita 
operativa 
(C+D) 
F 
rapporto 
MOL/ 
fatturato 
(C/A) 
G 
rapporto 
Ut.op./ 
fatturato 
(E/A) 
2000 4.112.941.689 -3.594.875.061 518.066.628 -244.032.951 274.033.677 12,6% 6,7% 
2001 3.969.611.955 -3.671.773.453 297.838.503 -207.619.098 90.219.404 7,5% 2,3% 
2002 3.972.750.033 -3.566.024.583 406.725.450 -192.784.347 213.941.102 10,2% 5,4% 
2003 4.086.703.810 -3.621.606.534 465.097.276 -174.271.869 290.825.407 11,4% 7,1% 
2004 4.172.484.343 -3.746.331.626 426.152.717 -191.627.086 234.525.631 10,2% 5,6% 
2005 4.059.633.955 -3.722.638.928 336.995.027 -160.039.127 176.955.901 8,3% 4,4% 
2006 4.088.377.920 -3.762.604.000 325.773.920 -176.725.571 149.048.349 8,0% 3,6% 
2007 3.963.847.247 -3.668.260.361 295.586.886 -170.726.319 124.860.567 7,5% 3,1% 
2008 3.665.399.954 -3.492.332.384 173.067.570 -181.438.198 -8.370.628 4,7% -0,2% 
2009 3.204.372.472 -3.237.803.248 -33.430.775 -207.484.584 -240.915.359 -1,0% -7,5% 
2010 3.095.734.179 -2.924.004.908 171.729.271 -181.819.098 -10.089.826 5,5% -0,3% 
2011 2.950.803.875 -2.806.149.425 144.654.450 -166.911.305 -22.256.855 4,9% -0,8% 
2012 2.580.541.289 -2.613.947.562 -33.406.273 -143.314.357 -176.720.630 -1,3% -6,8% 
2013* 2.268.271.000 -2.377.961.000 -109.690.000 -157.283.333 -266.973.333 -4,8% -11,8% 
* Valori stimati. Elaborazioni Asig su dati Fieg e Istat 
dimezzati e, nonostante una consistente 
sforbiciata ai costi per oltre 1,2 miliardi, 
il margine operativo lordo (o Ebitda), 
rispetto al mezzo miliardo di euro del 
2000, nel 2012 è andato in negativo per 
33 milioni e si prevede possa sfondare i 
100 milioni di euro di rosso a consuntivo 
dell’esercizio 2013. L’utile operativo, che 
è stato in rosso per 176 milioni di euro 
nel 2012, potrebbe sfondare nel 2013 i 250 
milioni di perdita. 
Se si analizzano i dati delle otto azien-de 
editoriali italiane quotate in Borsa 
(Cairo Editore, Caltagirone Editore, Class 
Editori, Gruppo editoriale l’Espresso, Il 
Sole 24 Ore, Mondadori, Monrif, RCS Me-diagroup), 
si può notare come il fatturato 
complessivo a fine 2013 risulti inferiore 
di oltre mezzo miliardo di euro rispetto 
al 2012 (4,418 miliardi contro 4,960)e con 
un margine operativo lordo peggiorato 
da meno 8,8 milioni di fine 2012 a meno 
82,9 milioni di fine 2013. I dati del primo 
semestre 2014, gli ultimi disponibili al 
momento di chiudere questa edizione del 
rapporto, lasciano un piccolo spiraglio 
all’ottimismo, con un fatturato complessi-vo 
diminuito del 9% circa rispetto ai primi 
sei mesi del 2013, ma con il margine ope-rativo 
lordo che torna positivo per quattro 
aziende su otto e che, nel complesso, è in 
negativo per poco più di 30 milioni contro 
un rosso di 105 milioni al 30 giugno 2013. 
gli indicatori economici 
27
28 la rete produttiva 
LA RETE PRODUTTIVA 
Il calo prosegue 
Rispetto al primo 
censimento degli 
impianti produttivi 
italiani, realizzato 
dall’Osservatorio 
Tecnico nel 2011, a 
metà 2014 il nume-ro 
di stabilimenti è 
diminuito di 20 unità 
(-22%), le rotative in-stallate 
sono passate 
Stabilimenti, impianti, capacità produttiva 2011-2014 
150 
130 
110 
90 
70 
da 152 a 123 (-19%), e la capacità produt-tiva, 
calcolata in numero di giri-cilindro 
per ora di produzione, è scesa da 4,66 mi-lioni 
a 3,96 milioni, con una riduzione per-centuale 
del 15%. Nello stesso arco tem-porale 
2011-2014, ricordiamo, la tiratura 
complessiva (dati ADS) è diminuita del 
36%, fa 7,4 a 4,7 milioni di copie giorna-liere. 
E’ in lieve aumento (+1%), intorno 
ai 55.000 giri/cilindro per ora, la capacità 
produttiva media per stabilimento. 
Il trend di questi tre anni, e il signi-ficativo 
e costante calo della domanda 
di prodotto da stampare, ci portano alla 
4.900.000 
4.700.000 
4.500.000 
4.300.000 
4.100.000 
3.900.000 
3.700.000 
facile previsione che anche nei prossimi 
anni proseguirà la riduzione del numero 
degli impianti e della capacità produttiva 
compelsiva, con una progressiva con-centrazione 
della produzione in impianti 
di dimensioni medio-grandi, in grado di 
attivare significative economie di scala. 
La progressiva riduzione della capacità 
produttiva avviene a scapito degli impian-ti 
più obsoleti e meno produttivi: dal con-fronto 
con i dati dell’anno scorso emerge 
infatti come la quota delle rotative instal-late 
nell’ultimo decennio sia salita dal 58% 
al 61%, e tale incremento è dovuto unica-mente 
alla dismissione di impianti 
più vecchi, dal momento che - altro 
elemento significativo - nell’ultimo 
anno non vi è stata alcuna installa-zione 
di rotative nuove, e dal 2011 
a oggi sono state installate soltanto 
cinque macchine, di cui tre digitali. 
La rete in dettaglio 
28 impianti sui 110 censiti (ulte-riori 
13 impianti non hanno fornito 
informazioni) sono collocati in Lom-bardia, 
14 nel Lazio, 11 nel Veneto. 
Età del parco rotative installato 
1990-1997 
4% 
1998-2003 
25% 
2004-2007 
57% 
dopo il 2007 
prima 
del 1990 
3% non specificato 
7% 
4% 
72 
77 
83 
92 
123 
134 
139 
152 
3.960.000 
4.195.070 
4.660.000 
4.312.500 
50 
2011 2012 2013 2014 
stabilimenti-impianti 
3.500.000 
capacità produttiva giri cilindro/ora 
stabilimenti impianti capacità produttiva
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
la rete produttiva 
29 
La regione con la maggiore capacità pro-duttiva 
media per stabilimento La regio-ne 
con la maggiore capacità produttiva è 
la Lombardia, dove si concentra circa un 
quarto della capacità produttiva; seguo-no 
il Lazio con il 13%, quindi il Veneto e 
l’Emilia Romagna, ciascuna con valori 
compresi tra il 10 e l’11% della capacità 
produttiva complessiva. 
Le rotative full color sono 76, pari ai 
due terzi del totale. Nel complesso, la 
capacità di foliazione degli impianti attivi 
è di circa 9.200 pagine in formato tabloid, 
600 in meno del rilevamento 2013, con 
una capacità di 8.100 pagine in quadricro-mia, 
pari all’88% del totale della capacità 
di foliazione. 
89 impianti su 110 (81%) utilizzano la 
tecnologia offset, contro i 18 impianti fles-sografici 
(16%) ed i tre impianti digitali. 
Tra le attrezzature di corredo alle linee di 
stampa, risultano installati 48 sistemi per 
la rilegatura con punto metallico in linea, 
21 terze pieghe, 57 sistemi per il controllo 
del registro colore, tre forni di essiccazio-ne 
per la stampa su carta migliorata. 
Per la formatura risultano in funzione 
169 computer to plate, dei quali 89 utiliz-zano 
la tecnologia fotochimica, 28 quella 
polimerica, 43 quella termica. Le piegatri-ci 
sono 135, delle quali 128 automatiche e 
65 in grado di gestire molteplici formati 
della lastra. 
Le linee di spedizione installate sono 
in tutto 99, con 260 stacker per il confe-zionamento 
dei pacchi standard, 46 linee 
per abbonati, 17 linee per l’inserimento di 
materiale prestampato. 
Il lavoro poligrafico 
Sui 72 centri stampa censiti, 53 ap-plicano 
ai propri dipendenti il contratto 
di lavoro poligrafico, mentre 19 stabili-menti, 
pari al 26% del totale, applicano 
altre forme di inquadramento. Per quanto 
riguarda invece la capacità produttiva 
complessiva, le aziende che applicano il 
contratto poligrafico rappresentano l’88% 
della capacità complessiva, contro il 12% 
circa della capacità che viene messa a 
disposizione degli editori da stabilimenti 
ai cui dipendenti non viene riconosciuto il 
contratto di lavoro dei quotidiani. 
I dati dettagliati sui livelli occupazio- 
Capacità produttiva suddivisa per regione 
regione tot. Rotative full color velocità foliazione foliazione colore 
Piemonte 5 4 177.500 480 448 
Liguria 3 3 90.000 96 96 
Lombardia 28 20 945.000 2.600 2.392 
Veneto 11 8 377.500 896 736 
Trentino-Alto Adige 2 1 82.500 176 176 
Friuli-Venezia Giulia 1 1 40.000 96 96 
Emilia-Romagna 9 6 328.000 784 712 
Toscana 4 4 155.000 416 416 
Marche 3 2 80.000 192 160 
Lazio 14 10 455.000 1.208 1.136 
Abruzzo 3 3 82.500 240 240 
Campania 4 1 97.500 240 224 
Puglia 7 4 210.000 408 344 
Calabria 4 2 130.000 328 164 
Sicilia 7 4 285.500 592 448 
Sardegna 5 3 162.500 472 352 
Totale 110 76 3.698.000 9.224 8.140
30 la rete produttiva 
nali e retributivi dei 
lavoratori poligra-fici 
sono raccolti 
nei due capitoli che 
seguono. In questa 
sede è tuttavia op-portuno 
sottolineare 
come la difficoltà 
nella quale versa il 
settore della stampa 
dei quotidiani si ri-fletta 
Inquadramento: contratto poligrafico e altri inquadramenti 
nel livello retributivo profondamen-te 
divaricato tra gli operai delle aziende 
stampatrici cosiddette “pure”, che effet-tuano 
cioè lavori di stampa conto terzi, e 
quelli che lavorano nelle società editrici 
che stampano in proprio o nelle aziende 
stampatrici direttamente controllate da 
gruppi editoriali. Gli operai che lavorano 
in queste due ultime categorie di azien-de, 
come si può apprezzare nel grafico, 
hanno livelli retributivi sostanzialmente 
sovrapponibili: poco meno di 3.300 euro 
di retribuzione lorda mensile, con una 
media variabile tra le 5 e le 8 ore di stra-ordinario 
mensile, corrispondenti a un 
importo lordo variabile tra i 115 e i 180 
euro. Per contro, gli operai degli stabi-limenti 
di stampa “puri” hanno media-mente 
ogni mese una retribuzione lorda 
inferiore di circa 430 euro e fanno sol-tanto 
un’ora di straordinario, dalla quale 
ricavano poco più di 20 euro lordi. 
Quotidiani 
87% 
Altro inquadramento 
8% 
Altro inquadramento 
(stimato) 
4% 
Quotidiani (stimato) 
1% 
Retribuzione lorda 2013 degli operai poligrafici per tipologia di azienda 
47.000 
45.000 
43.000 
41.000 
39.000 
37.000 
35.000 
33.000 
31.000 
29.000 
27.000 
retribuzione annua lorda 
100 
80 
60 
40 
20 
0 
ore annue di straordinario 
società editrici centri stampa controllati da 
società editrici centri stampa autonomi 
retr. straordinaria 2.157 1.395 269 
retr. ordinaria 42.913 42.916 37.245 
ore di straordinario 89 57 13 
Elaborazione Asig su dati Fondo Casella
DATI OCCUPAZIONALI E 
RETRIBUTIVI COMPLESSIVI 
3.505 4.953 
3.352 4.715 
3.285 4.473 
3.150 4.373 
3.114 4.323 
3.036 4.259 
3.012 4.224 
2.927 4.066 
2.787 3.856 
2.671 3.627 
2.512 3.407 
2.298 3.191 
2.132 2.933 
1.976 2.670 
2000 
2001 
2002 
2003 
2004 
2005 
2006 
2007 
2008 
2009 
2010 
2011 
2012 
2013 
operai impiegati 
Occupazione poligrafica 1980–2013 
operai impiegati totale diff. ± 
1980 8.544 6.129 14.673 
1981 8.251 6.114 14.365 -308 
1982 7.714 6.100 13.814 -551 
1983 7.571 5.972 13.543 -271 
1984 7.039 5.976 13.015 -528 
1985 6.648 5.928 12.576 -439 
1986 6.453 6.106 12.559 -17 
1987 6.325 6.301 12.626 67 
1988 6.257 6.361 12.618 -8 
1989 5.888 6.432 12.320 -298 
1990 5.900 6.557 12.457 137 
1991 5.693 6.630 12.323 -134 
1992 5.453 6.414 11.867 -456 
1993 5.084 6.229 11.313 -554 
1994 4.768 5.917 10.685 -628 
1995 4.387 5.797 10.184 -501 
1996 4.003 5.509 9.512 -672 
1997 3.782 5.455 9.237 -275 
1998 3.698 5.257 8.955 -282 
1999 3.495 5.017 8.512 -443 
2000 3.505 4.953 8.458 -54 
2001 3.352 4.715 8.067 -391 
2002 3.285 4.473 7.758 -309 
2003 3.150 4.373 7.523 -235 
2004 3.114 4.323 7.437 -86 
2005 3.036 4.259 7.295 -142 
2006 3.012 4.224 7.236 -59 
2007 2.927 4.066 6.993 -243 
2008 2.787 3.856 6.643 -350 
2009 2.671 3.627 6.298 -345 
2010 2.512 3.407 5.919 -379 
2011 2.298 3.191 5.489 -430 
2012 2.132 2.933 5.065 -424 
2013 1.976 2.670 4.646 -419 
totale -10.027 
suddivisione % dei dipendenti per sesso e qualifica: 2013 
operai maschi 
38% 
operaie femmine 
4% 
impiegati maschi 
34% 
impiegate femmine 
24% 
Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica 
addetti addetti +/- % 
2012 2013 2012–2013 
operai maschi 1.935 1.801 -6,93% 
femmine 197 175 -11,17% 
tot. operai 2.132 1.976 -7,32% 
impiegati maschi 1.751 1.564 -10,68% 
femmine 1.182 1.106 -6,43% 
tot. impiegati 2.933 2.670 -8,97% 
totale addetti maschi 3.686 3.365 -8,71% 
femmine 1.379 1.281 -7,11% 
totale 5.065 4.646 -8,27% 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
31
Addetti 2012-2013 
Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento 
Suddivisione dei dipendenti 2012-2013 per gruppi di livelli di inquadramento 
19 
18 
29 
26 
116 
95 
237 
212 
addetti 2012–2013 
541 
473 
1.304 
1.214 
1.452 
1.333 
1.190 
1.081 
402 
363 
311 
280 
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 
livelli di inquadramento 
addetti 2012 
addetti 2013 
-5,26% -10,34% 
-18,10% 
-10,55% 
-12,57% 
-6,90% 
-8,20% 
-9,16% 
-9,70% 
-9,97% 
Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento 
3 
15 
11 
15 
23 
72 
34 
178 
65 
408 
292 
891 
922 
442 
746 
335 
246 
66 
214 
117 
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 
livelli di inquadramento 
donne 
uomini 
12,7% 
70,5% 
0,9% 16,0% 
12,6% 
71,2% 
0,9% 15,3% 
100% 
90% 
80% 
70% 
60% 
50% 
40% 
30% 
20% 
10% 
0% 
Suddivisione dei dipendenti per gruppi di livelli di inquadramento 
2012 2013 
livelli 9–10 713 643 
livelli 6–7–8 3.946 3.628 
livelli 3–4–5 894 780 
livelli 1–2 48 44 
32 Occupazione e retribuzioni
Media retribuzioni ordinarie annue per livello di inquadramento 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per livello e sesso 
Media retribuzioni straordinarie annue 
Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso 
Media retribuzioni ordinarie annue 
per livello di inquadramento 
liv. 2012 2013 +/- % 
1° 33.423,14 33.047,47 -1,12% 
2° 30.012,93 44.877,41 49,53% 
3° 29.388,98 28.828,92 -1,91% 
4° 34.643,60 33.757,23 -2,56% 
5° 36.088,20 35.764,33 -0,90% 
6° 37.424,30 38.021,26 1,60% 
7° 40.056,56 40.489,83 1,08% 
8° 45.198,49 44.578,98 -1,37% 
9° 50.462,87 49.369,52 -2,17% 
10° 63.513,67 62.731,44 -1,23% 
media 41.882,15 41.719,41 -0,39% 
Media retribuzioni straordinarie annue 
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 
per livello e sesso 
liv. A) uomini B) donne A) – B) 
1° 35.559,29 21.701,33 13.857,96 
2° 42.010,44 48.382,51 -6.372,07 
3° 29.146,28 27.830,41 1.315,88 
4° 35.255,25 25.688,98 9.566,27 
5° 36.785,85 28.163,25 8.622,59 
6° 40.000,13 31.732,28 8.267,85 
7° 42.563,76 36.402,67 6.161,08 
8° 46.429,77 40.514,50 5.915,27 
9° 51.440,48 44.980,14 6.460,34 
10° 65.368,44 54.415,96 10.952,48 
media 43.345,57 37.390,60 5.954,96 
2012 2013 +/- % 2012–2013 
ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione 
liv. straordinario annua straordinario annua straordinario straordinaria 
1° 56,9 956,11 27,7 572,94 -51,42% -40,08% 
2° 3,3 30,59 0,0 0,00 -100,00% -100,00% 
3° 25,9 391,37 26,1 400,49 0,79% 2,33% 
4° 58,7 1.139,30 55,1 1.128,18 -6,09% -0,98% 
5° 89,5 1.860,09 64,6 1.391,93 -27,88% -25,17% 
6° 103,5 2.232,62 65,5 1.442,81 -36,73% -35,38% 
7° 112,7 2.579,62 73,8 1.771,44 -34,53% -31,33% 
8° 120,5 2.972,70 92,4 2.375,32 -23,29% -20,10% 
9° 31,9 887,32 23,9 657,24 -25,10% -25,93% 
10° 16,3 575,67 6,0 200,71 -63,54% -65,13% 
media 94,0 2.155,15 65,4 1.554,72 -30,40% -27,86% 
Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso 
A) uomini B) donne A) – B) 
ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione 
liv. straordinario annua straordinario annua straordinario straordinaria 
1° 13,8 272,33 97,0 2.076,00 -83,2 -1.803,67 
2° 0,0 0,00 0,0 0,00 0,0 0,00 
3° 32,7 495,29 5,4 103,74 27,3 391,55 
4° 61,9 1.282,04 19,4 322,68 42,5 959,36 
5° 71,0 1.549,26 24,4 404,37 46,6 1.144,89 
6° 73,5 1.654,86 40,0 773,26 33,6 881,60 
7° 87,2 2.150,52 46,7 1.007,29 40,6 1.143,23 
8° 109,6 2.838,38 54,1 1.344,14 55,5 1.494,24 
9° 30,4 833,77 10,1 286,07 20,3 547,70 
10° 6,5 224,71 4,3 122,89 2,2 101,81 
media 75,2 1.810,78 39,3 870,86 35,9 939,92 
dati complessivi 
33
34.379,24 
33.620,41 
Media retribuzione complessiva annua 
Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso 
Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria 
30.043,51 
44.877,41 
29.780,35 
29.229,41 
Media retribuzione complessiva annua 
1° 2° 3° 35.782,89 
4° 34.885,41 
37.948,30 
5° 37.156,26 
39.656,92 
6° 39.464,07 
42.636,18 
7° 42.261,27 
48.171,19 
8° 46.954,30 
51.350,19 
9° 50.026,75 
10° 44.037,30 
media 
43.274,14 64.089,34 
62.932,14 
livelli di inquadramento 
retribuzione 2012 
retribuzione 2013 
-2,21% 
49,37% 
-1,85% 
-2,51% -2,09% 
-0,49% 
-0,88% 
-2,53% 
-2,58% 
-1,81% 
-1,73% 
Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso 
A) uomini B) donne 
retribuzione incidenza % retribuzione incidenza % A) – B) 
liv. complessiva retr. straord. complessiva retr. straord. 
1° 35.831,63 0,76% 23.777,33 8,73% 12.054,29 
2° 42.010,44 0,00% 48.382,51 0,00% -6.372,07 
3° 29.641,58 1,67% 27.934,15 0,37% 1.707,43 
4° 36.537,29 3,51% 26.011,66 1,24% 10.525,63 
5° 38.335,11 4,04% 28.567,62 1,42% 9.767,48 
6° 41.654,98 3,97% 32.505,54 2,38% 9.149,45 
7° 44.714,27 4,81% 37.409,96 2,69% 7.304,31 
8° 49.268,16 5,76% 41.858,64 3,21% 7.409,51 
9° 52.274,25 1,59% 45.266,21 0,63% 7.008,04 
10° 65.593,14 0,34% 54.538,85 0,23% 11.054,29 
media 45.156,35 4,01% 38.261,46 2,28% 6.894,89 
Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria 
2012 2013 +/- % 2012–2013 
retribuzione ore media retribuzione ore media retrib. ore media 
liv. complessiva lavorate oraria complessiva lavorate oraria compl. lavorate oraria 
1° 3.124.395,00 29.876 104,58 3.124.395,00 31.482 99,24 0,00% 5,38% -5,10% 
2° 1.355.349,00 43.759 30,97 1.355.349,00 41.220 32,88 0,00% -5,80% 6,16% 
3° 2.563.446,00 178.285 14,38 2.563.446,00 168.016 15,26 0,00% -5,76% 6,11% 
4° 7.147.960,00 371.555 19,24 7.147.960,00 335.527 21,30 0,00% -9,70% 10,74% 
5° 17.633.799,00 856.464 20,59 17.633.799,00 816.868 21,59 0,00% -4,62% 4,85% 
6° 44.278.941,00 2.212.069 20,02 44.278.941,00 2.096.687 21,12 0,00% -5,22% 5,50% 
7° 60.900.702,00 2.543.882 23,94 60.900.702,00 2.325.826 26,18 0,00% -8,57% 9,38% 
8° 59.989.723,00 2.118.804 28,31 59.989.723,00 1.923.858 31,18 0,00% -9,20% 10,13% 
9° 21.339.951,00 699.807 30,49 21.339.951,00 621.962 34,31 0,00% -11,12% 12,52% 
10° 21.229.206,00 531.201 39,96 21.229.206,00 469.247 45,24 0,00% -11,66% 13,20% 
TOT. 214.755.473,00 9.585.702 22,40 197.295.229,00 8.830.693 22,34 -8,13% -7,88% -0,28% 
34 Occupazione e retribuzioni
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
DATI OCCUPAZIONALI E 
RETRIBUTIVI SUDDIVISI PER 
TIPOLOGIA DI AZIENDA 
Suddivisione delle aziende per tipologia 
2012 2013 
Società editrici 84 83 
Centri stampa puri 30 26 
Centri stampa ibridi 16 15 
Agenzie di informazione 10 10 
Altre aziende 28 24 
TOTALE AZIENDE 168 158 
Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica 
Suddivisione % dei dipendenti 2013 per tipologia di azienda 
Agenzie 
7% 
13% Altri 
Società editrici 
63% 
Centri stampa puri 
14% 
Centri stampa ibridi 
3% 
Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri 
2012 2013 2012 2013 2012 2013 2012 2013 2012 2013 
operai maschi 756 764 maschi 601 533 maschi 562 482 maschi 0 0 maschi 16 22 
femmine 153 141 femmine 22 13 femmine 19 17 femmine 2 2 femmine 1 2 
tot. operai 909 905 tot. operai 623 546 tot. operai 581 499 tot. operai 2 2 tot. operai 17 24 
impiegati maschi 1.301 1.163 maschi 57 45 maschi 107 96 maschi 186 172 maschi 100 88 
femmine 891 834 femmine 54 49 femmine 27 26 femmine 156 149 femmine 54 48 
tot. impiegati 2.192 1.997 tot. impiegati 111 94 tot. impiegati 134 122 tot. impiegati 342 321 tot. impiegati 154 136 
totale addetti maschi 2.057 1.927 maschi 658 578 maschi 669 578 maschi 186 172 maschi 116 110 
femmine 1.044 975 femmine 76 62 femmine 46 43 femmine 158 151 femmine 55 50 
totale 3.101 2.902 totale 734 640 totale 715 621 totale 344 323 totale 171 160 
1.927 
975 
578 
Addetti 2013 per sesso e tipologia di azienda 
62 
578 
43 
172 
151 
110 
uomini donne 
50 
Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di informazione Altre società 
35
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Società editrici 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa puri 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa ibridi 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Agenzie di informazione 
Suddivisione % dei dipendenti 2013: Altre società 
operaie femmine 
suddivisione % dipendenti 2013 AGENZIE DI INFORMAZIONE 
impiegati maschi 
impiegate femmine 
46,1% 
operaie femmine 53,3% 
0,6% 
suddivisione % dipendenti 2013 CENTRI STAMPA PURI 
operai maschi 
83% 
2% 
impiegati maschi 
7% impiegate femmine 
8% 
suddivisione % dipendenti 2013 SOCIETA' EDITRICI 
suddivisione % dipendenti 2013 CENTRI STAMPA IBRIDI 
operai maschi 
78% 
operaie femmine 
3% 
impiegati maschi 
15% impiegate femmine 
4% 
Suddivisione % dipendenti 2013 ALTRE SOCIETA' 
operai maschi 
14% 
operaie femmine 
1% 
impiegati maschi 
55% 
impiegate femmine 
30% 
operai maschi 
26% 
operaie femmine 
5% 
impiegate femmine 
impiegati maschi 
40% 
29% 
36 Occupazione e retribuzioni
Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 
Suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livello di inquadramento e tipologia di 
azienda 
Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda 
Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda 
0,91% 
12,23% 
72,86% 
13,99% 
0,73% 
31,13% 
62,41% 
5,73% 
0,43% 
17,68% 
77,68% 
4,20% 
0,85% 
5,37% 
66,10% 
27,68% 
2,03% 
19,80% 
61,42% 
16,75% 
Editori Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri 
1°-2° 
3°-4°-5° 
6°-7°-8° 
9°-10° 
suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livelli di inquadramento e tipologia di azienda 
Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda 
SOCIETA' EDITRICI CENTRI STAMPA PURI CENTRI STAMPA IBRIDI AGENZIE ALTRI 
Liv. 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 
1° 6 4 -33,33% 5 4 -20,00% 3 3 0,00% 3 3 0,00% 2 4 100,00% 
2° 27 25 -7,41% 1 1 0,00% 0 0 0 0 1 0 -100,00% 
3° 55 47 -14,55% 57 46 -19,30% 1 1 0,00% 0 0 3 1 -66,67% 
4° 120 111 -7,50% 73 68 -6,85% 23 14 -39,13% 7 6 -14,29% 14 13 -7,14% 
5° 242 230 -4,96% 119 98 -17,65% 128 107 -16,41% 14 13 -7,14% 38 25 -34,21% 
6° 693 678 -2,16% 267 238 -10,86% 231 201 -12,99% 38 38 0,00% 75 59 -21,33% 
7° 950 884 -6,95% 145 126 -13,10% 241 214 -11,20% 69 64 -7,25% 47 45 -4,26% 
8° 830 750 -9,64% 75 61 -18,67% 134 121 -9,70% 134 132 -1,49% 17 17 0,00% 
9° 280 248 -11,43% 27 25 -7,41% 21 17 -19,05% 54 54 0,00% 20 19 -5,00% 
10° 220 196 -10,91% 14 14 0,00% 12 12 0,00% 48 44 -8,33% 17 14 -17,65% 
TOT. 3.423 3.173 -7,30% 783 681 -13,03% 794 690 -13,10% 367 354 -3,54% 234 197 -15,81% 
Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda 
Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di informazione Altre società 
Liv. uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne 
1° 4 0 0,00% 4 0 0,00% 3 0 0,00% 1 2 66,67% 3 1 25,00% 
2° 14 11 44,00% 1 0 0,00% 0 0 0 0 0 0 
3° 27 20 42,55% 43 3 6,52% 1 0 0,00% 0 0 1 0 0,00% 
4° 80 31 27,93% 67 1 1,47% 14 0 0,00% 5 1 16,67% 12 1 7,69% 
5° 182 48 20,87% 95 3 3,06% 106 1 0,93% 5 8 61,54% 20 5 20,00% 
6° 462 216 31,86% 220 18 7,56% 190 11 5,47% 16 22 57,89% 34 25 42,37% 
7° 531 353 39,93% 112 14 11, 11% 194 20 9,35% 28 36 56,25% 26 19 42,22% 
8° 513 237 31,60% 42 19 31,15% 107 14 11,57% 77 55 41,67% 7 10 58,82% 
9° 161 87 35,08% 16 9 36,00% 17 0 0,00% 34 20 37,04% 18 1 5,26% 
10° 153 43 21,94% 10 4 28,57% 12 0 0,00% 26 18 40,91% 13 1 7,14% 
TOT. 2.127 1.046 32,97% 610 71 10,43% 644 46 6,67% 192 162 45,76% 134 63 31,98% 
dati per tipologia di azienda 
37
Media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda 
Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda 
42.542,62 
media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda 
42.396,14 
39.032,64 
37.463,17 
42.529,69 
43.687,81 
41.711,84 
42.193,14 
37.875,42 
37.553,03 
Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di 
informazione 
Altri 
2012 2013 
-0,34% 
-4,02% 
2,72% 
1,15% 
-0,85% 
Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda 
Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri 
liv. 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 
1° 45.350,31 45.626,30 0,61% 40.717,84 40.433,09 -0,70% 25.056,85 29.182,06 16,46% 13.336,33 11.805,26 -11,48% 37.019,72 31.477,29 -14,97% 
2° 29.880,66 45.060,21 50,80% 39.977,45 39.693,33 -0,71% 22.955,57 
3° 24.998,48 28.602,98 14,42% 34.113,39 29.338,99 -14,00% 22.166,51 23.342,59 5,31% 19.977,18 21.127,00 5,76% 
4° 33.042,08 32.975,71 -0,20% 36.671,95 34.860,85 -4,94% 38.419,27 39.653,83 3,21% 31.502,53 29.972,55 -4,86% 31.347,43 28.589,97 -8,80% 
5° 37.196,27 37.355,53 0,43% 36.128,47 33.465,11 -7,37% 36.262,81 36.696,26 1,20% 28.581,03 28.674,33 0,33% 27.060,99 27.512,22 1,67% 
6° 37.362,94 37.478,71 0,31% 38.674,99 39.012,64 0,87% 39.638,34 41.883,48 5,66% 30.999,74 33.043,21 6,59% 27.913,69 29.191,56 4,58% 
7° 39.478,39 40.318,35 2,13% 41.636,48 39.355,58 -5,48% 43.660,87 43.953,97 0,67% 34.293,24 35.663,12 3,99% 37.834,65 37.235,58 -1,58% 
8° 46.499,38 45.413,80 -2,33% 37.831,65 37.026,47 -2,13% 47.258,50 48.379,28 2,37% 39.188,52 40.393,14 3,07% 42.898,51 39.819,95 -7,18% 
9° 50.630,44 49.654,68 -1,93% 48.075,01 44.706,80 -7,01% 56.457,91 54.516,44 -3,44% 47.704,30 47.594,96 -0,23% 53.076,36 51.497,71 -2,97% 
10° 62.757,23 62.198,63 -0,89% 59.958,70 56.273,52 -6,15% 71.562,28 75.942,93 6,12% 66.029,97 63.769,80 -3,42% 63.438,99 61.175,35 -3,57% 
TOT. 42.542,62 42.396,14 -0,34% 39.032,64 37.463,17 -4,02% 42.529,69 43.687,81 2,72% 41.711,84 42.193,14 1,15% 37.875,42 37.553,03 -0,85% 
Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso e tipologia di azienda 
SOCIETA' EDITRICI CENTRI STAMPA PURI CENTRI STAMPA IBRIDI AGENZIE DI INFORM. ALTRE SOCIETA' 
liv. uomini donne uomini donne uomini donne uomini donne uomini donne 
1° 45.626,30 40.433,09 29.182,06 12.073,09 11.682,50 25.938,10 41.739,00 
2° 42.163,39 48.382,51 39.693,33 
3° 29.595,40 27.234,63 29.179,28 31.470,00 23.342,59 21.127,00 
4° 35.391,93 26.458,93 35.077,90 8.714,00 39.653,83 31.527,88 24.484,07 30.582,51 16.341,00 
5° 39.266,57 28.911,75 33.677,09 23.942,37 36.700,60 34.851,72 39.386,78 25.718,71 27.615,33 26.782,92 
6° 40.100,12 31.910,11 39.126,11 37.584,06 42.930,92 26.319,37 33.980,97 32.271,31 30.890,60 26.408,27 
7° 42.868,52 36.476,18 39.485,01 38.253,53 44.726,14 37.063,89 37.708,31 34.333,95 37.423,05 37.006,36 
8° 47.005,00 41.918,34 40.217,48 30.727,77 48.748,25 45.811,87 42.989,46 37.099,83 40.687,29 39.220,32 
9° 52.259,45 44.976,82 46.206,48 41.834,25 54.516,44 48.403,65 46.126,94 51.629,93 48.966,55 
10° 64.696,37 53.628,92 63.741,36 39.809,96 75.942,93 66.710,77 59.420,94 62.285,25 47.024,00 
TOT. 44.760,05 37.563,47 37.706,77 35.298,97 44.191,98 37.213,41 45.572,40 38.426,94 39.272,76 33.774,19 
38 Occupazione e retribuzioni
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
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Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
Rapporto 2014-testo-integrale
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Rapporto 2014-testo-integrale

  • 1. sull’industria dei quotidiani in Italia Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ” RAPPORTO 2014
  • 2.
  • 3. RAPPORTO 2014 sull’industria dei quotidiani in Italia Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ”
  • 4. 2 Il Rapporto 2014 sull’industria dei quotidiani è stato realizzato da ASIG per l’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione. Salvatore Curiale ha coordinato il progetto ed ha curato la stesura dei testi, delle tabelle e dei grafici di corredo Luca Michelli ha collaborato alla raccolta dei dati sugli stabilimenti di stampa Giuseppe Pascucci ed Elga Mauro hanno curato l’aggiornamento della Banca Dati dell’Industria editoriale italiana L’illustrazione in copertina è di Chiara Giaquinta Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione Via Sicilia 125 - 00187 Roma - tel. 064885026 - fax 064883489 osservatorio@ediland.it
  • 5. “Peggio di ieri, meglio di domani”. Potrebbe essere questa, in sei parole, la descrizione di come siano andate le cose nell’industria editoriale italiana dell’ul-timo decennio, e di come continuino ad andare anche oggi. I numeri del Paese, prima ancora che del comparto editoria-le, sono assai poco interpretabili. In soli due anni, tra il 2011 e il 2013, il Prodotto Interno Lordo è sceso del 4,2% a valori reali, e le previsioni per l’anno in corso sono, in base alle stime più ottimistiche, di un aumento di pochi decimali sopra lo zero. Nello stesso arco temporale il red-dito medio pro capite è diminuito di oltre 1.000 euro, il tasso di disoccupazione è passato dall’8,4% al 12,2%, con oltre un milione di posti di lavoro svaniti ed una previsione di un ulteriore peggioramento per il 2014 e il 2015. Il debito pubblico ha sfondato nel 2013 il tetto dei due trilio-ni di euro ed ammonta ormai ad oltre il 130% del Prodotto Interno Lordo. * * * In un contesto di questo tipo, dove la riduzione del reddito disponibile compri-me fortemente la propensione a spendere, a maggior ragione languono i consumi di informazione, che - a torto o a ragione, non è questa la sede per dibatterne – gli italiani considerano non di prima ne-cessità. Con queste premesse, e venendo all’industria dei quotidiani, non possiamo stupirci se il 2013 ha visto scendere per il settimo anno di fila i dati diffusionali; il numero di copie mediamente diffuse ogni giorno si è attestato infatti poco al di sopra dei 3,7 milioni di copie: solo due anni prima, nel 2011, se ne diffondeva-no mezzo milione in più, addirittura un Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani PREMESSA milione in più nel 2009. E questi dati non tengono conto del crollo della stampa gratuita: oggi sono rimaste due testate na-zionali con circa mezzo milione di copie di diffusione, ma solo cinque anni or sono, nel 2009, si contavano 11 testate e 65 diverse edizioni locali, con una diffusione giornaliera che sfiorava i quattro milioni di copie. Sono anche peggiori, se possibile, i dati del mercato pubblicitario. Il 2013 è stato un anno molto pesante, con investimenti in calo del 12% a meno di sei miliardi di euro complessivi: persino la pubblicità sul canale Internet, per la prima volta da quando viene rilevata, ha fatto registra-re un segno meno. L’arretramento della stampa è stato però ben maggiore rispetto agli altri mezzi classici: meno 19% per i quotidiani, meno 21% per i periodici, con-tro un calo del 10% del mezzo televisivo. Né si avvertono segnali di inversione del trend: nei primi sei mesi del 2014 infatti, a fronte di un mercato complessivo che rallenta del 2%, la tv cresce dell’1,3%, internet rimane stabile (+0,1%), mentre per la carta stampata la perdita continua in doppia cifra, nell’ordine del 10%. La naturale conseguenza di questo trend è che oggi sei euro di investimenti pubblicitari su dieci vengono assorbiti dal-la televisione cioè, in buona sostanza, da quattro player; il resto dei budget pubbli-citario è suddiviso tra gli altri mezzi, con una enorme polverizzazione delle risorse; la carta stampata, nel complesso, inter-cetta poco più del 20% della torta com-plessiva, circa la metà di quanto riusciva a raccogliere agli inizi del millennio. * * * 3
  • 6. C’è un terzo fattore che non può essere trascurato se si vuole avere un quadro completo della crisi dell’industria dell’in-formazione stampata nel nostro Paese, ed è la diminuzione di valore economico del prodotto informativo per effetto della sua progressiva trasformazione in una “commodity”. Oggi l’offerta di notizie è sovrabbondante rispetto alla domanda, e l’utente fatica sempre più a cogliere le differenze qualitative tra un giornale e l’altro, tra un telegiornale e l’altro, tra un portale internet e l’altro: il rischio è che finisca per scegliere l’informazione con lo stesso criterio con cui sceglie la pompa di carburante: visto che la benzina (tipico esempio di commodity) è grosso modo la stessa dappertutto, la comprerà da chi gliela fa pagare meno. Il problema è che oggi, nell’epoca del digitale, l’informazione, almeno quella ba-silare, costa tendenzialmente zero. Anche in questo caso, serve a poco piangere sul latte versato, sui siti dei giornali che (mol-to di più in passato, oggi assai meno) for-niscono gratis le notizie cannibalizzando l’edizione su carta: occorre prendere atto che la tradizionale catena del valore edi-toriale, basata sulla vendita delle copie ai lettori e della pubblicità agli inserzionisti, è entrata definitivamente in crisi. * * * In questa ottica, le recenti polemiche legate al rinnovo del contratto di lavoro giornalistico ed alla individuazione di li-velli minimi di “equo compenso” per i col-laboratori dei giornali possono avere una diversa chiave di lettura rispetto a quella classica e “di classe” della dialettica mar-xiana tra capitale e lavoro. Dal momento che i consumatori finali, che già magari fanno fatica ad arrivare a fine mese, non riconoscono più al lavoro di ricerca delle notizie e di elaborazione giornalistica un valore economico significativo, è facile prevedere che continuerà la pressione verso il basso della remunerazione del lavoro giornalistico, facilitata anche dal crescente utilizzo dei social network come strumenti per costruire palinsesti infor-mativi personalizzati e, ça va sans dire, a costo zero, nei quali il tradizionale brand giornalistico viene sostituito con il “fol-low” e il “like” di utenti social ai quali si riconosce una reputazione affidabile. E così, accanto agli appassionati di calcio-mercato che aspettano l’uscita del quoti-diano sportivo per avere notizie e rumors sulla campagna acquisti della squadra per cui tifano, sono sempre di più quelli che seguono i profili Facebook e Twitter dei giornalisti, dei procuratori, degli stessi calciatori, tutti diventati “editori di se stessi”. È meglio? È peggio? È a rischio la qualità e la completezza dell’informazione nel nostro Paese? Sono temi complessi e difficili ai quali non è compito nostro dare risposta; possiamo solo segnalare che in questo nuovo scenario i tradizionali mo-delli economici che regolavano l’industria editoriale non funzionano più, bisogna individuarne di nuovi al più presto. * * * Le scelte che l’industria editoriale prenderà nei prossimi anni avranno un riflesso anche sulla qualità e la quantità dell’occupazione non giornalistica del set-tore. La tradizionale suddivisione tra area di preparazione e area di stampa acquista oggi un nuovo significato e si carica di nuove sfide. Per la prima si pone soprat-tutto il tema della qualità del lavoro: quella che sino ad oggi è stata attività di supporto alla preparazione delle pagine (battitura testi, impaginazione, trattamen-to delle foto, etc.), è ormai ampiamente superata dalla storia e dalla tecnologia: 4 premessa
  • 7. gran parte dei mestieri e delle competen-ze tradizionali sono state inglobate nei pacchetti software, e si richiedono nuove competenze legate ai prodotti e ai servizi digitali, mestieri di difficile definizione e di mutevole contenuto che rimettono in discussione i confini tra attività gior-nalistica e tecnica. Dove sarà possibile pescare le nuove figure professionali? Sarà possibile, e in quale misura, ricon-vertire gli attuali addetti? Quali le forme di inquadramento contrattuale? Per l’attività di produzione tradizio-nale, la cara vecchia stampa su carta, si pone invece il problema della quantità del lavoro: non v’è dubbio infatti, e i dati sugli stabilimenti che presentiamo in questo Rapporto sono lì a testimoniarlo, che l’industria della stampa quotidiana stia vivendo un processo di consolidamento, che vuol dire riduzione del numero degli stabilimenti, creazione di realtà produtti-ve di maggiori dimensioni medie rispetto alle attuali, in grado di attivare maggiori economie di scala, con automazioni di processo più spinte e, di conseguenza, minor fabbisogno di personale. Ci saran-no meno occupati quindi, ma si spera più stabili, perché le aziende di stampa potrebbero aver finalmente acquisito una dimensione industriale significativa ed una piena competitività sul mercato delle produzioni grafiche. * * * L’ultima riflessione che ci sentiamo di affidare alla valutazione delle parti riguarda il tema delle relazioni industria-li. Con il 2014, in seguito all’andata a regime delle norme sull’armonizzazione dei regimi pensionistici speciali, possiamo dire in larga misura conclusa la stagione dei prepensionamenti poligrafici, che ha accompagnato la trasformazione indu-striale dell’industria dei quotidiani negli Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani ultimi trent’anni abbondanti. Da oggi in poi le criticità occupazionali dovranno essere affrontate senza la rete di sicurezza di una legge che, se forse talvolta è stata abusata, ha comunque permesso di gestire senza traumi sociali la discesa dell’oc-cupazione dai 15.000 addetti dei primi anni Ottanta ai 4.300 circa di oggi. Sta alle parti individuare nuove modalità di gestione delle crisi aziendali che permet-tano di bilanciare al meglio le esigenze di economicità di gestione con quelle di tutela occupazionale. Né va dimenticato il tema della previ-denza di settore. La stagione dei prepen-sionamenti ci consegna un Fondo Casella che chiama i circa 4.300 attivi a sostenere la parte retributiva dell’assegno di circa 15.500 pensionati con un contributo di solidarietà del 21,75%, che risulta incom-prensibile a chi non conosce la storia di questo settore, ma che comunque, in un contesto di crisi come quello attuale, pesa come un macigno. Il 2013 è stato un anno di scelte difficili e coraggiose per le parti costitutive del Fondo, che hanno deciso, per la prima volta, di ridurre i trattamenti pensionistici in essere, nella consapevo-lezza che non è più possibile, come avve-nuto in passato, scaricare sulle aziende e sui lavoratori il maggior onere previden-ziale derivante dalla riduzione della pla-tea degli attivi. L’auspicio è che le parti, impegnate nel momento in cui chiudiamo questo Rapporto nel rinnovo del contratto di lavoro poligrafico, sappiano individua-re soluzioni che alleggeriscano l’onere previdenziale, con ciò fermando la “fuga” verso altri inquadramenti contrattuali e ridando una speranza di tenuta a questo settore industriale. Il Consiglio Direttivo Luglio 2014 premessa 5
  • 8. SOMMARIO IL MERCATO DEI LETTORI.............................................................................................................11 Diffusioni e tirature ...........................................................................................................11 Le copie digitali: una crescita promettente.......................................................................12 Il trend all’estero................................................................................................................12 La readership.........................................................................................................................14 L’impatto dei quotidiani sulla dieta mediatica degli italiani............................................15 IL MERCATO PUBBLICITARIO...................................................................................................... 17 Recessione e mercato pubblicitario.....................................................................................17 La sofferenza dei quotidiani................................................................................................18 I trend internazionali...........................................................................................................20 Uno sguardo sul futuro........................................................................................................21 GLI INDICATORI ECONOMICI ...................................................................................................... 23 Discesa a due velocità..........................................................................................................23 Il peso dei ricavi digitali......................................................................................................25 La dinamica dei costi.............................................................................................................25 I margini operativi.................................................................................................................26 LA RETE PRODUTTIVA................................................................................................................. 28 Il calo prosegue....................................................................................................................28 La rete in dettaglio..............................................................................................................28 Il lavoro poligrafico.............................................................................................................29 OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE....................................................................... 31 Dati occupazionali e retributivi complessivi.......................................................................31 Dati occupazionali e retributivi suddivisi per tipologia di azienda..................................35 ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE ................................................................................ 42 Le testate quotidiane............................................................................................................43 Le società editrici.............................................................................................................. 64 Le agenzie di informazione...................................................................................................76 Le concessionarie di pubblicità............................................................................................83 Gli stabilimenti di produzione..............................................................................................91 6
  • 9. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani INDICE DELLE TABELLE E IL MERCATO DEI LETTORI DEI GRAFICI Volumi produttivi annui 2010-2013.....................................................................................11 Andamento vendite 1990-2013.............................................................................................11 Suddivisione della diffusione complessiva 2014 (genn.-giugno)........................................12 Andamento della diffusione cartacea e digitale 2013-2014.............................................12 Diffusione dei quotidiani nazionali francesi, 2012-2013...................................................13 Diffusione dei quotidiani nazionali britannici, 2012- 2014...............................................13 Andamento della readership in Italia 2010-2013..............................................................14 Media utilizzati per informarsi in Italia, aprile 2013.......................................................15 Fonti di informazione per le notizie online - % degli utenti attivi sul web, 2013.........15 Distribuzione dei rapporti di lavoro giornalistico in Italia tra i vari media, 2012........16 IL MERCATO PUBBLICITARIO Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici..............................................17 Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici, a valori costanti 2013......17 Evoluzione del mercato pubblicitario italiano 2004-2013................................................18 Il mercato pubblicitario italiano 2013-2014 (gennaio-giugno).........................................18 Pubblicità sui quotidiani italiani 2007-2013 a valori costanti 2013................................19 Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2012-2013.............................................................19 Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2013-2014 (gennaio-giugno)................................19 Fatturato medio per modulo pubblicitario 2004-2013 a valori costanti 2013................20 Quote del mercato pubblicitario mondiale, 2013...............................................................20 Andamento mondiale della pubblicità sui quotidiani, 2009-2013.....................................21 Andamento della pubblicità sui quotidiani in Italia e nel mondo, 2009-2013 (2009=100)............................................................................................................................22 GLI INDICATORI ECONOMICI Ricavi complessivi dei quotidiani 2010-2013.......................................................................23 Ricavi complessivi dei quotidiani a 2010-2013 valori costanti 2013.................................23 Suddivisione % dei ricavi da vendite e da pubblicità nei quotidiani italiani e USA, 2004-2013...............................................................................................................................24 Evoluzione dei costi editoriali 2010-2013..........................................................................25 Struttura dei ricavi dei quotidiani in Italia per tipologia e per mezzo, 2012.................25 Andamento dei costi e dei ricavi delle imprese editoriali e del costo della vita, 2004-2013 (2004 = 100).......................................................................................................26 Composizione dei costi nelle aziende editrici di quotidiani, 2013.....................................26 Margini operativi delle imprese editoriali 2000-2013 a valori costanti 2013................27 LA RETE PRODUTTIVA Età del parco rotative installato.......................................................................................28 Stabilimenti, impianti, capacità produttiva 2011-2014.......................................................28 Capacità produttiva suddivisa per regione..........................................................................29 Retribuzione lorda 2013 degli operai poligrafici per tipologia di azienda.....................30 Inquadramento: contratto poligrafico e altri inquadramenti..........................................30 OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE Dati occupazionali e retributivi complessivi.............................................................................. 31 Occupazione poligrafica 1980-2013.....................................................................................31 Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica...........................................................................31 Suddivisione % dei dipendenti per sesso e qualifica: 2013.................................................31 Addetti 2012-2013................................................................................................................32 Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento...........................................................32 7
  • 10. Suddivisione dei dipendenti 2012-2013 per gruppi di livelli di inquadramento...............32 Media retribuzioni ordinarie annue per livello di inquadramento..................................33 Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per livello e sesso...........................................33 Media retribuzioni straordinarie annue.............................................................................33 Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso....................................33 Media retribuzione complessiva annua................................................................................34 Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso.......................................34 Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria..................................................34 Dati occupazionali e retributivi suddivisi per tipologia di azienda........................................... 35 Suddivisione delle aziende per tipologia............................................................................35 Suddivisione % dei dipendenti 2013 per tipologia di azienda............................................35 Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica...........................................................................35 Addetti 2013 per sesso e tipologia di azienda....................................................................35 Suddivisione % dei dipendenti 2013: Società editrici.........................................................36 Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa puri....................................................36 Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa ibridi.................................................36 Suddivisione % dei dipendenti 2013: Agenzie di informazione...........................................36 Suddivisione % dei dipendenti 2013: Altre società............................................................36 Suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livello di inquadramento e tipologia di azienda...............................................................................................................37 Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda...........................................37 Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda........................37 Media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda....................38 Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda...........................38 Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda........38 Media retribuzione straordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda.............39 Media retribuzioni straordinarie annue per livello e tipologia di azienda....................39 Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda.39 Media retribuzione complessiva annua: suddivisione per tipologia di azienda.................40 Media retribuzioni complessive annue per livello e tipologia di azienda........................40 Media retribuzioni complessive annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda....40 Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria per tipologia di azienda.........41 Suddivisione % del monte retributivo 2013 per tipologia di azienda...............................41 Retribuzione media oraria: suddivisione per tipologia di azienda....................................41 ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE Dati di riepilogo............................................................................................................................ 42 Testate quotidiane, per regione...........................................................................................42 Società editrici, per regione e tipologia.............................................................................42 Stabilimenti di produzione, per regione e tipologia...........................................................42 Concessionarie di pubblicità, per regione e tipologia........................................................42 Agenzie di informazione, per regione e periodicità ...........................................................42 Gli stabilimenti di produzione in Italia: quadro di insieme........................................................ 91 8 indice delle tabelle e dei grafici
  • 11. Le elaborazioni contenute in questo Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani METODOLOGICA rapporto di ricerca sono state realizzate sulla base dei dati provenienti da diver-se fonti italiane ed estere, tra cui le più importanti sono: • FIEG: diffusione, tirature, ricavi da ven-dite e da pubblicità, bilanci delle impre-se editoriali. • Ads (Accertamento diffusione stampa): diffusione e vendite dei quotidiani carta-cei e digitali. • Audipress: readership dei quotidiani. • Nielsen Media Research: andamento del mercato pubblicitario italiano. • Federazione delle Concessionarie di Pubblicità (FCP): andamento del fattu-rato pubblicitario dei giornali. • Fondo Nazionale di previdenza per i lavoratori dei giornali quotidiani “Fio-renzo Casella”: dati occupazionali e retributivi. • Istat: andamento del costo della vita. • Agcom, “indagine conoscitiva sul settore dei servizi internet e sulla pubblicità online”: consumo dei media online, rapporto tra media tradizionali e media online. • Audit Bureau of Circulations e OJD: dati sulle diffusioni di Gran Bretagna e Francia. • WAN-IFRA World Press Trends: dati su diffusione e fatturato pubblicitario dei media in tutto il mondo. Riteniamo opportuno fornire alcuni chiarimenti circa le elaborazioni che sono state effettuate sui dati sopra esposti e che sono state rese necessarie dalle esi-genze alle quali la presente pubblicazione è tenuta a rispondere. Tirature e diffusione. Spesso a propo-sito NOTA dei prodotti editoriali si tende a fare confusione tra “diffusione” e “vendita”. In questa pubblicazione ci siamo attenuti ai criteri seguiti dall’Ads, in base ai quali la diffusione è costituita dal totale delle copie che vengono cedute, non importa se a titolo oneroso o gratuito. Ciò che rimane della tiratura dopo la diffusione costitui-sce la resa. All’interno delle copie diffuse Ads distingue tra diffusione pagata (a sua volta suddivisa in vendita delle singole copie e abbonamenti pagati), vendite in blocco (ovvero la vendita di lotti di copie ad aziende, enti, associazioni e simili, con una percentuale di sconto concordata), diffusione gratuita (abbonamenti, omag-gi, coupon), altro (vendite all’estero, altri usi, etc.). A partire da gennaio 2013 Ads censisce anche le copie digitali, definite come “una replica esatta e non riformat-tata dell’edizione cartacea in tutte le sue pagine, pubblicità inclusa, fruibile su diversi dispositivi digitali e distribuita elettronicamente come unità inscindibile ed esclusiva”. Ricavi dei quotidiani. I ricavi com-plessivi sono rilevati da FIEG sulla base dei bilanci delle aziende. Va sottolineato come i ricavi da vendite sono da consi-derarsi al netto dell’aggio dei rivenditori e distributori, così come i ricavi da pub-blicità sono da considerarsi al netto delle commissioni pagate dagli inserzionisti alle agenzie pubblicitarie ed ai centri media. Inflazione. Il parametro di riferimen-to è l’indice nazionale Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei consumi di tabacchi. 9
  • 12. Retribuzioni poligrafiche. I dati pre-sentati si riferiscono alla retribuzione lorda effettivamente erogata dalle aziende ai dipendenti poligrafici. I dati forniti dal “Fondo Casella” riportano, suddivisi per livello di inquadramento, il numero di lavoratori che hanno prestato attività nel corso dell’anno, l’importo comples-sivo delle retribuzioni ordinarie erogate, il numero di giorni lavorativi retribuiti, l’importo complessivo delle retribuzioni straordinarie erogate, il numero comples-sivo di ore di straordinario prestate. Per il calcolo delle retribuzioni ordinarie, la media annua è stata ottenuta dividendo la retribuzione degli addetti per il numero di giorni complessivamente retribuiti, e mol-tiplicando il totale ottenuto per 312, nu-mero di giorni contrattualmente retribuiti nell’arco dell’anno solare. Per le retribu-zioni straordinarie, il dato medio annuo è stato ottenuto dividendo il numero delle ore di straordinario, e la relativa retribu-zione, per il numero dei poligrafici. I dati medi delle retribuzioni, calcolati col criterio sopra esposto, possono diffe-rire dai dati rilevati sui bilanci annui del Fondo Casella, in considerazione del fatto che il Fondo si basa sulle retribuzioni che hanno dato luogo ad effettivo versamento contributivo. Anagrafe dell’industria dei quotidiani. I dati relativi a testate, società editrici e concessionarie di pubblicità sono desunti dalle gerenze pubblicate nelle testate. A cadenza periodica viene aggiornato l’archivio mediante l’acquisizione di una copia della pubblicazione e l’invio di una scheda per l’aggiornamento dei dati. La definizione di “testata quotidia-na”, nella sua apparente univocità, può prestarsi a diverse interpretazioni e ad equivoci; da una parte, infatti, occorrere distinguere tra “testata” ed “edizione”, di-stinzione spesso non agevole, soprattutto nel caso sempre più frequente di pub-blicazioni realizzate con organizzazioni redazionali e produttive sinergiche e che condividono larga parte dei contenuti. Per i fini che si propone questo rappor-to, abbiamo ritenuto di considerare “testa-ta quotidiana”: una pubblicazione di con-tenuto giornalistico univocamente distinta sulla base del nome, che venga pubblicata almeno quattro volte a settimana. Per le agenzie di informazione, il dato di partenza è costituito dagli elenchi che, sino a qualche anno fa, venivano pubbli-cati dalla Presidenza del consiglio. Si è quindi verificata l’effettiva attività svolta (molte di queste agenzie esistevano solo sulla carta) attraverso l’invio periodico di questionari per il rilevamento dei dati. Centri Stampa. I dati anagrafici e relativi alle testate stampate in ciascuno stabilimento sono desunti dalle geren-ze dei giornali quotidiani. Per ciascuno stabilimento L’Osservatorio ha inoltre curato l’aggiornamento dei dati relativi alle installazioni tecniche, suddivise tra formatura, stampa e spedizione. * * * L’aggiornamento dei dati, sia per quan-to riguarda le testate giornalistiche ed i dati collegati, che per quanto riguarda le agenzie di informazione, viene effettuato attraverso un costante monitoraggio della stampa specializzata e contatti diretti non soltanto con le aziende, ma anche con rivenditori e distributori su tutto il terri-torio nazionale. Data l’estrema fluidità del settore, è possibile che alcuni dei dati riportati possano risultare superati nel momento in cui questo rapporto giunge-rà nelle mani dei lettori; ce ne scusiamo sin d’ora con gli interessati, invitandoli a segnalarci errori ed omissioni. 10 nota metodologica
  • 13. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani IL MERCATO DEI LETTORI Diffusioni e tirature Oggi in Italia si vendono poco più della metà delle copie che si vendevano vent’anni fa. Dal 1990, anno del massi-mo storico diffusionale con poco meno di sette milioni di copie giornaliere, si è dapprima scesi, in quattro-cinque anni, intorno ai sei milioni di copie; quindi, dopo un periodo 1995-2001 di relativa stabilità, l’indicatore è tornato in terri-torio negativo con un’unica eccezione, quella del 2006 che fece registrare un peraltro modesto incremento dello 0,9%. Ciò che maggiormente preoccupa è il fatto che il calo diffusionale è andato via via accentuando il proprio ritmo: ci sono voluti otto anni, dal 2001 al 2009, per scendere sotto i cinque milioni di copie giornaliere, ma ne sono bastati soltanto tre, tra il 2009 e il 2012, per scendere sotto i quattro milioni di copie. Il calo delle diffusioni da un lato, come è evidente, riduce direttamente i ricavi delle imprese, ma dall’altro ne au-menta i costi, sia perché gli oneri fissi e gli ammortamenti incidono su un numero inferiore di “pezzi” prodotti, sia perché la scarsa elasti-cità del sistema distributivo, ancora oggi lar-gamente basato sulle vendite in edicola, fa sì che la ri-duzione della produzione sia percentual-mente inferiore Andamento vendite 1990-2013 Vendita media giornaliera rispetto alla riduzione delle copie diffuse. Tra il 2010 e il 2013 la resa è diminuita di circa sessanta milioni di copie annue, con una riduzione complessiva del 10%, ma nello stesso periodo le vendite in edicola sono diminuite di quasi 290 milioni di copie, pari ad una riduzione percentuale esattamente doppia. Per effetto di questa dinamica, la percentuale della resa sul variaz. % 1990 6.808.501 0,6% 1991 6.505.426 -4,5% 1992 6.525.529 0,3% 1993 6.358.997 -2,6% 1994 6.208.188 -2,4% 1995 5.976.847 -3,7% 1996 5.881.350 -1,6% 1997 5.869.602 -0,2% 1998 5.881.421 0,2% 1999 5.913.514 0,5% 2000 6.073.158 2,7% 2001 6.017.564 -0,9% 2002 5.830.523 -3,1% 2003 5.710.860 -2,1% 2004 5.617.620 -1,6% 2005 5.461.811 -2,8% 2006 5.510.325 0,9% 2007 5.399.904 -2,0% 2008 5.141.553 -4,8% 2009 4.786.957 -6,9% 2010 4.583.575 -4,2% 2011 4.272.562 -6,8% 2012 3.926.793 -8,1% 2013* 3.722.600 -5,2% variazione 1990-2013 -45,3% * stime su un campione di 59 testate. Dati Fieg Volumi produttivi annui 2010-2013 2010 2011 2012* 2013 ±% 12/13 ±% 10/13 vendite 1.430.389.678 1.388.742.002 1.274.428.289 1.141.822.736 -10,4% -20,2% abbonamenti pagati 138.088.746 127.913.559 123.403.579 110.805.616 -10,2% -19,8% copie gratuite 32.212.912 31.466.844 30.060.134 24.884.854 -17,2% -22,7% altro (vendite in blocco, 52.511.665 47.579.417 39.426.375 33.805.181 -14,3% -35,6% abbonamenti gratuiti, diffusione estero, etc.) resa 620.337.587 629.106.831 594.162.861 557.646.813 -6,1% -10,1% tiratura complessiva 2.273.540.588 2.224.808.653 2.061.481.238 1.868.965.200 -9,3% -17,8% * Sino al mese di marzo 2012 i dati ADS venivano rilevati come media mobile dei dodici mesi precedenti, mentre a partire dall’aprile 2012 vengono rilevati mensilmente. I valori 2012 sono pertanto una proiezione sull’intero anno del periodo aprile-dicembre Elaborazione Asig su dati Ads. 11
  • 14. Suddivisione della diffusione complessiva 2014 (genn.-giugno) totale della produzione è passata dal 27% del 2010 al 30% del 2013. Le copie digitali: una crescita promettente A partire dal mese di gennaio 2013 Ads ha iniziato a censire anche le copie digitali, intendendo con questo termine, come recita il regolamento Ads, “una replica esatta e non riformattata dell’edi-zione cartacea in tutte le sue pa-gine, pubblicità inclusa, fruibile su diversi di-spositivi digitali e distribuita elettronicamen-te come unità inscindibile ed esclusiva”. Rispetto al primo dato cen-sito nel gennaio 2013, poco al di sopra delle 200.000 copie, oggi il volume di copie digita-li vendute giornalmen-te è più che raddoppia-to, collocandosi poco al di sotto delle 500.000 copie giornaliere nel mese di giugno 2014. Rispetto al totale della diffusione utile (ven-dite cartacee, abbo-namenti pagati, ven-dita copie digitali), il copie gratuite 1,3% digitale rappresenta ormai una quota del 12%, contro l’80% delle vendite in edicola e l’8% degli abbonamenti onerosi. Il trend all’estero I dati del World Press Trends recente-mente diffusi in occasione del congresso mondiale WAN-IFRA di Torino eviden-ziano come tra il 2012 e il 2013, a livello vendite 55,5% resa 27,3% diffusione digitale 8,8% altro 1,7% abbonamenti pagati 5,4% Elaborazioni Asig su dati Ads Andamento della diffusione cartacea e digitale 2013-2014 3.261.856 3.805.992 473.334 209.721 4.000.000 3.800.000 3.600.000 3.400.000 3.200.000 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 Diffusione media giornaliera cartacea 500.000 425.000 350.000 275.000 200.000 Diffusione media giornaliera digitale diffusione cartacea diffusione digitale Elaborazione Asig su dati Ads 12 il mercato dei lettori
  • 15. mondiale, la diffusione dei quotidiani sia passata dai 522 a 534 milioni di copie giornaliere. Se andiamo però a suddividere i dati per aree geografiche, notiamo che la crescita riguarda solo tre continen-ti, Asia, America Latina e Diffusione dei quotidiani nazionali britannici, 2012- 2014 Africa, mentre in Europa, Nord-America e Oceania si è registrato un calo assai pronunciato: tra il 2009 e il 2013 in Nord-America si è perso il 10% della diffusione, in Oceania il 20%, in Europa addirittura il 23%. I dati relativi ai maggiori quotidiani inglesi e francesi, pubblicati in questa pagina, forniscono uno spaccato assai esplicativo di questo fenomeno; in Gran Bretagna, in soli due anni, tra il 2012 e il 2014, la diffusione dei quotidiani nazio-nali ha perso quasi un milione e mezzo di copie, pari al 15% complessivo, con punte superiori al 35% e due sole ecce-zioni, lo storico The Times e il quotidiano “I”, nato nel 2010 da una costola di The Indepen-dent (che non a caso è il quotidiano che ha perso più diffusione). In Francia gli ultimi dati, relativi al 2013, sono meno pesanti, ma anche in questo caso tutte le te-state più importanti fanno registrare perdite signifi-cative, anche superiori al 10%. Per quanto riguarda le edizioni digitali, i dati globali del World Press Trends sono molto esplici-ti: tra il 2009 e il 2013 le “copie digitali” consumate Testata aprile 2014 aprile 2013 aprile 2012 ± % 2013/14 ± % 2012/14 The Sun 2.091.484 2.281.842 2.624.008 -8,34% -20,29% Daily Mirror 970.151 1.042.098 1.084.355 -6,90% -10,53% Daily Star 476.412 529.588 611.081 -10,04% -22,04% Daily Record 219.419 256.845 281.584 -14,57% -22,08% Daily Mail 1.721.589 1.803.327 1.991.275 -4,53% -13,54% Daily Express 487.378 527.855 568.628 -7,67% -14,29% Daily Telegraph 519.200 549.037 576.790 -5,43% -9,98% The Times 397.713 399.522 393.187 -0,45% 1,15% Financial Times 224.250 266.169 305.685 -15,75% -26,64% The Guardian 191.717 196.004 214.128 -2,19% -10,47% The Independent 63.360 75.603 98.636 -16,19% -35,76% I 287.206 304.287 271.648 -5,61% 5,73% Totale 7.649.879 8.232.177 9.021.005 -7,07% -15,20% Diffusione media giornaliera. Fonte Audit Bureau of Circulations Diffusione dei quotidiani nazionali francesi, 2012-2013 testata media 2013 media 2012 ± % 2012/13 Le Figaro 317.225 323.303 -1,88% Le Monde 275.310 288.113 -4,44% L'Equipe Edition Générale 243.580 274.628 -11,31% Aujourd'hui en France 160.908 179.353 -10,28% Les Echos 123.636 122.744 0,73% Quotidiens Hippiques-Turf Editions 114.122 123.943 -7,92% Libération 101.616 119.418 -14,91% La Croix 94.673 94.122 0,59% Le Petit Quotidien 53.807 n.d. Mon Quotidien 47.358 n.d. Paris Turf 41.393 45.647 -9,32% L'Humanité 40.562 43.517 -6,79% Paris Courses 20.653 23.471 -12,01% International New York Times 17.167 18.295 -6,17% Tiercé Magazine 13.952 16.115 -13,42% Week-End 13.859 15.670 -11,56% La Gazette des Courses 13.847 11.793 17,42% Bilto 10.405 11.237 -7,40% Totale 1.704.073 1.711.369 -0,43% Diffusione media giornaliera. Fonte OJD Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani il mercato dei lettori 13
  • 16. sono salite da 80 milioni a 1,753 miliardi, con un aumento di oltre venti volte; solo tra il 2012 e il 2013 l’incremento è stato del 60%. La readership Oggi nel mondo 2,5 miliardi di perso-ne, pari al 49% della popolazione adulta, legge regolarmente un quotidiano car-taceo, mentre 800 milioni di persone, pari al 46% di quanti hanno accesso a Internet, leggono quotidiani in formato digitale. In buona sintesi, un abitante del pianeta su due, in qualche modo, si infor-ma usando i quotidiani. L’Italia, dispiace dirlo, è sotto la media mondiale e non di poco: gli ultimi dati Audipress collocano infatti, e per la prima volta, sotto il 40% la percentuale di italiani adulti che nel giorno medio leggo-no un quotidiano. Il grafico permette di apprezzare come, dopo una sostanziale fase di tenuta della reader-ship su livelli di poco inferiori al 50% della popolazione adulta, a partire dalla secon-da rilevazione 2012 il valore è iniziato a scendere sino a rag-giungere, nella terza rilevazione del 2013, ultima disponibile al momento di chiudere questo Rapporto, il 39,7%. E’ significativo notare come, pur nel calo complessivo della readership dei quotidiani nel giorno medio, i lettori abituali di quotidiani on-line in tre anni siano passati da 2,3 a 3,7 milioni. Nel complesso, tuttavia, i lettori di quotidiani nel giorno medio oggi sono 20,6 milioni, tre milioni e mezzo in meno rispetto all’inizio del 2010. Chi sono questi tre milioni e mezzo di lettori di quotidiani che si sono persi negli ultimi tre anni? La scomposizione socio-demografica dei dati ci indica che la maggior parte dei lettori persi, 2,6 milioni, appartengono alla fascia di età compresa tra i 14 e i 44 anni, mentre al di sopra i 45 anni si sono persi solo 900.000 lettori. La lettura è aumentata Andamento della readership in Italia 2010-2013 40,1% (24.108.000) 46,3% 45,9% 45,4% 46,2% 47,3% 46,8% 45,0% 42,7% 40,7% 40,3% 39,7% (20.593.000) 2010/1 2010/2 2010/3 2011/1 2011/2 2011/3 2012/1 2012/2 2012/3 2013/1 2013/2 2013/3 carta 4,5% (2.357.000) 4,6% 4,8% 5,2% 5,5% 6,0% 6,3% 6,4% 6,7% 6,7% 6,8% 7,1% (3.692.000) 2010/1 2010/2 2010/3 2011/1 2011/2 2011/3 2012/1 2012/2 2012/3 2013/1 2013/2 2013/3 digitale Lettori nel giorno medio. Dati Audipress 14 il mercato dei lettori
  • 17. tra i laureati ed è diminui-ta meno della media nazio-nale per i diplomati, men-tre tra coloro che hanno al massimo la licenza media si sono persi 2,5 milioni di lettori. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani Media utilizzati per informarsi in Italia, aprile 2013 Media Si sono persi un milione di lettori tra gli abitanti delle grandi città, con un calo percentuale quasi doppio rispetto ai centri di dimensioni più piccole; un milione e mezzo di lettori sono stati persi nel Nord-Ovest del paese, con un calo percentuale del 20%; tra le singole regio-ni quella che ha perso più lettori totali è la Lombardia (-800mila), mentre il calo percentuale maggiore si è verificato in Basilicata, regione che in soli tre anni ha perso il 30% dei lettori di quotidiani. Le uniche regioni nelle quali i lettori di quotidiani sono aumentati sono state Trentino-Alto Adige, Puglia e Calabria. L’impatto dei quotidiani sulla dieta mediatica degli italiani La tabella pubblicata in questa pagina, tratta dalla recente indagine infor-mativa Agcom sui servizi Internet e sulla pubblicità online, evidenzia come gli italiani utilizzino ancora in gran maggioranza (quasi l’80%) la televisione come fonte privilegiata per ac-cedere alle notizie. Segue con il 43% percentuale il quotidiano, quindi Internet al 40%, e infine la radio e i periodici. L’indagine prevedeva per gli intervistati un massimo di tre rispo-ste: dalla somma dei valori percentuali ricaviamo quindi che ogni italiano adulto utilizza in media due canali informativi per accedere alle notizie. Questi dati potrebbero indurci tuttavia a sottostimare l’importanza che hanno i quotidiani nella dieta mediatica degli ita-liani. La stessa indagine Agcom, quando analizza la provenienza delle informazio-ni alle quali attingono gli utenti internet, Fonti di informazione per le notizie online - % degli utenti attivi sul web, 2013 Quotidiani 36,1% Periodici 0,8% Agenzie Televisione 9,0% 5,2% Testate native digitali 2,4% Social network 8,1% Blog 0,1% nessuna fonte Altro 8,2% 1,7% Motori di ricerca 21,6% Portali 6,7% Dati Agcom Tutte le notizie Notizie internazionali Notizie nazionali Notizie locali Televisione 79,5% 66,7% 70,3% 59,4% Quotidiani 43,7% 23,0% 27,2% 32,6% Internet 40,5% 31,6% 30,8% 25,4% Radio 17,8% 10,5% 11,7% 10,1% Periodici 10,4% 4,7% 5,0% 3,9% Altro 3,5% 2,1% 1,8% 2,3% % della popolazione adulta che utilizza quel medium come fonte informativa. Elaborazione Agcom su dati SWG il mercato dei lettori 15
  • 18. ha rilevato (vedi il grafico) che il 36% di questi utenti si “riforniscono” di notizie presso i siti web dei quotidia-ni tradizionali, e un addizionale 9% presso i siti delle agenzie di informa-zione, mentre la tv Distribuzione dei rapporti di lavoro giornalistico in Italia tra i vari media, 2012 6% 15% viene utilizzata come fonte per le notizie internet soltanto dal 5% degli utenti. È interessante inoltre notare che oltre la metà degli italiani che si collegano regolarmente al web ottengono le notizie dai siti dei media tradizionali, contro il 41% che le ottiene dai media digitali, anche se... il 22% che utilizza i motori di ricerca di fatto acce-de, anche se indirettamente, a notizie che nella maggior parte dei casi sono state elaborate da redazioni giornalistiche di quotidiani, televisioni o agenzie di stam-pa. Purtroppo la convivenza tra l’informa-zione tradizionale e quella digitale, che nell’auspicio di tutti dovrebbe svilupparsi come una simbiosi utile ad entrambe le realtà, assume spesso i caratteri della vampirizzazione quando non addirittura del parassitismo. L’editoria tradizionale, soprattutto quella dei quotidiani e dei periodici, produce oggi la grandissima maggioranza dell’informazione che circola 50% 31% Quotidiani 69% su internet, ne sostiene per intero i costi ma ne ricava un ritorno economico mo-desto. I dati sui rapporti di lavoro gior-nalistico attivi forniti dall’INPGI, l’ente previdenziale dei giornalisti, ci danno una fotografia nitida di questa distorsione: nel 2012, ultimo anno disponibile, il 50% dei giornalisti complessivi lavorava nelle redazioni “cartacee”, più un ulteriore 6% che operava nelle agenzie. Questi giornalisti realizzano un prodot-to che, offerto a pagamento su carta o in digitale, fa grande fatica ad imporsi sul mercato, ma che costituisce l’impalcatura sulla quale si sviluppano i business legati ai motori di ricerca, le rassegne stampa più o meno rispettose dei diritti d’autore, i rilanci delle notizie nel chiacchericcio dei social network. 29% Editoria Radio Tv Agenzie stampa Altro Periodici Elaborazione Agcom su dati INPGI 16 il mercato dei lettori
  • 19. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani IL MERCATO PUBBLICITARIO IL MERCATO PUBBLICITARIO Recessione e mercato pubblicitario Il 2013 è il terzo anno consecutivo nel quale il mercato pubblicitario italiano fa registrare un arretramento. Rispetto al 2010, quando si sfiorarono gli 8,3 miliardi di euro, il 2013 si è chiuso con un fattura-to pubblicitario inferiore di 2,4 miliardi, corrispondente ad un calo percentuale del 28% che sale al 33% se si tiene conto dell’inflazione del periodo; in tre anni il mercato pubblicitario ha perso un terzo del suo fatturato! La ragione principale di questa gelata è ovviamente la recessione nella quale il nostro Paese è entrato nella seconda metà del 2008 e dalla quale sostanzialmente non è ancora uscito. Tra il 2008 e il 2013 il Prodotto Interno Lordo è cresciuto soltanto nel 2010, e nel quinquennio il PIL a valori costanti è calato del 7,5%, contro un arretramento dell’1,3% di tutti i paesi dell’Unione Europea e del 2,1% di quel-li dell’area euro. Peggio dell’Italia, nel quinquennio, hanno fatto soltanto Cipro, Slovenia, Croazia e Grecia. Il trend diven-ta ancora più preoccupante se limitiamo l’analisi al triennio 2010-2013: mentre infatti l’Europa nel suo complesso torna a crescere (+1,3% l’Unione, +0,4% l’area euro) e 19 paesi su 28 fanno registrare va-lori positivi di andamento del PIL, l’Italia continua ad arretrare con un -3,7%, facen-do meglio soltanto di Portogallo, Cipro e Grecia. Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ± % 12/13 ± % 04/13 Totale stampa 2.891.816 2.992.028 3.012.439 3.111.298 3.047.989 2.391.689 2.297.858 2.209.204 1.811.104 1.427.050 -21,2% -50,7% quotidiani 1.720.303 1.769.504 1.716.414 1.782.829 1.816.448 1.514.119 1.457.986 1.356.676 1.115.917 898.324 -19,5% -47,8% periodici 1.171.513 1.222.524 1.296.025 1.328.469 1.231.541 877.569 829.872 852.528 695.187 528.726 -23,9% -54,9% televisione 4.551.192 4.668.740 4.598.777 4.653.474 4.851.355 4.358.936 4.774.710 4.624.308 3.917.531 3.526.829 -10,0% -22,5% radio 400.215 408.599 440.665 476.796 472.904 436.304 469.960 433.183 389.057 352.936 -9,3% -11,8% affissioni 192.128 198.696 196.963 233.693 227.201 135.097 132.975 117.032 94.659 90.760 -4,1% -52,8% cinema 90.546 83.040 76.190 69.789 58.322 55.750 62.544 46.575 37.861 29.376 -22,4% -67,6% internet 116.123 137.059 197.577 281.934 556.539 302.235 565.893 631.182 510.677 501.692 -1,8% 332,0% Totale 8.242.020 8.488.162 8.522.611 8.826.985 9.214.310 7.680.010 8.293.940 8.061.484 6.760.889 5.928.643 -12,3% -28,1% Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici, a valori costanti 2013 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ± % 12/13 ± % 04/13 Totale stampa 3.448.268 3.508.125 3.462.801 3.515.965 3.336.648 2.598.703 2.458.641 2.301.640 1.831.569 1.427.050 -22,1% -58,6% quotidiani 2.051.329 2.074.727 1.973.019 2.014.710 1.988.474 1.645.175 1.560.003 1.413.441 1.128.527 898.324 -20,4% -56,2% periodici 1.396.939 1.433.398 1.489.782 1.501.255 1.348.174 953.528 887.939 888.199 703.043 528.726 -24,8% -62,2% televisione 5.426.946 5.474.055 5.286.298 5.258.722 5.310.801 4.736.226 5.108.801 4.817.795 3.961.799 3.526.829 -11,0% -35,0% radio 477.226 479.079 506.545 538.810 517.690 474.068 502.844 451.308 393.453 352.936 -10,3% -26,0% affissioni 229.098 232.969 226.409 264.088 248.718 146.790 142.279 121.929 95.729 90.760 -5,2% -60,4% cinema 107.969 97.363 87.580 78.866 63.845 60.575 66.920 48.524 38.289 29.376 -23,3% -72,8% internet 138.468 160.701 227.115 318.603 609.246 328.395 605.489 657.591 516.448 501.692 -2,9% 262,3% Totale 9.827.975 9.952.292 9.796.748 9.975.055 10.086.948 8.344.757 8.874.275 8.398.787 6.837.287 5.928.643 -13,3% -39,7% Elaborazioni Asig su dati Istat e Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro 2013 17
  • 20. Il mercato pubblicitario italiano 2013-2014 (gennaio-giugno) 2013 2014 ± % Totale stampa 742.714 663.770 -10,6% quotidiani 462.862 414.746 -10,4% periodici 279.852 249.024 -11,0% televisione 1.897.337 1.922.055 1,3% radio 184.128 178.797 -2,9% affissioni 40.285 41.999 4,3% cinema 12.044 8.275 -31,3% internet 240.198 240.514 0,1% Totale 3.116.706 3.055.410 -2,0% Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro In base alle previ-sioni della Direzione generale Affari eco-nomici e finanziari dell’Unione Europea, l’economia dell’Unio-ne nel biennio 2014- 2015 crescerà del 3,6% (3% nell’area euro). Più basse le stime per l’Italia, prevista in crescita dello 0,6% nel 2014 e dell’1,2% nel 2015. Nel frattempo, la flessione del mercato pubblicitario italiano sembra rallentare: i primi sei mesi del 2014 vedono un fattu-rato complessivo di poco superiore ai 3,1 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto al corrispondente periodo del 2013. La sofferenza dei quotidiani I dati pubblicitari scomposti per mezzi ci segnalano anche che, in un contesto di generale contrazione degli investimenti pubblicitari, alcuni mezzi hanno avuto maggiore tenuta rispetto ad altri. Nel periodo 2004-2013, a fronte di un mer-cato in calo - a valori costanti - del 40%, i quotidiani hanno registrato un arretra-mento del 56%, mentre la televisione e la radio, con un calo rispettivamente del 35% e del 26%, hanno performato meglio della media. Il mezzo internet, infine, che nel 2004 entrava per la prima volta nelle mi-surazioni ufficiali Nielsen, è cresciuto nel decennio del 260%, anche se nel 2013 ha fatto segnare un arretramento del 3% e i primi sei mesi del 2014 vedono questo mezzo in sostanziale stallo (+0,1%). Questo andamento di-sallineato tra i vari mezzi pubblicitari ha determinato una profonda trasforma-zione dei rispettivi pesi all’interno del paniere della spesa pubblicitaria in Italia, con la televisione che sale quasi al 60% del mercato complessivo dal 55% di die- Evoluzione del mercato pubblicitario italiano 2004-2013 4,9% 55,2% 14,2% 2,3% 0,5% 6,0% 59,5% 8,9% 20,9% 15,2% 1,5% 1,1% 8,5% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 2004 2013 quotidiani periodici televisione radio affissioni cinema internet Elaborazioni Asig su Dati Nielsen Media Research 18 il mercato pubblicitario
  • 21. Pubblicità sui quotidiani italiani 2007-2013 a valori costanti 2013 2.100.000 1.900.000 1.700.000 1.500.000 1.300.000 1.100.000 900.000 ci anni prima, con la carta stampata che scende sotto al 25% del totale, perdendo dieci punti percentuali in dieci anni, e con l’emergere di Internet come strumento sempre più presente nelle pianificazioni media, con una quota di mercato supe-riore all’8% e che si avvia entro il 2014 a superare i periodici al terzo posto tra i mezzi pubblicitari. Al di là delle con-siderazioni che pure andrebbero fatte sulla posizione dominante del mezzo televisivo che, non va dimentica-to, ripartisce i ricavi pubblicitari sostanzial-mente su quattro soli player, resta il fatto che i quotidiani e la carta stampata in genera-le sono in calo da sei anni consecutivi e le dimensioni percentuali dell’arretramento sono Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani tali da non poter sostenere, neanche con il più inguaribile degli ottimismi, che si possa tornare an-che soltanto ai livelli del 2007-2008. In pochissimi anni, come appare nel grafico in questa pagina, il fatturato pubblicitario dei quotidiani si è più che dimezzato; nel solo 2013 gli spazi pub-blicitari si sono ridotti del 12%, il fattu-rato di poco meno del 20%, ed i primi sei mesi del 2014 sono solo lievemente meno pesanti, con spazi in calo dell’8% e fattu-rato del 10%. Tra il 2006 e il 2013 gli spazi pubbli-citari complessivi sui quotidiani italiani Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2012-2013 Spazi Tipo di pubblicità (in Pagine) Fatturato Netto (in migliaia di euro) 2012 2013 ± % 2012 2013 ± % Commerciale nazionale 98.427 82.113 -16,6% 483.102 364.425 -24,6% Di servizio 18.575 18.612 0,2% 135.392 126.568 -6,5% Rubricata 19.264 16.801 -12,8% 87.469 75.226 -14,0% Commerciale locale 381.624 337.172 -11,6% 314.399 256.573 -18,4% Totale 517.890 454.698 -12,2% 1.020.362 822.792 -19,4% Dati Osservatorio Stampa Fcp Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2013-2014 (gennaio-giugno) Spazi Tipo di pubblicità (in Pagine) Fatturato Netto (in migliaia di euro) 2013 2014 ± % 2013 2014 ± % Commerciale nazionale 40.269 38.506 -4,4% 185.183 166.640 -10,0% Di servizio 9.206 9.334 1,4% 67.859 65.409 -3,6% Rubricata 9.043 7.676 -15,1% 39.663 34.170 -13,8% Commerciale locale 168.023 153.037 -8,9% 130.927 114.768 -12,3% Totale 226.541 208.553 -7,9% 423.632 380.987 -10,1% Dati Osservatorio Stampa Fcp 1.933.721 1.778.161 1.478.380 1.396.727 1.291.104 1.031.892 822.792 700.000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Migliaia di euro. Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat il mercato pubblicitario 19
  • 22. Fatturato medio per modulo pubblicitario 2004-2013 a valori costanti 2013 36,75 36,60 32,96 30,59 27,37 22,87 23,78 21,12 18,45 16,75 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat sono diminuiti del 14%, mentre il fatturato a valori costanti si è più che dimezzato: il risultato è un drastico calo del prezzo me-dio di vendita di un modulo pubblicitario, oggi poco al di sotto dei 17 euro contro i quasi 33 del 2006. I trend internazionali Un’occhiata al mercato pubblicitario mondiale può darci un’idea di quanto l’an-damento del mercato italiano rispecchi i trend internazionali e quanto invece risenta delle specificità della situazione economica particolarmente diffi-cile che attraversa il nostro Paese e della configurazione che ha assunto negli ultimi due decenni il panora-ma italiano dei media. La prima cosa che si nota, analizzando la suddivisione tra i vari mez-zi della torta pubblicitaria a livello mondiale, è che la quota della carta stampata è pressoché identica a quel-la che si registra in Italia, intorno al 25%: è ragione-vole quindi concludere che il calo della pubblicità sui quotidiani degli ultimi die-ci- quindici anni è stato in parte congiunturale, dovuto cioè alla crisi economica, ma in gran parte struttura-le, legato ad una ridefinizione complessiva degli equilibri tra i vari mezzi. Le maggiori differenze tra il panorama italiano e quello internazionale si riscon-trano nel peso che hanno nei due mercati la tv e internet; la prima, che in Italia rappresenta quasi il 60% del mercato, a li-vello mondiale, pur essendo il primo mez-zo, supera di poco il 40%; Internet invece, che in Italia rappresenta poco meno del 9% degli investimenti pubblicitari com- Quote del mercato pubblicitario mondiale, 2013 Affissioni 7,0% Cinema 0,5% Internet 20,8% Radio 6,9% TV 40,2% Quotidiani 16,6% Periodici 7,9% Dati Zenith Optimedia via WAN-IFRA World Press Trends 20 il mercato pubblicitario
  • 23. 100 90 9 8 2009 2010 2011 2012 2013 plessivi, a livello mondiale ha raggiunto una quota di mercato superiore al 20%. È presumibile quindi che anche in Italia nei prossimi anni Internet cresca come peso percentuale sul totale degli investimenti, sottraendo quote alla televi-sione. Non è un caso che il video sia uno dei segmenti della pubblicità Internet che cresce di più. Tornando ai quotidiani, l’analisi dei dati del fatturato a livello mondiale tra il 2009 e il 2013 evidenzia un calo della pubblicità sulle edizioni a stampa del 13% da 97 a 85 miliardi di dollari USA, contro il quasi 40% fatto registrare dai quotidia-ni italiani nello stesso arco temporale. Il trend italiano appare più simile a quello degli Stati Uniti, il mercato nazionale più grande del pianeta, dove i quotidiani cartacei hanno archiviato il 2013 con un fatturato pubblicitario di 17,3 miliardi di dollari contro i 24,8 miliardi del 2009, con un calo complessivo del 30%. Sia per il mercato mondiale che per quello USA sono peral-tro disponibili anche i dati sulla pubblicità raccolta dai quotidiani sulle edizioni digitali. Negli USA il 2013 ha fatto registrare un fat-turato complessivo di 3,4 miliardi di dollari, in crescita del 26% ri-spetto al valore del 2009, mentre a livello mondiale il fatturato del-le edizioni online nel 2013 è stato pari a 8,4 miliardi di dollari, in aumento del 48% rispetto al 2009. In Italia, purtroppo, non dispo-niamo ancora di dati relativi al fatturato pubblicitario dei prodotti e servizi digitali delle aziende editrici di quotidiani. Uno sguardo sul futuro Le previsioni sul mercato pubblicita-rio mondiale presentate in occasione del Congresso mondiale WAN-IFRA di Torino, nel mese di giugno 2014, vedono da qui al 2017 una stabilizzazione del fatturato pubblicitario dei quotidiani intorno agli ottanta miliardi di dollari, mentre la tele-visione dovrebbe salire a circa 210 miliar-di rispetto agli attuali 170, e Internet, che a livello mondiale è già il secondo mezzo pubblicitario, dovrebbe proseguirà la sua crescita a ritmi sostenuti, dai circa 110 miliardi del 2013 sino a 180-190 miliardi nel 2017. Dall’analisi dei dati possiamo trarre Andamento mondiale della pubblicità sui quotidiani, 2009-2013 80 70 97,439 96,484 94,564 89,866 84,694 7 6 5,722 6,406 7,017 7,637 8,452 2009 2010 2011 2012 2013 Edizioni a stampa Edizioni digitali Valori in miliardi di dollari USA. Dati Zenith Optimedia via WAN-IFRA World Press Trends Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani il mercato pubblicitario 21
  • 24. Andamento della pubblicità sui quotidiani in Italia e nel mondo, 2009-2013 (2009=100) 150,0 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 2009 2010 2011 2012 2013 alcune considerazioni conclusive: • La quota percentuale degli investimen-ti pubblicitari dei quotidiani - quanto meno delle edizioni cartacee - non ap-pare destinata a crescere ma, semmai, ad una ulteriore limitata erosione; • I modelli di business degli editori, pertanto, devono considerare come strutturali gli attuali livelli di ricavo pubblicitario; • La pubblicità sulle edizioni a stampa continuerà per diversi anni ancora ad essere la parte più consistente dei ricavi pubblicitari delle imprese edi-toriali, ma le mag-giori prospettive di crescita sono da attendersi nell’area dei prodotti e ser-vizi digitali. Perché questa crescita possa dispiegarsi, occor-rerà tuttavia che vengano affrontati due nodi strutturali che rischiano di rallentare e distor-cere lo sviluppo dei media digitali; il primo, di natura 147,7 124,7 86,9 69,7 60,5 interna, è lo scarso sviluppo delle infra-strutture di rete e la limitata diffusione della banda larga, condizione indispensa-bile per lo sviluppo del digitale nel campo dell’informazione e non solo; il secondo, di natura globale, è la presenza di posizioni di monopolio o oligopolio di dimensioni non più domestiche ma sovranazionali, sia nel settore televisivo sia soprattutto nel mercato della pubblicità online, dove oggi il primo operatore, Google, realizza da solo il 38% della raccolta pubblicitaria online del mondo. 100,0 50,0 edizioni su carta - italia 100,0 95,9 91,1 75,0 60,5 edizioni su carta - mondo 100,0 99,0 97,0 92,2 86,9 edizioni su carta - USA 100,0 91,8 83,4 76,3 69,7 edizioni digitali - mondo 100,0 112,0 122,6 133,5 147,7 edizioni digitali - USA 100,0 110,9 118,4 122,9 124,7 Dati a valori correnti. Elaborazioni Asig su dati FCP, NAA e Zenith Optimedia 22 il mercato pubblicitario
  • 25. Discesa a due velocità Il 2012 si è chiuso per i quotidiani Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani GLI INDICATORI italiani con un calo complessivo dei ricavi superiore al 10% a poco meno di 2,2 mi-liardi di euro. Le stime elaborate da Fieg per l’esercizio 2013 sulla base dei dati di bilancio di 46 testate quotidiane vedono un ulteriore calo dell’8%, a valori di poco superiori ai due miliardi di euro. Tra il 2010 e il 2013, nel complesso, si è perso poco meno di mezzo miliardo di ricavi, pari al 20% del totale. Se si tiene conto dell’inflazione del periodo, il calo sfiora il 25%. Nell’arco temporale preso in conside-razione si può notare come il calo percen-tuale ECONOMICI dei ricavi pubblicitari sia assai più pronunciato di quello dei ricavi da ven-dite: nel 2012 è stato infatti pari al 14% contro il 7% delle vendite, nel 2013 addi-rittura del 12% contro il 4%. Nel periodo 2010-2013, i ricavi da vendita sono dimi-nuiti del 12% mentre quelli da pubblicità hanno superato il 28%, valori che salgono rispettivamente al 18% e al 33% se si tiene conto dell’inflazione del periodo. Per effetto di questa dinamica, il rapporto tra ricavi pubblicitari e ricavi diffusionali tende sempre più a divaricar-si, con un crescente peso percentuale di questi ultimi. Tra il 2007 e il 2013 i ricavi diffusionali sono saliti dal 51% al 58% Ricavi complessivi dei quotidiani 2010-2013 2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13 Ricavi da vendite 1.317.045 1.302.369 -1,11% 1.207.997 -7,25% 1.160.581 -3,93% -11,88% %su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99% Ricavi da pubblicità 1.167.991 1.121.944 -3,94% 959.942 -14,44% 840.784 -12,41% -28,01% %su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01% Totale 2.485.035 2.424.314 -2,44% 2.167.940 -10,58% 2.001.365 -7,68% -19,46% * Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidiane Valori espressi in migliaia di euro. Elaborazioni Asig su dati Fieg Ricavi complessivi dei quotidiani a 2010-2013 valori costanti 2013 2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13 Ricavi da vendite 1.409.200 1.356.862 -3,71% 1.221.648 -9,97% 1.160.581 -5,00% -17,64% %su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99% Ricavi da pubblicità 1.249.716 1.168.888 -6,47% 970.790 -16,95% 840.784 -13,39% -32,72% %su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01% Totale 2.658.916 2.525.750 -5,01% 2.192.437 -13,20% 2.001.365 -8,72% -24,73% * Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidiane Valori espressi in migliaia di euro 2013. Elaborazioni Asig su dati Istat e Fieg 23
  • 26. Suddivisione % dei ricavi da vendite e da pubblicità nei quotidiani italiani e USA, 2004- 2013 60,00% 55,00% 50,00% 45,00% 81,4% 82,1% 82,4% 81,5% 18,6% 17,9% 17,6% 18,5% 79,0% 21,0% 90,0% 70,0% 50,0% 30,0% dei ricavi totali, e non per effetto di un incremento dei valori assoluti quanto per la maggiore velocità di caduta dei ricavi pubblicitari, come ampiamente eviden-ziato nel capitolo precedente di questo Rapporto. Questo incremento del peso percen-tuale dei ricavi diffusionali è peraltro un trend non soltanto italiano ma mondiale, 73,2% 72,0% 73,1% 26,8% 28,0% 26,9% 70,8% 29,2% 68,4% 31,6% legato soprattutto alla perdita da parte dei quotidiani di quote del mercato pub-blicitario migrate prevalentemente verso Internet. Negli Stati Uniti, per esempio, solo dieci anni or sono i ricavi pubblicitari rappresentavano oltre l’80% del fatturato complessivo dei quotidiani, nel 2013 sono scesi al di sotto del 70%. 55,3% 53,7% 53,6% 50,6% 51,1% 53,7% 53,0% 53,7% 55,7% 58,0% 44,7% 46,3% 46,4% 46,3% 42,0% 44,3% 49,4% 46,3% 48,9% 47,0% 40,00% 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 10,0% Ricavi da vendite Ricavi da pubblicità Elaborazioni Asig su dati Fieg e NAA 24 gli indicatori economici
  • 27. Il peso dei ricavi digitali I prodotti e servizi digitali rappresenta-no una nuova fonte di ricavo per l’indu-stria editoriale, ma la strada da percorrere perché il business editoriale possa so-stenersi soltanto - o Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani Struttura dei ricavi dei quotidiani in Italia per tipologia e per mezzo, 2012 PUBBLICITÀ VENDITA COPIE in prevalenza - sul digitale è ancora molto Dati Agcom lunga. Nel corso del 66° Congresso mondiale degli editori, svoltosi a Torino nel mese di giugno 2014, WAN-IFRA ha stimato nel 7% la quota di fatturato rappresentata oggi dalla vendita di prodotti, servizi e pubblicità digitale da parte delle aziende editrici di quotidiani di tutto il mondo, e si prevede che tra oggi e il 2017 questa percentuale possa salire a non oltre il 10% del fatturato complessivo. Le stime per il nostro Paese non sono molto distanti dalla fotografia internazio-nale. L’Agcom, basandosi sulle Informa-tive Economiche di Sistema che tutti gli operatori dell’informazione sono tenuti a trasmettere annualmente all’Autorità, ha quotato all’11% per l’anno 2012 la percen-tuale di pubblicità digitale sul fatturato 89% 98% 11% 2% Carta Digitale 55% 15% 85% DIGITALE CARTA Vendita copie Pubblicità pubblicitario totale, e al 2% la quota dei ricavi diffusionali digitali su quelli com-plessivi; nel complesso, i ricavi digitali in Italia rappresentano circa il 6% dei ricavi complessivi. L’Agcom stima inoltre che a parità di contenuto informativo e pub-blicitario, gli editori italiani di quotidiani riescono a vendere il prodotto digitale ad un prezzo pari a circa un terzo rispetto al prodotto cartaceo. La dinamica dei costi L’ultimo quinquennio è trascorso per gli editori italiani in una continua rincorsa al taglio dei costi per cercare di fronteg-giare il tumultuoso calo dei ricavi. Tut-tavia, a fronte di un calo che, come visto Evoluzione dei costi editoriali 2010-2013 2010 2011 2012 2013* ± % 2012- 2013 45% ± % 2009- 2013 materie prime 358.348 386.270 386.505 366.709 -5,12% 2,33% lavoro 911.342 892.969 861.641 761.106 -11,67% -16,49% servizi 1.270.717 1.255.736 1.114.664 1.097.251 -1,56% -13,65% altri 192.382 158.477 221.930 152.896 -31,11% -20,52% Totale 2.732.789 2.693.452 2.584.740 2.377.961 -8,00% -12,98% * Stime. Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta gli indicatori economici 25
  • 28. Andamento dei costi e dei ricavi delle imprese editoriali e del costo della vita, 2004-2013 (2004 = 100) 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 sopra, ha raggiunto il 20% a valori corren-ti nel periodo 2010-2013, i costi sono stati ridotti “soltanto” del 13% circa. Tra le quattro voci principali di costo, le materie prime, costituite in massima parte dalla carta, hanno registrato nel triennio un incremento di circa il 2%; in calo del 14% i costi per servizi esterni, che per le im-prese editoriali sono costituiti essenzial-mente dal servizio di distribuzione delle copie e dalla stampa presso terzi per que-gli editori che non dispongono di centri stampa gestiti diret-tamente. Il costo del lavoro è calato del 16%, principalmen-te per effetto della consistente riduzione degli addetti: tra i poligrafici, come documentato nei prossimi capitoli di questo Rapporto, il saldo negativo del 2013 è di 419 unità, mentre a fine 2013 i giornalisti (praticanti e professionisti) occupati nei giornali quotidiani e nelle agenzie di stampa risultavano in totale 6.656, ben 380 in meno rispetto ad un anno prima. Per effetto di questa di-namica, facendo pari a 100 i valori del 2004, nel 2013 il costo della vita è arrivato a 119, mentre i ricavi sono scesi a 65 ed i costi a 76. I margini operativi La tabella della pagina che segue descrive meglio di qualunque discorso la gravità della crisi dell’industria dei quotidiani. Dal 2000 a oggi i ricavi dei quotidiani, a valori costanti, si sono quasi Composizione dei costi nelle aziende editrici di quotidiani, 2013 materie prime 14% lavoro 35% servizi 45% altri 6% Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta 60,0 costo della vita 100,0 101,7 103,7 105,5 108,9 109,7 111,4 114,5 117,9 119,2 ricavi editoriali 100,0 98,9 101,6 100,2 95,7 84,3 82,7 80,9 72,9 64,8 costi operativi 100,0 101,1 104,2 103,3 101,5 94,8 87,0 85,7 82,3 75,7 Elaborazione Asig su dati Fieg e Istat 26 gli indicatori economici
  • 29. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani Margini operativi delle imprese editoriali 2000-2013 a valori costanti 2013 A ricavi editoriali B costi operativi C margine operativo lordo (A+B) D ammortamenti, accantonamenti, oneri E Utile/perdita operativa (C+D) F rapporto MOL/ fatturato (C/A) G rapporto Ut.op./ fatturato (E/A) 2000 4.112.941.689 -3.594.875.061 518.066.628 -244.032.951 274.033.677 12,6% 6,7% 2001 3.969.611.955 -3.671.773.453 297.838.503 -207.619.098 90.219.404 7,5% 2,3% 2002 3.972.750.033 -3.566.024.583 406.725.450 -192.784.347 213.941.102 10,2% 5,4% 2003 4.086.703.810 -3.621.606.534 465.097.276 -174.271.869 290.825.407 11,4% 7,1% 2004 4.172.484.343 -3.746.331.626 426.152.717 -191.627.086 234.525.631 10,2% 5,6% 2005 4.059.633.955 -3.722.638.928 336.995.027 -160.039.127 176.955.901 8,3% 4,4% 2006 4.088.377.920 -3.762.604.000 325.773.920 -176.725.571 149.048.349 8,0% 3,6% 2007 3.963.847.247 -3.668.260.361 295.586.886 -170.726.319 124.860.567 7,5% 3,1% 2008 3.665.399.954 -3.492.332.384 173.067.570 -181.438.198 -8.370.628 4,7% -0,2% 2009 3.204.372.472 -3.237.803.248 -33.430.775 -207.484.584 -240.915.359 -1,0% -7,5% 2010 3.095.734.179 -2.924.004.908 171.729.271 -181.819.098 -10.089.826 5,5% -0,3% 2011 2.950.803.875 -2.806.149.425 144.654.450 -166.911.305 -22.256.855 4,9% -0,8% 2012 2.580.541.289 -2.613.947.562 -33.406.273 -143.314.357 -176.720.630 -1,3% -6,8% 2013* 2.268.271.000 -2.377.961.000 -109.690.000 -157.283.333 -266.973.333 -4,8% -11,8% * Valori stimati. Elaborazioni Asig su dati Fieg e Istat dimezzati e, nonostante una consistente sforbiciata ai costi per oltre 1,2 miliardi, il margine operativo lordo (o Ebitda), rispetto al mezzo miliardo di euro del 2000, nel 2012 è andato in negativo per 33 milioni e si prevede possa sfondare i 100 milioni di euro di rosso a consuntivo dell’esercizio 2013. L’utile operativo, che è stato in rosso per 176 milioni di euro nel 2012, potrebbe sfondare nel 2013 i 250 milioni di perdita. Se si analizzano i dati delle otto azien-de editoriali italiane quotate in Borsa (Cairo Editore, Caltagirone Editore, Class Editori, Gruppo editoriale l’Espresso, Il Sole 24 Ore, Mondadori, Monrif, RCS Me-diagroup), si può notare come il fatturato complessivo a fine 2013 risulti inferiore di oltre mezzo miliardo di euro rispetto al 2012 (4,418 miliardi contro 4,960)e con un margine operativo lordo peggiorato da meno 8,8 milioni di fine 2012 a meno 82,9 milioni di fine 2013. I dati del primo semestre 2014, gli ultimi disponibili al momento di chiudere questa edizione del rapporto, lasciano un piccolo spiraglio all’ottimismo, con un fatturato complessi-vo diminuito del 9% circa rispetto ai primi sei mesi del 2013, ma con il margine ope-rativo lordo che torna positivo per quattro aziende su otto e che, nel complesso, è in negativo per poco più di 30 milioni contro un rosso di 105 milioni al 30 giugno 2013. gli indicatori economici 27
  • 30. 28 la rete produttiva LA RETE PRODUTTIVA Il calo prosegue Rispetto al primo censimento degli impianti produttivi italiani, realizzato dall’Osservatorio Tecnico nel 2011, a metà 2014 il nume-ro di stabilimenti è diminuito di 20 unità (-22%), le rotative in-stallate sono passate Stabilimenti, impianti, capacità produttiva 2011-2014 150 130 110 90 70 da 152 a 123 (-19%), e la capacità produt-tiva, calcolata in numero di giri-cilindro per ora di produzione, è scesa da 4,66 mi-lioni a 3,96 milioni, con una riduzione per-centuale del 15%. Nello stesso arco tem-porale 2011-2014, ricordiamo, la tiratura complessiva (dati ADS) è diminuita del 36%, fa 7,4 a 4,7 milioni di copie giorna-liere. E’ in lieve aumento (+1%), intorno ai 55.000 giri/cilindro per ora, la capacità produttiva media per stabilimento. Il trend di questi tre anni, e il signi-ficativo e costante calo della domanda di prodotto da stampare, ci portano alla 4.900.000 4.700.000 4.500.000 4.300.000 4.100.000 3.900.000 3.700.000 facile previsione che anche nei prossimi anni proseguirà la riduzione del numero degli impianti e della capacità produttiva compelsiva, con una progressiva con-centrazione della produzione in impianti di dimensioni medio-grandi, in grado di attivare significative economie di scala. La progressiva riduzione della capacità produttiva avviene a scapito degli impian-ti più obsoleti e meno produttivi: dal con-fronto con i dati dell’anno scorso emerge infatti come la quota delle rotative instal-late nell’ultimo decennio sia salita dal 58% al 61%, e tale incremento è dovuto unica-mente alla dismissione di impianti più vecchi, dal momento che - altro elemento significativo - nell’ultimo anno non vi è stata alcuna installa-zione di rotative nuove, e dal 2011 a oggi sono state installate soltanto cinque macchine, di cui tre digitali. La rete in dettaglio 28 impianti sui 110 censiti (ulte-riori 13 impianti non hanno fornito informazioni) sono collocati in Lom-bardia, 14 nel Lazio, 11 nel Veneto. Età del parco rotative installato 1990-1997 4% 1998-2003 25% 2004-2007 57% dopo il 2007 prima del 1990 3% non specificato 7% 4% 72 77 83 92 123 134 139 152 3.960.000 4.195.070 4.660.000 4.312.500 50 2011 2012 2013 2014 stabilimenti-impianti 3.500.000 capacità produttiva giri cilindro/ora stabilimenti impianti capacità produttiva
  • 31. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani la rete produttiva 29 La regione con la maggiore capacità pro-duttiva media per stabilimento La regio-ne con la maggiore capacità produttiva è la Lombardia, dove si concentra circa un quarto della capacità produttiva; seguo-no il Lazio con il 13%, quindi il Veneto e l’Emilia Romagna, ciascuna con valori compresi tra il 10 e l’11% della capacità produttiva complessiva. Le rotative full color sono 76, pari ai due terzi del totale. Nel complesso, la capacità di foliazione degli impianti attivi è di circa 9.200 pagine in formato tabloid, 600 in meno del rilevamento 2013, con una capacità di 8.100 pagine in quadricro-mia, pari all’88% del totale della capacità di foliazione. 89 impianti su 110 (81%) utilizzano la tecnologia offset, contro i 18 impianti fles-sografici (16%) ed i tre impianti digitali. Tra le attrezzature di corredo alle linee di stampa, risultano installati 48 sistemi per la rilegatura con punto metallico in linea, 21 terze pieghe, 57 sistemi per il controllo del registro colore, tre forni di essiccazio-ne per la stampa su carta migliorata. Per la formatura risultano in funzione 169 computer to plate, dei quali 89 utiliz-zano la tecnologia fotochimica, 28 quella polimerica, 43 quella termica. Le piegatri-ci sono 135, delle quali 128 automatiche e 65 in grado di gestire molteplici formati della lastra. Le linee di spedizione installate sono in tutto 99, con 260 stacker per il confe-zionamento dei pacchi standard, 46 linee per abbonati, 17 linee per l’inserimento di materiale prestampato. Il lavoro poligrafico Sui 72 centri stampa censiti, 53 ap-plicano ai propri dipendenti il contratto di lavoro poligrafico, mentre 19 stabili-menti, pari al 26% del totale, applicano altre forme di inquadramento. Per quanto riguarda invece la capacità produttiva complessiva, le aziende che applicano il contratto poligrafico rappresentano l’88% della capacità complessiva, contro il 12% circa della capacità che viene messa a disposizione degli editori da stabilimenti ai cui dipendenti non viene riconosciuto il contratto di lavoro dei quotidiani. I dati dettagliati sui livelli occupazio- Capacità produttiva suddivisa per regione regione tot. Rotative full color velocità foliazione foliazione colore Piemonte 5 4 177.500 480 448 Liguria 3 3 90.000 96 96 Lombardia 28 20 945.000 2.600 2.392 Veneto 11 8 377.500 896 736 Trentino-Alto Adige 2 1 82.500 176 176 Friuli-Venezia Giulia 1 1 40.000 96 96 Emilia-Romagna 9 6 328.000 784 712 Toscana 4 4 155.000 416 416 Marche 3 2 80.000 192 160 Lazio 14 10 455.000 1.208 1.136 Abruzzo 3 3 82.500 240 240 Campania 4 1 97.500 240 224 Puglia 7 4 210.000 408 344 Calabria 4 2 130.000 328 164 Sicilia 7 4 285.500 592 448 Sardegna 5 3 162.500 472 352 Totale 110 76 3.698.000 9.224 8.140
  • 32. 30 la rete produttiva nali e retributivi dei lavoratori poligra-fici sono raccolti nei due capitoli che seguono. In questa sede è tuttavia op-portuno sottolineare come la difficoltà nella quale versa il settore della stampa dei quotidiani si ri-fletta Inquadramento: contratto poligrafico e altri inquadramenti nel livello retributivo profondamen-te divaricato tra gli operai delle aziende stampatrici cosiddette “pure”, che effet-tuano cioè lavori di stampa conto terzi, e quelli che lavorano nelle società editrici che stampano in proprio o nelle aziende stampatrici direttamente controllate da gruppi editoriali. Gli operai che lavorano in queste due ultime categorie di azien-de, come si può apprezzare nel grafico, hanno livelli retributivi sostanzialmente sovrapponibili: poco meno di 3.300 euro di retribuzione lorda mensile, con una media variabile tra le 5 e le 8 ore di stra-ordinario mensile, corrispondenti a un importo lordo variabile tra i 115 e i 180 euro. Per contro, gli operai degli stabi-limenti di stampa “puri” hanno media-mente ogni mese una retribuzione lorda inferiore di circa 430 euro e fanno sol-tanto un’ora di straordinario, dalla quale ricavano poco più di 20 euro lordi. Quotidiani 87% Altro inquadramento 8% Altro inquadramento (stimato) 4% Quotidiani (stimato) 1% Retribuzione lorda 2013 degli operai poligrafici per tipologia di azienda 47.000 45.000 43.000 41.000 39.000 37.000 35.000 33.000 31.000 29.000 27.000 retribuzione annua lorda 100 80 60 40 20 0 ore annue di straordinario società editrici centri stampa controllati da società editrici centri stampa autonomi retr. straordinaria 2.157 1.395 269 retr. ordinaria 42.913 42.916 37.245 ore di straordinario 89 57 13 Elaborazione Asig su dati Fondo Casella
  • 33. DATI OCCUPAZIONALI E RETRIBUTIVI COMPLESSIVI 3.505 4.953 3.352 4.715 3.285 4.473 3.150 4.373 3.114 4.323 3.036 4.259 3.012 4.224 2.927 4.066 2.787 3.856 2.671 3.627 2.512 3.407 2.298 3.191 2.132 2.933 1.976 2.670 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 operai impiegati Occupazione poligrafica 1980–2013 operai impiegati totale diff. ± 1980 8.544 6.129 14.673 1981 8.251 6.114 14.365 -308 1982 7.714 6.100 13.814 -551 1983 7.571 5.972 13.543 -271 1984 7.039 5.976 13.015 -528 1985 6.648 5.928 12.576 -439 1986 6.453 6.106 12.559 -17 1987 6.325 6.301 12.626 67 1988 6.257 6.361 12.618 -8 1989 5.888 6.432 12.320 -298 1990 5.900 6.557 12.457 137 1991 5.693 6.630 12.323 -134 1992 5.453 6.414 11.867 -456 1993 5.084 6.229 11.313 -554 1994 4.768 5.917 10.685 -628 1995 4.387 5.797 10.184 -501 1996 4.003 5.509 9.512 -672 1997 3.782 5.455 9.237 -275 1998 3.698 5.257 8.955 -282 1999 3.495 5.017 8.512 -443 2000 3.505 4.953 8.458 -54 2001 3.352 4.715 8.067 -391 2002 3.285 4.473 7.758 -309 2003 3.150 4.373 7.523 -235 2004 3.114 4.323 7.437 -86 2005 3.036 4.259 7.295 -142 2006 3.012 4.224 7.236 -59 2007 2.927 4.066 6.993 -243 2008 2.787 3.856 6.643 -350 2009 2.671 3.627 6.298 -345 2010 2.512 3.407 5.919 -379 2011 2.298 3.191 5.489 -430 2012 2.132 2.933 5.065 -424 2013 1.976 2.670 4.646 -419 totale -10.027 suddivisione % dei dipendenti per sesso e qualifica: 2013 operai maschi 38% operaie femmine 4% impiegati maschi 34% impiegate femmine 24% Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica addetti addetti +/- % 2012 2013 2012–2013 operai maschi 1.935 1.801 -6,93% femmine 197 175 -11,17% tot. operai 2.132 1.976 -7,32% impiegati maschi 1.751 1.564 -10,68% femmine 1.182 1.106 -6,43% tot. impiegati 2.933 2.670 -8,97% totale addetti maschi 3.686 3.365 -8,71% femmine 1.379 1.281 -7,11% totale 5.065 4.646 -8,27% Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani 31
  • 34. Addetti 2012-2013 Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento Suddivisione dei dipendenti 2012-2013 per gruppi di livelli di inquadramento 19 18 29 26 116 95 237 212 addetti 2012–2013 541 473 1.304 1.214 1.452 1.333 1.190 1.081 402 363 311 280 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° livelli di inquadramento addetti 2012 addetti 2013 -5,26% -10,34% -18,10% -10,55% -12,57% -6,90% -8,20% -9,16% -9,70% -9,97% Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento 3 15 11 15 23 72 34 178 65 408 292 891 922 442 746 335 246 66 214 117 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° livelli di inquadramento donne uomini 12,7% 70,5% 0,9% 16,0% 12,6% 71,2% 0,9% 15,3% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Suddivisione dei dipendenti per gruppi di livelli di inquadramento 2012 2013 livelli 9–10 713 643 livelli 6–7–8 3.946 3.628 livelli 3–4–5 894 780 livelli 1–2 48 44 32 Occupazione e retribuzioni
  • 35. Media retribuzioni ordinarie annue per livello di inquadramento Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per livello e sesso Media retribuzioni straordinarie annue Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso Media retribuzioni ordinarie annue per livello di inquadramento liv. 2012 2013 +/- % 1° 33.423,14 33.047,47 -1,12% 2° 30.012,93 44.877,41 49,53% 3° 29.388,98 28.828,92 -1,91% 4° 34.643,60 33.757,23 -2,56% 5° 36.088,20 35.764,33 -0,90% 6° 37.424,30 38.021,26 1,60% 7° 40.056,56 40.489,83 1,08% 8° 45.198,49 44.578,98 -1,37% 9° 50.462,87 49.369,52 -2,17% 10° 63.513,67 62.731,44 -1,23% media 41.882,15 41.719,41 -0,39% Media retribuzioni straordinarie annue Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per livello e sesso liv. A) uomini B) donne A) – B) 1° 35.559,29 21.701,33 13.857,96 2° 42.010,44 48.382,51 -6.372,07 3° 29.146,28 27.830,41 1.315,88 4° 35.255,25 25.688,98 9.566,27 5° 36.785,85 28.163,25 8.622,59 6° 40.000,13 31.732,28 8.267,85 7° 42.563,76 36.402,67 6.161,08 8° 46.429,77 40.514,50 5.915,27 9° 51.440,48 44.980,14 6.460,34 10° 65.368,44 54.415,96 10.952,48 media 43.345,57 37.390,60 5.954,96 2012 2013 +/- % 2012–2013 ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione liv. straordinario annua straordinario annua straordinario straordinaria 1° 56,9 956,11 27,7 572,94 -51,42% -40,08% 2° 3,3 30,59 0,0 0,00 -100,00% -100,00% 3° 25,9 391,37 26,1 400,49 0,79% 2,33% 4° 58,7 1.139,30 55,1 1.128,18 -6,09% -0,98% 5° 89,5 1.860,09 64,6 1.391,93 -27,88% -25,17% 6° 103,5 2.232,62 65,5 1.442,81 -36,73% -35,38% 7° 112,7 2.579,62 73,8 1.771,44 -34,53% -31,33% 8° 120,5 2.972,70 92,4 2.375,32 -23,29% -20,10% 9° 31,9 887,32 23,9 657,24 -25,10% -25,93% 10° 16,3 575,67 6,0 200,71 -63,54% -65,13% media 94,0 2.155,15 65,4 1.554,72 -30,40% -27,86% Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso A) uomini B) donne A) – B) ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione liv. straordinario annua straordinario annua straordinario straordinaria 1° 13,8 272,33 97,0 2.076,00 -83,2 -1.803,67 2° 0,0 0,00 0,0 0,00 0,0 0,00 3° 32,7 495,29 5,4 103,74 27,3 391,55 4° 61,9 1.282,04 19,4 322,68 42,5 959,36 5° 71,0 1.549,26 24,4 404,37 46,6 1.144,89 6° 73,5 1.654,86 40,0 773,26 33,6 881,60 7° 87,2 2.150,52 46,7 1.007,29 40,6 1.143,23 8° 109,6 2.838,38 54,1 1.344,14 55,5 1.494,24 9° 30,4 833,77 10,1 286,07 20,3 547,70 10° 6,5 224,71 4,3 122,89 2,2 101,81 media 75,2 1.810,78 39,3 870,86 35,9 939,92 dati complessivi 33
  • 36. 34.379,24 33.620,41 Media retribuzione complessiva annua Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria 30.043,51 44.877,41 29.780,35 29.229,41 Media retribuzione complessiva annua 1° 2° 3° 35.782,89 4° 34.885,41 37.948,30 5° 37.156,26 39.656,92 6° 39.464,07 42.636,18 7° 42.261,27 48.171,19 8° 46.954,30 51.350,19 9° 50.026,75 10° 44.037,30 media 43.274,14 64.089,34 62.932,14 livelli di inquadramento retribuzione 2012 retribuzione 2013 -2,21% 49,37% -1,85% -2,51% -2,09% -0,49% -0,88% -2,53% -2,58% -1,81% -1,73% Media retribuzioni complessive annue 2013 per livello e sesso A) uomini B) donne retribuzione incidenza % retribuzione incidenza % A) – B) liv. complessiva retr. straord. complessiva retr. straord. 1° 35.831,63 0,76% 23.777,33 8,73% 12.054,29 2° 42.010,44 0,00% 48.382,51 0,00% -6.372,07 3° 29.641,58 1,67% 27.934,15 0,37% 1.707,43 4° 36.537,29 3,51% 26.011,66 1,24% 10.525,63 5° 38.335,11 4,04% 28.567,62 1,42% 9.767,48 6° 41.654,98 3,97% 32.505,54 2,38% 9.149,45 7° 44.714,27 4,81% 37.409,96 2,69% 7.304,31 8° 49.268,16 5,76% 41.858,64 3,21% 7.409,51 9° 52.274,25 1,59% 45.266,21 0,63% 7.008,04 10° 65.593,14 0,34% 54.538,85 0,23% 11.054,29 media 45.156,35 4,01% 38.261,46 2,28% 6.894,89 Totale retribuzioni erogate, ore lavorate, media oraria 2012 2013 +/- % 2012–2013 retribuzione ore media retribuzione ore media retrib. ore media liv. complessiva lavorate oraria complessiva lavorate oraria compl. lavorate oraria 1° 3.124.395,00 29.876 104,58 3.124.395,00 31.482 99,24 0,00% 5,38% -5,10% 2° 1.355.349,00 43.759 30,97 1.355.349,00 41.220 32,88 0,00% -5,80% 6,16% 3° 2.563.446,00 178.285 14,38 2.563.446,00 168.016 15,26 0,00% -5,76% 6,11% 4° 7.147.960,00 371.555 19,24 7.147.960,00 335.527 21,30 0,00% -9,70% 10,74% 5° 17.633.799,00 856.464 20,59 17.633.799,00 816.868 21,59 0,00% -4,62% 4,85% 6° 44.278.941,00 2.212.069 20,02 44.278.941,00 2.096.687 21,12 0,00% -5,22% 5,50% 7° 60.900.702,00 2.543.882 23,94 60.900.702,00 2.325.826 26,18 0,00% -8,57% 9,38% 8° 59.989.723,00 2.118.804 28,31 59.989.723,00 1.923.858 31,18 0,00% -9,20% 10,13% 9° 21.339.951,00 699.807 30,49 21.339.951,00 621.962 34,31 0,00% -11,12% 12,52% 10° 21.229.206,00 531.201 39,96 21.229.206,00 469.247 45,24 0,00% -11,66% 13,20% TOT. 214.755.473,00 9.585.702 22,40 197.295.229,00 8.830.693 22,34 -8,13% -7,88% -0,28% 34 Occupazione e retribuzioni
  • 37. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani DATI OCCUPAZIONALI E RETRIBUTIVI SUDDIVISI PER TIPOLOGIA DI AZIENDA Suddivisione delle aziende per tipologia 2012 2013 Società editrici 84 83 Centri stampa puri 30 26 Centri stampa ibridi 16 15 Agenzie di informazione 10 10 Altre aziende 28 24 TOTALE AZIENDE 168 158 Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica Suddivisione % dei dipendenti 2013 per tipologia di azienda Agenzie 7% 13% Altri Società editrici 63% Centri stampa puri 14% Centri stampa ibridi 3% Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri 2012 2013 2012 2013 2012 2013 2012 2013 2012 2013 operai maschi 756 764 maschi 601 533 maschi 562 482 maschi 0 0 maschi 16 22 femmine 153 141 femmine 22 13 femmine 19 17 femmine 2 2 femmine 1 2 tot. operai 909 905 tot. operai 623 546 tot. operai 581 499 tot. operai 2 2 tot. operai 17 24 impiegati maschi 1.301 1.163 maschi 57 45 maschi 107 96 maschi 186 172 maschi 100 88 femmine 891 834 femmine 54 49 femmine 27 26 femmine 156 149 femmine 54 48 tot. impiegati 2.192 1.997 tot. impiegati 111 94 tot. impiegati 134 122 tot. impiegati 342 321 tot. impiegati 154 136 totale addetti maschi 2.057 1.927 maschi 658 578 maschi 669 578 maschi 186 172 maschi 116 110 femmine 1.044 975 femmine 76 62 femmine 46 43 femmine 158 151 femmine 55 50 totale 3.101 2.902 totale 734 640 totale 715 621 totale 344 323 totale 171 160 1.927 975 578 Addetti 2013 per sesso e tipologia di azienda 62 578 43 172 151 110 uomini donne 50 Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di informazione Altre società 35
  • 38. Suddivisione % dei dipendenti 2013: Società editrici Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa puri Suddivisione % dei dipendenti 2013: Centri stampa ibridi Suddivisione % dei dipendenti 2013: Agenzie di informazione Suddivisione % dei dipendenti 2013: Altre società operaie femmine suddivisione % dipendenti 2013 AGENZIE DI INFORMAZIONE impiegati maschi impiegate femmine 46,1% operaie femmine 53,3% 0,6% suddivisione % dipendenti 2013 CENTRI STAMPA PURI operai maschi 83% 2% impiegati maschi 7% impiegate femmine 8% suddivisione % dipendenti 2013 SOCIETA' EDITRICI suddivisione % dipendenti 2013 CENTRI STAMPA IBRIDI operai maschi 78% operaie femmine 3% impiegati maschi 15% impiegate femmine 4% Suddivisione % dipendenti 2013 ALTRE SOCIETA' operai maschi 14% operaie femmine 1% impiegati maschi 55% impiegate femmine 30% operai maschi 26% operaie femmine 5% impiegate femmine impiegati maschi 40% 29% 36 Occupazione e retribuzioni
  • 39. Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani Suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livello di inquadramento e tipologia di azienda Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda 0,91% 12,23% 72,86% 13,99% 0,73% 31,13% 62,41% 5,73% 0,43% 17,68% 77,68% 4,20% 0,85% 5,37% 66,10% 27,68% 2,03% 19,80% 61,42% 16,75% Editori Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri 1°-2° 3°-4°-5° 6°-7°-8° 9°-10° suddivisione % dei dipendenti 2013 per gruppi di livelli di inquadramento e tipologia di azienda Addetti per livello di inquadramento e tipologia di azienda SOCIETA' EDITRICI CENTRI STAMPA PURI CENTRI STAMPA IBRIDI AGENZIE ALTRI Liv. 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 1° 6 4 -33,33% 5 4 -20,00% 3 3 0,00% 3 3 0,00% 2 4 100,00% 2° 27 25 -7,41% 1 1 0,00% 0 0 0 0 1 0 -100,00% 3° 55 47 -14,55% 57 46 -19,30% 1 1 0,00% 0 0 3 1 -66,67% 4° 120 111 -7,50% 73 68 -6,85% 23 14 -39,13% 7 6 -14,29% 14 13 -7,14% 5° 242 230 -4,96% 119 98 -17,65% 128 107 -16,41% 14 13 -7,14% 38 25 -34,21% 6° 693 678 -2,16% 267 238 -10,86% 231 201 -12,99% 38 38 0,00% 75 59 -21,33% 7° 950 884 -6,95% 145 126 -13,10% 241 214 -11,20% 69 64 -7,25% 47 45 -4,26% 8° 830 750 -9,64% 75 61 -18,67% 134 121 -9,70% 134 132 -1,49% 17 17 0,00% 9° 280 248 -11,43% 27 25 -7,41% 21 17 -19,05% 54 54 0,00% 20 19 -5,00% 10° 220 196 -10,91% 14 14 0,00% 12 12 0,00% 48 44 -8,33% 17 14 -17,65% TOT. 3.423 3.173 -7,30% 783 681 -13,03% 794 690 -13,10% 367 354 -3,54% 234 197 -15,81% Addetti 2013 per livello di inquadramento, sesso e tipologia di azienda Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di informazione Altre società Liv. uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne uomini donne % donne 1° 4 0 0,00% 4 0 0,00% 3 0 0,00% 1 2 66,67% 3 1 25,00% 2° 14 11 44,00% 1 0 0,00% 0 0 0 0 0 0 3° 27 20 42,55% 43 3 6,52% 1 0 0,00% 0 0 1 0 0,00% 4° 80 31 27,93% 67 1 1,47% 14 0 0,00% 5 1 16,67% 12 1 7,69% 5° 182 48 20,87% 95 3 3,06% 106 1 0,93% 5 8 61,54% 20 5 20,00% 6° 462 216 31,86% 220 18 7,56% 190 11 5,47% 16 22 57,89% 34 25 42,37% 7° 531 353 39,93% 112 14 11, 11% 194 20 9,35% 28 36 56,25% 26 19 42,22% 8° 513 237 31,60% 42 19 31,15% 107 14 11,57% 77 55 41,67% 7 10 58,82% 9° 161 87 35,08% 16 9 36,00% 17 0 0,00% 34 20 37,04% 18 1 5,26% 10° 153 43 21,94% 10 4 28,57% 12 0 0,00% 26 18 40,91% 13 1 7,14% TOT. 2.127 1.046 32,97% 610 71 10,43% 644 46 6,67% 192 162 45,76% 134 63 31,98% dati per tipologia di azienda 37
  • 40. Media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso, livello e tipologia di azienda 42.542,62 media retribuzione ordinaria annua: suddivisione per tipologia di azienda 42.396,14 39.032,64 37.463,17 42.529,69 43.687,81 41.711,84 42.193,14 37.875,42 37.553,03 Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie di informazione Altri 2012 2013 -0,34% -4,02% 2,72% 1,15% -0,85% Media retribuzioni ordinarie annue per livello e tipologia di azienda Società editrici Centri stampa puri Centri stampa ibridi Agenzie Altri liv. 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 2012 2013 +/- % 1° 45.350,31 45.626,30 0,61% 40.717,84 40.433,09 -0,70% 25.056,85 29.182,06 16,46% 13.336,33 11.805,26 -11,48% 37.019,72 31.477,29 -14,97% 2° 29.880,66 45.060,21 50,80% 39.977,45 39.693,33 -0,71% 22.955,57 3° 24.998,48 28.602,98 14,42% 34.113,39 29.338,99 -14,00% 22.166,51 23.342,59 5,31% 19.977,18 21.127,00 5,76% 4° 33.042,08 32.975,71 -0,20% 36.671,95 34.860,85 -4,94% 38.419,27 39.653,83 3,21% 31.502,53 29.972,55 -4,86% 31.347,43 28.589,97 -8,80% 5° 37.196,27 37.355,53 0,43% 36.128,47 33.465,11 -7,37% 36.262,81 36.696,26 1,20% 28.581,03 28.674,33 0,33% 27.060,99 27.512,22 1,67% 6° 37.362,94 37.478,71 0,31% 38.674,99 39.012,64 0,87% 39.638,34 41.883,48 5,66% 30.999,74 33.043,21 6,59% 27.913,69 29.191,56 4,58% 7° 39.478,39 40.318,35 2,13% 41.636,48 39.355,58 -5,48% 43.660,87 43.953,97 0,67% 34.293,24 35.663,12 3,99% 37.834,65 37.235,58 -1,58% 8° 46.499,38 45.413,80 -2,33% 37.831,65 37.026,47 -2,13% 47.258,50 48.379,28 2,37% 39.188,52 40.393,14 3,07% 42.898,51 39.819,95 -7,18% 9° 50.630,44 49.654,68 -1,93% 48.075,01 44.706,80 -7,01% 56.457,91 54.516,44 -3,44% 47.704,30 47.594,96 -0,23% 53.076,36 51.497,71 -2,97% 10° 62.757,23 62.198,63 -0,89% 59.958,70 56.273,52 -6,15% 71.562,28 75.942,93 6,12% 66.029,97 63.769,80 -3,42% 63.438,99 61.175,35 -3,57% TOT. 42.542,62 42.396,14 -0,34% 39.032,64 37.463,17 -4,02% 42.529,69 43.687,81 2,72% 41.711,84 42.193,14 1,15% 37.875,42 37.553,03 -0,85% Media retribuzioni ordinarie annue 2013 per sesso e tipologia di azienda SOCIETA' EDITRICI CENTRI STAMPA PURI CENTRI STAMPA IBRIDI AGENZIE DI INFORM. ALTRE SOCIETA' liv. uomini donne uomini donne uomini donne uomini donne uomini donne 1° 45.626,30 40.433,09 29.182,06 12.073,09 11.682,50 25.938,10 41.739,00 2° 42.163,39 48.382,51 39.693,33 3° 29.595,40 27.234,63 29.179,28 31.470,00 23.342,59 21.127,00 4° 35.391,93 26.458,93 35.077,90 8.714,00 39.653,83 31.527,88 24.484,07 30.582,51 16.341,00 5° 39.266,57 28.911,75 33.677,09 23.942,37 36.700,60 34.851,72 39.386,78 25.718,71 27.615,33 26.782,92 6° 40.100,12 31.910,11 39.126,11 37.584,06 42.930,92 26.319,37 33.980,97 32.271,31 30.890,60 26.408,27 7° 42.868,52 36.476,18 39.485,01 38.253,53 44.726,14 37.063,89 37.708,31 34.333,95 37.423,05 37.006,36 8° 47.005,00 41.918,34 40.217,48 30.727,77 48.748,25 45.811,87 42.989,46 37.099,83 40.687,29 39.220,32 9° 52.259,45 44.976,82 46.206,48 41.834,25 54.516,44 48.403,65 46.126,94 51.629,93 48.966,55 10° 64.696,37 53.628,92 63.741,36 39.809,96 75.942,93 66.710,77 59.420,94 62.285,25 47.024,00 TOT. 44.760,05 37.563,47 37.706,77 35.298,97 44.191,98 37.213,41 45.572,40 38.426,94 39.272,76 33.774,19 38 Occupazione e retribuzioni