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Il metodo Metacognitivo
L’attuale ricerca psicopedagogica, sottolinea il ruolo cruciale
ricoperto dalle abilità metacognitive nell’acquisizione della
competenza ritenuta ormai indispensabile nella società
attuale: imparare ad imparare
In particolare il nostro punto di riferimento è Feuerstein, lo
psicologo israeliano che basa la sua teoria sul concetto di
modificabilità cognitiva “l’intelligenza è un processo di
autoregolazione dinamica” e che ha costruito un completo
ed organico sistema operativo per il potenziamento delle
abilità cognitive di base (PAS: programma di arricchimento
strumentale).
I concetti chiave del metodo Feuerstein
L’intelligenza è una cera molle che può essere
plasmata quasi a piacere
L’apprendimento mediato è il metodo per
imparare ad imparare
A CHI SI RIFA’?
PIAGET
BRUNER
VYGOTSKY
Fasi del pensiero
Linguaggio
Curiosità regolata
L’impostazione di Feuerstein presenta una notevole affinità con
quella dello psicologo e pedagogo russo Lev Vygotskij (1896-
1934).
Entrambi gli studiosi si caratterizzano per l’interesse e la curiosità
nei confronti di quello che l’individuo può conoscere e apprendere,
piuttosto che per ciò che ha già conosciuto e appreso.
Pertanto ciò che conta è la capacità dell’individuo di modificarsi in
tutti gli aspetti della sua personalità, a partire da quella cognitiva,
traendo vantaggio dalle occasioni
d‘apprendimento offerte dall’ambiente.
Questo processo prevede che una persona più
competente collabori con chi sta apprendendo
al fine di aiutarlo a muoversi dal punto in cui si
trova al punto dove può trovarsi facendosi
aiutare ( zona di sviluppo prossimale).
Consigli utili sull’uso del metodo Feuerstein
nell’insegnamento:
1. Il docente non deve essere un trasmettitore di
informazioni, ma deve essere un mediatore affinché il
sapere informatico sia una conquista. Il suo compito è
perciò di guidare l’allievo, attraverso una serie di
domande, all’acquisizione delle
conoscenze/abilità/competenze.
2. Ogni “compito” prevede prima di tutto una fase di
“osservazione e di raccolta dati”.
Le domande in questa fase possono essere:
 Cosa vedi? Dove lo vedi? Come è fatto? Cosa c’è prima,
dopo?....
(si potrebbe far osservare il desktop o la pagina introduttiva del gioco
didattico freeware ”Imparo a conoscere l’Italia”, IPRASE Trentino, o altro…)
In queste risposte l’alunno va guidato a compiere una
descrizione sistematica, accurata di quanto vede e ad
esprimersi usando un linguaggio chiaro ed efficace dal punto
di vista comunicativo, dato che la ricchezza linguistica è la
premessa necessaria per lo sviluppo del pensiero.
Inoltre in questa fase va favorita l’organizzazione spaziale e
temporale, elementi indispensabili per la pianificazione di
un’attività.
3. Si entra a questo punto nella fase che Feuerstein
definisce di “elaborazione”, fase in cui si avvia
l’interiorizzazione delle informazioni e in cui va definito
il problema e vanno fatte delle ipotesi per trovare
strumenti adatti e strategie di soluzione
 A cosa serve questa immagine o icona o funzione?
 Quale sarà il compito che dobbiamo svolgere?
 Quali sono le fasi operative per lo svolgimento di
questo determinato “compito”?
Insieme all’alunno vanno definiti quindi il modello da seguire
e le fasi necessarie per svolgere una determinata attività
 Scriviamo le fasi necessarie per svolgere una determinata
procedura
(se devo creare una cartella, farò clic col dx ….)
 Ecco il modello che dobbiamo seguire ….
4. Ha inizio la fase operativa “fase di output” in cui l’alunno
procede da solo nell’esecuzione del compito.
Segue il controllo da parte dell’alunno, sotto la guida
dell’insegnate-mediatore, del lavoro svolto e l’ esposizione
orale delle difficoltà trovate e delle strategie utilizzate per
superarle
Il controllo del lavoro svolto permette altre importanti
conquiste nel percorso metacognitivo:
- la capacità di trovare e correggere l’eventuale errore,
- la “scoperta” che ognuno ha difficoltà diverse e attua
strategie di superamento differenti.
5. La parte conclusiva di ogni lezione è opportuno che
includa sempre un momento di
“riflessione-generalizzazione”
 Cosa hai imparato oggi?
 A cosa ti serve?
 Puoi usare quello che hai imparto oggi in altri
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della vita quotidiana…
 Scriviamo insieme una piccola regola: “tutte le volte
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Metodo feurestein 1

  • 2. L’attuale ricerca psicopedagogica, sottolinea il ruolo cruciale ricoperto dalle abilità metacognitive nell’acquisizione della competenza ritenuta ormai indispensabile nella società attuale: imparare ad imparare In particolare il nostro punto di riferimento è Feuerstein, lo psicologo israeliano che basa la sua teoria sul concetto di modificabilità cognitiva “l’intelligenza è un processo di autoregolazione dinamica” e che ha costruito un completo ed organico sistema operativo per il potenziamento delle abilità cognitive di base (PAS: programma di arricchimento strumentale).
  • 3. I concetti chiave del metodo Feuerstein L’intelligenza è una cera molle che può essere plasmata quasi a piacere L’apprendimento mediato è il metodo per imparare ad imparare
  • 4. A CHI SI RIFA’? PIAGET BRUNER VYGOTSKY Fasi del pensiero Linguaggio Curiosità regolata
  • 5. L’impostazione di Feuerstein presenta una notevole affinità con quella dello psicologo e pedagogo russo Lev Vygotskij (1896- 1934). Entrambi gli studiosi si caratterizzano per l’interesse e la curiosità nei confronti di quello che l’individuo può conoscere e apprendere, piuttosto che per ciò che ha già conosciuto e appreso. Pertanto ciò che conta è la capacità dell’individuo di modificarsi in tutti gli aspetti della sua personalità, a partire da quella cognitiva, traendo vantaggio dalle occasioni d‘apprendimento offerte dall’ambiente. Questo processo prevede che una persona più competente collabori con chi sta apprendendo al fine di aiutarlo a muoversi dal punto in cui si trova al punto dove può trovarsi facendosi aiutare ( zona di sviluppo prossimale).
  • 6. Consigli utili sull’uso del metodo Feuerstein nell’insegnamento: 1. Il docente non deve essere un trasmettitore di informazioni, ma deve essere un mediatore affinché il sapere informatico sia una conquista. Il suo compito è perciò di guidare l’allievo, attraverso una serie di domande, all’acquisizione delle conoscenze/abilità/competenze.
  • 7. 2. Ogni “compito” prevede prima di tutto una fase di “osservazione e di raccolta dati”. Le domande in questa fase possono essere:  Cosa vedi? Dove lo vedi? Come è fatto? Cosa c’è prima, dopo?.... (si potrebbe far osservare il desktop o la pagina introduttiva del gioco didattico freeware ”Imparo a conoscere l’Italia”, IPRASE Trentino, o altro…) In queste risposte l’alunno va guidato a compiere una descrizione sistematica, accurata di quanto vede e ad esprimersi usando un linguaggio chiaro ed efficace dal punto di vista comunicativo, dato che la ricchezza linguistica è la premessa necessaria per lo sviluppo del pensiero. Inoltre in questa fase va favorita l’organizzazione spaziale e temporale, elementi indispensabili per la pianificazione di un’attività.
  • 8. 3. Si entra a questo punto nella fase che Feuerstein definisce di “elaborazione”, fase in cui si avvia l’interiorizzazione delle informazioni e in cui va definito il problema e vanno fatte delle ipotesi per trovare strumenti adatti e strategie di soluzione  A cosa serve questa immagine o icona o funzione?  Quale sarà il compito che dobbiamo svolgere?  Quali sono le fasi operative per lo svolgimento di questo determinato “compito”?
  • 9. Insieme all’alunno vanno definiti quindi il modello da seguire e le fasi necessarie per svolgere una determinata attività  Scriviamo le fasi necessarie per svolgere una determinata procedura (se devo creare una cartella, farò clic col dx ….)  Ecco il modello che dobbiamo seguire ….
  • 10. 4. Ha inizio la fase operativa “fase di output” in cui l’alunno procede da solo nell’esecuzione del compito. Segue il controllo da parte dell’alunno, sotto la guida dell’insegnate-mediatore, del lavoro svolto e l’ esposizione orale delle difficoltà trovate e delle strategie utilizzate per superarle Il controllo del lavoro svolto permette altre importanti conquiste nel percorso metacognitivo: - la capacità di trovare e correggere l’eventuale errore, - la “scoperta” che ognuno ha difficoltà diverse e attua strategie di superamento differenti.
  • 11. 5. La parte conclusiva di ogni lezione è opportuno che includa sempre un momento di “riflessione-generalizzazione”  Cosa hai imparato oggi?  A cosa ti serve?  Puoi usare quello che hai imparto oggi in altri contesti di apprendimento, in altre situazioni anche della vita quotidiana…  Scriviamo insieme una piccola regola: “tutte le volte che….(scrittura della regola) possiamo agire in questo modo”