Una introduzione alla "necessità" di corrispondere alla realtà dei bambini e dei ragazzi con una educazione mediale forte e significativa. Punti di criticità e riflessioni senza l'effetto alone dei pregiudizi.
2. 2 EVIDENZE …
L’evoluzione della specie: dai nativi digitali alla saggezza digitale (…)
dal bisogno di comunicare ai bambini come e perché usare la tecnologia
alla necessità educativa di comunicare un forte senso del quando l’uso
della tecnologia è saggio (M. Prensky, 2013)
Le tecnologie educative: un terreno scivoloso, un’impresa euristica dal punto di
vista della ricerca e della riflessione, un tema controverso che non può ridursi a
una mera questione di strumenti e tecnologie (…) con cadute apocalittiche o integraliste. E la scuola? Una agenzia di mediazione. (M. Ranieri, 2011)
3. … 2 CONSIDERAZIONI DI PARTENZA
La scuola non cambia solo perché c’è il digitale.
5. Dati di realtà
XI Rapporto Censis/UCSI sulla Comunicazione, Roma 11/10/2013: l’evoluzione
digitale della specie.
ERA BIOMEDIATICA
Condivisione delle biografie personali
sui social.
UTENTE PROSUMER
Utente consumatore e produttore.
EVOLUZIONE DELLA
SPECIE
Connessi da PC o mobile
Superconnessi: Always on
6. … 1 IMPERATIVO ETICO
“Aiutare ad imparare a vivere” facendo i conti con la
complessità, l’incertezza, la liquidità della nostra realtà.
(Edgar Morin, Avvenire, 25/10/2013)
Essenziale una guida alla conoscenza contestualizzata, alla ricomposizione
della frammentazione, allo sviluppo delle competenza di riflessione.
Urgente un cambiamento dell’approccio al sapere.
Inderogabili le nuove sfide per la scuola.
7. LE SFIDE PER LA SCUOLA
•Ripensare quantità e qualità conoscenze da insegnare (scelta etica)
•Riequilibrare la didattica nel rapporto tra teoria e pratica
•Personalizzare l’apprendimento
•Far relazionare identità culturale e universalità del sapere nel mondo
globalizzato di oggi.
8. The Nutella® global value chain
Tratto da MAPPING GLOBAL VALUE CHAINS, Conferenza OCSE, Parigi, 2012
11. Siamo immersi nei media, ma ci comportiamo come
“il pesce che non sa dell’esistenza dell’acqua”
(Marconato, 2013)
12. Oppure guardiamo questa realtà liquida e digitale
dall’esterno come uno che la fissa con ammirazione o
uno che la punta con intenzioni poco pacifiche.
13. Dimenticando che
le tecnologie digitali sostengono in modo quasi naturale i PROCESSI DI
APPRENDIMENTO RICCHI;
nella complessità del processo di apprendimento spesso IL LORO RUOLO
VIENE SOTTOSTIMATO O SOTTOUTILIZZATO O ANCORA
MONODIREZIONATO . Non esiste solo il PC o solo il Web!
(Marconato, 2013)
15. La presenza dei media cambia qualcosa nella didattica?
I media offrono davvero nuove opportunità?
I media obbligano necessariamente a cambiare/innovare la
didattica?
È possibile mantenere i setting didattici tradizionali?
Cosa è possibile fare nel contesto attuale?
Come è possibile sostenere il cambiamento?
16. “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa
a quale porto vuol approdare”.
(Seneca, lettera 71)
Il cambiamento autentico passa solo
se sono coinvolte le persone.
17. Ogni processo di cambiamento genera emozioni. Gli attori del cambiamento
devono essere consapevoli della necessità di farsi carico della gestione
delle dinamiche emotive che il cambiamento scatena.
Ogni cambiamento prevede l’intervento sulle persone e sull’organizzazione.
Fonte: Six Seconds Italia
18. Cosa devo insegnare per
innovare restando nel
flusso conoscitivo e
comunicativo fluido tipico
di oggi?
21. Passaggio dalla conoscenza
tecnica a quella educativa e
creativa. (es. non spiego come si fa una
pagina web, la leggo, l’analizzo, la uso per
comunicare. Facendo scopro come si fa e
rifletto sul suo farsi, …)
22. 1
2
3
• Educare ai media (media come oggetto di studio;
es. il funzionamento del pc)
• Educare con i media (media per favorire
l’apprendimento; es. cd con software per
esercitazioni)
• Educare attraverso i media (usare i linguaggi per
costruire nuovi linguaggi; es. dall’ascolto di una
web radio alla costruzione di una propria web
radio o di podcast)
23. Enfasi su dimensioni criticocognitive nell’analisi dei messaggi
e su valutazione credibilità
informazioni (es. bufale, …)
Ottobre 2013
24. Attenzione a dimensione etico-sociale nella
costruzione collaborativa della conoscenza
(es. carte geografiche non
eurocentriche, calendari, google Eart …)
25. Sfruttamento trasversalità della competenza digitale
(es. tematica affrontata con più codici)
Condivisione materiali e strumenti (es. Dropbox)
27. Lavoro per problemi aperti a più interpretazioni, che
non abbiano una soluzione univoca, ma più strategie
di soluzione
Attività che mettano l’allievo in situazioni tratte dal
mondo reale e che non richiedono la semplice
applicazione meccanica di procedure risolutive
Compiti che mobilitino risorse , strutture di
interpretazione, di azione e di autoregolazione
(es. problema del carpentiere)
28. Un carpentiere ha 32 metri di tavole. Quali di questi recinti può
realizzare?
30. Multimedialità
=
Più mezzi che
confluiscono, che si
affiancano e che si
possono leggere solo
nel senso predefinito
(es. power point,
web 1.0)
OUT
Media education
=
Scoprire, conoscere i
linguaggi dei vari media
e loro varianti e invarianti,
per usarli con abilità,
competenza e pensiero critico
(fumetto, giornale, video, radio,
animazione, teatro, web 2.0, …)
IN
31. MEDIA
come catalizzatori
(katalysis: sostanza che prende parte a una reazione chimica
accellerandola e agevolando il formarsi lo svilupparsi di tendenze ma di suo
non è la reazione; essa è presente nel processo, vi partecipa in maniera
distinta, lo influenza intermini di rapidità, non incide in maniera decisiva per
la sua riuscita)
32. Quali media possono essere utili?
LIM
RADIO
VIDEO
WEB
FOTOGRAFIA
GIORNALE
FUMETTO
TEATRO
PC
TV
LIBRO
New e old media per una ecologia mediale che guarda ai media
Nel loro insieme senza focalizzarsi su uno in particolare e tenendo
Bene in conto che il PC non è il media, ma un meta-media
33. IL DOCENTE DEVE SAPER SCEGLIERE CIO’
CHE SERVE E CONOSCERE A FONDO I
LINGUAGGI DEI MEDIA CHE DECIDE DI
USARE.
“L’efficacia formativa è data dalla rilevanza che il medium può assumere rispetto
All’obiettivo che si cuol raggiungere e alle strategie didattiche che si mette in atto,
non della multimedialità in sé” (Merril, 1997)
34. Architettura concettuale di supporto:
• flessibilità cognitiva (neuroni a specchio,
plasticità cognitiva)
• apprendimento esperienziale
• problem solving
Legato a situazioni reali
• apprendimento case-based
Legato a come si organizzano le esperienze
e gli apprendimenti relativi nella nostra
memoria e come ciò si utilizza per risolvere
nuovi problemi (es. problema del
carpentiere)
38. 4 POSSIBILI VIE
PER LA DIDATTICA del FARE ESPERIENZIALE
Costruisce ambienti
per studenti che li usano per
le attività di apprendimento
Costruisce ambienti
come attività di
apprendimento
Insegnante
faber
faber
Ask Sistem
Alunno come
novizio che impara
da esperto
Alunno
Ipertesto
A partire dall’esplorazione
di casi reali individuare di
prospettive alternative
contando sulla flessibilità cognitiva
39. LA PROGETTAZIONE DELL’UNITA’ DI LAVORO
SPECCHIO DEL CAMBIAMENTO EDUCATIVO-DIDATTICO
•FASE ESPLORATIVA: domande di attivazione, input visuali o narrativi,
richiami all’esperienza personale
•FASE COSTRUTTIVA: attività concrete di ricerca, analisi, produzione,
costruzione ecc.
•FASE VALUTATIVA-METACOGNITIVA: debriefing finale con discussioni su
quanto fatto, confronto tra visioni in ingresso e visioni in uscita,
ragionamenti ‘what if…’
(M. Ranieri, 2011)
40. Progettazione secondo il ciclo esperienziale
ideato da Pfeiffer e Jones
Fonte: http://davidegelati.wordpress.com
41. esperienza
Insegnante dà consegna ad allievo sotto forma di
“problema” o di esperienza
Allievo individualmente o a gruppo svolge consegna
comunicazione
Insegnante invita ciascun alunno o gruppo a raccontare
propria esperienza
Allievo narra, presenta, spiega la ragioni del suo “agito”
ATTIVITÀ
analisi
Insegnante esplicita i criteri di valutazione del prodotto e/o
fornisce altre soluzioni possibili
Allievo analizza suo prodotto in base a criteri esplicitati e
individua punti di forza e di debolezza
generalizzazione
Insegnante rispecchia i buoni modi trovati , ne fa sintesi, e
invita ad ulteriori buone soluzioni
Allievo isola i buoni modi di risoluzione e cerca altre
situazioni a cui applicarli
applicazione
Insegnante propone una nuova consegna in cui applicare le
buone soluzioni e ridà avvio ad una nuova fase esperienza
Allievo applica a nuova consegna le buone soluzioni e inizia
una nuova fase di esperienza
42.
43.
44. LO SPAZIO AULA SPECCHIO DEL CAMBIAMENTO DIDATTICO
L’aula viene de-strutturata e ri-strut-turata per
lavori di condivisione e di collaborazione.
Un’aula 2.0 dell’IC di San Giorgio
di Mantova
(http://www.icsangiorgio.gov.it/)
L’aula 2.0 della
Scuola Arcobaleno
XIII ICS di Padova
http://piccolialunninelweb.org
45. Per concludere
La Media Educazion si pone come compito quello di
"alfabetizzare i ragazzi nella nuova cultura dei media,dar loro una
autonomia critica di fronte ai messaggi, di fornire nuove competenze.
Alfabetizzazione, coscienza critica, nuova cittadinanza: sono gli obiettivi
della media education ".
R.Giannatelli
Al di là delle metodologie … Insegniamo ciò che siamo. Siamo la somma
di tutte le esperienze fatte nel corso della nostra vita … Di una parte di
ciò che insegniamo non siamo consapevoli. Da ciò nasce l'incoerenza,a
volte, tra ciò che vorremmo e pensiamo di insegnare e ciò che di fatto
trasmettiamo.
Watzlavick