La sfida che abbiamo di fronte e’ immaginare una rinnovata creativita’ locale, che valorizzi le risorse/eccelenze presenti nel nostro territorio e cerchi nuove soluzioni alle questioni che interrogano
il futuro dell’economia
locale e del lavoro.
T-FARM "spazi di lavoro, collaborazione e condivisione"
1.
2.
3. identificare un bisogno in qualche modo
(emergente, latente, etc)
mettersi nei panni di chi quel bisogno lo sente
analizzare il contesto
brainstorming e generazione di idee/soluzioni
test delle ipotesi su cui si basano le soluzioni
condivisione dei risultati
apprendimento
messa a regime del prodotto/servizio,
mainstreaming/istituzionalizzazione
4. Solo che...
in alcuni casi si fanno cose un po’ diverse
l’azione conta tanto quanto la testimonianza
i soggetti che promuovono queste azioni
spesso assomigliano più a imprese che a
comitati
5.
6. Sono luoghi, realtà o organizzazioni che:
favoriscono orizzontalità e condivisione sanno
adattarsi velocemente a molteplici esigenze
sono multidisciplinari
sono aperti alla sperimentazione (e al fallimento)
si pensano come parte di un sistema complesso
pensano alle persone per cui sono utili più che al
mercato
sono interessati all’impatto delle loro azioni oltre
che alle azioni stesse
sono più abituati a fare che a raccontare
sviluppano nuove metodologie
7. Il cambiamento deriva da:
l’abilità di leggere nuovi bisogni
la capacità di elaborare ipotesi di soluzioni e far
dialogare mondi diversi
la possibilità di condurre dei test su piccola scala in
grado di prefigurare il cambiamenti desiderati
la comprensione del tema replicabilità/scalabilità
la capacità di riflettere sull’utilità e gli esiti di una
azione/esperienza
la capacità di rapportarsi con le istituzioni e la
politica
8. Ma di sicuro possono tornare utili:
educazione all’imprenditorialità
design dei servizi
processi di partecipazione
costruzione di comunità
dati e tecnologie digitali
9.
10. Impact Hub
Ex Fadda
Farm Cultural Park
Casa Netural
HubSpa
Toolbox
Open Dot
Avanzi
We Make
Talentgarden
Piano C
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20.
21.
22.
23. non nascono per fare politica ma... in realtà di
politica ne fanno molta, perché ogni attività
sociale ha una ricaduta politica e perché
rispondere ad un bisogno è fare politica
sono associazioni, imprese, incubatori, spazi di
coworking, etc etc
sono frutto di investimenti di singoli e comunità
tendono a stare «sul mercato» (con o senza
sostegno pubblico)
24.
25. spazi aperti
spazi multifunzione
senza orari
legati ad un nucleo di persone con una attività
caratteristica
modelli di business differenti (affitto spazi,
organizzazione eventi, vendita servizi, bar e
ristorazione, iniziative culturali, formazione)
servono per lavorare, imparare, scoprire,
condividere esperienze
tendono a far saltare le distinzioni tra vita,
lavoro e tempo libero
aggregano interessi e competenze
generano identità
reti corte + reti lunghe
28. Si tratta di un’attività che non richiede
necessariamente uno spazio dedicato per essere
espletata. Si può evitare di spendere soldi per cose
non indispensabili. Trovare le persone giuste è molto
più impegnativo che aprire le porte a uno spazio di
lavoro condiviso. E’ necessario diventare capaci di
rispondere alla comunità di riferimento anziché a un
investitore, perché la comunità è l’investitore".
La prima cosa da fare è partire dalle persone, che
devono essere sì competenti ma anche molto
motivate; solo dopo essersi concentrati bene sulla
comunità, si può pensare ad avviare uno spazio di co-
working!
29. chi conosce un bisogno
e chi può fornire soluzioni
chi pensa e chi fa
reti corte e reti lunghe
chi a tempo con chi ha risorse materiali
ed immateriali
gli interessi dei singoli e gli obiettivi
della collettività
30.
31. essere trasparenti su obiettivi e regole
condivise
essere capaci di includere chi si aggrega dopo
colmare le asimmetrie informative
rimettere forme e organizzazioni sempre in
discussione
riaffermare ciclicamente principi e valori
tenere conto delle motivazioni personali dei
membri di una comunità
parcellizzare compiti per permettere
l’attivazione sporadica
definire «linee guida» per permettere
attivazione autonoma
32.
33.
34. Al crescere degli spazi di lavoro condiviso, fa eco il susseguirsi
di annunci di tavoli, accordi, convenzioni promossi da comuni,
province, regioni.
Alcune amministrazioni pubbliche hanno capito che gli
spazi di coworking sono luoghi di contaminazione e
innovazione, dove la prossimità fisica tra persone con
competenze diverse genera nuove idee progettuali e la
disponibilità di servizi facilita il passaggio dall’idea all’azione.
L’obiettivo del coworking non è risparmiare sui costi della
scrivania, ma migliorare la qualità della vita lavorativa e
creare nuove opportunità di business e di lavoro. Per
questo, oltre ai freelance, può interessare anche disoccupati e
lavoratori dipendenti e le iniziative di supporto al
coworking possono essere considerate politiche attive
del lavoro.
35.
36. 1. La creazione di spazi pubblici di coworking.
2. Il sostegno ai coworker attraverso voucher.
3. La partnership con il privato sociale.
La questione-chiave per valutare queste iniziative
riguarda le finalità. Se l’obiettivo è sostenere i
freelance nella ricerca di un ufficio, allora il
destinatario delle iniziative non può che essere il
coworker e la selezione degli spazi di coworking
accreditati è poco rilevante.
Se si intende supportare la creazione di impresa,
l’attenzione deve rivolgersi prevalentemente ai servizi
offerti negli spazi di coworking.
37. Ma il vero potenziale di uno spazio di coworking è
l’accelerazione dei processi di innovazione del tessuto
produttivo locale.
Per raggiungere questo obiettivo, spunti interessanti
possono venire dal dibattito in corso all’estero sui
telecentri, che si stanno riconfigurando in luoghi di
contaminazione tra competenze ed esperienze.
In questo caso, i coworker si trasformano da
destinatari delle politiche pubbliche a potenziali alleati
delle amministrazioni locali nell’introduzione di
iniziative di interesse più generale.