1. T
AV V E R S I TÀ
DELLE PIANTE TECNICA
• P R O V E D I A P P L I C A Z I O N E N E L V I VA I S M O P I E M O N T E S E
Termoterapia in acqua
contro i fitoplasmi della vite
▪
Questa pratica può essere una
fitoplasmi del tipo Elm Yellows, è invece zione dei trattamenti insetticidi contro il
trasmessa da una cicalina, lo Scaphoi- vettore), è innegabile, tuttavia, che tra-
deus titanus Ball, strettamente ampelo- mite materiale di moltiplicazione infetto
concreta possibilità per ottenere faga e quindi particolarmente efficien- (anche solo con poche barbatelle malate),
materiali esenti da flavescenza te come vettore. La lotta contro queste i fitoplasmi siano giunti o possano giun-
dorata a livello vivaistico malattie (resa obbligatoria dall’apposi- gere in aree ancora esenti dal patogeno o
▪
to decreto ministeriale del 31-5-2000) comunque essere l’inoculo iniziale del-
è concentrata sulla riduzione dell’ino- l’infezione nei vigneti di nuovo impianto
culo nei vigneti tramite l’estirpo delle contribuendo così ad aggravare il proble-
piante infette, il contenimento delle po- ma. Il lavoro di prevenzione svolto negli
polazioni dell’insetto vettore per mez- ultimi anni per controllare i vigneti di
di Franco Mannini, zo di specifici trat- piante madri e i bar-
Cristina Marzachì tamenti insetticidi e batellai utilizzati dai
Il trattamento più efficace
I
l’utilizzo di materia- vivaisti al fine di de-
fitoplasmi sono associati a malat- le di moltiplicazione è quello a 52 °C per 45 minuti, classarne gli impianti
tie che portano rapidamente al de- sano. ma richiede cautela perché è ove la malattia fosse
perimento e poi alla morte delle In Piemonte i dan- prossimo alla soglia di danno presente, non si è ri-
piante (Conti, 2001). Tra queste le ni derivati dalla pre- sulla vitalità del materiale velato risolutivo. Tra
più comuni sono il legno nero (LN) e la senza nei vigneti di i fattori di rischio va
flavescenza dorata (FD) che, caratteriz- queste malattie sono segnalata, infatti, la
zate da una medesima sintomatologia, particolarmente gravi e negli ultimi an- possibilità che il periodo di latenza del-
si distinguono nettamente da un punto ni si è verificata una recrudescenza del- la malattia sia più lungo dei due anni
di vista epidemiologico. Il legno nero è l’infezione, con particolare riferimento correntemente considerati sufficienti in
un’infezione solitamente non epidemi- al legno nero. In questa difficile situa- assenza di sintomi, riferibili sulle piante
ca causata da fitoplasmi del tipo Stolbur zione, il settore vivaistico è stato spesso madri, oppure, che l’infezione interessi
trasmessi da una cicalina (Hyalesthes additato tra i responsabili della diffusio- il materiale di portinnesto, per il quale
obsoletus Signoret) la cui efficienza come ne della malattia. Sebbene siano altre, e manca la garanzia di un adeguato con-
vettore è ritenuta modesta (Sforza et al., ben note, le cause dell’epidemia (manca- trollo dei vigneti di origine.
1998). La flavescenza dorata, causata da ti estirpi, mancata o insufficiente esecu-
Vantaggi e svantaggi
A livello vivaistico, tuttavia, un pos-
sibile concreto ridimensionamento del
problema, se non la sua soluzione, po-
trebbe venire dall’impiego di tecniche
di risanamento da impiegarsi sul mate-
riale di moltiplicazione (marze e talee
di portinnesto oppure barbatelle) preli-
minarmente o successivamente alla sua
moltiplicazione. Per quanto riguarda la
flavescenza dorata, infatti, Caudwell in
Francia sin dal 1966 ha messo in evi-
denza che questa malattia poteva esse-
re eliminata dal legno di piante infette
grazie ad un trattamento in acqua calda.
Secondo l’Autore l’immersione in acqua
di marze e talee a temperature di alme-
no 45 °C per tre ore oppure di 50 °C per
45 minuti erano sufficienti ad inattivare
Sintomi da fitoplasmi su cultivar
a uva rossa
62 L’Informatore Agrario • 24/2007
2. T
AV V E R S I TÀ
TECNICA DELLE PIANTE
TABELLA 1 - Resa in barbatelle di 1ª
scelta da materiale termotrattato in
acqua (marza e portinnesto) presso
diversi vivai nei tre anni di prova
(2004-06)
45 °C 50 °C
Innesti/ per per
Test 3 45
Cultivar Portinnesto tesi
(%) ore min.
(n.)
(%) (%)
2004
Barbera Kober 5BB 200 67 66 61
Barbera Kober 5BB 100 68 59 52
Cortese 1103 P 250 82 − 88
Chardonnay Kober 5BB 300 − 79 −
Dolcetto Kober 5BB 200 43 41 53
Favorita 1103 P 200 84 79 87
Vermentino 1103 P 200 59 55 52
50 °C 52 °C
Innesti/ per per
Test 45 45
Cultivar Portinnesto tesi
(%) min. min.
(n.)
(%) (%)
Attrezzatura per la termoterapia in acqua usata per la sperimentazione 2005
Barbera Du Lot 7.700 − 92 −
i fitoplasmi eventualmente presenti nel nei confronti del «mal dell’esca» (Fou- Barbera 161-49 10.000 − 67 −
materiale legnoso. Studi più recenti dello rie e Halleen, 2004; Larignon e Molot, Barbera Kober 5BB 250 51 54 65
stesso Caudwell (Caudwell et al., 1990) e 2004; Moretti et al., 2005), ampelopatia Barbera Kober 5BB 4.000 68 65 –
di altri autori (Borgo et al., 1999; Bianco di origine fungina, sempre più diff usa Dolcetto Kober 5BB 250 84 65 –
et al., 2000; Boidron e Grenan, 1992; Tas- nei giovani vigneti. Dolcetto Kober 5BB 300 49 52 45
sart-Subirats et al., 2003) hanno confer- Favorita Kober 5BB 300 39 39 –
mato l’efficacia del trattamento nei con- L’esperienza piemontese Freisa Kober 5BB 600 65 50 –
fronti dell’agente di FD e, con qualche Moscato
Kober 5BB 500 80 65 –
eccezione, di LN. L’introduzione della Attrezzatura bianco
termoterapia in acqua nella filiera vivai- per il bagno termoterapico Moscato
stica quale pratica corrente consentireb- Kober 5BB 200 41 47 49
bianco
be, quindi, di aumentare sensibilmente Prendendo spunto dall’esperienza Nebbiolo Kober 5BB 700 51 52 –
la garanzia di fornire ai viticoltori mate- francese, all’inizio del 2004, l’Unità di Bosco 1103 P 250 31 62 –
riale esente da questi patogeni. Grugliasco (Torino) dell’Istituto di viro- Pigato 1103 P 1.000 62 72 –
La termoterapia ha trovato una certa logia vegetale del Cnr, in collaborazione Rossese 1103 P 300 67 61 –
diff usione in Francia, mentre in Italia è con il Vivalb con sede a Vaccheria di Al- 2006
stata applicata sino ad oggi in pochi casi ba (Cuneo), ha fatto realizzare e messo
Arneis Kober 5BB 300 82 86 64
e solo in via sperimentale, con successo in funzione un impianto automatizzato
per quanto riguarda l’efficienza del risa- per il trattamento in acqua calda del ma- Barbera SO 4 300 88 90 81
namento, ma con risultati contrastanti teriale legnoso di moltiplicazione fina- Barbera Kober 5BB 330 80 87 67
sull’effetto depressivo nei confronti della lizzato alla prevenzione della diff usione Dolcetto Kober 5BB 400 82 78 81
successiva vitalità del materiale di pro- dei fitoplasmi. L’attrezzatura è stata inte- Dolcetto 1103 P 300 74 70 80
pagazione (Frausin et al., 1999; Moretti e ramente finanziata dai Vivaisti aderenti Freisa Kober 5BB 400 74 86 64
Anaclerio, 2000; Moretti et al., 2002). La alla Vignaioli Piemontesi. Il prototipo Grignolino 3309 300 87 88 87
principale remora alla diffusione di que- piemontese dispone una doppia vasca, Moscato
SO 4 300 88 90 86
sta tecnica, oltre al prezzo dell’attrezza- una per il preriscaldamento (atto a ri- bianco
tura, consiste infatti nella riduzione del- durre gli shock termici) e di una secon- Moscato
3309 300 81 81 72
la vitalità del materiale di propagazione da per il trattamento vero e proprio; di bianco
con effetti più o meno penalizzanti sulle una gabbia per il caricamento automa- Moscato
1103 P 300 88 88 55
rese in vivaio. tico (che consente ad ogni turno di trat- bianco
Occorre, inoltre, ricordare che la ter- tare consistenti quantitativi di materia- Nebbiolo Kober 5BB 300 69 61 87
moterapia in acqua calda del materia- le: 20.000 talee in mazzi oppure 100.000 Vermentino 3309 330 79 81 61
le legnoso in fase di moltiplicazione marze spezzonate in sacchi a rete); di un
elimina Agrobacterium tumefaciens o sistema ramificato di sensori in grado di Gli effetti negativi sulla vitalità e lo
sviluppo delle barbatelle in vivaio sono
«rogna» (Bazzi et al., 1991), nemato- gestire con molta precisione la tempera- stati modesti: le riduzioni della resa
di e fi llossera (Hamilton, 1997) e pa- tura impostata in tutti i punti della vasca in barbatelle di 1° scelta sono variate
re avere una certa efficacia preventiva (migliorando l’efficienza del trattamento) da 0 al 20% a seconda delle cultivar.
24/2007 • L’Informatore Agrario 63
3. T
AV V E R S I TÀ
DELLE PIANTE TECNICA
e, grazie ad uno idoneo soft ware, della
possibilità di variare a piacimento i pa-
rametri di temperatura e durata, oltre
che fornire una documentazione stam-
pata e dettagliata sui modi e i tempi del
trattamento eseguito.
Effetti sul risultato vivaistico
Grazie alla disponibilità di tale attrez-
zatura e ad uno specifico finanziamen-
to della Regione Piemonte è stato avvia-
to un programma triennale di ricerca
(2004-06) finalizzato all’ottimizzazione
della tecnica per una sua corretta utiliz-
zazione da parte del settore vivaistico at-
ta a minimizzarne gli effetti negativi sul
materiale di moltiplicazione.
La sperimentazione ha previsto l’ese-
cuzione del bagno termoterapico utiliz-
zando svariati abbinamenti di tempera-
ture e tempi su marze e talee di portin-
nesto prima dell’innesto al tavolo. Sono
stati trattati migliaia di «pezzi» (e rela-
tivi testimoni non trattati) di numerose 1 2
cultivar per riprodurre una situazione in Ottimo sviluppo ( foto 1) e mancato attecchimento ( foto 2) degli innesti-talea in vivaio
scala semi-industriale. dopo termoterapia in acqua a 50 °C per 45 minuti e a 55 °C per 45 minuti rispettivamente
La verifica della ripresa in vivaio del
materiale in prova è stata suddivisa su via sottolineato come le rese del trattato nore diametro dei tralci, al midollo più
diversi vivaisti in modo di avere repliche non infrequentemente siano state addi- o meno espanso, al diverso contenuto di
e ridurre eventuali effetti depressivi im- rittura migliori di quelle del testimone. sostanze di riserva, ecc.).
putabili alla gestione del singolo vivaio e Pur in presenza di una certa variabilità Le barbatelle prodotte con marze e ta-
non al trattamento. Sono stati effettuati nelle rese a seconda delle diverse cam- lee di portinnesto termotrattate, inol-
controlli dopo la forzatura, nel periodo pagne vivaistiche (qualità di partenza tre, una volta messe a dimora in vigneto
estivo in barbatellaio del materiale utilizza- hanno fornito un attecchimento e uno
e, in modo particolar- to, andamento stagio- sviluppo normali nel primo anno dal-
mente approfondito, Permane l’interrogativo nale dell’annata, fat- l’impianto.
dopo l’estirpo delle sulla completa efficienza tori casuali, ecc.) si
barbatelle. risanante della termoterapia può quindi afferma- Effetti sulla ripresa
Una percentuale in acqua per quanto riguarda re che il «rischio» o il in vigneto
del materiale trattato il legno nero «danno» conseguen-
è stato controllato an- te al trattamento è più Il trattamento termoterapico può esse-
che nei vigneti in cui che tollerabile a fronte re effettuato anche sulle barbatelle prima
è stato successivamente impiantato per della possibilità da parte dei vivaisti di del confezionamento e della successiva
verificarne il comportamento agronomi- fornire ai viticoltori barbatelle meglio commercializzazione. Tale pratica, ad
co nel lungo periodo. garantite nei confronti delle infezioni esempio, è applicata sistematicamente in
La sperimentazione ha confermato co- di FD e LN. Francia nella produzione di materiale di
me idonee da un punto di vista vivaistico Tra i fattori fondamentali che ottimiz- «base». Tra gli svantaggi rispetto al trat-
le «combinazioni» 45 °C per 3 ore, 50 °C zano la termoterapia in acqua riducendo- tamento su marze e talee, va segnalato il
e 52 °C per 45 minuti. La combinazione ne i potenziali effetti negativi collaterali rischio di una minore efficacia risanan-
45 °C per 3 ore, tuttavia, è stata poco ap- vanno ricordati: te del bagno caldo, essendo la barbatella
prezzata dai vivaisti in quanto richiede • l’efficienza delle attrezzature a dispo- un’entità più complessa rispetto a marze
tempi lunghi che mal si conciliano con sizione e in particolare la possibilità di e talee legnose. L’altro aspetto negativo
grandi quantità di materiale da trattare, effettuare un pre-riscaldamento del ma- riguarda la possibilità che eventuali ri-
mentre quella a 52 °C × 45’ ha determi- teriale prima del trattamento vero e pro- duzioni di vitalità del materiale a causa
nato più frequentemente un certo calo prio; del trattamento si manifestino in vigne-
nella resa vivaistica. • la buona lignificazione dei materiali to (quindi a carico del viticoltore) e non
I risultati ottenuti indicano che gli ef- di moltiplicazione utilizzati; in vivaio (rischio d’impresa del vivaista)
fetti negativi sulla vitalità e lo sviluppo • la riduzione dei tempi di stoccaggio con gli inevitabili contenziosi che ne de-
delle barbatelle in vivaio sono stati mo- in frigo intercorrenti tra il trattamento riverebbero.
desti, con riduzioni della resa in barba- e l’innesto; Le prove su scala semi-industriale con-
telle di 1a scelta variabili da 0 a 20% a se- • una diversa sensibilità varietale (ascri- dotte nel corso del 2006, in collaborazio-
conda delle cultivar (tabella 1). Va tutta- vibile probabilmente al maggiore o mi- ne con la Coldiretti di Asti, hanno con-
64 L’Informatore Agrario • 24/2007
4. T
AV V E R S I TÀ
TECNICA DELLE PIANTE
sentito di verificare che il trattamento a A fine 2006 nessuna delle piantine in lente alla produzione di oltre 2.000.000
50 °C × 45 minuti applicato alla barba- vaso mostrava sintomi ascrivibili a fi- di barbatelle. A tutela del viticoltore ac-
tella prima dell’impianto in vigneto non toplasmi. Le analisi molecolari hanno quirente diviene quindi inderogabile il
ha provocato riduzioni quantificabili di escluso nel materiale, trattato e non, la rilascio di una «certificazione» sull’av-
attecchimento rispetto al testimone non presenza del fitoplasma FD, mentre il venuto trattamento. La Vignaioli Pie-
trattato. Unica differenza riferibile alle fitoplasma LN è stato riscontrato in 4 montesi si è posta per prima il problema
piantine trattate è stato un ritardo di 10- campioni sul totale dei 13 non trattati istituendo tra i vivaisti suoi soci, che pra-
15 giorni nel germogliamento a parità di sopravvissuti (pari al 30,8 %) e in 5 cam- ticano la termoterapia in acqua, un con-
data di impianto, ritardo peraltro rias- pioni sul totale dei 22 sopravvissuti al sorzio denominato «Orme di Vite®» che,
sorbito rapidamente tanto che in estate lo trattamento a 50 °C per 45 minuti (pari grazie a un sistema di certificazione di
sviluppo tra piantine trattate e non, risul- al 22,7%). Solo le 14 piantine derivate da fi liera ISO-2001, è in grado di garantire
tava perfettamente omogeneo. talee trattate a 52 ° C per 45 minuti sono all’utente finale, con apposito marchio
A favore del trattamento alla barba- risultate tutte esenti da LN (tabella 2). in etichetta, sia l’origine dei materiali di
tella prima dell’impianto si può ascrive- Tali dati, sebbene preliminari, evi- moltiplicazione sia la corretta esecuzione
re il pregio di «ripulire» esternamente la denziano quindi un effetto solo par- del trattamento termoterapico.
barbatella eliminando zialmente positivo del
batteri, spore di critto- trattamento a 50° per Conclusioni
game, uova di vettori o Il trattamento risulta 45 minuti nell’elimi-
quant’altro eventual- efficace contro il fitoplasma nazione del fitoplasma Il Piemonte, grazie all’attivismo dei
mente presente sulla della flavescenza dorata agente di LN, confer- suoi vivaisti (e all’impulso dato dall’atti-
sua superficie. Tratta- mando alcune pre- vità sperimentale avviata in questo speci-
re la barbatella prima cedenti segnalazioni fico settore), è divenuto un «laboratorio»
della commercializzazione, inoltre, per- (Borgo et al., 1999; Bianco et al., 2000). nazionale per l’applicazione su scala in-
mette di evitare i mesi di soggiorno in L’efficienza risanante del trattamento dustriale della tecnica della termoterapia
barbatellaio dopo il trattamento, perio- sembrerebbe, invece, ottimale a 52 °C in acqua, a cui molti guardano per ca-
do in cui potrebbero verificarsi inocu- per 45 minuti; l’utilizzo di tale «com- pire se valga la pena di seguirne l’esem-
lazioni da vettori infetti nel caso venisse binazione», tuttavia, richiede una certa pio. È evidente, infatti, l’onerosità che
meno la protezione con gli idonei presidi cautela in quanto prossima alla soglia di tale intervento comporta in termini ge-
insetticidi. danno sulla vitalità del materiale. stionali e di costi di produzione, nonché
il rischio della non totale innocuità del
Verifica dell’efficienza Il vivaismo piemontese trattamento sulla vitalità del materiale
risanante sul legno nero adotta la termoterapia di moltiplicazione.
Permane, inoltre, l’interrogativo sulla
A fronte delle numerose esperienze spe- A fronte dei buoni risultati riscontrati completa efficienza risanante per quan-
rimentali (Caudwell et al., 1990; Borgo et nei primi due anni di sperimentazione, to riguarda il legno nero. Detto questo,
al., 1999; Bianco et al., 2000; Tassart-Su- a partire dalla campagna 2006 la parte è indubbio che la termoterapia in acqua
birats et al., 2003) che dimostrano l’effi- tecnicamente più evoluta del vivaismo effettuata nei tempi e nei modi corretti,
cienza risanante della termoterapia in piemontese ha creduto in questa tecni- oltre che con le idonee attrezzature, può
acqua (Borgo et al., 1999; Bianco et al., ca, non solo fruendo dell’attrezzatura essere una concreta possibilità per ottene-
2000), sia sulla FD che sul LN, ve ne so- presso il Vivalb per termotrattare alme- re materiali esenti da fitoplasmi a livello
no alcune che indicano nel LN un fito- no una parte della propria produzione vivaistico. Va tuttavia ribadito che il mate-
plasma di più difficile eradicazione. Si è vivaistica, ma in diversi casi dotandosi riale di moltiplicazione trattato, una volta
voluto pertanto confermare tali risultati di una propria attrezzatura allo scopo. posto in campo, è comunque soggetto al
anche con i vitigni e nelle condizioni di In Piemonte (unico esempio a livello na- rischio di reinfezione nel caso non venga-
operatività locali. Nel 2006 talee legnose zionale) nel 2006 è stato sottoposto a ba- no posti in essere i necessari accorgimenti
provenienti da piante con sintomatologia gno termoterapico un quantitativo molto nei confronti dell’insetto vettore. •
evidente e risultate infette dal fitoplasma consistente di materiale legnoso equiva- Franco Mannini
del LN sono state suddivise in tre lotti, Cristina Marzachì
di cui uno, in qualità di testimone, non è TABELLA 2 - Saggi molecolari (*) su Istituto virologia vegetale - Cnr - Torino
stato trattato e due invece sono stati sot- piantine in vaso ottenute da talee f.mannini@ivv.cnr.it
toposti a bagno termoterapico a 50 °C per infette da legno nero sottoposte
45 minuti e a 52 °C per 45 minuti. Suc- a termoterapia in acqua nel 2006 Gli autori ringraziano N. Argamante e F. Ghilino
cessivamente le talee sono state poste a dell’Ivv-Cnr, C. Costa e S. Piano della Vignaioli
Piante Saggi Legno nero Piemontesi, M. Bergantin della Coldiretti di Asti
radicare in vaso e conservate sotto rete Tesi vive in PCR (piante infette) per la collaborazione alla raccolta dei dati, e i
anti-insetto. Le piantine sopravvissute vaso (n.) (n.) Vivai Vivalb, F.lli Nicola, Porro, Santamaria,
n. %
(49) sono state monitorate nel corso del- Massaro e Vinci per aver ospitato le prove.
Test 13 13 4 30,8
la stagione vegetativa per rilevare l’even- La sperimentazione è stata finanziata dal
50 °C per 45’ 22 22 5 22,7
tuale comparsa di sintomi. In parallelo Progetto della Regione Piemonte «Studi
52 °C per 45’ 14 14 0 0
campioni di foglie prelevati dalle piante sulla flavescenza dorata della vite e sul suo
in vaso sono stati sottoposti ad analisi (*) PCR + RFLP. vettore Scaphoideus titanus: epidemiologia,
PCR-nested seguita da RFLP per eviden- diagnostica, prevenzione, contenimento».
Soltanto le 14 piantine derivate da talee
ziare l’eventuale persistenza del fitopla- trattate a 52 °C per 45 minuti sono La bibliografia sarà consultabile all’indirzzo
sma (Marzachì e Boarino, 2002). risultate tutte esenti da legno nero. www.informatoreagrario.it/bancadati
24/2007 • L’Informatore Agrario 65
5. T
AV V E R S I TÀ
TECNICA DELLE PIANTE
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