Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano Triberti per il corso di Psicologia della Comunicazione tenuto con il Prof. Giuseppe Riva all'Università Cattolica di Milano
Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano Triberti
1. 1
La comunicazione e i nuovi
media:
CHAT E SOCIAL NETWORK
23 marzo 2017
Stefano Triberti
ICE-NET Interactive Communication and Ergonomics of
NEw Technologies - Lab.
2. La Comunicazione non verbale comprende qualsiasi comportamento non basato
sull’utilizzo del linguaggio che permette a esseri umani, animali o artificiali di:
• Trasmettere informazioni
• Esprimere intenzioni comunicative
Questa classificazione include strumenti che
sono parte della dotazione naturale degli
organismi, come l’espressione emotiva (es.,
facciale), la gestualità, la cinesica…
…e alcuni artefatti utilizzati saltuariamente a
fini comunicativi, come ad esempio
l’abbigliamento
La comunicazione non verbale…
3. …e i Nuovi Media
I Media e i Nuovi Media hanno ampliato la «cassetta degli attrezzi» della comunicazione
umana promuovendo nuove modalità e strumenti per relazionarsi con gli altri
Alcuni di questi strumenti fanno capo a campi di studio
come la Comunicazione Mediata da Computer (CMC) e,
più recentemente, i Social Media
In questi ambiti rientrano numerose risorse
per la comunicazione sincrona e asincrona
sviluppatesi negli anni nel panorma di
Internet: newsgroup, forum, blog, Instant
Messaging, microblogging, MUDs, MOGs
Due media risultano di particolare interesse per analizzare il contributo delle
Scienze Sociali allo studio dei cambiamenti nella Comunicazione
(web)CHAT SOCIAL NETWORK
5. - I primi servizi di chat sono presenti già negli anni
’60
- …ma è negli anni ‘90 che diventano sistemi
accessibili e popolari tra gli utenti «comuni» che
dispongono di computer e connessione
- Nel 2001 nasce MSN Messenger, precursore dei
Social Network e delle app di Instant Messaging
contemporanee per accedere bisogna
rivelare la propria identità e si gestisce una rete
dei propri amici «reali»
Prima di questo, le chat costituiscono un
«mondo a sé», in cui le persone
interagiscono anonimamente con
sconosciuti
c6
ICQ
AOL
mIRC
MSN
Messenger
Cosa sono le Chat?
6. Come cambia la comunicazione?
1. Migliora o peggiora?
2. Diventa più «ricca» o più «povera»?
3. Diventa più onesta/autentica o più falsa?
4. Quali fenomeni emergenti si manifestano?
Domande per la Psicologia della
Comunicazione
7. Teorie sulla CMC (1) – Reduced
Social Cues Theory
La principale caratteristica della CMC è che difetta degli aspetti meta-linguistici della
comunicazione faccia-a-faccia
Si ha una situazione di vuoto sociale in cui
l’identità «sfuma» e scompare
1. Le persone si esprimono più liberamente (si sentono
al sicuro da controllo e critiche)
2. La perdita dell’identità spinge a violare le norme
sociali (se non c’è in gioco la mia persona reale con la
mia reputazione, nella chat posso essere/fare ciò che
non posso essere/fare nel mondo reale)
Social presenceMedia richness
Sproull & Kiesler (1986) Organizational Behavior and Human Decision Processes
8. Alcune persone utilizzano tutt’oggi le chat anonime per sviluppare storie e fantasie,
che possono durare anche nel tempo
Anonimità Porta ad attuare fantasie inesprimibili e
inattuabili nella vita reale
Un esempio esplicativo: online
infidelity
Mileham (2007), Computers in Human Behavior
Una ricerca basata su interviste etnografiche a 86 adulti partecipanti di chat anonime
ha individuato 3 costrutti legati alla spiegazione del loro comportamento, coerenti con
la Reduced Social Cues Theory:
Razionalizzazione Per i partecipanti il contesto chat è «irreale»,
alieno alla vita di tutti i giorni… quindi innocuo
«Effortless Avoidance» L’anonimità degli altri (e la loro «assenza» dalla
vita reale) consente di dimenticare i propri
comportamenti e di evitare il disagio psicologico
9. Teorie sulla CMC (2) – Social
Identity Model of De-Individuation
- L’anonimità rende più forti le regole di gruppo
- Gli stereotipi ingroup/outgroup si fanno più rigidi
- i comportamenti possono essere aggressivi non
perché si perde l’identità, ma perché ci si sente tenuti
a «difendere» il proprio gruppo in modo più estremo
La Reduced Social Cues Theory viene criticata da approcci molto diversi
Può essere considerata una delle teorie tradizionali della de-
individuation:
In particolari contesti sociali (folla, internet)
- l’identità scompare
- Compaiono comportamenti devianti
Ricerche più recenti hanno mostrato che non è così: non scompare l’identità personale,
bensì diventa più saliente l’identità sociale e i meccanismi di categorizzazione
Lea & Spears (1991) International Journal of Man Machine Studies
10. Il fatto che le norme sociali e l’appartenenza di gruppo possono diventare più
forti online aiutano a spiegare in parte i principali comportamenti aggressivi
Un esempio esplicativo:
comportamenti aggressivi online
TROLLING
FLAMING
LURKING
CYBERBULLISMO
HACKING e PHISHING
11. Teorie sulla CMC (3) – Social
Information Processing Theory
Walther (1992) ha criticato le teorie precedenti, chiamandole cues filtered-out theories
Danno per scontato che gli indici non verbali scompaiano nella
CMC; e che questo sia deleterio per qualità e/o autenticità
Se hanno motivazione intrinseca e fanno un’esperienza prolungata dell’interazione, le
persone tendono comunque a sviluppare relazioni significative
Danno per scontato che gli indici non verbali scompaiano nella
CMC; e che questo sia deleterio per qualità e/o autenticità
Per fare questo sono in grado di adattare le caratteristiche del
medium per «potenziare» la comunicazione
Walther (1992), Communication Research
12. JordanK: Ciao ragazza che fai?
Nicky: niente tu?
JordanK: finito il torneo di pallavolo
Nicky: avete vinto o cosa?
JordanK: sì li abbiamo uccisi
Nicky: bene
JordanK: ho visto il tuo fidanzato a scuola
Nicky: non è il mio fidanzato
JordanK: calmati
Nicky: te lo direi se avessi un fidanzato
JordanK: hai visto quella brutta sfigata?
Nicky: sì era un’idiota
Un caso esplicativo: chat e
pragmatic devices
13. Acronyms
Punctuation
Neologismi e onomatopee che esprimono stati emotivi
specifici:
«ahah»; «uuuu»;
Varnhagen et al. (2010), Reading and Writing
I pragmatic devices
Capitals
Emotion
words
Acronimi di espressioni idiomatiche emotive:
«lol»; «wtf»; «omg»; «tvb»
Usi creativi della punteggiatura (indipendenti dalle regole
grammaticali) per esprimere emozioni:
«……….» «!!!!!»
- Questa categoria comprende anche le emoticons,
rappresentazioni figurative delle espressioni facciali: ;-) ^^ :OO
Uso delle maiuscole, di solito per esprimere collera o enfasi:
«TI ODIO» ; «SMETTILA DI SCRIVERMI» ; «quel film è
PAZZESCO»
15. «…piattaforme basate sui nuovi media che consentono all’utente di gestire la
propria rete sociale e la propria identità sociale.
Si distinguono sulla base di tre elementi:
1) La presenza di uno spazio virtuale per il profilo
2) La possibilità di creare una lista di altri utenti con cui comunicare
3) La possibilità di analizzare caratteristiche della propria rete
- Descrizione
- Definizione
Riva (2012), I Social Network, IlMulino; Boyd & Ellison (2007), Journal of Computer Mediated Communication
Cosa sono i Social Network?
- Organizzazione
- Estensione
- Esplorazione
- Confronto
16. I social network riconfigurano i processi cognitivi, sociali e relazionali degli
utenti
Quali effetti hanno i social
network?
Riva (2012), I Social Network, IlMulino
Rimuovono il corpo dall’interazione
Modificano gli schemi cognitivi di attuazione della comunicazione
Rendono «allocentriche» le reti sociali ed «egocentriche» le
relazioni/comunicazioni che queste generano
Le conseguenze di tali cambiamenti sono molteplici:
Da una parte, le opportunità per gestire e arricchire le proprie relazioni sociali, e
per creare occasioni di socializzazione, si moltiplicano;
Dall’altra, è possibile perdere il controllo delle relazioni e della propria identità
sociale
17. Merthe, una ragazza di 16 anni di Haren (Olanda), il 6 settembre 2012 utilizzò
facebook per creare l’evento del suo compleanno. Commise l’errore di
impostarlo come evento pubblico e di non monitorare la sua diffusione.
Il giorno del suo compleanno (21 settembre) migliaia di giovani arrivarono a
Haren causando disordini (centinaia di migliaia di euro di danni, 30 feriti,
altrettanti arresti).
Un esempio «negativo»: Project X
Haren
L’investigazione che seguì concluse che l’alcool è stato il «principale responsabile
dell’accaduto», ma è davvero così?
Meccanismi ingroup/outgroup Bystander effect
La «provocazione» dei giornalistiDiffusione della Responsabilità
DIFFUSIONE
VIRALE
18. Una campagna virale lanciata dalla Associazione Statunitense contro la SLA
La campagna ha ricevuto anche critiche e ha generato numerosi haters;
Tuttavia, grazie a essa in un anno si sono generati 115 milioni di dollari in donazioni
per la ricerca sulla SLA;
E il tema della SLA è rimasto un trend principale sui social media per 2 mesi
- Più di 1 milione di video condivisi
- Più di 4 milioni di citazioni solo su Twitter e Instagram
Un esempio «positivo»: la Ice
Bucket Challenge
19. Conclusione
La CMC delle chat e dei social network è effettivamente caratterizzata da importanti
trasformazioni rispetto alla comunicazione «naturale»
Da una parte, fornisce nuovi
strumenti per esprimere se stessi e
gestire la propria rete di relazioni
(pragmatic devices, diffusione virale
dei contenuti…)
Dall’altra, espone gli atti
comunicativi a contesti complessi;
l’uso manipolativo o la perdita di
controllo di tali aspetti può avere
effetti straordinari quanto disastrosi
20. La timeline dei principali servizi di chat e Instant Messaging 1973-2017
https://cdn.sameroom.io/chat-timeline.pdf
La storia e le dinamiche di Project X Haren:
https://en.wikipedia.org/wiki/Project_X_Haren
La storia e i numeri della Ice Bucket Challenge:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ice_Bucket_Challenge