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Fachzeitschrift der Architekturstiftung Südtirol / Rivista della Fondazione Architettura Alto Adige
Costruire in alta quota
Hochalpine Architektur
turrisbabel
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4. 2 März Marzo 2013 turrisbabel 92
Carlo Calderan
Editorial Paesaggio in quota
Editoriale
Oltre il paesaggio. Nel 1774 Caspar Wolf do, anche se occupa quasi tutta la scena è,
ritrae il ghiacciaio del Breithorn. Per farlo si in un certo modo, ancora fuori dal paesaggio.
è arrampicato per un cupo vallone, ha
superato una balza scoscesa, ha raggiunto Movimenti in quota. Per secoli non abbia-
l’ampio gradino naturale della Breitlauenen- mo abitato l’alta montagna. Malghe, alpeggi,
alp e poi un’ultima malga. Come punto di valichi, miniere erano solo isolati avampo-
osservazione ha scelto una posizione leg- sti del fondovalle e da qui, dal basso, abbia-
germente più elevata in modo che il capan- mo guardato le cime. La loro conquista e
no, schiacciato a terra, occupasse il primo colonizzazione sono fenomeni relativamente
piano a sinistra senza però ostacolare lo recenti. È stato prima necessario che l’orrido
sguardo che qui, oltre il limite del bosco, è si trasformasse in sublime (la metamorfosi
finalmente libero di spaziare in profondità che mette in scena Caspar Wolf) e poi in
verso la cascata del Schmadribach, le lingue bello per trovare un uso intensivo dell’alta
del ghiacciaio ed i picchi del Breithorn e quota: il vagare per piacere attraverso, l’er-
del Tschingelhorn isolati tra le nevi eterne. ranza ludica, con tutto ciò che essa presup-
In questa e in quasi tutte le rappresentazioni pone, strade, auto, rifugi, segnaletica, scar-
delle Alpi nella pittura di paesaggio otto- poni, telefonini, soccorso alpino, meteo.
centesca c’è la stessa sensazione di “stare Quest’uso turistico della montagna sta dise-
sulla soglia” Il pittore è salito abbastanza in
. gnando un nuovo paesaggio, la cui natura
alto per affacciarsi a scorgere il sublime è particolare. Infatti se in basso, nelle valli,
universo montano scoprendo un’isola scono- il nostro agire modifica un contesto in buona
sciuta non ancora cartografata nel cuore parte già formato e quindi è sempre riscrit-
tutto noto dell’Europa e dove pare nessuno si tura e risignificazione, in alta quota siamo
sia ancora inoltrato. Eppure di fronte agli oltre la frontiera del paesaggio tradizionale,
smisurati fenomeni di scioglimento il pittore siamo davvero i primi a trasformare un ter-
esita, rimane a rispettosa e confortante di- ritorio naturale in un paesaggio antropizzato.
stanza. Non siamo infatti del tutto perduti Per avere un concreta percezione di tale
dentro gli spaventosi fenomeni naturali, in trasformazione è sufficiente affacciarsi d’in-
questa ma anche in tutte le “riprese” a quota verno dalla terrazza del rifugio Belvedere a
maggiore, come ad esempio quelle nume- Porta Vescovo: da qui lo sguardo è libero di
rose dell’attraversamento dei passi alpini, muoversi in ogni direzione, posso scendere
non mancano mai infatti la traccia di un sen- con gli sci a sud, e raggiungere il Civetta, o
tiero o la figura di un viandante che sapranno spingermi a nord e in poche ore essere al
ricondurci, seppure per vie impervie, alla Plan de Corones. Fino all’orizzonte non c’è
civilizzazione. La montagna rimane sullo sfon- rilievo in cui non riconosca il lento movi-
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mento dei sedili delle seggiovie, ne bosco che, liberandoci dalla responsabilità della
in cui non siano state scavate delle piste di permanenza, giustificano tanti abusi e solu-
discesa. Sono all’interno di una sconfinata zioni raffazzonate ai lati delle piste. Se il
distesa di campi da sci, in un punto di una paesaggio è anche frutto della sua rappre-
rete di trasporto dai limiti incerti e più este- sentazione, Walter Niedermayr è uno degli
sa probabilmente della metropolitana di scopritori di questo nuovo paesaggio d’alta
Londra. Qualche purista, ricercando la len- quota. Nelle sue sequenze fotografiche de-
tezza, ha abbandonato questa giostra che ha dicate alle Dolomiti nei primi anni ’90, nei
meccanizzato l’avventura ed ha proseguito successivi dittici e grandi formati dei ghiac-
a piedi, arrampicandosi sui pendii più sco- ciai della Val Senales, dell’Argentiere o di
scesi, la dove non arrivano gli impianti; se Hintertux abbiamo raggiunto le cime, non
ne vedono le tracce, dappertutto. ci sono picchi più in alto da inquadrare, la
montagna satura l’intero fotogramma e
Un nuovo paesaggio. Questo nuovo paesag- straripa incontenibile oltre i limiti del quadro.
gio ludico ci lascia insoddisfatti, ce ne ver- Sbarcati da qualche autobus, ci muoviamo
gogniamo quasi, anche se ad esso è legata spaesati, in uno spazio bianco, senza ombre
tanta parte del nostro benessere. Forse per- e senza temperatura, in pantaloni corti
ché salendo di quota è stato violato un li- affolliamo i ghiacciai, ci muoviamo ordinati
mite, ma non per andarvi ad abitare vera- ed operosi verso nessundove, mentre mac-
mente; la nostra è infatti una colonizzazione chine gigantesche arano i campi da sci per
a tempo, diurna e stagionale. Da qui nasce assecondare i nostri bisogni di discesa.
quel senso di spreco e di consumo gratuito Non ci rimane che chiederci: ma cosa ci
che proviamo, soprattutto percorrendolo siamo venuti a fare quassù?
fuori stagione, d’estate quando gli alpeggi
1 Caspar Wolf, Blick von sciistici si sciolgono e gli impianti di risalita Polemiche estive. In queste riprese si vede
Breitlauenen gegen den paiono incoerenti come barche spiaggiate. poca architettura, c’è ancora qualche co-
Breithorngletscher, 1774,
Aargauer Kunsthaus,
Ma è proprio la saltuarietà dell’uso e l’illu- struzione, accatastata alla rinfusa lungo le
Aarau, Foto Jörg Müller sione della reversibilità dei nostri manufatti strade dei passi dolomitici, ma nessuna
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invece nelle immagini dei ghiacciai, tanto funivie inaugurate l’anno scorso ed il loro
che rimane il dubbio su dove quelle masse impatto visivo ed ambientale non è neppure
vaganti vadano a passare la notte. lontanamente paragonabile ad uno dei laghi
Per la definizione del paesaggio d’alta quota, artificiali necessari per irrigare le nostre
l’architettura pare essere quasi irrilevante. aride piste da sci, eppure non è di quest’ul-
Eppure sono state tre piccole nuove costru- timi ciò di cui si è animatamente discusso,
zioni, a scatenare l’estate scorsa una feroce bensì di tetti a falda, di scandole, di uso del
polemica di cui vale forse la pena ricostruire legno. Ai tre rifugi non si perdona infatti di
i termini perché da un lato svela il modo essersi allontanati dalla tradizione, percepita
contraddittorio con cui l’opinione pubblica come una seconda natura. Le sue conven-
guarda a questo processo di colonizzazione zioni iconografiche diventano leggi naturali:
dell’alta montagna e dall’altra permette di paesaggio culturale e natura si confondono.
valutare i diversi atteggiamenti progettuali L’antropizzazione delle montagne salendo
a cui un architetto ricorre quando è chia- di quota deve rimanere immutata ripetendo
mato a costruire per primo un edificio in un forme nate per altri usi ed altri contesti, in
ambiente naturale praticamente intatto. una sorta di retrodatazione del nuovo pae-
È bastato che a fine maggio apparissero sui saggio d’alta montagna capace da sola di
giornali locali le prime, sgranate immagini compensare lo scandalo di questa colonizza-
dei progetti di concorso per tre nuovi rifugi zione. A guardare l’insieme dei progetti si
alpini (a cui abbiamo dedicato il numero intuisce che le preoccupazioni dei 24 archi-
91 di turrisbabel), perché si scatenasse uno tetti in fondo non erano diverse da quelle
scontro serrato tra detrattori e fautori del- dei loro detrattori ma hanno portato a risul-
l’architettura “moderna” Una platea vastis-
. tati molto distanti dall’architettura consola-
sima per mesi si è quasi impossessata dei toria che tanti rimpiangono. Il problema è
mezzi di comunicazione per esprimere la quello dell’integrazione o forse sarebbe me-
propria opinione in una sorta di auto-produ- glio dire collocazione di un oggetto in un
zione dell’informazione in cui si sono impe- contesto pressoché privo di qualsiasi altra co-
gnati, opinionisti, guide alpine, architetti, struzione umana. Le soluzioni avanzate sono
politici ma soprattutto quel tipo particolare quasi un catalogo di tutte quelle possibili:
di “esperto” che è l’amante della montagna, l’imitazione di un elemento naturale (i massi
categoria che in Alto Adige comprende la erratici nei progetti di Bergmeister Wolf e
quasi totalità della popolazione. “Erhaltet Peter Plattner o il cristallo nel rifugio-torre
die Südtiroler Schutzhütten und Almen” è il di Stifter Bachmann), l’evocazione di un atto
nome di un gruppo di contestatori capace fondativo archetipo (il rifugio-ospizio dei
di raccogliere 6000 firme di cittadini indi- Feld 72, il misterioso monolite dei Pedevilla
gnati contro i tre progetti, rei di aver violato o il rifugio-arca dei Plasma Studio), la riven-
un recinto che, alla luce della polemica, dicazione dell’alterità del costruire e la fi-
potremo definire sacro. Le Alpi non sono ducia nella forza di segno percepibile anche
considerate un territorio omogeneamente a grande distanza (Walter Angonese e
sensibile, la montagna, quella “vera” pare
, Werner Tscholl), la ricerca di un rapporto di
iniziare solo al di sopra di una certa quota. scala con le modeste preesistenze attorno
Le cime si distaccano dal fondovalle e, se al rifugio Pio XI (Höller & Klotzner), l’inven-
le prime sono viste come una riserva invio- zione di una macchina ottica (il dado capo-
labile, in basso tutto pare invece lecito così volto di Hittaler e il rifugio-osservatorio dei
che la sua graduale trasformazione in de- CEZ) e per finire la possibilità di fondare il
posito degli scarti dell’industria turistica non nuovo a partire dalle tracce fisiche e for-
stupisce più di tanto. A scandalizzare però mali del rifugio demolito (nel progetto che
non è tanto che si intervenga in un contesto più di ogni altro ha incontrato i favori del
che si vorrebbe preservare nella sua origi- pubblico, quello dei Modus architects).
naria naturalità (anche a costo di renderne
difficile, selettiva o impossibile la fruibilità), Qualche esempio. Delle intenzioni degli
quanto che le nuove costruzioni non si at- architetti forse non tutto è stato capito.
tengano a certi canoni culturali. I tre rifugi in- Spiegare e giustificare le proprie scelte sarà
sieme non raggiungono probabilmente il in futuro però imprescindibile, di fronte ad
volume di un solo pilone di una delle tante un’opinione pubblica che pare abbia final-
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mente scoperto la dimensione pubblica del- tecnologie di trasporto, attraverso un accu-
l’architettura. Ad essa si chiede di più, per- mulo sensibile di stratificazioni architetto-
ché viene caricata di valori che incidono niche che comincia così a dare spessore
sull’identità culturale di un luogo e di una storico a questi insediamenti. Rimangono,
comunità, stranamente più di quanto av- rispetto alle dimensioni dell’industria turi-
venga per i manufatti ingegneristici, tollerati stica, comunque episodi positivi estrema-
senza troppi clamori come fenomeni quasi mente rari mentre del tutto assenti, anche
“necessari” Distinguere però gli edifici da
. se speriamo di sbagliarci, sono i casi in
interventi infrastrutturali legati alla mobi- cui è stata intrapresa la progettazione glo-
lità, alla messa in sicurezza dei pendii, allo bale di un comprensorio sciistico.
sfruttamento energetico non ha senso.
Per capire meglio quale sia oggi il contri- Disegnare il paesaggio. La domanda, la-
buto dell’architettura e quali siano le sue sciata aperta dalle immagini di Niedermayr,
potenzialità nei processi in atto di trasforma- sul senso della nostra presenza in quota
zione dell’alta montagna abbiamo allargato nasce dall’incoerenza rispetto al dato natu-
lo sguardo e coinvolto gli ordini degli archi- rale dei manufatti con i quali l’abbiamo oc-
tetti della Val d'Aosta, di Sondrio, di Bellu- cupata. In questi scenari d’alta montagna
no, di Trento, la Kammer West austriaca manca cioè quell’intimo legame tra segni del-
che riunisce architetti ed ingeneri del Tirolo, l’antropizzazione e conformazione del suolo
l’ordine degli ingeneri bavarese e quello di grazie al quale le secolari trasformazioni del
Bolzano nell’organizzazione, all’interno IMS paesaggio delle valli alpine ci paiono ancor
2012 di Bressanone (International mountain oggi giuste ed indiscutibili, tanto che a fatica
summit), di una giornata di studio dedicata riusciremmo ad immaginarci il loro stato
all’architettura e la montagna, di cui in que- originario. Per LAAC lo spaesamento dei no-
sto numero riportiamo i contributi. Insieme stri interventi in quota può essere superato
abbiamo poi selezionato alcune realizzazioni solo sviluppando un design ambientale che
recenti per offrire un quadro di quanto si assicuri l’integrazione formale delle nuove
sta facendo nell’arco alpino. Il maggior nu- costruzioni al contesto naturale, convinti che,
mero di progetti ha a che fare con le stazioni accanto ad una sostenibilità ecologica, esi-
delle funivie. Dopo aver smesso gli abiti sta una non meno essenziale sostenibilità
tradizionali ancora in voga negli anni ’70 (ne formale, rispetto alla quale ogni processo
sopravvivono i relitti in qualche compren- trasformativo andrà valutato. Per fissarne i
sorio sciistico abbandonato), esse sono criteri gli architetti dello studio tirolese par-
state troppo spesso considerate delle pure tono da un approccio geomorfologico, cioè
installazioni tecniche la cui realizzazione è dalla precisa lettura topografica e morfolo-
demandata completamente alle ditte degli gica del terreno. Il dato ambientale è consi-
impianti a fune. In realtà assolvono o potreb- derato come un oggetto, una forma plastica
bero assolvere un ruolo decisivo nella co- che viene sondata producendo delle mappe
struzione del paesaggio d’alta quota, sono che ne descrivono materialità, esposizione,
infatti edifici ponte che regolano il transito, curvatura, pendenza con particolare atten-
non solo fisico, ma anche visuale tra valle zione ai modi percettivi, alla posizione delle
e piste da sci. Il volume rosso di Roland Baldi linee di cresta e ai profili montani. In una
ad Ivigna che annuncia già dalla Val Veno- imprecisata montagna delle Alpi, sovrappo-
sta il comprensorio sciistico di Merano 2000 nendo queste mappe, hanno progettato una
è da questo punto di vista emblematico. “piantagione” di pannelli solari, illustrata
Le stazioni sono inoltre un centro di addensa- con una spettacolare veduta: tra le nuvole
mento di funzioni che stanno trasformando che si stanno lentamente aprendo si intra-
i punti di arrivo agli impianti in vere e pro- vede una cima ricoperta di squame luccicanti
prie cittadelle in quota. L’ammodernamento che intercettano i raggi del sole; i primi
delle stazioni della Nordkettenbahn di Franz sparsi pannelli iniziano già dove il bosco co-
Baumann ad opera di Schlögl & Süß Archi- mincia a diradarsi e si infittiscono e diven-
tekten mostra come il necessario amplia- tano più grandi salendo di quota e lungo
mento delle strutture possa avvenire senza certi pendii, seguendo un disegno che pare
cancellare le preesistenze, come troppo casuale ed è invece l’esatta registrazione del-
spesso è avvenuto ad ogni evoluzione delle l’andamento e delle proprietà del terreno
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che così rendono leggibili anche da lontano. und von hier aus, von unten, betrachteten wir die
Sta forse qui la soluzione: l’allestimento Gipfel. Deren Eroberung und Besiedlung sind relativ
consapevole del nuovo paesaggio che l’uti- neue Phänomene. Das Schreckerregende musste
lizzo dell’alta quota sta generando. Un com- vorerst einmal in etwas Erhabenes (die von Caspar
pito a cui non ci possiamo sottrarre, a meno Wolf inszenierte Metamorphose), und dann erst
di non volere credere che l’arcadia alpina in etwas Schönes umgewandelt werden, um eine
esista davvero e non solo ormai nelle campa- intensive Nutzung der Höhenlagen zu finden: aus
gne pubblicitarie dell’industria turistica. reinem Vergnügen durch die Gegend hindurchziehen
oder spielerisch umherirren samt allem was
Hochgebirgslandschaft. diesbezüglich notwendig ist wie Straßen, Autos,
Schutzhütten, Beschilderung, Bergschuhe, Handys,
Über die Landschaft hinaus. Im Jahre 1774 stellt Bergrettung, Wetterbedingungen. Durch diese
Caspar Wolf in einem Gemälde den Gletscher des touristische Nutzung des Berges wird allmählich
Breithorns dar. Um dies zu tun, ist er durch eine tiefe, eine neue Landschaft definiert, deren Wesen außer-
düstere Talmulde geklettert, hat einen steilen Fels- gewöhnlich ist. Während unten im Tal unser Han-
block erklommen, hat so die weite Landschaftster- deln nur ein bereits geformtes Umfeld beeinflusst
rasse der Breitlauenenalp erreicht und ist daraufhin und dadurch immer eine Überschreibung bedeutet,
noch auf eine weitere Alm gestoßen. Als Beobach- befinden wir uns hoch oben über der Grenze der
tungspunkt hat er eine etwas höher gelegene konventionellen Landschaft und sind dadurch in der
Position auserwählt, sodass der in den Boden ge- Tat die ersten, die eine durch die Natur geprägte
quetschte Schuppen links im Vordergrund steht, Gegend in eine Kulturlandschaft umwandeln. Um diese
ohne jedoch den Ausblick zu versperren, welcher hier, Umwandlung konkret wahrzunehmen genügt es,
jenseits der Waldgrenze letztendlich frei ist, in die im Winter einen Blick aus der Terrasse der Belve-
Tiefe hinein bis hin zum Wasserfall des Schmadri- derehütte von Porta Vescovo zu werfen: von hier
bachs, zu den Gletscherzungen und sogar bis hin zu aus ist das Auge frei, sich in jede Richtung zu
den vom ewigen Schnee überdeckten Gipfeln des bewegen, im Süden kann man mit den Skiern bis
Breithorns und des Tschingelhorns zu ragen. In dieser hin zum Monte Civetta fahren, oder aber Richtung
sowie in beinahe jeder Darstellung der Alpen in der Norden in wenigen Stunden den Kronplatz erreichen.
Landschaftsmalerei des 19. Jahrhunderts taucht Bis über den Horizont hinaus gibt es keine einzige
dasselbe Gefühl des „auf-der-Schwelle-Seins“ auf. Erhöhung, auf der kein Sessellift sichtbar ist, zudem
Der Maler ist hoch genug hinaufgestiegen, um die keinen Wald, durch den keine Abfahrtbahnen hin-
Möglichkeit zu haben, die erhabene Bergwelt zu er- durch verlaufen. Man befindet sich mitten drin in
blicken und damit eine noch unbekannte und noch einer grenzenlosen Aneinanderreihung von Skipisten,
nicht kartographisch festgehaltene Insel im Herzen irgendwo in einem verwickelten Transportnetz,
Europas zu entdecken, in die, wie es scheint, noch wahrscheinlich umfangreicher als die U-Bahn von
nie jemand eingedrungen war. Dennoch zögert der London. Dieses mechanisierte Abenteuer wurde
Maler angesichts der Schneeschmelze, ein immen- von so manchem Puristen auf der Suche nach Lang-
ses Phänomen, und bleibt in respektvoller und er- samkeit nach und nach aufgegeben. Dieser wan-
mutigender Entfernung. Wir sind in der Tat aber dert nun zu Fuß weiter, erklimmt steilere Hänge,
zwischen den erschreckenden Naturphänomenen dort wo sich keine Aufstiegsanlagen befinden;
nicht vollkommen verloren: in dieser sowie auch überall sind seine Spuren sichtbar.
in allen von höher her festgehaltenen „Aufnahmen“
wie zum Beispiel den zahlreichen Bildern der Über- Eine neue Landschaft. Diese neue Vergnügungs-
querungen von Alpenpässen, fehlt nämlich niemals Landschaft lässt uns unbefriedigt, wir schämen uns
die Spur eines Pfades oder aber die Gestalt eines fast darüber, wobei wir ihr aber einen Großteil un-
Wanderers, welche uns, wenn auch nicht mühelos, seres Wohlbefindens zu verdanken haben. Viel-
in die zivilisierte Welt zurückführen. Der Berg bleibt leicht hängt dieses Gefühl mit der Tatsache zusammen,
im Hintergrund, und obwohl er beinahe die ge- dass mit dem Aufstieg ins Hochgebirge eine Grenze
samte Szene ausfüllt, befindet er sich in gewisser überschritten wurde, nicht aber um sich dort ernst-
Weise jedoch außerhalb des Landschaftbildes. haft anzusiedeln; unsere ist nämlich eine zeitbe-
grenzte Besiedlung, die ausschließlich tagsüber
Im Hochgebirge bewegt sich was. Viele Jahrhun- und zu bestimmten Jahreszeiten stattfindet. Daher
derte lang wurden hoch gelegene Gebiete nicht be- kommt unser Gefühl von Verschwendung und grund-
siedelt. Almen, Almweiden, Pässe, Bergwerke losem Verbrauch, das wir besonders nach Abschluss
waren nur vereinzelte Vorposten des Talbodens, der Wintersaison empfinden, wenn wir durch die
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schneelosen “Ski-Almen“ wandern und die nirgendwohin, während gigantische Maschinen die
Liftanlagen wie gestrandete Boote unschlüssig Skipisten pflügen um unseren Abfahrtbedürfnissen
dastehen. Aber gerade durch die Unregelmäßigkeit nachzukommen. Wir fragen uns nur mehr eines: was
der Nutzung und die Vortäuschung einer Rever- machen wir denn hier oben?
sibilität unserer Fabrikate werden viele Missbräuche
sowie zusammengestoppelte Aneinanderreihungen Sommerkontroversen. In diesen Aufnahmen gibt es
von Bauten entlang der Pisten gerechtfertigt, da wir wenig Architektur zu sehen, vereinzelte Gebäude
somit von der Verantwortung einer Fortdauer be- häufen sich planlos entlang der Straßen der Dolomi-
freit werden. Wenn die Landschaft auch das Ergebnis tenpässe, dennoch keine einzige kann man in den
ihrer Darstellung ist, so ist Walter Niedermayr einer Bildern der Gletscher erblicken, sodass Zweifel auf-
der Entdecker dieser neuen Höhenlandschaft. kommen, wo denn diese umherirrende Menschen-
In seinen während der frühen 90er Jahren den Dolo- masse etwa übernachten wird. Für die Definition
miten gewidmeten Fotoserien, in den nachfolgen- von Hochgebirgslandschaft scheint Architektur bei-
den Diptychen und Großformaten der Schnalstaler nahe irrelevant zu sein. Dennoch sind es drei kleine
Gletscher, des Argentieres oder von Hintertux wurden neue Bauten gewesen, die während der vergangenen
die Gipfel erreicht, es gibt keine höher gelegene Sommermonate eine heftige Kontroverse ausgelöst
Spitzen mehr ins Bild zu nehmen, der Berg sättigt die haben: es zahlt sich aus, deren Ablauf zu rekonstruie-
gesamte Aufnahme und läuft unbezwingbar über ren, da somit einerseits die widersprüchliche Art
die Grenzen des Bildes hinaus. Aus irgendwelchen und Weise offenbart wird, mit der die Öffentlichkeit
2 LAAC Architekten, Bussen ausgestiegen bewegen wir uns verwirrt, in zu diesem Besiedlungsprozess des Hochgebirges
Sustainable Design of einem weißen Raum, ohne Schatten und ohne Tempe- steht, und andererseits damit die verschiedenartigen
Alpine Power Plants,
Verteilung Solare Energie-
ratur, mit kurzen Hosen gekleidet überstürmen wir Planungsansätze, auf die ein Architekt zurückgreift,
träger, 2012 die Gletscher, bewegen uns geordnet und emsig wenn er als Erster aufgerufen wird, ein Gebäude in
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eine so gut wie intakte Umgebung hineinzubauen, Die Anthropisierung der Berge in hoch gelegenen
bewertet werden können. Sobald Ende Mai von Gebieten muss unverändert bleiben, indem für andere
Seiten der lokalen Presse die ersten Bilder der Wett- Zwecke und Umfelder entwickelte Formen fortge-
bewerbsentwürfe für drei neue Schutzhütten (die setzt werden; als ob allein eine Rückdatierung der
Ausgabe Nr. 91 von turrisbabel wurde diesem The- neuen Hochgebirgslandschaft den Skandal dieser
ma gewidmet) veröffentlicht wurden, begann eine Kolonisierung lindern könnte. Wenn man einen Blick
heftige Auseinandersetzung zwischen Gegnern auf die Gesamtheit der Entwürfe wirft, kann man
und Befürwortern der „modernen“ Architektur. intuitiv erkennen, dass die Bedenken der 24 Architek-
Die Medien wurden mehrere Monate lang von einem ten im Grunde von jenen ihrer Gegner nicht allzu
äußerst breiten Publikum sozusagen in Besitz ge- sehr abweichen, jedoch zu Resultaten geführt haben,
nommen, welches verlangte, die eigene Meinung die von der trostbringenden Architektur, der man
in einer Art Selbstproduktion von Informationen so häufig nachtrauert, meilenweit entfernt sind.
auszudrücken: daran beteiligt haben sich Kolumni- Das Problem ist die Integration oder vielleicht bes-
sten, Bergführer, Architekten, Politiker aber vor ser gesagt die Platzierung eines Objektes innerhalb
allem jene Gattung von „Experten“, die von Berglieb- eines nahezu gebäudelosen Umfelds. Die vorge-
habern, eine Kategorie, die in Südtirol beinahe die brachten Lösungen stellen einen Katalog aller mög-
gesamte Bevölkerung umfasst, verkörpert wird. lichen Varianten dar: die Nachahmung eines in der
„Erhaltet die Südtiroler Schutzhütten und Almen“ Natur vorkommenden Gebildes (die Findlinge in
ist das Motto einer Protestlergruppe die in der Lage den Entwürfen von Bergmeister Wolf und Peter
war, Unterschriften von 6000 empörten Bürgern Plattner oder der Kristall in der Turm-Schutzhütte
zu sammeln. Die drei Entwürfe seien schuld daran, von Stifter Bachmann), die Inszenierung eines
einen eingefriedeten Raum zu schänden, welchen archetypischen Gründungsaktes (die Hospiz-Schutz-
wir angesichts der Kontroversen als heilig definieren hütte von Feld 72, der geheimnisvolle Monolith von
könnten. Die Alpen werden nicht als ein Gebiet ge- Pedevilla oder die archenförmige Konstruktion von
sehen, das in allen seinen Bereichen gleicher- Plasma Studio), der Anspruch auf ein Anderssein
maßen gefährdet ist: der „wahre“ Berg scheint erst des Bauens sowie das Vertrauen in die Kraft eines
oberhalb einer gewissen Höhe zu beginnen. auch in großer Entfernung wahrnehmbaren Zeichens
Die Gipfel, als unantastbares Revier angesehen, (Walter Angonese und Werner Tscholl), die Suche
heben sich von der Talsohle ab, wo hingegen alles nach einem Maßstabsverhältnis mit dem bescheide-
legitim erscheint, sodass die graduelle Verwand- nen Vorbestand rund um die Weißkugelhütte herum
lung in eine Lagerstätte für Abfälle der Tourismus- (Höller & Klotzner), die Erfindung eines optischen
industrie dort kaum Aufsehen erregt. Was aber Gerätes (der auf den Kopf gestellte Würfel von Hittaler
empörend erscheint ist nicht die Tatsache dass in und der Beobachtungsturm von CEZ) und schließ-
ein Umfeld eingegriffen wird, das man eigentlich in lich die Möglichkeit, das Neue auf den Spuren des
seiner ursprünglichen Form bewahren möchte (auch abgerissenen Vorbestandes zu gründen (im Entwurf
wenn dadurch die Nutzbarkeit deutlich erschwert von Modus Architects, jener, der mehr als jeder
wenn nicht unmöglich gemacht wird), sondern viel- andere auf die Gunst des Publikums gestoßen ist).
mehr dass die Neubauten gewissen kulturellen
Standards nicht gerecht werden. Das Volumen aller Einige Beispiele. Die Zielsetzung der Architekten
drei Schutzhütten miteinander entspricht wahr- ist vielleicht nicht vollkommen angekommen.
scheinlich nicht einmal dem eines einzigen Pfeilers Die eigenen Entscheidungen zu erklären und zu be-
einer der zahlreichen im Laufe des letzten Jahres gründen wird in Zukunft aber angesichts einer öf-
eröffneten Seilbahnen. Auch die optische Wirkung fentlichen Meinung, die angeblich die Bedeutung
und die Auswirkung auf die Umwelt der geplanten der Architektur in der Öffentlichkeit letztendlich
Bauten sind nicht einmal im Entferntesten vergleich- dennoch erkannt hat, unumgänglich sein. Man for-
bar mit einem der vielen Stauseen, die notwendig dert von der Architektur mehr, da sie mit Werten,
sind, um unsere dürren Skipisten zu bewässern. die sich auf die kulturelle Identität eines Ortes und
Jedoch ist es nicht dies, worüber so heftig diskutiert einer Gemeinschaft auswirken, überlastet wird, und
wurde, wohl aber über Satteldächer, über Schin- das merkwürdigerweise in viel größerem Ausmaß
deln, über die Verwendung von Holz. Den drei Schutz- als mit ingenieurtechnischen Konstruktionen ge-
hütten wird nämlich nicht verziehen, sich von der schieht, welche ohne großen Wirbel als „notwen-
Tradition, die als zweite Natur empfunden wird, dige“ Erscheinungen geduldet werden. Es ergibt
entfernt zu haben. Ihre ikonographischen Konven- jedoch keinen Sinn, zwischen Gebäuden und infra-
tionen werden zu Gesetzen der Natur: Kulturland- strukturellen Eingriffen in Zusammenhang mit Mobi-
schaft und Natur verschwimmen ineinander. lität, Sicherung der Hänge, oder energetische
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Nutzung zu unterscheiden. Um besser zu begreifen, Landschaft entwerfen. Die Frage nach dem Sinn
welcher Beitrag heutzutage von Seiten der Archi- unserer Präsenz in hoch gelegenen Gebieten, die
tektur geleistet wird und welch wichtige Rolle ihr in Niedermayrs Bildern offen bleibt, entsteht
Potenzial in Bezug auf die Umwandlungsprozesse durch die Widersprüchlichkeit zur Umgebung der
des Hochgebirges spielt, haben wir unseren Blick- Objekte, durch welche wir diese besiedelt haben.
winkel erweitert und die Architektenkammern von Das heißt, dass innerhalb dieser Hochgebirgs-
Aosta, Sondrio, Belluno und Trient, die österreichi- szenarien die intime Verbindung zwischen den Spuren
sche Kammer West (wo Tiroler Architekten und der Anthropisierung und der Geländebeschaffen-
Ingenieure vertreten sind), die Bayrische sowie heit vollkommen ausbleibt. Da dieser Zusammenhang
die Bozner Kammer der Ingenieure im Rahmen des aber in den Alpentälern sehr wohl besteht, schei-
IMS 2012 (International Mountain Summit) in die nen uns dort die jahrhundertelangen Landschafts-
Organisation einer der Architektur in Zusammen- veränderungen auch heute noch richtig und
hang mit Berg gewidmeten Tagung, dessen Beiträge unbestreitbar, sodass wir uns den ursprünglichen
in dieser Ausgabe wiedergegeben werden, mit Zustand heutzutage kaum vorstellen können.
einbezogen. Gemeinsam haben wir einige neueste Laut LAAC kann die Verwirrung unserer Eingriffe
Realisierungen ausgewählt, um die Möglichkeit zu im Hochgebirge nur durch die Entwicklung eines
bieten, sich ein Bild über die im Alpenraum gelei- Umweltdesigns, das für die formale Eingliederung
stete Arbeit zu machen. Der Großteil der Projekte der Neubauten in das Landschaftsbild sorgt,
hat mit den Seilbahnstationen zu tun. Nachdem die beseitigt werden. Sie sind außerdem fest davon
traditionellen Formen, die bis in die 70er Jahre überzeugt, dass neben einer ökologischen Nach-
hinein für Aufschwung sorgten, abgelegt wurden haltigkeit auch eine nicht weniger bedeutungs-
(einige Relikte überleben derzeit noch in so manchem volle Nachhaltigkeit der Formen existiere: gemäß
verlassenem Skigebiet), sind diese viel zu oft als dieser soll jeder Umwandlungsprozess evaluiert
reine technische Anlagen angesehen worden, de- werden. Für die Festlegung dieser Kriterien gehen
ren Ausführung ganz und gar den Firmen, die sich die Tiroler Architekten von einem geomorphologi-
mit der Konstruktion von Seilbahnanlagen beschäf- schen Ansatz aus, das heißt von einer topogra-
tigen, überlassen wurde. Genau genommen spie- phischen sowie morphologischen Ablesung des
len oder würden diese eine ausschlaggebende Geländes. Die Umwelt wird als ein Objekt angese-
Rolle in der Gestaltung der Hochgebirgslandschaft hen, eine plastische Form, deren Abwicklung
spielen, sie sind in der Tat Brückenkonstruktionen, Karten ergibt, durch welche Materialität, Lage,
die sowohl den physischen als auch den optischen Krümmung, Neigung abgelesen werden können.
Transit zwischen Tal und Skipisten regeln. Besonderes Augenmerk wird auf die Art und Weise
Das rote Volumen der Ifinger Seilbahn von Roland der Wahrnehmung, auf die Position der Kammlinien
Baldi, das bereits vom Vinschgau aus das Skigebiet sowie auf die Bergprofile gerichtet. Auf einem
Meran 2000 ankündigt, stellt in diesem Zusammen- nicht näher definierten Berg in den Alpen haben
hang ein emblematisches Beispiel dar. Die Berg- sie, durch die Überlagerung dieser Karten, eine
stationen sind außerdem ein Ballungszentrum von „Plantage“ von Solarpaneelen geplant und in
Funktionen, die Ankunftsorte der Anlagen verwandeln einem spektakulären Blick dargestellt: zwischen
sich langsam in regelrechte Hochgebirgszitadellen. den Wolken, die sich allmählich öffnen, erkennt
Die Modernisierung der Stationen der Nordketten- man einen Gipfel von glitzernden Plättchen über-
bahn von Franz Baumann durch Schlögl & Süß Archi- deckt, welche die Sonnenstrahlen abfangen; die
tekten zeigt, wie der notwendige Ausbau der ersten vereinzelten Paneele sieht man dort wo der
Strukturen auch ohne die Vernichtung des Vorbe- Wald sich zu lichten beginnt, sie werden dichter und
standes, was als Begleiterscheinung von jeder Fort- größer je mehr man in die Höhe steigt und schei-
entwicklung der Transporttechnik viel zu oft vorge- nen einem dem Zufallsprinzip übergebenem Muster
kommen ist, erfolgen kann. Dies geschieht durch zu folgen, das aber die exakte Aufzeichnung des
eine rücksichtsvolle Anhäufung von architektonischen Verlaufs der Terraineigenschaften darstellt. Diese
Schichten: somit beginnt man, diesen Ansiedlun- sind somit auch aus der Ferne ablesbar. Vielleicht
gen eine gewisse historische „Tiefe“ zu verleihen. befindet sich die Lösung hier: die bewusste Kon-
Es bleiben uns jedoch, im Vergleich zum Umfang struktion der neuen Landschaft, welche durch die
der Tourismusbranche, extrem selten vereinzelte po- Nutzung des Hochgebirges erzeugt wird. Eine
sitive Episoden übrig, während hingegen bisher Pflicht der wir uns nicht entziehen können, es sei
bekanntermaßen noch nie die Rede von einer glo- denn man will glauben dass das alpine Arkadien
balen, durchdachten Planung eines Skigebietes war: nicht nur in den Werbekampagnen der Tourismus-
Übersetzung Emily Guerra wir hoffen, uns getäuscht zu haben. Industrie sondern auch in Wirklichkeit existiert.