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Free Powerpoint Templates Accompagnare la scuola al cambiamento nella società della conoscenza Dott.ssa Antonella Chifari
L'innovazione consiste nella realizzazione  consapevole e volontaria  di un'azione, o una serie di azioni, al termine delle quali la situazione di partenza risulta modificata. È proprio il concetto di  intenzionalità  che delimita le esperienze innovative vere e proprie, da quelle che sono invece puri e semplici cambiamenti, non voluti e a volte nemmeno previsti. Il cambiamento …
Seymour Papert (1997): «... il cambiamento succederà perché ci sono i computer. La gente che sta dibattendo se ci debba essere realmente una rivoluzione nelle scuole, sta perdendo il proprio tempo e quello di tutti gli altri. Dicono che è troppo costoso fare grossi cambiamenti ora, ma, in realtà, stanno sprecando i soldi, perché tutto quello che spendono in questo momento verrà buttato via; tra dieci o vent'anni nulla che somigli anche vagamente alla scuola come la conosciamo continuerà ad esistere. I computer saranno ovunque e i bambini li avranno, apprenderanno in modi diversi.  La nostra scelta, quindi, non consiste nell'essere favorevoli o contrari, ma di essere disposti ad accettare che la rivoluzione sta già succedendo e che succederà in futuro.  Ora dovremmo sforzarci affinché ciò succeda in un modo ordinato e pianificato, non dovremmo aspettare finché ne verremo sopraffatti.»
…  una società basata sull'uso diffusivo della tecnologia, in particolare della tecnologia dell'informazione e della comunicazione, e che si sviluppa lungo quel percorso che sta portando le nostre società verso un'organizzazione economica e sociale basata sulla conoscenza. …  società della conoscenza
…  centrale diviene il ruolo dell’individuo come risorsa, in cui l’identità professionale richiama non solo abilità di ordine tecnico, ma anche un capitale umano da costruire e ricostruire lungo tutto l’arco dell’esistenza. …  società della conoscenza
Le persone nella società della conoscenza …  non si tratta di imparare un nuovo mestiere, ma di trasformare il modo di concepire la propria vita  e di pensare il proprio futuro. E’ più di un cambiamento culturale: è un radicale trasformazione della persona (Sennet, 1998).
Alcune domande sul futuro della scuola Il sistema scolastico attuale sa produrre le competenze necessarie per entrare attivamente nella società della conoscenza?
Le risposte di alcuni docenti … “…  Ero così abituato a sentire tante chiacchiere inutili, a scuola o nei vecchi corsi di aggiornamento che ci propinavano, che senza accorgermene avevo sviluppato una specie di allergia alle teorie. Invece è fondamentale riuscire a coniugare un po' tutti gli aspetti, perché altrimenti si rischia davvero di avere a disposizione strumenti potentissimi e non poterli utilizzare al meglio. Anzi al contrario ottenere risultati controproducenti …
Le risposte di alcuni docenti … …  Con delle buone teorie e metodologie, la finta polemica se abbracciare oppure no le nuove tecnologie nella didattica diventa priva di senso. Alcune azioni riesci in pratica ad attuarle solo con l'appoggio di tecnologie adatte, altre pur essendone indipendenti possono trarne giovamento. In altre situazioni, tecnologie magari troppo complesse, potrebbero essere elemento di distrazione dall'obiettivo principale”.
Le risposte di alcuni docenti … “ …  Certo è dura oggi per gli insegnanti educare dovendo competere con Media e Rete. Ma ancora oggi gli studenti non focalizzano i Contenuti. Esplorano ogni ambiente ma non hanno memoria di cosa contiene l'ambiente in cui sono entrati ed in cui stanno correndo velocissimi, più veloci della loro stessa capacità di fermare i concetti e ricordarli, tenerne traccia. Quindi poi manifestano tutta la loro umanità in un momento di distrazione, di riposo per riprendere il fiato necessario a proseguire la loro corsa a velocità impossibile nell'attuale mondo dei Media Globali …
Le risposte di alcuni docenti … …  Come educatori immigranti digitali non solo dovremo svolgere un ruolo centrale in un'offerta approfondita che abbracci le modalità comunicative degli studenti ma essere in grado, un domani, di creare applicazioni in grado di esprimere i contenuti della disciplina insegnata che siano supportate da cellulari, internet e tutti i media usati dai nostri studenti. E, inoltre, dobbiamo essere sensibili a nuovi contesti e a nuove pratiche sociali insomma Superman. Il tutto è stimolante, anzi  sfidante ”.
Le risposte di alcuni docenti … “ …  Io non penso che le tecnologie digitali alleggeriscano il lavoro della didattica; basta pensare all'insieme di attrezzi software che occorrono per fare un misero video, trasformarlo da avi a flv, integrarlo in diverse piattaforme, e così via. Secondo me non si corre più veloci...è la fruizione che è più veloce, se tutto il background è già pronto per essere fruibile …
Le risposte di alcuni docenti … “ …  Stamattina, dopo un mese e mezzo di ripetizioni ed esempi della prima parte di Tecnologie Informatiche che verte sui cosiddetti concetti teorici a cui gli studenti hanno sempre replicato « noi il computer lo sappiamo usare », non hanno saputo digitare l'indirizzo web nella casella apposita del browser: l'hanno digitata nella casella del "Cerca" di Google ... e non sapevano nemmeno dove fosse il carattere "sottolineato" o underscore...mah”.
“ …  Dovremmo continuare a spingere verso l'innovazione in tutte le direzioni, sugli strumenti e sui metodi (evoluzione dall'atteggiamento comportamentista ad uno costruttivista ecc). Ma nello stesso tempo riadottare in forma magari più moderna i vecchi principi sacrosanti per un apprendimento non fasullo. Occorre che i discenti si impegnino, leggano, studino, fatichino, ricordino, ecc. e non lo faranno mai di loro spontanea volontà. Quindi proporgli lavori da svolgere in prima persona (ho abolito i gruppi) con tempi di consegna chiari e rapidi, con o senza tecnologia, e verifiche frequenti anche di semplici nozioni da imparare e ricordare. Tutto ciò non credo sia necessariamente incompatibile con i discorsi più innovativi che stiamo facendo”.
Il problema? Il divario tra …  La progressiva mancanza di sintonia fra competenze che la scuola produce e competenze necessarie per stare nella società della conoscenza.
Ma la risposta dove sta?  Non in miriadi di soluzioni tecnologiche che inseguono il mito dell’automazione come operazione strategica di successo quanto nel RIPENSAMENTO STRATEGICO del sistema.
Ma la risposta dove sta?  ,[object Object]
Per  approfondire … ,[object Object]
Chi è l’insegnante del 2010? La  Fondazione Agnelli  ha condotto un'indagine tra gli insegnanti che dallo scorso anno scolastico sono diventati docenti di ruolo, dopo anni di precariato, per capire come affrontano il loro lavoro e come gestiscono il rapporto con gli studenti. La ricerca è stata svolta in 8 regioni d'Italia (Piemonte, Emilia-Romagna, Puglia, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche e Campania) ed ha coinvolto  15.071 docenti, che si sono messi a disposizione per esprimere il loro punto di vista .  Gli insegnanti neo-assunti hanno risposto ad un questionario con 223 domande.
Chi è l’insegnante del 2010? I docenti coinvolti nella ricerca lavorano in tutti i gradi della scuola, dalla materna alle superiori.  E dai risultati risulta che sono molti gli insegnanti che hanno  paura  di insegnare e di non saper gestire la classe, soprattutto per la presenza sempre più numerosa di studenti stranieri. Un altro problema che affligge i nuovi insegnanti italiani è il rapporto, spesso difficile, con le famiglie degli studenti. Tra i professori delle scuole superiori che hanno partecipato all'indagine,  il 63% dichiara di avere problemi nel gestire la multiculturalità in classe , il 55% non riesce ad interagire come vorrebbe con i genitori ed il 48% trova difficoltà a lavorare in équipe.
Chi è l’insegnante del 2010? In linea di massima le principali paure e/o difficoltà degli insegnanti di oggi sono : - non saper insegnare in classi diversificate e pluriculturali; -  non saper utilizzare le Tecnologie dell’Informazione e della  Comunicazione (TIC) ; - non riuscire a lavorare e pianificare il lavoro con gli altri insegnanti; - non essere in grado di valutare l'apprendimento degli alunni.
Chi è l’insegante del 2010? Il 49% dei docenti ritiene di  non avere una conoscenza adeguata delle nuove tecnologie. E questo è un altro motivo che fa sentire i docenti  inadeguati , soprattutto "nel rapporto con gli allievi".   Secondo Andrea Gavosto, economista e direttore della Fondazione Agnelli, " l’impressione è che forse per la prima volta gli insegnanti italiani inizino a sentirsi fortemente inadeguati:  c’è la percezione di un divario generazionale, tecnologico, di vita e di apprendimento , e loro non sentono di avere tutti gli strumenti per affrontarlo. Il punto è che il meccanismo di formazione produce una tipologia di insegnante sempre uguale a se stessa, che però inizia a rendersi conto di non essere più quello che serve ai ragazzi di oggi ".
Chi è l’insegante del 2010? Da una ricerca Edu-Tech risulta che 7 professori su 10 usano il PC, ma pochi hanno una vera formazione. Studenti e professori non parlano la stessa lingua , sopratutto quando si tratta di nuove tecnologie. E se di solito a dare un voto sono i professori, stavolta ad essere giudicati sono proprio loro, bocciati nelle materie tecnologiche. Le lacune dei prof, quando si parla di PC, le ha messe in evidenza un'indagine condotta da Edu-Tech su circa 1.000 insegnanti.  Il 18% di questi non accendono mail il computer, il 67% invece lo usa abitualmente, il 43% una volta a settimana mentre solo il 24% lo fa ogni giorno.
Chi è l’insegante del 2010? Solo il 19% di chi lo sa usare ha seguito un corso di formazione.  Il 26% si dichiara autodidatta mentre il 13% deve ringraziare l'insegnamento fornito da un partner più tecnologico. Il 20% di chi usa il PC si connette tutti i giorni, il 40% spesso, il 19% un paio di volte a settimana. La maggioranza degli insegnanti (64%) è favorevole alla tecnologia, ed il 71% ritiene addirittura che il PC sia uno strumento che debba essere fornito a tutti gli studenti .  Quando si parla di tecnologia, però, sono numerosi gli strafalcioni dei prof: per loro Outlook è un termine per indicare qualcosa fuori moda, ritengono che Facebook sia un nuovo registro elettronico per le note e solo il 24% di loro sa che Lim è una sigla che designa le nuove lavagne multimediali.
L’apparente disponibilità al cambiamento incontra l’ostacolo della  sofferenza  legata all’abbandono del già conosciuto (Fabbri, 1994).
Ma andiamo a ritroso … Studi scientifici dimostrano che modalità specifiche di interazione con gli studenti si collegano a risultati positivi da parte di questi ultimi (Reeve, Bolt, Cai 2001). Fonte: Psicologia dell’educazione e della formazione, Vol. 3, N. 2, 2001.  Increased positive emotions (happiness) were significantly correlated with increased use of computers at school. Finally, increases in positive emotions and decreases in negative emotions were significantly related to teacher and student-based use of computers in the field.  http://baywood.metapress.com/app/home/contribution.asp?referrer=parent&backto=issue,6,7;journal,30,171;linkingpublicationresults,1:300321,1 Teachers play the central role in classrooms. Therefore it is obvious that teacher's attitude towards technology affects the way that technology is used and how much it is used in classroom. http://www.editlib.org/noaccess/23202
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Frustration, learning, excitement, and cost-benefit analysis.  Depending on the available support, their own comfort level, and the purpose of the technology, teachers may wisely decide it's not worth it to incorporate a given technology into their classroom. http://www.quora.com/Which-emotions-do-teachers-go-through-while-starting-to-integrate-technology-into-their-practices-1
Il vero nodo sta nel realizzare l’integrazione tra teoria e pratica (Korthagen e Kessel, 1999) e, soprattutto, nel fare in modo che tale integrazione si verifichi anche negli insegnanti.
We observed that the (mere) use of new materials (curricular, technology, etc.) was important but was only the tip of the implementation iceberg. The more difficult parts related to whether teachers (a) developed new skills, behaviors, and practices associated with the change; and (b) acquired new beliefs and understandings about the change. In other words, change involved  a process of redoing and rethinking . Given the dramatic distance from current to new practice represented by new technologies (or more accurately, new pedagogies) this change process, involving millions of teachers is obviously an enormous challenge. http://www.michaelfullan.ca/Articles_98-99/12_99.htm
Obiettivo della formazione continua è migliorare lo sviluppo dell’insegnante affinché questi migliori la propria capacità di promuovere lo sviluppo dei propri allievi (Day, 1999).
GRAZIE PER L’ATTENZIONE! Dott.ssa Antonella Chifari Ricercatore Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR Palermo Psicologo Psicoterapeuta CC [email_address] http://www.itd.cnr.it

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  • 1. Free Powerpoint Templates Accompagnare la scuola al cambiamento nella società della conoscenza Dott.ssa Antonella Chifari
  • 2. L'innovazione consiste nella realizzazione consapevole e volontaria di un'azione, o una serie di azioni, al termine delle quali la situazione di partenza risulta modificata. È proprio il concetto di intenzionalità che delimita le esperienze innovative vere e proprie, da quelle che sono invece puri e semplici cambiamenti, non voluti e a volte nemmeno previsti. Il cambiamento …
  • 3. Seymour Papert (1997): «... il cambiamento succederà perché ci sono i computer. La gente che sta dibattendo se ci debba essere realmente una rivoluzione nelle scuole, sta perdendo il proprio tempo e quello di tutti gli altri. Dicono che è troppo costoso fare grossi cambiamenti ora, ma, in realtà, stanno sprecando i soldi, perché tutto quello che spendono in questo momento verrà buttato via; tra dieci o vent'anni nulla che somigli anche vagamente alla scuola come la conosciamo continuerà ad esistere. I computer saranno ovunque e i bambini li avranno, apprenderanno in modi diversi. La nostra scelta, quindi, non consiste nell'essere favorevoli o contrari, ma di essere disposti ad accettare che la rivoluzione sta già succedendo e che succederà in futuro. Ora dovremmo sforzarci affinché ciò succeda in un modo ordinato e pianificato, non dovremmo aspettare finché ne verremo sopraffatti.»
  • 4. … una società basata sull'uso diffusivo della tecnologia, in particolare della tecnologia dell'informazione e della comunicazione, e che si sviluppa lungo quel percorso che sta portando le nostre società verso un'organizzazione economica e sociale basata sulla conoscenza. … società della conoscenza
  • 5. … centrale diviene il ruolo dell’individuo come risorsa, in cui l’identità professionale richiama non solo abilità di ordine tecnico, ma anche un capitale umano da costruire e ricostruire lungo tutto l’arco dell’esistenza. … società della conoscenza
  • 6. Le persone nella società della conoscenza … non si tratta di imparare un nuovo mestiere, ma di trasformare il modo di concepire la propria vita e di pensare il proprio futuro. E’ più di un cambiamento culturale: è un radicale trasformazione della persona (Sennet, 1998).
  • 7. Alcune domande sul futuro della scuola Il sistema scolastico attuale sa produrre le competenze necessarie per entrare attivamente nella società della conoscenza?
  • 8. Le risposte di alcuni docenti … “… Ero così abituato a sentire tante chiacchiere inutili, a scuola o nei vecchi corsi di aggiornamento che ci propinavano, che senza accorgermene avevo sviluppato una specie di allergia alle teorie. Invece è fondamentale riuscire a coniugare un po' tutti gli aspetti, perché altrimenti si rischia davvero di avere a disposizione strumenti potentissimi e non poterli utilizzare al meglio. Anzi al contrario ottenere risultati controproducenti …
  • 9. Le risposte di alcuni docenti … … Con delle buone teorie e metodologie, la finta polemica se abbracciare oppure no le nuove tecnologie nella didattica diventa priva di senso. Alcune azioni riesci in pratica ad attuarle solo con l'appoggio di tecnologie adatte, altre pur essendone indipendenti possono trarne giovamento. In altre situazioni, tecnologie magari troppo complesse, potrebbero essere elemento di distrazione dall'obiettivo principale”.
  • 10. Le risposte di alcuni docenti … “ … Certo è dura oggi per gli insegnanti educare dovendo competere con Media e Rete. Ma ancora oggi gli studenti non focalizzano i Contenuti. Esplorano ogni ambiente ma non hanno memoria di cosa contiene l'ambiente in cui sono entrati ed in cui stanno correndo velocissimi, più veloci della loro stessa capacità di fermare i concetti e ricordarli, tenerne traccia. Quindi poi manifestano tutta la loro umanità in un momento di distrazione, di riposo per riprendere il fiato necessario a proseguire la loro corsa a velocità impossibile nell'attuale mondo dei Media Globali …
  • 11. Le risposte di alcuni docenti … … Come educatori immigranti digitali non solo dovremo svolgere un ruolo centrale in un'offerta approfondita che abbracci le modalità comunicative degli studenti ma essere in grado, un domani, di creare applicazioni in grado di esprimere i contenuti della disciplina insegnata che siano supportate da cellulari, internet e tutti i media usati dai nostri studenti. E, inoltre, dobbiamo essere sensibili a nuovi contesti e a nuove pratiche sociali insomma Superman. Il tutto è stimolante, anzi sfidante ”.
  • 12. Le risposte di alcuni docenti … “ … Io non penso che le tecnologie digitali alleggeriscano il lavoro della didattica; basta pensare all'insieme di attrezzi software che occorrono per fare un misero video, trasformarlo da avi a flv, integrarlo in diverse piattaforme, e così via. Secondo me non si corre più veloci...è la fruizione che è più veloce, se tutto il background è già pronto per essere fruibile …
  • 13. Le risposte di alcuni docenti … “ … Stamattina, dopo un mese e mezzo di ripetizioni ed esempi della prima parte di Tecnologie Informatiche che verte sui cosiddetti concetti teorici a cui gli studenti hanno sempre replicato « noi il computer lo sappiamo usare », non hanno saputo digitare l'indirizzo web nella casella apposita del browser: l'hanno digitata nella casella del "Cerca" di Google ... e non sapevano nemmeno dove fosse il carattere "sottolineato" o underscore...mah”.
  • 14. “ … Dovremmo continuare a spingere verso l'innovazione in tutte le direzioni, sugli strumenti e sui metodi (evoluzione dall'atteggiamento comportamentista ad uno costruttivista ecc). Ma nello stesso tempo riadottare in forma magari più moderna i vecchi principi sacrosanti per un apprendimento non fasullo. Occorre che i discenti si impegnino, leggano, studino, fatichino, ricordino, ecc. e non lo faranno mai di loro spontanea volontà. Quindi proporgli lavori da svolgere in prima persona (ho abolito i gruppi) con tempi di consegna chiari e rapidi, con o senza tecnologia, e verifiche frequenti anche di semplici nozioni da imparare e ricordare. Tutto ciò non credo sia necessariamente incompatibile con i discorsi più innovativi che stiamo facendo”.
  • 15. Il problema? Il divario tra … La progressiva mancanza di sintonia fra competenze che la scuola produce e competenze necessarie per stare nella società della conoscenza.
  • 16. Ma la risposta dove sta? Non in miriadi di soluzioni tecnologiche che inseguono il mito dell’automazione come operazione strategica di successo quanto nel RIPENSAMENTO STRATEGICO del sistema.
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  • 19. Chi è l’insegnante del 2010? La Fondazione Agnelli ha condotto un'indagine tra gli insegnanti che dallo scorso anno scolastico sono diventati docenti di ruolo, dopo anni di precariato, per capire come affrontano il loro lavoro e come gestiscono il rapporto con gli studenti. La ricerca è stata svolta in 8 regioni d'Italia (Piemonte, Emilia-Romagna, Puglia, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche e Campania) ed ha coinvolto 15.071 docenti, che si sono messi a disposizione per esprimere il loro punto di vista . Gli insegnanti neo-assunti hanno risposto ad un questionario con 223 domande.
  • 20. Chi è l’insegnante del 2010? I docenti coinvolti nella ricerca lavorano in tutti i gradi della scuola, dalla materna alle superiori. E dai risultati risulta che sono molti gli insegnanti che hanno paura di insegnare e di non saper gestire la classe, soprattutto per la presenza sempre più numerosa di studenti stranieri. Un altro problema che affligge i nuovi insegnanti italiani è il rapporto, spesso difficile, con le famiglie degli studenti. Tra i professori delle scuole superiori che hanno partecipato all'indagine, il 63% dichiara di avere problemi nel gestire la multiculturalità in classe , il 55% non riesce ad interagire come vorrebbe con i genitori ed il 48% trova difficoltà a lavorare in équipe.
  • 21. Chi è l’insegnante del 2010? In linea di massima le principali paure e/o difficoltà degli insegnanti di oggi sono : - non saper insegnare in classi diversificate e pluriculturali; - non saper utilizzare le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) ; - non riuscire a lavorare e pianificare il lavoro con gli altri insegnanti; - non essere in grado di valutare l'apprendimento degli alunni.
  • 22. Chi è l’insegante del 2010? Il 49% dei docenti ritiene di non avere una conoscenza adeguata delle nuove tecnologie. E questo è un altro motivo che fa sentire i docenti inadeguati , soprattutto "nel rapporto con gli allievi".  Secondo Andrea Gavosto, economista e direttore della Fondazione Agnelli, " l’impressione è che forse per la prima volta gli insegnanti italiani inizino a sentirsi fortemente inadeguati: c’è la percezione di un divario generazionale, tecnologico, di vita e di apprendimento , e loro non sentono di avere tutti gli strumenti per affrontarlo. Il punto è che il meccanismo di formazione produce una tipologia di insegnante sempre uguale a se stessa, che però inizia a rendersi conto di non essere più quello che serve ai ragazzi di oggi ".
  • 23. Chi è l’insegante del 2010? Da una ricerca Edu-Tech risulta che 7 professori su 10 usano il PC, ma pochi hanno una vera formazione. Studenti e professori non parlano la stessa lingua , sopratutto quando si tratta di nuove tecnologie. E se di solito a dare un voto sono i professori, stavolta ad essere giudicati sono proprio loro, bocciati nelle materie tecnologiche. Le lacune dei prof, quando si parla di PC, le ha messe in evidenza un'indagine condotta da Edu-Tech su circa 1.000 insegnanti. Il 18% di questi non accendono mail il computer, il 67% invece lo usa abitualmente, il 43% una volta a settimana mentre solo il 24% lo fa ogni giorno.
  • 24. Chi è l’insegante del 2010? Solo il 19% di chi lo sa usare ha seguito un corso di formazione. Il 26% si dichiara autodidatta mentre il 13% deve ringraziare l'insegnamento fornito da un partner più tecnologico. Il 20% di chi usa il PC si connette tutti i giorni, il 40% spesso, il 19% un paio di volte a settimana. La maggioranza degli insegnanti (64%) è favorevole alla tecnologia, ed il 71% ritiene addirittura che il PC sia uno strumento che debba essere fornito a tutti gli studenti . Quando si parla di tecnologia, però, sono numerosi gli strafalcioni dei prof: per loro Outlook è un termine per indicare qualcosa fuori moda, ritengono che Facebook sia un nuovo registro elettronico per le note e solo il 24% di loro sa che Lim è una sigla che designa le nuove lavagne multimediali.
  • 25. L’apparente disponibilità al cambiamento incontra l’ostacolo della sofferenza legata all’abbandono del già conosciuto (Fabbri, 1994).
  • 26. Ma andiamo a ritroso … Studi scientifici dimostrano che modalità specifiche di interazione con gli studenti si collegano a risultati positivi da parte di questi ultimi (Reeve, Bolt, Cai 2001). Fonte: Psicologia dell’educazione e della formazione, Vol. 3, N. 2, 2001. Increased positive emotions (happiness) were significantly correlated with increased use of computers at school. Finally, increases in positive emotions and decreases in negative emotions were significantly related to teacher and student-based use of computers in the field. http://baywood.metapress.com/app/home/contribution.asp?referrer=parent&backto=issue,6,7;journal,30,171;linkingpublicationresults,1:300321,1 Teachers play the central role in classrooms. Therefore it is obvious that teacher's attitude towards technology affects the way that technology is used and how much it is used in classroom. http://www.editlib.org/noaccess/23202
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  • 28. Frustration, learning, excitement, and cost-benefit analysis.  Depending on the available support, their own comfort level, and the purpose of the technology, teachers may wisely decide it's not worth it to incorporate a given technology into their classroom. http://www.quora.com/Which-emotions-do-teachers-go-through-while-starting-to-integrate-technology-into-their-practices-1
  • 29. Il vero nodo sta nel realizzare l’integrazione tra teoria e pratica (Korthagen e Kessel, 1999) e, soprattutto, nel fare in modo che tale integrazione si verifichi anche negli insegnanti.
  • 30. We observed that the (mere) use of new materials (curricular, technology, etc.) was important but was only the tip of the implementation iceberg. The more difficult parts related to whether teachers (a) developed new skills, behaviors, and practices associated with the change; and (b) acquired new beliefs and understandings about the change. In other words, change involved a process of redoing and rethinking . Given the dramatic distance from current to new practice represented by new technologies (or more accurately, new pedagogies) this change process, involving millions of teachers is obviously an enormous challenge. http://www.michaelfullan.ca/Articles_98-99/12_99.htm
  • 31. Obiettivo della formazione continua è migliorare lo sviluppo dell’insegnante affinché questi migliori la propria capacità di promuovere lo sviluppo dei propri allievi (Day, 1999).
  • 32. GRAZIE PER L’ATTENZIONE! Dott.ssa Antonella Chifari Ricercatore Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR Palermo Psicologo Psicoterapeuta CC [email_address] http://www.itd.cnr.it