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DOROTHY GILMAN.
LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA.
Torna, ancora una volta, il simpatico personaggio della signora Pollifax, la dinamica vecchietta che si dedica con
passione a risolvere intricati casi di spionaggio.
Questa volta, l'indagine affidatale dalla CIA si svolge nell'ambiente selezionato e lussuoso di una clinica svizzera, che
sembra in qualche modo connessa con la scomparsa di un certo quantitativo di plutonio, sufficiente per fabbricare una
piccola bomba atomica.
Emily Pollifax, con la scusa di ristabilirsi da un attacco di influenza, si reca immediatamente sul posto per seguire le
tracce del prezioso materiale, trafugato per scopi politici.
Un misterioso gruppo di arabi, un ragazzino spaventato, un enigmatico e affascinante sceicco, un simpatico ladro di
gioielli e un'avvenente ragazza belga sono i personaggi che fanno da contorno a questa esilarante avventura del nuovo
James Bond in gonnella.
ERA MATTINA, e la signora Pollifax stava seduta sul pavimento del soggiorno, le gambe incrociate sotto di sé nel
tentativo di mantenere la posizione del loto.
Praticava lo yoga da un certo numero di mesi, ormai.
Riusciva quasi a toccare il ginocchio con la fronte, e una volta -- sorretta dalla signorina Hartshorne, la sua vicina
dell'interno 4-C - era riuscita a reggersi sulla testa, con l'impressione che tutto le girasse attorno.
Ma la posizione del loto non arrivava a mantenerla per pi~i di un minuto, e cominciava proprio a disperare di poter
diventare una contemplativa.
Ho troppa ciccia, non riesco a flettermi., Sospirň e deplorň i sessant'anni e piú della sua vita in cui si era seduta su
poltrone e divani, ma mai sul pavimento.
Poi, quell'attimo di disappunto passň.
In fin dei conti, la giornata era splendida e piena di sole, e a mezzogiorno c'era una riunione del Comitato per la difesa
dell'ambiente.
Mentre si rimetteva in piedi, udí la voce della signorina Hartshorne sul pianerottolo e poco dopo, vi fu un'energica
bussata alla porta.
La signora Poliifax attraversň la stanza e andň ad aprire, in calzamaglia.
Erano appena le nove e un quarto, ma per la signorina Hartshorne, che alle sei del mattino faceva lunghe trottate a passo
di carica, e la cui energia, a volte, poteva essere snervante, era giŕ pieno giorno.
La signora Pollifax si fece coraggio.
Stavo per uscire la investí la vicina, tutta ansante, quando č arrivato questo espresso per te, Emily, e sapendo che
probabilmente non eri ancora vestita...
La voce della Hartshorne esprimeva un misto di disapprovazione e di tolleranza per l'eccentricitŕ dell'amica.
Mi sono presa la libertŕ di firmare la ricevuta per te.
Proprio un pensiero squisito assicurň la signora Pollifax, che rivolse poi l'attenzione alla lettera, mentre la signorina
Hartshorne si allontanava a tutto vapore.
La lettera aveva il timbro di Baltimora Maryland: era un espresso arrivato per via aerea.
Doveva essere proprio un messaggio urgente.
Baltimora... urgente...
La signora Pollifax si trovň a ripensare a certi viaggetti segreti fatti in passato per conto di un certo signor Carstairs.
Awertí un fremito di agitazione mentre apriva la busta e ne estraeva un foglio di carta finissima, intestata a William H.
Carstairs, Procuratore Legale, Palazzo degli Avvocati, Baltimora, Maryland.
Procuratore, figuriamoci! :La signora abbozzň una smorfia e si mise a sedere.
Notň che la lettera era la copia carbone dell'originale, e che l'indirizzo del destinatario era stato accuratamente
cancellato.
In calce, a matita rossa, il segretario di Carstairs, Bishop, aveva scritto in fretta: "Abbiamo bisogno di lei; č libera
giovedí?" La signora Pollifax cominciň a leggere il testo: "Caro signor Royan" cosí cominciava la lettera, "a seguito
della nostra conversazione telefonica di stamattina, le accludo il deposito di cinquecento dollari, da lei suggeritomi, per
la convalescenza di mia suocera, signora Emily Pollifax..." Suocera! esclamň la signora Pollifax. a Convalescenza? :~
"... presso la sua clinica-albergsMontbrison. importante che a mia suocera siano assicurati il riposo e le cure di cui ha
bisogno e..." Il telefono cominciň a squillare e la signora Pollifax, con gli occhi fissi sulla lettera, si mosse lentamente
verso l'apparecchio.
Nel sollevare il ricevitore, disse distrattamente: Sí, sí, eccomi :~. "...
Ia convincerň ad affidarsi completamente a lei.
Apprendo con piacere che..." Signora Pollifax? Sí, pronto. "...
Ie sarŕ riservata la stanza 113, con bagno privato e vista sul lago..." Qui č l'ufficio del signor Carstairs.
Vuole restare in linea, per favore? Oh, ben volentieri! esclamň lei, perfettamente attenta ora, dato che lettera e telefonata
significavano entrambe che la sua vita stava per subire un nuovo colpo di acceleratore, e che quindi doveva riassuefarsi
a quella sottile lama di pericolo che esigeva la piú scrupolosa attenzione: la stessa attenzione che si impiega mangiando
un pesce disseminato di piccole spine.
La voce che adesso era in linea apparteneva al segretario di Carstairs. giŕ uscito per andare all'aeroporto :la informň
Bishop.
Spera di poter incontrarsi con lei, a New York.
L'aspetta all'Hotel Taft, a mezzogiorno.
icosí importante? La signora Pollifax era senza fiato.
Bishop sospirň.
Non lo č, forse, sempre? Ho qui la lettera; č appena arrivata.
Avrebbe dovuto riceverla fin da ieri osservň Bishop.
Non le ho nemmeno domandato come sta, signora Pollifax.
Ma lo farň, non appena lei mi avrŕ detto se puň recarsi a New York in mattinata, per parlare con Carstairs. :~ Mi faccia
pensare.
Sí, faccio in tempo a prendere un treno e a essere lí per mezzogiorno disse lei.
Se mi sbrigo.
Allora non le domanderň come sta scherzň Bishop.
Al Taft, salga direttamente nella camera trecentoventuno, senza fermarsi al banco del portiere.
E speriamo che il suo telefono non sia controllato.
La voce della signora Pollifax era scandalizzata.
E perché mai dovrebbe esserlo? Non si sa mai! Si č iscritta a qualcosa, negli ultimi tempi? D Soltanto al "Comitato per
la difesa dell'ambiente".
Male sentenziň lui, in tono cupo, e riattaccň.
La signora Pollifax corse in camera e cambiň la calzamaglia con un vestito.
Nel darsi una rapida occhiata allo specchio notň che l'abito avrebbe avuto bisogno di essere stirato.
Sospirň, pensando ai suoi hobby, che si moltiplicavano: ecologia, karatč, giardinaggio, yoga, un po' di controspionaggio
di tanto in tanto...
Ie restava ben poco tempo per curare il guardaroba.
Si calcň il piú nuovo dei suoi cappellini sulle ciocche ribelli e telefonň per chiamare un tassí.
ALLE undici e cinquantotto, la signora Pollifax usciva dall'ascensore al terzo piano dell'Hotel Taft e s'incamminava
lungo la passatoia del corridoio.
La porta della stanza 321 era aperta e, per un fuggevole istante, la signora Pollifax, temendo qualche trappola,
immaginO Carstairs immerso in una pozza di sangue... ma proprio in quel momentO, lui le si fece incontro sulla soglia,
alto, asciutto e piú vivo che mai.
Salve, mia cara disse, stringendole con effusione le mani.
Ho ordinato caffč e panini; č stata proprio un tesoro a farcela.
Venga, la prego, si accomodi.
Si č fatto crescere le basette! :~ Bisogna marciare coi tempi si schermí lui, con fare modesto chiudendosi la porta alle
spalle.
Poi si voltň e studiň la sua ospite.
Ha un aspetto magnifico! Anzi, fin troppo in salute, per la missione che la attende.
Un po' di cipria bianca... continuň, meditabondo.
Magari un bastone...
Scosse la testa, contemplando il bizzarro cappellino di lei.
Si accomodi, intanto, e beva un po' di caffč. :La signora Pollifax si mise a sedere e lui le spinse vicino il carrello,
versando poi il caffč per tutti e due.
Bishop mi ha detto che lei ha ricevuto la copia della lettera.
Stamattina confermň la signora.
Nei panini ho fatto mettere prosciutto, lattuga e pomodori.
Carstairs prese posto lí accanto.
Se č disposta a fare questo lavoro per noi, dovrŕ partire dopodomani, giovedí.
Se? ripeté lei, inarcando un sopracciglio.
Sí. :Carstairs esitň.
Devo avvertirla che si tratta di un incarico diverso dagli altri.
Non č un semplice lavoro di corriere. :~ La signora Pollifax posň il panino.
Sono stata promossa! Lui rise.
Diciamo meglio, promossa a nuovi rischi, signora Pollifax, purché nel frattempo non abbia cambiato parere.
Nei miei viaggi precedenti, ho corso, sí, un certo numero di rischi, ma lí per lí non mi sono mai sembrati eccessivi.
Me la sono sempre goduta moltissimo - per ragioni puramente egoistiche, mi creda - e ho fatto la conoscenza di persone
straordinarie.
Del resto, č sempre difficile prevedere quello che avverrŕ, vero? No, signor Carstairs, non ho affatto cambiato parere.
Dio sia lodato mormorň lui.
Poi, facendo schioccare le dita esclamň: Povero me, mi ero dimenticato di Bishop! Si affrettň ai telefono e la signora
Pollifax si accorse che il ricevitore era appoggiato contro la lampada.
Carstairs l'afferrň e disse: Ha sentito, Bishop? Chiami subito Schoenbeck, a Ginevra, e dia l'avvio alla faccenda.
Riattaccň.
Ora conosce la sua destinazione: la Svizzera.
Oh, che bellezza! Speravo proprio di non dover andare di nuovo oltrecortina.
Dopo la mia fuga dall'Albania...
L'uomo sorrideva.
Be', non tutti i soci del circolo di giardinaggio di New Brunswick sarebbero in grado di fuggire dall'Albania, dlco bene?
Ora vedremo come se la caverŕ con la Svizzera.
Voglio alloggiarla come paziente alla clinica-albergo Montbrison; ma, mentre Sl troverŕ lŕ sotto osservazione medica,
lei a sua volta dovrŕ osservare la clinica.
una clinica o un albergo? domandň, perplessa, la signora Pollifax.
Si tratta di un tipo di combinazione che noi non conosciamo, negli Stati Uniti ammise lui, ma gli Europei hanno
abitudini un po' diverse.
La Montbrison č una casa di salute dove i ricconi di mez- zo mondo si rifugiano per curarsi, per riposare, per fare cure
dimagranti.
Il fatto che sia concepita come un albergo rende il soggiorno estremamente piacevole, e mi dicono che si mangia
meravigliosamente.
La Montbrison č un'istituzione di fama internazionale e attira clienti dal Medio Oriente, oltre che dall'Europa.
Carstairs tornň alla sua poltroncina e meditň al di sopra dei polpastrelli riuniti a cuspide.
Siamo nei guai, signora Pollifax confidň alla fine.
Si tratta di informazioni segretissime, e siccome ora c'č di mezzo l'Interpol non toccherebbe a me parlargliene.
In ogni modo, tanto per darle un'idea in poche parole, ultimamente ci sono stati due piccoli, ma preoccupantissimi furti
di plutonio: il primo qui in America, il secondo in Inghilterra.
Plutonio! fece eco la signora Pollifax.
Ma viene usato per...
Appunto.
I quantitativi rubati ammontano a un totale pericoloso: anzi, quasi sufficiente a fabbricare una piccola bomba atomica.
Il plutonio, come lei sa, non esiste in natura allo stato puro; si ottiene dall'uranio e viene usato come combustibile nei
reattori nucleari.
Ecco perché č un giocattolo da Paesi ricchi, inaccessibile a quelli sottosviluppati.
I due furti sono stati compiuti con efficienza diabolica, e abbiamo motivo di ritenere che almeno uno dei due
quantitativi sia stato spedito per posta alla clinica-albergo Montbrison. :~ E una cosa del genere puň essere spedita per
posta? domando, incredula, la signora Pollifax.
Oh, sí.
Per una bomba atomica di piccole dimensioni bastano circa cinque chili di plutonio.
Ed č questo che ci terrorizza le fece notare Carstairs Finora, ne sono scomparsi quattro chili.
Una maledetta faccenda, come vede. :Si avvicinň a una valigetta di cuoio posata su un tavolino, l'aprí e ne tolse un
proiettore per diapositive.
Poi chiuse le tende e accese la luce.
Spostato il tavolino verso il centro della stanza, disse: << Le dispiace spegnere? L'interruttore č proprio dietro di lei.
Mise in funzione il proiettore e, sulla parete opposta, apparve un quadro luminoso.
Un attimo dopo, lo schermo era occupato dal primo piano di una cassetta di legno.
Pensiamo che il collo spedito si presentasse cos:spiego Carstairs.
Su ogni lato doveva essercl LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA

la scritta in nero: FORNITURE MEDICHE -- MANEGGIARE CON CURA.
Quella non č la vera cassetta, allora? No... č una ricostruzione, fatta in base a come ci č stata descritta.
Si ritiene che sia stata spedita per via aerea, con tutti gli accorglmenti che si usano per i materiali fragili.
Dovrebbe essere arrivata alla clinica nove giorni fa.
E sarebbe ancora lí? domandň, meravigliata, la signora Pollifax.
Non ne siamo sicuri.
L'Interpol, con la collaborazione della Polizia svizzera, ha messo un agente nella clinica.
L'agente - si chiama Marcel, e fa il cameriere - non ha trovato sul posto né la cassetta né le tracce del suo arrivo.
Allora, il controspionaggio inglese ha mandato lŕ un certo Fraser, in veste di paziente. :Carstairs esitň.
 Purtroppo, Fraser ha avuto un incidente, signora Pollifax.
Due giorni fa, č precipitato in un burrone, poco lontano dalla clinica.
Quando l'hanno trovato, era giŕ morto. :~ Oh, poveri noi mormorň la signora Pollifax.
Considerate le circostanze, sembrerebbe una morte sospetta, vero? :~ L'altro assentí, con aria cupa.
Dovrei aggiungere che non siamo stati completamente sinceri con il personale della clinica.
A loro č stato detto che stiamo indagando su un contrabbando di stupefacenti,
e li abbiamo lasciati all'oscuro anche sul conto di Fraser e di Marcel.
Né intendiamo precisare i veri motivi della sua presenza.
In fin dei conti aggiunse seccamente, potrebbe anche essere qualcuno che fa parte del personale a servirsi della clinica
per queste attivitŕ illecite.
Ormai Fraser č morto.
Puň darsi che si sia trattato di un assurdo incidente, ma potrebbe anche aver scoperto qualcosa.
E in tal caso...
Si astenne, con tatto, dal completare la *ase e disse invece: Sono stato io, signora Pollifax, a proporla per questa
missione.
Gli Svizzeri sono pronti a collaborare.
C'č di mezzo l'Interpol, naturalmente, nonché il governo degli Stati Uniti - e di conseguenza noi della CIA - senza
contare gli Inglesi, a loro volta interessati alla cosa.
Il complimento, anche se inespresso, era evidente.
Dubbiosa, la signora Pollifax osservň: Ma pensa davvero che io... :9 Lui allargň le braccia.
Potevo scegliere tra almeno una decina di agenti, tutti esperti e bene addestrati, ma un sesto senso mi dice che questa
situazione richiede qualcosa di piú: capacitŕ intuitive di un genere piuttosto raro, e un particolare talento per fiutare
quello 260 che agli altri sfugge.
Lei ci sa fare, con la gente, e poi non si comporta affatto come un agente professionista.
Sa... aggiunse bruscamente, quello che stiamo cercando con tanto zelo, signora Polli fax, a parte il plutonio rubato, č il
male nella sua forma piú pura.
Il male... ripeté meditabonda la signora Pollifax. iuna pai rola antica.
Decisamente biblica convenne lui, ma tenga presente che il plutonio puň venire impiegato illecitamente per qualcosa di
orrendo, che ripugna solo a pensarci.
Lei assentí.
Sarŕ bene che lei veda, D' ora, che cosa conteneva quella cassa. :Carstairs tornň a chinarsi sul proiettore.
Ecco qui: reperto numero uno.
La signora Pollifax studiň l'oggetto dall'aria innocua proiettato sulla parete.
Quello sarebbe plutonio? Sí, ha la forma di un bottone di metallo del peso di circa due chilogrammi.
Visto cosí non fa molta impressione, vero? Carstairs ~`inserí una nuova diapositiva.
Ciascun bottone č stato collocato in - un sacchetto di plastica e poi... :- altra diapositiva - inserito in un contenitore
pieno di gas inerte, che a sua volta č stato sistemato dentro questa strana cassetta che sembra una gabbia per canarini.
Se per caso dovesse imbattersi in qualcuno di questi oggetti, non lo tocchi, se non con i guanti speciali che le verranno
forniti.
E ora, prima di concludere, le mostrerň una pianta della clinica-albergo Montbrison.
Se ben ricorda, le č stata riservata la stanza centotredici. :~ C'č qualche motivo speciale? Eh, sí.
Dal suo balcone, godrŕ una vista meravigliosa del lago di Ginevra, e inoltre potrŕ vedere, sulla sinistra, una vecchia
strada di terra battuta incredibilmente ripida, che gira attorno alla montagna vicina.
Dalie finestre di qualsiasi altro piano della clinica questa strada non si distingue perché č nascosta dagli alberi.
Carstairs inserí una nuova diapositiva che mostrava la zona circostante la clinica.
Alzatosi, indicň alla signora una piccola X. Ogni sera, alle dieci, ci sarŕ un'auto parcheggiata in un punto di questa
strada visibile dalla sua stanza.
Dal balcone, lei invierŕ dei segnali con una torcia elettrica.
Cosí potrŕ mantenere i contatti con il mondo esterno.
La signora Pollifax ascoltava, corrugando la fronte.
Non c'č pe. ricolo che qualcuno mi veda trasmettere i segnali? :~ L'uomo scosse la testa.
La stanza centotredici č abbastanza in alto: si trova al secondo piano.
La clinica č costruita a terrazze contro il versante della montagna.
Sulla terrazza inferiore c'č un grande giardino dal quale si accede al piano in cui si trovano i locali di cura.
1Sulla terrazza superiore c'č l'ingresso principale che dŕ accesso al pianP terrenO vero e proprio della clinica.
Lí ci sono l'atrio, le sale da pranzo e varie altre sale da riposo.
Al primo piano, cominciano le stanze

26 1 dei pazienti.
Ogni sera, non appena lei avrŕ trasmesso i segnali, l'auto accenderŕ i fari.
Ricordi, signora Pollifax: se tutto č normale, dovrŕ accendere la torcia due volte; se invece ha qualcosa di urgente da
comunicare, la accenderŕ e la spegnerŕ quattro volte di seguito.
In tal caso, entro mezz'ora si aspetti pure una telefonata.
Dato che la comunicazione passerŕ attraverso il centralino della clinica, studieremo per lei una specie di codice molto
semplice, basato su frasi che riguardano la sua salute.
Carstairs staccň la spina del proiettore e lo richiuse nell'apposita valigetta.
Inoltre, dovrŕ mescolarsi agli altri ospiti, indagare con prudenza, osservare, ascoltare, e... soprattutto stare attenta a non
ammirare il tramonto dall'orlo di uno strapiombo alto trenta metri.
Stia tranquillo promise lei.
 Le abbiamo prenotato un posto per dopodomani sul volo delle sei del pomeriggio per Ginevra.
Telegraferň alla clinica e chiederň che vengano a prenderla all'aeroporto con una limousine: come si conviene alla
suocera di un noto avvocato di Baltimora aggiunse Carstairs, con un sorriso.
E da che malattia sarei convalescente? :domandň la signora Pollifax.
Che ne dice di una bella asiatica in forma grave? :~ Va benissimo approvň lei.
Ma una cosa mi preoccupa, visto che dovrň partire cosí presto: che dirň a mio figlio che sta a Chicago e a mia figlia che
vive in Arizona? E al circolo di giardinaggio? E poi c'č la mia vicina, la signorina Hartshorne, e l'associazione artistica...
Continui :disse Carstairs, che ascoltava affascinato ... il servizio ospedaliero ausiliario, il comitato per la difesa
dell'ambiente, e... :tacque, accigliandosi nell'osservare l'espressione di lui, ... il mio istruttore di karatč. :~ Aspettavo con
il fiato sospeso che lei parlasse del karatč.
Fa sempre un certo effetto.
Lo fanno anche i miei colpi di karatč lo informň lei, con fare modesto.
Ma quale sarebbe la mia... s'interruppe, cercando la parola adatta, ...
Ia mia copertura? Be', posso consigliarle di fingere una visita ad Adelaide Carstairs, che abita a Baltimora.
Carstairs sorrise.
Questo č lo spunto, lascio a lei il compito di ricamarci sopra.
Sono sicuro che riuscirŕ a imbastire qualcosa di grande effetto.
Guardň l'orologio.
Santo Cielo, le tredici! Le ho detto tutto? Be ne, si trovi all'aeroporto Kennedy giovedí alle quattro de pomeriggio.
Sarŕ chiamata con l'altoparlante, e qualcuno le darŕ le ultime istruzioni e le consegnerŕ i biglietti e i codice che avremo
studiato per lei.
Le tese la mano.
Bene, signora Pollifax esclamň con un po' di tristezza, eccoci di nuovo all'opera! :~ Sí approvň lei, alzandosi e
stringendogli a lungo la mano.
 Buon viaggio e in bocca al lupo! Finisca il suo panino e lasci la chiave giú al banco.
Sulla porta si voltň, con una mano sulla maniglia.
E mi raccomando, maledizione, non mi deluda facendosi dare una botta in testa! :~ Lei si sentí veramente commossa
dall'emozione che traspariva dalla voce di Carstairs.
Tornň al suo panino, domandandosi se doveva fare di Adelaide Carstairs una vecchia parente che si era rotta un femore.
No, era banale.
Una nipote, allora fuggita di casa con un malandrino? Un'amica che era stata truffata, e che aveva bisogno di
consolazione e di consigli? Alla fine, la signora Pollifax trasformň Adelaide Carstairs in una semplice compagna di
scuola, rimasta vedova di recente.
"Senza dubbio ricorderai che te ne ho parlato" scrisse la signora Pollifax quella sera alla figlia che stava nell'Arizona.
"Ho pensato di andare da lei a Baltimora per una settimana o due, perché ha bi sogno di qualcuno che le tiri su il
morale."

IL MATTINO seguente, sentendosi piú di buon umore, andň in centro per fare acquisti, ma senza alcuna intenzione di
comprarsi un malinconico cappello o un bastone da passeggio; aveva in mente un abito da sera, questo sí.
Da un pezzo, la signora Pollifax bramava in segreto qualcosa di piú moderno di ciň che potevano offrirle i reparti
"taglie fortidei grandi magazzini.
Si diresse perciň verso un negozietto, chiamato l' "Antro Psichedelico", e passň un'ora piacevolissima a chiacchierare
con una commessa in minigonna e lunghi stivali, la quale era convinta che la signora Pollifax dovesse andare a una
mascherata.
Il che, in un certo senso, era proprio vero.
Si portň a casa un abito lungo di tessuto stampato a toni violacei ~; e un vasto assortimento di collane a catena.
Con quella lunga tunica sembrava un po' la grande sacerdotessa di un culto religioso, ma era un cambiamentO che la
soddisfaceva.
Inoltre, il tessuto era del tipo "lava-e-indossa" pensň, quasi a giustificare ancora di piú l'acquisto.
Non le restava che spiegare la sua partenza improvvisa alla signorina Hartshorne.
Si sente tanto sola :raccontň alla vicina, mentre bevevano una tazza di tč.
Sono i primi momenti di adattamento alla solitudine.
Sai com'č, ha bisogno di ritrovare un equilibrio.
Ormai Adelaide aveva assunto forma e sostanza, ed era quasi come se esistesse davvero.
Lei e suo marito si adoravano soggiunse.
La signorina Hartshorne serrň le labbra.
Siamo amiche da tanto tempo che posso anche dirti ciň che penso, Emily.
Tu lasci sempre che tutti approfittino di te.
Per anni, ho tentato di convincerti a fare qualche viaggio con me: ma no! Non vuoi assolutamente saperne di viaggiare.
Sai che ti dico? Tu fai una vita assolutamente poco igienica e incolore.
Non vai mai in posti interessanti, non awicini mai gente nuova.
Non me la chiamerai una vacanza, andare a consolare una vecchia amica.
La veritŕ, Emily, č che manchi completamente di senso dell'avventura. :~ Hai ragione convenne la signora Pollifax,
rivolgendole un sorriso.
Che vuoi farci, Grace? Be', la bevi un'altra tazza di tč? :~

ATTENZIONE, prego...
Attenzione...
La signora Emily Pollifax č attesa al banco dell'ufficio informazioni. :9 La signora Pollifax afferrň la valigia e si diresse
verso l'ufficio informazioni dell'aeroporto.
Quasi immediatamente, un uomo le si fece incontro, reggendo una valigia in una mano e un mazzo di violette nell'altra.
Lei lo fissň, incredula e stupita.
Bishopl Lui si chinň a sfiorarle la guancia con un bacio, poi le mise in mano i fiori.
Guardati d~ai Greci anche se p~/rtano doni! citň lui in tono scherzoso.
Come sta? Sono proprio contento di vederla. :~ E iO di vedere lei.
Non avrei mai pensato che l'avrebbero...
Sss, signora Pollifax :disse lui, con fare da cospiratore, e le tolse la valigia di mano.
Venga con me. :Le fece strada oltre l'angolo, fino a una porta con la scritta: PRIVATO - RISERVATO AL
PERSONALE.
Aprí, la fece passare, poi entrň a sua volta e chiuse l'uscio a chiave.
Ci prestano quest'ufficio per dieci minuti. :Posň la sua valigia sul tavolo.
Si rende conto, vero, che accettando quest'incarico sta facendomi passare momenti terribili? Carstairs non č ancora
riuscito a stabilire se sta mandandola in un vicolo cieco o in una gabbia di leoni. dilaniato dal dubbio.
Oh, andiamo, sembra tutto cosí semplice, e poi per me sarŕ un diversivo piacevolissimo, gliel'assicuro.
LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANcORA

Capisco.
Bene, quand'č cosí, veniamo al sodo.
Aprí la valigia.
Ho qui una torcia elettrica di ineguagliabile qualitŕ, piú una provvista di pile: non possiamo rischiare che avvengano
incidenti nelle comunicazioni.
Torcia elettrica e pile di ricambio ripeté la signora Pollifax, aprendo la propria valigia e riponendo il tutto.
 In questa busta chiusa c'č il codice e anche dei franchi svizzeri aggiunse Bishop.
Sia tanto gentile da imparare a memoria il codice durante il viaggio e poi di distruggerlo.
Eccole i fiammiferi per dargli fuoco.
E qui - oh, con questo sí che si divertirŕ - c'č un contatore Geiger.
Un contatore Geiger! Carstairs non m'aveva parlato di un contatore Geiger.
Veramente, č un contatore a scintillazione :rettificň lui, estraendo dalla valigia un bellissimo portagioie di pelle.
Ha lasciato che fossi io a parlargliene perché quando vi siete visti stavamo ancora pensando al modo migliore per
nasconderlo.
Non puň andare alla ricerca di materiale radioattivo senza un aiuto, non le pare? Avrŕ bisogno anche di guanti speciali:
eccoli qua.
E adesso dia un'occhiata a questo.
Bishop aprí il portagioie.
Sono veri? balbettň lei, fissando un pendente di smeraldi, un'enorme spilla di brillanti e due luccicanti collane di rubini.
Sono assolutamente falsi :disse Bishop, ma costano ugualmente un occhio della testa.
Fantastici, vero? Si chinň sul cofanetto.
Vede questo bottoncino dorato sulla cerniera? Premendolo con forza, scatta un dispositivo che permette di estrarre il
doppio fondo.
Diede la dimostrazione pratica di quanto aveva detto, scoprendo un quadrante e due manopole inseriti su una liscia
superficie metallica.
Girň una delle manopole e subito si udí un lieve ronzio.
Tutto normale assicurň Bishop. la prova che l'apparecchio funziona.
Se ora captasse qualcosa di interessante, vedremmo l'ago del quadrante oscillare e salire.
Bene, e qui ci sono i biglietti dell'aereo. :D Fece scorrere l'indice su un foglio di carta.
Biglietti, codice, portagioie, torcia elettrica, pile...
E violette gli rammentň lei.
Un pensiero proprio carino, da parte sua.
Adoro le violette.
Me ne sono accorto. :Bishop lanciň un'occhiata divertita al cappellino di lei, che sembrava una cuffia da bagno tutta
fiorita di mam- 265 mole e di viole del pensiero.
Ah, giŕ... c'č ancora un particolare.
Il cameriere Marcel. :Estrasse dal portafogli una fotografia e le moLA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA

strň un volto tetro, dagli zigomi alti e pronunciati, sormontato da capelli nerissimi. alto circa uno e sessantatré, spalle
larghe.
Perň lo eviti, lasci che sia lui a cercarla.
Benissimo disse la signora Pollifax, efficiente e sbrigativa.
E questo č tutto concluse lui, rattristato, perciň direi che adesso farebbe meglio ad andare.
Aprí la porta, diede una sbirciatina fuori, poi richiuse e disse in tono severo: Mi promette d'essere prudente? Di cercare
soltanto quello che sappiamo e di comportarsi bene? :~ Potrň dire d'essermi comportata benissimo soltanto se riuscirň a
trovarlo, quello che sappiamo.
Bishop sospirň.
Sí, ma voglio farle notare che i delinquenti che si mettono in imprese di questo genere sono veramente duri.
Tipacci da giungla glielo assicuro. :~ La signora Pollifax lo fissň attentamente.
Cosa c'č che non va, Bishop? :~ Lui corrugň la fronte.
Oh, al diavolo, Carstairs non voleva che lei s'impressionasse, ma io dico che č bene che sia al corrente.
A mezzogiorno č arrivato il referto dell'autopsia di Fraser.
Ouel poveraccio era giŕ morto, quando č rotolato giú per il burrone. :~ Giŕ morto ripeté lei, macchinalmente.
Sí.
Il colpo che l'ha ucciso non puň essere stato causato da nessuna delle rocce contro le quali lui... be'... il suo cadavere ha
urtato durante la caduta. :D Capisco disse tranquillamente lei.
Vuol dire che č stato assassinato, senza ombra di dubbio.
Grazie d'avermi avvertita, Bishop.
Lo terrň presente.
E adesso, vuole lasciarmi andare? A malincuore sospirň lui, aprendo la porta.
Molto a malincuore.
IL CODICE che la signora Pollifax lesse nell'intimitŕ della toilette dell'aereo era molto semplice e le sembrň un gioco
puerile e buffo.
Tutto č tranquillo - Mi sento molto riposata Sono preoccupata - Ho un po' di tosse Temo d'essere in pericolo - Credo stia
venendomi la febbre Marcel -11 cugino Matthew Plutonio - Zio Bill Polizia - PeterCarstairs - Adelaide ' Dopo averlo
letto diverse volte, lo bruciň dentro un posacenere e se ne tornň nella cabina passeggeri, dove proiettavano un film
western.
Quanto alle ultime parole di Bishop, preferiva non pensarci, per il momento.
La morte di Fraser significava che a Montbrison c'era davvero qualcosa per cui valeva la pena di uccidere.
Molto prima che il film terminasse, il cielo si era fatto argenteo e lungo l'orizzonte strisce rosa e arancio si dissolvevano
nella luce del sole.
A New York era soltanto mezzanotte ma, in Europa, stava per sorgere l'alba.
Scherzi dei fusi orari! La signora Pollifax tentň di familiarizzarsi con il suo nuovo personaggio. "Sono una suocera
reduce da una brutta influenza" ripeteva a sé stessa, e ogni tanto simulava un colpetto di tosse. "Mio genero, William
Carstairs, abita a Baltimora." Ci sarebbe stata una limousine ad aspettarla, pensiero allettante, che l'avrebbe
accompagnata fino alla clinica, dove avrebbe dovuto mostrarsi convenientemente stanca: il percorso durava circa un'ora
e venti.
La signora Pollifax tossí di nuovo, con estrema delicatezza, e si esercitň ad assumere l'aria affaticata.
 MENTRE L'AUTISTA della limousine guidava in silenzio e con perizia, la signora Pollifax guardava ammirata i dolci
declivi delle montagne, i tetti dalle tegole rosse e il pallido lago di Ginevra attraversato, a tratti, da un breve luccichío.
Oltrepassarono vigneti a terrazze, villaggi che si destavano e, dopo circa un'ora di viaggio, cominciarono a salire.
La signora Pollifax allungava il collo, molto attenta.
Dalla strada, che s'inerpicava a zig-zag alta sopra il lago, si godeva una vista che mozzava il respiro.
L'auto, rallentando un poco, entrň in un paese che si estendeva lungo il ripido versante della montagna.
Sulla strada erano allineati alcuni negozi, fra cui un caffč con ombrelloni che si aprivanO a corolla sopra tavolini
vivacemente colorati.
Poi, l'auto imboccň una stretta stradina asfaltata, oltrepassň una chiesa di pietra abbarbicata sul fianco del monte e infine
si addentrň in un bosco ombroso dal quale si dominava uno strapiombo.
Piú avanti, la signora 267 Pollifax scorse un'insegna poco vistosa: CLINICA-ALBERGO MONTBRISON --
PROPRIETA PRIVATA.
L'autista indicň un grosso edificio di forma irregolare, quasi soffo-; cato dagli alberi e dalla vegetazione.
Svoltarono in un viale stretto e ripido, fiancheggiato da siepi d'alloro, oltrepassarono una serra e arrivarono all'ingresso
principale della clinica.
Sull'entrata, un giovane tarchiato con indosso un grembiule verde spazzava i gradini della scalinata mentre un
ragazzetto di dieci o undici anni stava a guardare, seduto sullo scalino piú alto.
Entrambi si girarono incuriositi verso la limousine.
La signora Pollifax scese dall'auto e gettň un'occhiata di lŕ dal portone aperto, nella penombra un po' cupa dell'atrio,
tutto a pannelli scuri; poi, il bambino si alzň e gridň con una vocetta stridula: Bonjour, madame! Al saluto, fece seguire
un torrente di parole in francese.
La signora Pollifax sorrise.
Mi dispiace, io parlo solo l'inglese. :~ Ma signora, io parlo anche l'inglese assicurň lui, mettendosi a saltellare e a
tempestarla di domande: Viene qui come paziente, lei? inglese? iarrivata in aereo? Si fermerŕ tanto? :~ Un uomo con la
divisa nera apparve sull'entrata, disse qualcosa in francese al ragazzino per farlo tacere e sorrise alla signora Pollifax.
Sono il capo-portiere, signora.
Benvenuta alla clinica.
Lei č la signora Pollifax, vero? :D La signora assentí.
Da questa parte, prego.
Impartí sbrigativamente ordini all'uomo dal grembiule verde, che posň la scopa e prese la valigia della nuova arrivata.
Prego, si accomodi al banco per firmare il registro.
Immagino che vorrŕ fare colazione.
Le sarŕ subito servita in camera. :~ Al banco, la signora Pollifax firmň il registro e consegnň il passaporto.
Le verrŕ restituito fra un'ora assicurň amabilmente il portiere.
Le auguro un buon soggiorno, madame.
Quando, dalla cabina dell'ascensore, che si muoveva lentamente verso l'alto, lei guardň in giú, notň che il ragazzino,
fermo proprio sulla soglia, la seguiva con lo sguardo.
L'animazione di poco prima gli era passata; ora i suoi occhi erano enormi e carichi di tristezza.
Emily Pollifax provň un senso di sollievo quando l'ascensore in salita la sottrasse a quella vista.
NON APPENA fu in camera, la signora Pollifax andň ad aprire la finestra sul balcone.
Che meraviglia! mormorň, uscendo e accostandosi alla ringhiera.
Dal secondo piano, la vista spaziava sopra le cime degli alberi che si agitavano nella brezza.
In basso, quasi a picco, un vaporetto solcava il lago lasciandosi dietro una piccola scia.
LA SIGNORA POLLIP'AX VINCE ANCORA

Il lago di Cinevra si stendeva quasi a perdita d'occhio, simile a un cielo capovolto, di colore azzurro pallido.
I tranquilli rumori del mattino salivano fino al suo balcone: il ronzio, ora piú intenso ora piú attutito, del traffico in
lontananza, i richiami degli uccelli, i colpi di sirena del vaporetto, i rintocchi di una campana: tutti i suoni le giungevano
smorzati e ovattati a causa della distanza e dell'altitudine.
Mentre guardava in giú, per vedere il giardino, notň un largo cornicione che collegava il suo balcone con quello accanto
e proseguiva fino all'angolo dell'edificio.
Il cornicione nascondeva buona parte della vista, ma le riuscí ugualmente di scorgere l'erba ben tenuta, i colori vivaci
dei fiori, un vialetto di ghiaia tutto spalliere di rose e un belvedere.
Poi, con lo sguardo, cercň la strada: si trovava a sinistra, proprio dove aveva detto Carstairs; simile a uno stretto nastro,
si inerpicava ripida lungo il versante della montagna piú vicina e non era asfaltata.
Uno stormo di rondini che volavano intorno a un alto pioppo la distrasse, sembravano essere l'unico segno di vita a
Montbrison.
Bussarono all'uscio.
A malincuore, la signora Pollifax si ritirň dal balcone e rientrň in camera gridando: Avanti! Entrň un cameriere con un
vassoio.
Lo posň sul tavolo chinandosi e domandň cortesemente: La signora desidera far colazione qui o sul balcone? Credo che
mi addormenterei, se facessi colazione lŕ fuori rispose lei, mentre si scambiavano un'occhiata prolungata e carica di
interesse.
L'uomo era un giovane molto bruno, piuttosto tarchiato, con vividi occhi azzurri e capelli neri divisi nel mezzo da una
scriminatura, come un barista dell'epoca vittoriana.
Nella foto di Bishop, aveva l'aria cupa.
L'aveva anche in quel momento, ma la sua era la tipica espressione tetra del comico capace di esplodere in un fuoco di
fila di battute salaci senza muovere un solo muscolo del volto.
Lei si disse che quel Marcel aveva qualcosa del clown.
a Mi metterň qui decise, e subito si mise a sedere.
A madame č stato mandato il petit déjeuner europeo... molto frugale spiegň con rammarico.
Se desidera qualcosa di piú, puň chiamare il ristorante.
Posso versarle il caffč? :Si chinň e disse sottovoce: Tra gli ospiti ce n'č uno che č senza dubbio un simulatore, madame;
un inglese, tale Robin Burke-Jones, che di solito passa i pomeriggi in giardino.
Nessuno dei suoi dati corrisponde al vero; tutto 269 quello che ha scritto sul registro č falso.
< La ringrazio dell'informazione disse la signora Pollifax, sorri270

dendogli e assentendo.
Mi pare di non avere proprio bisogno d'altro.
Me lo auguro! disse lui. a In caso contrario si strinse leggermente nelle spalle, la lista delle vivande č lí sulla scrivania.
jambon au lard, oeufs sur le plat, oeuf poché sur toast...
Gli occhi gli brillavano, nel vero senso della parola. a Mi chiamo Marcel, signora Bon appétit! :S'inchinň e uscí.
"Il mio alleato" pensň lei con gratitudine.
Una notte senza sonno l'aveva lasciata stanca e un po' disorientata.
E anche affamata cominciň a spalmare di marmellata un croissant.
Mentre beveva il caffč, osservň attentamente la stanza che era fresca e col soffitto molto alto, aveva pareti dipinte di
bianco con piccoli disegni azzurri e un folto tappeto orientale, rosso cupo, sul pavimento.
Piú tardi, avrebbe cominciato le sue perlustrazioni con il contatore a scintillazione; per il momento, un breve sonnellino
non sarebbe stato un segno di debolezza.
Nell'andare verso il letto, vide che Marcel aveva lasciato la porta socchiusa, e che l'uscio stava lentamente aprendosi. a
Chi c'č? domandň.
a Bonjour, madame. :Il ragazzetto che aveva visto all'ingresso se ne stava sulla soglia, con le braccia penzoloni lungo i
fianchi, e appariva ancora piú smarrito di prima. a Vuole essere mia amica, signo Lei lo fissň, meravigliata. a Tu sei qui
in cura? :D gli domandň Era molto bruno in viso, mingherlino e tutto gambe, con i capelli di un nero corvino.
Il ragazzo scosse la testa. a La mia nonna č una paziente e io sto qui con lei.
Ha dei nipoti, madame? a Sí, ne ho tre :rispose la signora Pollifax.
Dal corridoio giunse un richiamo: a Hafez! Hafez! :~ Con un sospiro, il ragazzetto si voltň. a Sono qui, Serafina. :~ Una
donna vestita di nero, dal volto olivastro, lo raggiunse, lo prese per mano e si chinň ad ammonirlo in una lingua che alla
signora Pollifax era del tutto sconosciuta.
Hafez sporgeva in fuori il labbro inferiore, e gli occhi gli si erano riempiti di lacrime. a Ma questa signora č una mia
amica protestň.
Bisogna avere qualche amico! La donna lo trascinň via e la signora Pollifax si sporse un poco dalla porta per seguirli
con lo sguardo.
Proprio in fondo al corridoio un uomo su una sedia a rotelle osservava il ragazzo e la donna avvicinarsi.
Vedendo la signora Pollifax, si spinse con la sedia nella stan LA SIGNORA POLLI~AX VINCE ANCOR,~

za che si apriva alle sue spalle.
Hafez e la donna sparirono nella camera di fronte, poi le due porte si chiusero.
' Che strano ragazzo" pensň la signora Pollifax.
Poi tornň verso il letto, si distese e si addormentň.
PER TRE volte venne svegliata da alcuni colpi bussati all'uscio: la prima volta era una giovane donna in camice bianco
che disse d'essere un'infermiera e che sarebbe tornata piú tardi; la seconda, era ancora una donna, pure vestita di bianco,
che spiegň d'essere un'esperta di dietetica e che promise, a sua volta, di tornare piú tardi.
Infine venne la segretaria della clinica, una donna pettoruta, la quale precisň che si pranzava da mezzogiorno all'una e
che si cenava dalle sei alle otto.
La signora Pollifax sarebbe stata visitata da un dottore 'indomani mattina.
Da un dottore? Ma io sono soltanto un po' stanca le fece notare la signora Pollifax.
Ah, ma tutti vengono visitati, č il regolamento della clinica.
Mi risulta anche che lei non č stata ancora pesata dall'infermiera e che non ha ricevuto istruzioni dalla dietologa.
Scosse la testa con aria di rimprovero e se ne andň.
Alla signora Pollifax venne il sospetto che, di quel passo, la quiete della clinica potesse anche rivelarsi un'illusione.
Cambiň il completo da viaggio con un vestito e scese, per andare un po' in ricognizione prima del pranzo.
Al pianterreno trovň due solarium, e anche un paio di salette per la televisione, l'una attigua all'altra.
Le sale da pranzo erano proprio in fondo al corridoio: la signora Pollifax vedeva i camerieri muoversi di lŕ dalle porte a
vetri.
Si fermň in quella che sembrava essere la sala di lettura e osservň la mobilia pesante e i massicci pannelli di quercia.
Una delle imponenti poltrone era occupata da un abbronzatissimo giovanotto, che sollevň un sopracciglio biondo e
disse: Bonjour madame.
Purtroppo il mio francese finisce qui.
Anche il mio confessň lei sorridendo, e si disse che quella era l'occasione buona per fare la conoscenza del primo ospite
adulto.
Si lasciň cadere in un'altra poltrona arcimbottita e si domandň se sarebbe mai riuscita a tirarsi di nuovo su. a Anche lei
aspetta d'andare a tavola? :~ a Io aspetto disse malinconicamente il giovane, a che in questo posto accada qualcosa.
Sono qui da otto giorni e, mi creda, se sol272

tanto sentissi cadere una posata, mi sembrerebbe un fatto emozionantissimo.
La signora Pollifax lo osservava divertita.
Con quegli occhi verdi e trasognati e quella dentatura candida, sarebbe stato quasi eccessivamente bello, se non fosse
stato per il naso che probabilmente aveva subíto una rottura e appariva ancora un po' ammaccato; il che, in compenso,
gli dava un'espressione divertente. a Effettivamente, lei ha l'aria di essere abituato a un'esistenza piú movimentata.
a Vedo che sta osservando con aria critica la mia camicia rossa e i miei calzoni amaranto disse lui, in tono d'accusa. a
Credevo che a Montbrison si respirasse un'aria un po' piú sofisticata, da Casino.
In fin dei conti, č frequentato dallo stesso tipo di persone, tranne che qui vengono per rimettersi a nuovo il fegato.
Come facevo a sapere che rimettersi a nuovo il fegato č quasi un culto? a Ah, questo non lo sapevo assicurň affascinata
la signora Pollifax.
Dice sul serio? a Cara signora sospirň il giovane, il conte Ferrari, quando lo vidi a Monaco in aprile, con un braccio
circondava una bionda e nella mano libera teneva un mucchio di gettoni.
Il conte :D aggiunse, ha settantacinque anni, non un giorno di meno.
Qui a Montbrison Sl sente improvvisamente mortale e, come dicevo, la sua salute č diventata un culto.
Entra in sala da pranzo con un sacchetto pieno di pillole: rosse, rosa, verdi, azzurre. :~ La signora Pollifax rideva. a
Visto che si annoia tanto - e che scoppia di salute, come si direbbe dal suo aspetto - perché si trattiene qui? a Perché il
mio medico mi ci ha spedito.
Esitň, poi aggiunse in tono asciutto. a Sa, sono convalescente dall'asiatica di quest'anno, la Hong Kong.
E lei? La signora Pollifax esitň.
Poi, con voce incolore, disse: a Giŕ, anch'io sono convalescente dalla Hong Kong.
Al che, seguí un silenZ10 stranamente carico di imbarazzo.
Dicono che quella di quest'inverno sia stata un'epidemia di straordinaria virulenza azzardň lei.
a Giŕ... giŕ... le fece eco il giovane.
In quel momento, le porte della sala da pranzo si spalancarono. a si mangia! esclamň lui, alzandosi di scatto.
L'aiutň premurosamente a sollevarsi a Deve stare attenta a queste poltrone l'ammoní severamente. a Rischia di venire
inghiottita per sempre. :~ Me ne ricorderň.
A proposito, mi chiamo Emily Pollifax.
Lui s'inchinň, galante. a Molto piacere.
Io sono...
Bonjour, gene LA SIGNORA POLLIPAX VINCP ANCORA

rale d'Estaing gridň a un vecchio signore che arrancava lungo il corridoio verso la sala da pranzo, appoggiandosi con
tutto il peso a un bastone. a Posso esserle d'aiuto? E partí per offrire assistenza al generale, con la velocitŕ di un
corridore alle Olimpiadi.
IL TAVOLO della signora Pollifax era in un angolo della prima sala da pranzo, il numero 113 era messo discretamente
in mostra sulla candida tovaglia di Fiandra, tra un vaso di fiori di campo e le ampolline dell'olio e dell'aceto.
Da quella posizione, con una sola occhiata, si poteva abbracciare tutta la sala, ma non era possibile scorgere niente delle
altre due.
Il suo giovane e abbronzato amico aveva accompagnato il generale a un tavolo singolo al centro della stanza, dopo di
che si era awiato verso il proprio.
Hafez, mogio mogio, e la donna dal colorito olivastro vestita di nero, occupavano un lungo tavolo per sei accanto alla
finestra.
Il ragazzo aveva accennato a una nonna, ma la donna che era con lui aveva tutta l'aria d'essere una cameriera o una
dama di compagnia.
La signora Pollifax si domandň chi potessero essere gli altri del gruppo, e dove fossero.
Soltanto un altro, fra i presenti, le era familiare: era il signore sulla sedia a rotelle che lei aveva visto nel corridoio, di
fronte alla porta di Hafez.
Si era spinto da sé fino a un tavolo solitario che guardava verso la finestra, per cui lei poteva vederlo soltanto di profilo.
Era scuro di pelle, portava gli occhiali e aveva il labbro ornato da un paio di baffi neri.
Le spalle erano massicce sotto la giacca un po' spiegazzata.
Appariva fuori posto, ma del tutto indifferente alla cosa; mangiň in fretta e si spinse fuori della sala prima che la signora
Pollifax fosse arrivata alla frutta.
"Devo scoprire qualcosa su tutti loro" si ripromise lei.
Marcel aveva accennato al giardino; bene, avrebbe passato lŕ il pomeriggio.
IL GIARDINO era gaio pieno di sole e di fiori.
La signora Pollifax ispezionň c~n occhio da intenditrice le aiuole di begonie, poi si diresse verso una sdraio.
Tanto per non correre il rischio di addormentarsi, tentň di sollevarne lo schienale, in modo da potervi sedere piú eretta.
a Sta spingendo dalla parte sbagliata disse una voce dietro di lei, e una ragazza in bikini, il corpo lucente di olio
abbronzante posň la salvietta e i libri e si chinň ad armeggiare con la sdraio.
tamente, lo schienale scattň all'insú.
a Oh, ma che brava! sorrise la signora Pollifax. a iinglese?

Immedia- 273 ~71 na.
f~Y

La ragazza scosse garbatamente la testa a No, sono belga.
a L'ho vista in sala da pranzo.
Permette? Emily Pollifax. :~ a Piacere, signora Pollifax.
Sono Court van Roelen.
Il volto era tutto zigomi e angoli, con un paio d'occhi blu che lucevano come zaffiri: un insieme che lasciava
ve,f,ramente senza fiato.
~-` Al di sopra della testa della ragazza, la signora Pollifax vide il suo amico della sala di lettura, rimasto senza nome,
che, ritto al centro del prato, fissava a bocca aperta la ragazza.
Ora indossava calzoni gialli, una camicia arancione e un foulard a pallini.
Si incamminň verso di loro.
a Credo che sia caduta una posata disse.
; a Ne ho avvertito il tintinnío :commentň lei con arguzia.
Il giovanotto sorrise. a Non vorrei disturbare, se qualcuno ha intenzione di fare i bagni di sole.
Ora mi porto qui , una sdraio e ci trasformiamo in un bel terzetto intimo.
`~' Sa, sotto il profilo numerologico, il tre č un numero perfetto.
Inarcň un sopracciglio e fissň la signora Pollifax.
a Lei, signora, stava forse per fare le presentazioni? Le farei volentieri, se sapessi il suo nome. :~ Burke-Jones.
Robin Burke-Jones.
La signora Pollifax gli scoccň un'occhiata; al suo primo incontro con un adulto, aveva avuto la mano piú felice di
quanto non imma~Jinasse.
a Non l'avevo mai vista prima d'oggi :disse Burke-Jones, rivolto alla ragazza. a appena arrivata? :~ a Sono qui da dieci
giorni :D disse lei senza sorridere, ma sono stata tutti i giorni su in montagna, a camminare. :~ A camminare? fece eco
lui. a Non mi sembra affatto un esercizio riposante. :~ a Non sono venuta qui per riposare disse lei.
Sono in vacanza, e preferisco evitare i luoghi di villeggiatura; sono sempre cosí affollati di... lanciň un'occhiata al
foulard di lui, squisitamente annodato, a ... playboy.
Be'...
Il giovane le sorrise. a 1un argomento che dobbiamo .liscutere piú a fondo. :~
a Non vedo perché rispose lei, girandosi per abbronzarsi la schie A proposito di playboy si inserí malignamente la
signora Polli.. a Che cosa fa lei, signor Burke-Jones?

Passo il mio tempo a invidiare i playboy dichiarň lui, con fare compunto. a In pratica, lavoro nel ramo importazioni.
Curiositŕ e cianfrusaglie varie.
Un negozio a Brighton, un altro a Dover, filiali qua e lŕ.
E lei, signorina van Roelen?
La voce della ragazza, che teneva la guancia appoggiata all'asciugamano, arrivň smorzata. a Lavoro all'UNESCO, nel
ramo amministrativo.
Oh, un'occupazione davvero lodevole mormorň lui, e guardň la signora Pollifax, inarcando un sopracciglio. a Non č
d'accordo? "Un tipo davvero stravagante" pensň lei, "e anche piuttosto simpatico." Ma con la signorina van Roelen non
avrebbe avuto partita facile.
Estremamente lodevole rispose, e intanto si domandava quale fosse il vero mestiere di Burke-Jones.
La vetrata d'ingresso si aprí e apparve Hafez, in calzoncini di tela e camicia bianca.
Aveva con sé una scatoletta nera.
La domestica, che lo seguiva come un'ombra, andň a sedersi sotto un albero.
Hafez posň la scatola sull'erba e cominciň a trafficare con alcune manopole e con un piccolo microfono.
Senza dubbio si trattava di un registratore.
Bruscamente Court si tirň su e chiamň una signora che avanzava lungo il vialetto di ghiaia.
Oh, lady Palisbury! :~ La signora Pollifax notň che la faccia dell'altra s'illuminava alla vista di Court. a Buongiorno a
tutti rispose l'interpellata, attraversando il prato per venire verso di loro. a Sono stata a passeggiare lungo il burrone.
Da sotto un enorme cappello da sole, due occhi profondamente infossati guardavano il gruppo con una luce cordiale.
Volevo domandarle se ha trovato il brillante che aveva perso.
Lady Palisbury scosse la testa.
No, cara, ma salterŕ fuori, ne sono certa. a Lady Palisbury, permetta che le presenti la signora Pollifax e il signor Burke-
Jones.
Lei rivolse un cenno amabile a entrambi. a Non posso tenervi compagnia, anche se mi fermerei volentieri con voi.
Sto andando a svegliare mio marito.
Ha il massaggio alle quattro.
Lady Palisbury si allontanň.
Quando passň accanto a Hafez, il ragazzo levň il microfono verso di lei, tenendo il registratore sotto l'altro braccio.
La signora sorrise bonariamente e disse qualche paro: la, prima di sparire nell'interno.
- La signora Pollifax continuň a osservare Hafez, che improvvisa- 275 mente si era messo a correre attraverso il prato e
gridava a un cameriere: Monsieur, una Coca-Cola! Ma la nonna non gli tiene mai compagnia? :domandň.
Non sapevo che avesse una nonna disse Burke-Jones.
Qui deve annoiarsi a morte, poverino :osservň Court, abbrac- en ne intollerahile.
ciandosi le ginocchia. a Ho l'impressione che sia piuttosto sveglio.
Sembra che non dorma mai: č tutto nervi. l'unico ospite che incontro regolarmente alle sei del mattino, quando esco per
le mie passeggiate.
Ieri mi ha raccontato qualcosa a proposito delle radiosorgenti, che sono stelle o pianeti, non ricordo bene.
Mmm fece la signora Pollifax, osservando il ragazzo avvicinarsi al generale, che un'infermiera stava aiutando ad
accomodarsi su una poltrona all'ombra.
Anche d'Estaing disse qualcosa nel microfono, Court rise a Lo ha convinto a dire: "Ici la Police.
Sortez, les muins en l'air!" che significa: "Polizia! Venite fuori con le mani in alto!" Il generale :aggiunse, un tempo era
capo della Sureté.
Robin parve stupito.
Io lo credevo un generale dell'Esercito.
Sí, infatti.
Ma dopo la seconda guerra mondiale, č entrato a far parte della Sureté.
a Cosí, č un capo della Polizia francese mormorň la signora Pollifax, osservando con aria assorta la faccia di Robin Lui
domandň, accigliato: Ma lei come fa a sapere tutte queste cose, signorina van Roelen? Court sorrise.
Il generale l'ho conosciuto qui l'estate scorsa.
cosí vecchio e solo, e non gli resta piú molto da vivere.
Era intanto arrivato il loro turno per il gioco di Hafez: il bambino apparve all'improvviso per chiedere, con voce
petulante, che dicessero qualcosa al microfono.
Io sono pronta, Hafez si offrí la signora Pollifax, e subito lui le si fece accanto.
Lei prese il microfono, rifletté un istante, poi recitň una vecchia filastrocca infantile.
La cosa piacque molto a Court, che si offrí a sua volta di recitare dei versi a proposito di un vecchio con la barba.
Preferisco le intimazioni del generale alle vostre canzonette frivole )> obiettň Robin; e, afferrato il microfono, gridň: a
Venite fuori con le mani in alto... per voi č finita! Ma lo sguardo della signora Pollifax era tornato a Hafez.
Gli occhi del bambino erano troppo lucidi, i suoi gesti nervosi e stranamente privi di significato. "Quello che fa, lo fa
senza rendersene conto" pensň; "e senza che gliene importi niente; agisce tanto per muoversi.
per tenersi occupato in qualche modo." Mentre lui riponeva il microfo LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA

no nell'astuccio del registratore, la signora Pollifax notň che gli tremavano le mani.
Si convinse che quel ra~azzino viveva in preda a una

 Che noia d'un moccioso :brontolň Robin, dopo che il ragazzo era corso via.
Che soffra di ipertiroidismo? :azzardň Court, tornando a sdraiarsi.
No disse la signora Pollifax, parlando lentamente, a c'č ben altro. :Si era ricordata di quando suo figlio Roger aveva sei
anni e doveva essere operato alle tonsille.
Un compagno di scuola gli aveva detto che, in sala operatoria, il chirurgo l'avrebbe soffocato con un cuscino.
Roger aveva vissuto in preda al terrore per due giorni, prima di confidarsi con lei, e perfino a distanza di tanti anni lei
preferiva non ricordare quel periodo.
Secondo me, č spaventato :disse.
Spaventato? fece eco Court, dubbiosa. a E che cosa mai potrebbe spaventare un bambino, qui? :~ La signora Pollifax
crollň la testa.
Il ragazzo non era soltanto spaventato: aveva una paura disperata, viveva sotto un incubo.
A CENA, quella sera, c'era sauté de veau marengo, che all'atto pratico si rivelň vitello, e la signora Pollifax cominciň a
pensare di comperarsi un dizionario francese.
In gioventú, aveva studiato il latino, ma aveva dimenticato tutto, fuorché Audaces fortuna iuvat: la fortuna favorisce gli
audaci.
Quella frase le dava un certo conforto, in quel momento, mentre rifletteva sull'ora in cui dare inizio alle sue
perlustrazioni notturne.
Ed č venuta fin qui dall'America? domandň lady Palisbury alla signora Pollifax, mentre sedevano vicine in sala di
lettura, l'una sferruzzando in attesa che il marito scendesse per la cena, l'altra bevendo tranquillamente il caffč.
a Sono arrivata stamattina, sí confermň la signora Pollifax, e confidň con un sorriso: a Ho un genero dalle vedute
internazionali :~.
Lady Palisbury s~illuminň.
Ah, sí? Che bella cosa.
Noi ne abbiamo quattro, tutti molto cari.
Sono cosí riposanti per chi ha avuto la casa piena di femmine.
Anche loro sono molto care, intendiamoci, ma piú irrequiete, piú portate a fare chiasso e a litigare fra loro.
Levava a tratti lo sguardo, ansiosamente. a Spero proprio che John arrivi prima che ci tocchi sorbire gli Jodler. :~ Gli
Jodler? ripeté meravigliata la signora Pollifax.
a La clinica ci procura e qui lady Palisbury storse un poco la LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA

bocca, a piccoli trattenimenti ogni fine settimana.
Stasera, verranno appunto gli Jodler dal villaggio. :D Perň, sono ospitali :D osservň la signora Pollifax.
Si fece attenta, perché aveva visto Hafez e la sua compagna lasciare la sala da pranzo.
a Quel ragazzo la incuriosisce, vedo :osservň lady Palisbury.
Ho l'impressione che abbia pianto disse la signora Pollifax.
a Sa niente di lui? a Vengono dallo Zabya, uno dei piccoli Stati petroliferi dell'Arabia.
I giornali hanno parlato del re, ultimamente: ho letto qualcosa a proposito di una festa di compleanno e della donazione
al popolo di tutti i possedimenti reali.
La signora Pollifax assentí. a Sí, mi ricordo.
Un omino simpatico. :~ Intanto erano arrivati gli Jodler.
Un gruppo di villici sorridenti e grassocci, le donne con vesti ricamate a colori vivaci e gli uomini in calzettoni, calzoni
corti e cappello con la penna, aveva circondato il marito di lady Palisbury, ma lui riuscí a sottrarsi all'assedio e si
avvicinň alla moglie. a Cara, ma quelli chi sono? bisbigliň.
Sono i coristi dei canti tirolesi rispose lady Palisbury, riponendo il lavoro a maglia. a John, questa č la signora Pollifax.
 a Felicissimo disse distrattamente lui, e si trasferirono nella sala da pranzo, seguiti dal gruppo dei cantori.
Poco dopo, acuti gorgheggi riempivano l'aria.
Santo Cielo, siamo stati invasi? :s'informň Burke-Jones, arrivando dal solarium.
Sí, ma soltanto dal folklore locale D lo rassicurň la signora Pollifax. a Trovo che sono deliziosi. :D Lui fece un gesto
d'impazienza. a Io no! Senta, sto andando in paese a comperare le sigarette.
Vuol venire con me? :Poi aggiunse con aria indifferente: Pensavo di dirlo anche a Court La signora Pollifax abbozzň un
sorriso.
Comincio ad avere sonno, dopo una notte passata in aereo.
Credo che Court sia in sala da pranzo. :Poi, reprimendo a stento uno sbadiglio, diede la buonanotte al giovane e salí in
camera.
Aveva lasciato chiuse tutte e due le porte della sua stanza: quella esterna, piú spessa e imbottita a prova di rumore, e
l'altra, interna, normale, che si poteva chiudere a chiave, anche se lei aveva trascurato di farlo.
La signora Pollifax vide che entrambe erano socchiuse, e affrettň il passo.
Forse era entrata la cameriera, oppure poteva essere Marcel.
Non era nessuno dei due.
Era Hafez: sedeva. davanti alla specchiera col ripiano di vetro e stava chino su qualcosa che teneva in grembo.
Le mani di lui si mossero rapidissime e qualcosa tintinnň contro il vetro del ripiano, prima ch'egli si alzasse di scatto per
voltarsi verso di lei. a Bonsoir, madame! esclamň. a Stavo aspettandola.
Non mi ha detto se ci sta a essere mia amica.
a Sarei felicissima di essere tua amica rispose lei, a ma tu devi imparare a non entrare nelle stanze degli altri, quando la
gente non ce.
a Ma signora, io ho bussato e non ho ricevuto risposta.
Dove potevo aspettarla, se non qui? :domandň Hafez, mentre una nota disperata gli si insinuava nella voce. a Se
Serafina m'avesse visto nel corridoio, si sarebbe arrabbiata e mi avrebbe trascinato a letto.
a Vuoi bene a Serafina? Il ragazzo alzň le spalle. a Deve proprio dirglielo che sono entrato? No, ma non possiamo
essere amici se tu entri senza che ti abbia invitato io. :~ Lui assentí. a Grazie :disse, e se ne andň, chiudendosi tutt'e due
le porte alle spalle.
La signora Pollifax lo seguí con lo sguardo, poi sedette alla specchiera.
Sul ripiano c'erano una spazzola per i capelli, un vasetto di crema per il viso, una boccetta di aspirina, una rubrica con
gli indirizzi e un rossetto Quale di quegli oggetti poteva aver risuonato contro il vetro, quando lui l aveva rimesso a
posto? Esaminň il rossetto per le labbra, ma sembrava assolutamente intatto.
Poi, prese in mano la boccetta dell'aspirina e la mise contro luce.
L'aveva comperata prima di partire, in caso ne avesse avuto bisogno: era una piccola confezione da venticinque
compresse.
La boccetta appariva mezzo vuota, ora.
La posň di nuovo sul ripiano e la sentí tintinnare.
Ma certo... vetro contro vetro.
In una clinica dove qualsiasi infermiera poteva fornire dell'aspirina, perché mai Hafez era stato indotto a rubare quelle
compresse? La signora Pollifax fissava accigliata la boccetta, in preda allo stupore; si rendeva conto che era ormai un
dovere per lei awicinare il piú presto possibile la nonna di Hafez.
Forse, la signora non sapeva che il nipotino era tanto turbato.
Chissŕ perché, poi, si domandň oziosamente, e diede un'occhiata all'orologiO.
Mancavano pochi minuti alle nove e soltanto alle dieci avrebbe dovuto fare i segnali con la torcia elettrica. "Andrň a
farle una visita di cortesia" pensň. "Non esprimerň giudizi.
Vedrň solo qual č la situazione." Uscí risolutamente dalla stanza e si avviň lungo il corridoio fino alla porta oltre la
quale, quel matttino, Hafez era sparito.
Bussň e proprio il ragazzo venne ad aprirle. a Signora! esclamň, con aria allarmata.
a Visto che siamo amici, ho pensato di fare una visitina a tua nonna spiegň allegramente lei, ed entrň decisa,
passandogli davanti.
Spero stia abbastanza bene per ricevere visite. :Vide una porta aperta a sinistra e un'altra a destra.
a Ma signora...
Hafez guardň preoccupato a sinistra, e la signora Pollifax lo imitň.
Una voce maschile gridň bruscamente qualcosa in una lingua sconosciuta, e Hafez rispose.
Si udí una specie di imprecazione, seguita da movimento.
La signora Pollifax raggiunse la soglia della camera da letto attigua e si fermň.
Fece in tempo a incrociare lo sguardo sgomento di Serafina, ad avere una fuggevole visione della persona che occupava
il letto nell'angolo piú buio, poi si sentí agguantare da dietro.
Un uomo l'afferrň per il gomito sinistro, un altro per il destro e sollevatala di peso, entrambi la trasportarono, ancora
eretta, fino alla porta.
Accadde tutto talmente in fretta che lei si ritrovň letteralmente senza fiato.
a Ukhrujee :intimň uno dei due robusti inservienti. a Mahsalamah! Venne spinta fuori in malo modo.
L'uomo della stanza di fronte si era affacciato sulla soglia e osservava la scena attentamente, dalla sua sedia a rotelle.
Poi, mormorň qualcosa e si ritirň.
Scossa per l'accaduto, la signora Pollifax si abbandonň su una delle sedie disposte lungo il corridoio.
Dopo qualche minuto si alzň per tornarsene in camera sua, non sapendo neanche lei se scandalizzarsi, infuriarsi, o
pentirsi dell'iniziativa.
Qui non siamo a New Brunswick, nel New Jersey, rammentň a sé stessa; e poi, inferocita: "Ma che cosa ti aspettavi,
Emily? chiaro che la vecchia signora non sta bene e che quegli inservienti si sono indignati nel vedere che una
sconosciuta faceva irruzione cosí lŕ dentro".
La donna che lei aveva appena intravisto nel letto appariva fragile e pallida nel sonno: aveva lunghi capelli grigi
pettinati a treccia, un naso leggermente aquilino, la mascella pronunciata.
Seduta accanto a lei c'era Serafina.
I due inservienti, evidentemente, stavano nella stanza vicina.
La nonna di Hafez non si era nemmeno accorta dell'arrivo della visitaLrice, ma l'uomo sulla sedia a rotelle, che
occupava la stanza dall'altro lato del corridoio, era uscito a vedere.
Faceva forse parte anche lui del gruppo? E Hafez?...
Si era allarmato, vedendola, ma non aveva fatto nemmeno il tentativo di trattenerla, e quando lei era stata presa di peso
e messa fuori era parso soddisfatto.
Soddisfatto perché lei era andata a trovare la nonna o perché veniva messa alla porta? La signora Pollifax si era
aspettata una vecchia vanesia, che viziava il nipote senza perň essere in grado né di fargli compagnia, né di educarlo.
Invece, aveva intravisto un volto bianco e immobile abbandonato su un candido guanciale, e trovato due ringhiosi
inservienti.
Doveva domandare spiegazioni a Marcel; lui, forse, era in grado di dargliene.
Guardň l'orologio, poi uscí sul balcone nella quiete vellutata della sera. Sotto il giardino illuminato, il lago si stendeva
nero e silenzioso: soltanto la scia dorata di un battello solitario rompeva la tranquilla superficie.
Lungo il litorale ammiccavano le luci dei locali notturni e delle ville.
Sulla sinistra, il versante della montagna formava, nel buio, una sagoma cupa.
Alle dieci in punto accese la torcia elettrica, poi contň fino a tre, la spense, la riaccese, la spense di nuovo: con grande
soddisfazione, vide brillare nell'oscuritŕ un paio di fari. "Chiunque siate" pensň, "mi fa piacere sapere che siete lŕ." Nel
giardino qualcuno stava lentamente spegnendo le luci.
La clinica si preparava al riposo notturno.
Per la signora Pollifax era tempo di mettersi al lavoro.




A LANGLEY, nella Virginia, era pomeriggio inoltrato.
Il lavoro di Carstairs era stato interrotto verso la metŕ della mattinata da una richiesta urgente da parte del Dipartimento
di Stato: chiedevano un rapporto sullo Zabya, uno degli Stati petroliferi piú piccoli del Medio Oriente.
Il re dello Zabya avrebbe celebrato il suo quarantesimo compleanno il martedí, e molti capi di Stato dovevano prendere
parte ai festeggiamenti che si sarebbero protratti per tutta la giomata.
Si trattava di un Paese abbastanza tranquillo perché gli Stati Uniti potessero mandarvi il loro vicepresidente, senza
correre rischi? I commenti di Carstairs, a proposito della richiesta, si erano fatti sempre piú irriferibili via via che le ore
passavano, ma il rapporto era stato infine completato e trasmesso: il vicepresidente poteva recanisi tranquillamente, ma
doveva aspettarsi di trovare cibi strani come, per esempio, occhi di pecora bolliti.
Bishop entrň nell'ufficio. a C'č di lŕ Schoenbeck.
Tra due ore deve partire per Ginevra e vuole fare un po' il punto della situazione.
Schoenbeck, un omino pedante, dal volto rugoso, era dell'Interpol.
Entrň, mormorň scuse a non finire per l'intrusione e si mise a sedere.
a Qualcosa č cambiato? esordí Carstairs.
a Amico mio, tutto cambia disse Schoenbeck. a :la legge della vita.
Mi hanno appena comunicato, dall'Inghilterra, che Dunlap si č suicidato questa mattina. :~ Carstairs imprecň tra i denti.
a Come ha fatto a suicidarsi, se era chiuso in cella? Non era sorvegliato? Schoenbeck si strinse nelle spalle. a Non ci
vuole molto a morire.
Si č impiccato con un lenzuolo.
Era un individuo terrorizzato, evidentemente.
All'improwiso, la vita deve avergli fatto piú paura della morte.
Rimasero entrambi in silenzio, a meditare su quelle parole. a No disse Carstairs, scuotendo la testa, a il fatto č che
"loro" gli facevano piú paura di "noi".
Due uomini qualsiasi, uno in Inghilterra, l'altro in America, senza niente in comune tranne il fatto che tutti e due
lavoravano all'impianto di un reattore nucleare... e che entrambi si sono lasciati convincere a rubare due bottoni di
plutonio.
a Avevano un'altra cosa in comune, amico mio disse l'uomo dell'Interpol. a Entrambi si sono tolti la vita senza rivelare
nessun altro anello di questa catena.
Carstairs assentí, con la faccia scura. a Ancora niente sul denaro? Niente, salvo che - voilŕ - tanto l'uno che l'altro
avevano un conto in banca, e i due conti crescevano come per magia.
Si vede che erano stati pagati con denaro contante.
Carstairs sospirň. a Un vicolo cieco.
Una faccenda organizzata alla perfezione.
 Proprio cosí.
Mi avvilisce, caro amico, il fatto che sappiamo cosí poco, e che quel poco sia basato su particolari slegati fra loro.
Sappiamo che in entrambi i casi il plutonio č stato gettato di lŕ dal muro di cinta da un operaio, durante le ore di lavoro.
Abbiamo appreso che, in Inghilterra, un contadino ha visto una berlina verde parcheggiata lungo il muro di cinta all'ora
corrispondente a quella del furto, LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA

e che la stessa berlina verde č stata vista venti minuti dopo il furto davanti all'ufficio postale di Stokely-on-the-Merden.
L'impiegato ricorda che, quel giorno, uno sconosciuto ha spedito una cassetta in Svizzera, alla clinica Montbrison.
Ma quel poco che conosciamo si basa sulla parola di un contadino che stava arando il suo campo, di due massaie che si
scambiavano pettegolezzi davanti all'ufficio postale e sulla memoria labile di un impiegato delle Poste.
D Carstairs gli sorrise, con aria incoraggiante. a Caro signor Schoenbeck, siamo abituati a lavorare su brandelli di
informazioni.
Eppure, il mondo tira avanti, bene o male.
Giŕ, e a me sta molto a cuore che continui a tirare avanti.
Cč troppo odio nel mondo, per lasciare che il plutonio venga trasportato qua e lŕ.
Il suo agente ha raggiunto i nostri, a Montbrison? Carstairs consultň l'orologio. a Sí.
Anzi, dovrebbe essere lŕ giŕ da qualche ora.
Bene disse Schoenbeck. a Da parte nostra, naturalmente, continueremo a seguire ogni possibile traccia riguardante i due
uomini che hanno rubato il plutonio.
I morti non possono piú parlare, ma i loro amici sí.
Quello che voglio da lei, Carstairs, č che trasmetta un allarme a tutti i suoi agenti.
Mi preoccupa immensamente il fatto che non sia stata fatta una sola allusione a questa storia sui vari mercati mondiali.
Beirut, Marsiglia, New York... neppure una parola. un fatto davvero insolito; abbiamo a che fare con una banda
criminale particolarmente abile: nessun informatore, nessuna soffiata, nessuna fuga di notizie.
Ma il plutonio dovrŕ pure trovare un mercato, prima o poi.
E noi dobbiamo assolutamente sapere chi lo acquista. :~ a sempre dell'idea che si tratti di un'organizzazione
internazionale che ha abbandonato lo spaccio della droga per il plu...? Carstairs venne interrotto dal telefono. a Sí,
pronto...? Sí, č qua.
Porse il ricevitore a Schoenbeck, che ascoltň, rispose rapidamente in francese, ascoltň ancora e parve letteralmente
afflosciarsi sulla poltrona.
Poi riattaccň. a Hanno chiamato da Ginevra.
C'č stato un terzo furto di plutonio.
Cosa? tuonň Carstairs.
a Sí.
In Francia.
Due bottoni di plutonio, ciascuno del peso di un chilogrammo.
Ora, in tutto, ne hanno rubato sei chili.
a Sei chili...
Carstairs zufolň.
84 Schoenbeck assentí. a Ne hanno abbastanza per costruirsi la loro bomba atomica.
La saluto, amico mio, ma penso che mi troverŕ in Francia, non a Ginevra.
Nel frattempo... c'est la guerre.
Alla lettera.
DURANTE la cena, la signora Pollifax aveva mentalmente compilato una lista dei luoghi da evitare durante le
perlustrazioni notturne: l'ascensore, prima di tutto, con le sue vibrazioni e i suoi cavi ronzanti; il banco del portiere e il
centralino del telefono, nonché l'eventuale medico tenuto a disposizione dei pazienti che non riuscivano a dormire.
Infilň il pigiama e la vestaglia e tirň fuori il suo portagioie, lasciando il doppio fondo al suo posto, ma mettendosi in
tasca i gioielli. "La fortuna aiuta gli audaci" ripeteva a sé stessa mentre si incamminava lungo il corridoio deserto e
fiocamente illuminato.
Scese l'ampio scalone ricoperto dalla passatoia che portava nell'atrio.
Il centralino era incustodito e al banco non c'era nessuno.
Udí un mormorio arrivare dalla saletta della televisione: il portiere notturno stava certamente guardando qualche
programma.
Silenziosamente, continuň a scendere, decisa a esplorare il piano dei locali di cura.
Si trovň in un vero dedalo: vi si aprivano stanze di terapia, locali per le attrezzature da laboratorio, vari uffici, e la
cucina.
Poteva anche essere, pensň tra sé, il posto piú adatto per nascondere qualcosa.
In quel luogo le luci non erano state smorzate per cui, prima di dedicarsi ad altro, lei si cercň un nascondiglio.
Una porta senza alcuna scritta celava un ripostiglio fortunatamente immerso nel buio, ed ella vi si intrufolň.
Il raggio della torcia elettrica illuminň secchi, scope, stracci e una parete tappezzata di scatole per le valvole e di
interruttori generali.
Da quel punto strategico, la signora Pollifax si tenne in ascolto, lasciando l'uscio leggermente socchiuso.
Alla sua destra, in fondo al corridoio, di lŕ dai vetri smerigliati della porta della cucina, qualcuno fischiettava tra i denti
un motivetto monotono.
Un cuoco-pasticciere, si disse lei, intento a infornare per il giorno dopo.
Messo in funzione il contatore a scintillazione, si mosse in punta di piedi verso le ampie porte a molla che si trovavano
all'estremitŕ opposta ed erano contrassegnate dalla scritta: IDROTERAPIE.
La stanza delle idroterapie era un ambiente grande come una palestra, occupato da due vasche rotonde e piastrellate
piene d'acqua che luccicň sotto il raggio della torcia elettrica.
Piscine per gli idromassaggi, intuí subito lei, facendone lentamente il giro.
Un'occhiata al quadrante luminoso del contatore le mostrň che l'ago era in riposo.
Aprí altre porte e passň diversi minuti a perlustrare un paio di uffici.
Poi, vide una porta con la scritta: MASSAGGIO susAcQuEo.
Incuriosita, entrO e vide al centro del locale una larga vasca verde, rettangolare, collocata su una piattaforma.
Era circondata da un intrico di grosse condutture, e una serie di quadranti posti sopra i rubinetti contribuí a dare alla
signora l'impressione d'essere entrata in una specie di camera di tortura.
La vasca era piena d'acqua. "Strano" pensň la signora Pollifax, "come l'acqua, di notte, appaia viva e sinistra..." E aprí
con sollievo la porta per uscire dal locale.
Ormai aveva completato il giro di quell'ala del piano, separata dall'ala opposta da un atrio in cui si trovavano le scale,
l'ascensore e alcune porte che si affacciavano sul giardino.
Diede una rapida occhiata nell'atrio, ma si ritrasse in tutta fretta.
A un paio di metri da lei, qualcuno, dal giardino, stava tentando di penetrare nell'interno.
La signora Pollifax fermň il suo contatore e aspettň, mentre l'intruso armeggiava con la serratura.
Si udí uno scatto, e la porta a vetri si spalancň.
Marcel! balbettň lei, sollevata.
L'altro trasalí e si fece il segno della croce, prima di scorgerla ferma nell'ombra. a Madame, che spavento m'ha fatto
prendere! :~ a Mi dispiace... anche lei mi ha fatto paura.
Perché ha dovuto forzare quella serratura? :D Lui abbozzň una smorfia. a Ai camerieri non č permesso avere le chiavi...
e questo mi complica molto l'esistenza, specialmente quando sono fuori servizio.
Le si accostň, nel recesso buio a un'ora che giro per il giardino.
Ha visto o udito qualcuno, lei? a Soltanto la persona che lavora in cucina.
Perché? :~ Giurerei d'avere visto qualcuno sui tetti, pochi minuti fa. :Marcel scosse la testa. a Non mi piace questa
faccenda. a E cosí, ha pensato di dare un'occhiata concluse lei a Ma prima Marcel, č davvero provvidenziale che ci
siamo incontrati.
Conosce Hafez? a Mon Dieu, e chi non lo conosce? Sembra molto spaventato.
Circa un'ora fa, ho tentato di fare una visitina a sua nonna, perché volevo parlare con lei del bambino.
Rabbrividí al ricordo. a Sono stata sollevata di peso da due energumeni e messa fuori della stanza.
Marcel zufolň a fior di labbra. a Il gruppo dello Zabya disse meditabondo. a Giŕ, occupano le stanze 150, 152, 154
Eccetto il ragazzo e la cameriera, si fanno servire i pasti in camera.
Io stesso ho portato su i vassoi, qualche volta, e un uomo in giacca bianca li ha presi in consegna.
I loro nomi sono: signora Parviz e nipote - cioč 286 Hafez - Serafina Fahmy, Fouad Murad e Munir Hassan.
Non si č indagato ulteriormente sul loro conto, perché non erano qui quando Fraser č stato ucciso. :~

LA SIGNORA POLLIPAX VINCE ANCORA

La signora Pollifax corrugň la fronte.
Ne č ben sicuro? Sicurissimo, signora.
Sono arrivati quello stesso giorno, un po' piú tardi.
Naturalmente, ora cercherň di saperne di piú.
Sí, la prego :disse lei.
Ah, un'altra cosa: a che ora potrň entrare in cucina? :~ Lo sguardo di lui si posň sul portagioie.
Ah, sí, capisco.
Domani č sabato, lŕ dentro non ci sarŕ nessuno.
Lanciň un'occhiata verso le scale. a Devo andare, ora.
Se devo dire la veritŕ, sono smontato di servizio giŕ diverse ore fa, e dovrei trovarmi in paese, nella mia camera.
Si mosse verso lo scalone, rimase un istante con l'orecchio teso e poi, con un cenno della mano, si dileguň nel buio.
Lei rimise in funzione il suo apparecchio e varcň una porta con la scritta MAGAZZINO.
Questa dava su uno stretto corridoio con tante stanzette che si aprivano ai due lati: in fondo c'era un ampio stanzone.
La torcia elettrica illuminň file di cassette che contenevano pesche, spezie, cioccolata, barattoli di caffč.
C'erano poi altre cassette provenienti da varie industrie farmaceutiche d'Europa: il contatore fu accostato a ognuna di
esse, ma l'ago non dette segno di vita.
Emily Pollifax cominciň a pensare con desiderio crescente al suo letto e, tomata nell'atrio, salí la scala che portava al
pianterreno.
Il portiere notturno era in piedi presso il centralino, intento a sfogliare una rivista. a Madame! esclamň scandalizzato;
seguí una raffica di parole in francese.
Lei non batté ciglio. a Cercavo qualcuno che prendesse in consegna i miei smeraldi spiegň.
Estrasse dalla tasca il pendente e lo posň sul banco.
Mentre mi lavavo i denti ho visto un cartello nel bagno: diceva che tutti i valori debbono essere messi in cassaforte.
Come potevo dormire, dopo aver letto una cosa del genere? L'uomo distolse a fatica lo sguardo dal luccichio intenso
delle gemme.
Ma signora, io non ho la chiave.
Soltanto il capo-portiere puň aprire la cassaforte.
Mi dispiace molto.
Lui prende servizio alle sette.
 Oh, be' disse lei, rimettendosi in tasca il pendente, un po' a malincuore. a Allora... borlsoir.
Riprese a salire.
Nell'aprire la porta della sua stanza, vide che Hafez se ne stava immobile fuori della propria camera e la ossenava.
Poi, il ragazzo si voltň e scomparve.
Era mezzanotte e cinque.
La signora Pollifax pensň che quella clinica sembrava avere una vita notturna tutta sua.
Chiusa la porta a chiave, si mise a letto, rifletté che, se non altro, un inizio di indagini c'era stato e, pensando a questo, si
addormentň.
Sognň di vagare per un labirinto di stanze, l'una piú fredda dell'altra, e di sbucare in un corridoio dalle pareti incrostate
di ghiaccio.
Nel sonno, la signora Pollifax rabbrividí.
Aprí gli occhi e scoprí che, dai vetri spalancati del balcone, entrava un'aria veramente gelida.
Mentre se ne stava pigramente distesa, domandandosi se dovesse alzarsi per chiudere la finestra o per cercare una
coperta, le balenň un pensiero strano: non aveva lasciato la finestra aperta, l'aveva chiusa e aveva perfino controllato
che fosse chiusa bene.
Un istante dopo, si rese conto che nella stanza c'era qualcuno.
SE SOLTANTO fosse riuscita ad accendere la lampada sul comodino, senza che lo sconosciuto visitatore udisse
frusciare le coperte...
Presso la specchiera apparve un sottile fascio di luce che rischiarň il pavimento.
Dimenticando ogni precauzione, la signora Pollifax gettň le coperte da una parte, accese la lampada accanto al letto e
sgranň tanto d'occhi.
Lei! gridň.
Robin Burke-Jones si rialzň lentamente da terra. a Sí, maledizione imprecň, visibilmente scosso.
Mentre brancolava alla ricerca delle pantofole, lei si domandň quale parte recitasse quel giovanotto nella commedia.
Sebbene Marcel l'avesse messa sull'avviso, non poteva fare a meno di provare un vivo senso di disappunto, perché quel
giovane, tutto sommato, le era simpatico. a Abbia la bontŕ di spiegarmi che cosa fa in camera mia, lei, alle... diede
un'occhiata all'orologio, all'una e mezzo del mattino.
a Vado in galera piuttosto che dirglielo.
_~, a Ci andrŕ, se non me lo dice ribatté lei.
t a Senta, se le promettessi di lasciare la clinica domani mattina, con la massima discrezione...
Lei notň il portagioie sul tavolino, aperto. a :armato? > Il giovane quasi si offese. a Ma no! a Preferisco assicurarmene.
Le dispiace alzare le mani?, a Certo che mi dispiace! :esclamň lui, irritatissimo. a Ma le pare che abbia altra scelta? :~ a
No, nessuna.
Gli si awicinň con circospezione, notando, solo in quel momento, che gli abiti di lui contrastavano in modo
sorprendente con quelli che gli aveva visto indosso durante il giorno: maglione nero, calzoni neri e scarpe nere con la
suola di gomma.
Nel perquisirlo non gli trovň alcuna arma, ma nella tasca sinistra c'era uno strano rigonfiamento. a Avanti ordinň, a
vediamo che cos'ha lí dentro. :~ Lui sospirň.
Dalla tasca estrasse un piccolo oggetto che sembrava un binocolo tronco. a una lente da gioielliere spiegň, in tono
rassegnato; poi, tirň fuori anche il pendente di smeraldi e le collane.
a La spilla di brillanti č finita lŕ in terra.
Lo sa, vero, che ognuno di questi oggetti, per i quali potrebbe mandarmi in galera per anni, č sfacciatamente falso? La
signora Pollifax lo guardava, sbalordita. a Ma allora lei č soltanto un ladro di gioielli! Poteva dirmelo prima! Ah, se
sapesse che sollievo.
Il giovane indietreggiň. a Sollievo? Ha detto proprio sollievo? a Ma sí, enorme.
Capirŕ, c'č una bella differenza! :Andň al balcone, richiuse la finestra e tirň le tende, compiaciuta di scoprire che, in fin
dei conti, l'istinto non l'aveva mal consigliata. a Ma perché voleva rubarli, quei gioielli, visto che sapeva che erano
falsi? a C'č un mercato anche per le buone imitazioni.
Senta, ha intenzione di chiamare la Polizia? :~ a Tutto sommato, penso di no... sempre, beninteso, che lei restituisca
quel brillante a lady Palisbury.
Fu la volta del giovane a fissarla a bocca aperta. a Santo Cielo, ma lei č un'indovina! a Non ci vuol molto per fare due
piú due.
Lady Palisbury non trova piú il suo brillante; ora scopro che, sul posto, abbiamo un ladro di professione...
Perché lei č un professionista, vero? a Lo ero :disse lui, mogio. a Fino a questa sera. a Non era mai stato colto sul fatto!
Dev'essere molto bravo, allora! Uno dei migliori.
Accidenti, avrei proprio bisogno di bere un goccetto.
Le offro qualcosa io.
D Gli batté su un braccio con fare rassicurante, poi tolse dalla valigia due bustine di miscela istantanea e un paio di
bicchieri di carta.
Sa, mi piace essere organizzata, quando viaggio :disse. a Permesso un istante.
Andň nel bagno, riempí i due bicchieri d~acqua bollente e tornň, mescolando le bibite con il manico di uno spazzolino
da denti.
Cioccolata calda? disse lui, in tono incredulo.
a Sapesse come rinfranca i nervi. :La signora tirň a sé una sedia.
a Lei si rende conto, naturalmente, che rubare gioielli č un'attivitŕ disonesta.
Lui si sforzň di sorridere. a Ha mai tentato di fare un lavoro piú convenzionale? Il giovane alzň le spalle. a Ho provato,
sí, ma con poca convinzione.
Mi piace il rischio, e soprattutto mi piace lavorare da solo.
Quanto a questo, la signora Pollifax non aveva niente da obiettare.
iun lavoro remunerativo? a Abbastanza.
Sono riuscito a mettere insieme qualche bene immobile di valore.
Ma le spese sono alte, mi occorre un bel guardaroba e per di piú ho una Mercedes decappottabile che mi costa un sacco
di quattrini.
Robin Burke-Jones sospirň. a Occorre una barca di soldi, purtroppo, per essere ricchi.
E immagino che Robin Burke-Jones non sia il suo vero nome a Infatti, mi chiamo semplicemente Robert Jones.
Altro sospiro.
a Senta, vorrei proprio che mi dicesse cos'ha intenzione di fare. a Giŕ, sto pensandoci anch'io confessň lei. a Mi dica,
com'č riuscito ad arrivare fino al mio balcone, e senza far rumore? a Con l'equipaggiamento adatto - in questo caso una
fune e scarpe con la suola di gomma - non č un problema.
Ma stia a sentire.
Lei avrebbe dovuto avere una crisi isterica, nel trovare un ladro in camera sua, e invece mi offre la cioccolata calda e
s'informa sulla tecnica che seguo.
a M'interesso sempre alla gente che fa le cose bene dichiarň lei con sussiego.
Il giovane posň il bicchiere. a Ma, mi dica un po', se quei gioielli sono falsi...
Si trova in ristrettezze finanziarie, per caso? Be'... se crede, potrei prestarle un centinaio di sterline... e anche
regalargliele aggiunse, gentilmente.
Lei rise. a Sono davvero commossa, ma non č il caso, grazie. :9 a Non ha intenzione di ricattarmi, non ha intenzione di
informare la Polizia...
La signora Pollifax posň a sua volta il bicchiere e osservň in tono asciutto: a Un momento, io non ho detto affatto che
non voglio ricattarla .
Lui trattenne bruscamente il fiato. a Eh, giŕ.
Si tratta di questo, naturalmente. a Le propongo un accordo: dei patti, vogliamo chiamarli cosí? Non dirň niente di
quanto č accaduto stanotte, né della sua... ehm... carriera, purché entro domani si venga a sapere che lady Palisbury ha
ritrovato il suo brillante. a Sono tutte qua le sue condizioni?

a Quasi.
Ha derubato qualcun altro, qui? a No.
La mia tecnica consiste nell'agire solo all'ultimo momento, quando ormai sono pronto a prendere il volo.
Cosí, ho tutto il tempo di sapere esattamente come e quando compiere il furto.
Vede, queste ultime tre sere le ho passate sui tetti, a fare le prove.
a Sui tetti! esclamň lei.
Sí, a esaminare tutte le entrate e le uscite; insomma, a saggiare il mio campo d'azione.
Se vuole saperlo continuň, a l'ho udita dire al portiere notturno che aveva degli smeraldi da mettere in cassaforte.
Ero nel solarium.
Cosí mi sono detto che mi conveniva farle una rapida visitina fuori programma, per accertarmi del valore dei gioielli.
E lady Palisbury? Quella donna non ha il senso della proprietŕ.
Due sere fa, ha lasciato il suo anello con brillante sul tavolino del terrazzo.
Scosse la testa, con disapprovazione. a Cosa deve fare un poveretto? Sí, mi rendo conto che deve essere stata una forte
tentazione per un giovane come lei, dal talento magari un po' troppo specializzato, ma inestimabile.
Anche lei, infatti osservň la signora Pollifax, esattamente come la Polizia e gli investigatori che stanno dall'altra parte
della barricata, deve fare uso di un'acutezza e di una capacitŕ di deduzione straordinarie. :D a Che farň bene a mettere
subito in opera, se voglio rimettere a posto il brillante di lady Palisbury prima che faccia giorno.
Dawero lei non chiamerŕ la Polizia e mi permetterŕ di... uscire tranquillamente da questa stanza? a Si consideri pure un
uomo libero.
Lui le tese la mano e le sorrise. a Parola mia, č stato un colloquio veramente piacevole.
Un po' strano, se vogliamo, ma piacevolissimo.
a Dica pure delizioso, almeno per quanto mi riguarda rispose la signora Pollifax, alzandosi. a Da che parte preferisce
andarsene? a Mi sentirň piú sicuro passando dalla parte dalla quale sono venuto.Ah, a proposito, se mai potessi fare
qualcosa per lei, in cambio...
Si ricordi, la mia stanza č proprio sopra la sua, numero duecentotredici. a Duecentotredici ripeté lei, mentre l'altro
svaniva sul balcone e nel buio.
Pur rimanendo tutt'orecchi, non le riuscí di captare il piú lieve rumore.
Un~abilitŕ fantastica, pensň; e, nello spegnere la luce, rifletté che Robin stesso, un giorno o l'altro, avrebbe potuto
rivelarsi una specie di gioiello.
LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA
| L MATTINO dopo, arrivň un dottore grasso e cordiale, di nome Lichtenstein, accompagnato da un'infermiera.
Mentre lui picchiettava e auscultava, conversarono amabilmente sull'America.
Le prescrisse un'analisi del metabolismo, una radiografia dei polmoni, tre esami del sangue e un'elettrocardiografia.
a Tutto per una semplice asiatica? protestň la signora Pollifax.
a Alla sua etŕ... alluse delicatamente lui.
E poi, con una stretta di spalle: a Per quale ragione sarebbe qui, altrimenti? Prudentemente, lei non rispose. a Nel
frattempo concluse il medico, a si goda Montbrison.
Passeggi in giardino, vada e venga liberamente: puň visitare Saint Gingolph, e un po' piú in lŕ di Montreux c'č il castello
di Chillon, dove ha soggiornato Byron.
Poi il dottor Lichtenstein si alzň, dicendo all'infermiera: a Pensi lei, per favore, a fissare l'orario per le analisi .
Anche la signora Pollifax si alzň. a A proposito disse, con noncuranza, a sa dirmi come sta la signora Parviz, oggi? Ieri
sera non si sentiva abbastanza bene da poter ricevermi.
Per un attimo, il dottore parve non capire a chi alludesse. a Ah intende quella che fa parte del gruppo dello Zabya? Non
ne so niente, signora mia.
Si sono portati il loro medico.
a Ed č permesso, qui? a una cosa che personalmente non approvo, ma... altra stretta di spalle, a ... a volte capita.
Di queste cose si occupa esclusivamente il consiglio d'amministrazione. a Lei non sa perché siano qui, allora? Il dottore
si mosse verso la porta. a So che la signora č molto anziana, molto stanca; desidera rivedere la Svizzera, ma non vuole
essere curata da medici stranieri.
Arrivederla, signora.
La signora Pollifax quasi non si accorse che il dottore prendeva congedo e se ne andava.
Quelle parole gettavano una luce nuova sulla situazione.
Se nessuno poteva awicinare la signora Parviz...
Doveva parlare con Marcel.
Andň al telefono e ordinň la colazione.
Ma le venne portata da un altro cameriere, il quale disse che Marcel, quel giorno, avrebbe preso servizio soltanto dopo
pranzo.
Non si poteva fare altro che aspettare.
Dopo colazione, la signora Pollifax se ne stava tranquillamente seduta in giardino, quando la sua attenzione venne
attirata da una conversazione che si svolgeva a pochi passi da lei. a Non le dico la mia meraviglia! stava dicendo lady
Palisbury a Court. a Abbiamo preso il tč sul balcone, come sempre, e John si era appena seduto sulla poltrona quando
l'ho visto balzare su di nuovo come se fosse stato punto da uno spillo.
Era il mio brillante, infilato nel punto dove si incontrano i due cuscini.
Ma pensi, era rimasto sempre lí! Oh, lady Palisbury, come mi fa piacere.
Mia cara, non ha idea di come sia contenta anch'io.
John mi ha regalato quell'anello nel 1940. :~ Qualche metro piú in lŕ, pigramente allungato al sole, Robin si girň verso
la signora Pollifax mormorando: a Sto arrossendo come un collegiale. imbarazzante, sapersi un simile benefattore.
La signora Pollifax sorrise. a Una buon'azione che splende in un momento buio...
Notň che lo sguardo di lui era rivolto verso Court, i cui capelli lunghi e lisci luccicavano al sole.
La ragazza, vestita di un abito color rosa acceso che dava risalto al suo grazioso volto abbronzato, era il ritratto della
salute e gli occhi di Robin si erano posati su di lei con intensitŕ.
In quel momento, alle spalle di Court si aprirono le porte e un'infermiera spinse in giardino l'uomo sulla sedia a rotelle.
La signora Pollifax pensň oziosamente che quell'uomo aveva un'espressione crudele.
Poi, riportň l'attenzione su Robin. a Ho notato che non ha fatto fagotto e non ha tagliato la corda, stamattina lo stuzzicň.
a Ho deciso di rimanere ancora qualche giorno.
Riuscí a distogliere lo sguardo da Court e fissň la signora Pollifax, facendo balenare un sorriso malizioso. a Fra l'altro,
se riesco a trattenermi piú di lei... a La mia č stata un'influenza particolarmente grave :ribatté la signora.
a Oh, mi dispiace! A proposito, dopo che ci siamo lasciati, stanottte, ho cominciato a pensare.
Quel suo portagioie, per esempio, č molto pesante.
Non ne ho mai visto uno che pesi tanto.
Saranno quattro o cinque chili, direi.
a Forse, č perché ci tengo nascosti anche i miei gioielli autentici. :~ Court stava venendo verso di loro, e Robin si alzň
di scatto. a Signorina van Roelen, stavo domandandomi se gradirebbe fare due passi con me fino in paese, prima di
pranzo.
Court lo fissň con i suoi fermi occhi blu.
Si rivolse alla signora Pollifax. a Sí, con piacere.
Andiamo tutti e tre? 294 na? :~
La signora Pollifax scosse la testa. a Prima di pranzo devo fare delle analisi.
Court lanciň un'occhiata smarrita a Robin, e la signora Pollifax si rese conto che quella ragazza era dawero molto timida
e riservata.
Si domandň, anche, se qualche delusione d'amore non l'avesse lasciata timorosa nei confronti degli uomini. a Ma vi
sarei grata se mi comperaste quattro cartoline disse con vivacitŕ. a Mi fareste una vera gentilezza, ragazzi.
a Ma certo, ci penso io assicurň con calore Court.
Robin irradiava galanteria da tutti i pori, mentre scortava la compagna attraverso il prato, e la signora Pollifax, che non
aveva alcun bisogno di cartoline, osservava la scena con un senso di soddisfazione.
Poi si guardň attorno, nel giardino, e incontrň lo sguardo del generale che era seduto nei pressi, con il mento appoggiato
al bastone Lui accennň un compíto gesto di saluto.
a Buongiorno augurň lei, ma poiché la risposta dell'altro era troppo debole per essere udita, si alzň dal suo posto e andň
a occupare la sedia libera accanto a quella del vecchio signore. a Sono Emily Pollifax disse, porgendogli la mano.
a Generale d'Estaing, madame.
La mano di lui era asciutta e calda.
a La mattinata č splendida.
Come si sente oggi, generale? D Il vecchio aveva occhi sorprendentemente vivaci.
Luccicavano con arguzia nel volto pallido e rugoso. a Sono soprawissuto a un'altra giornata, signora, ecco come mi
sento.
Sa, ho ottantanove anni.
a Ottantanove! J, esclamň la signora Pollifax.
a Il vero problema di chi ha ottantanove anni continuň il generale, a č che si ha tempo di riflettere su una vita ben
vissuta, ma non si hanno piú gli amici con i quali contemplare il passato.
Si guardň attorno, nel giardino. a Prenda tutte queste persone giovani. strano per me che loro stiano imparando a vivere
mentre io sto imparando a monre. a E vorrebbe poter insegnare loro come si dovrebbe vivere? Il vecchio signore fece
una risatina. a Cara signora, ai giovani non si puň dire niente.
Lei rise. a Verissimo! Generale, nel suo lavoro - so che un tempo č stato capo della Sureté - ha imparato molte cose
sulla natura uma a Troppe disse seccamente lui.
La signora Pollifax esitň. a Si č imbattuto nel male autentico? :~

a Il male ripeté lui, pensosamente. a Sí, e il fatto allarmante č che di solito esso non traspare dalla faccia o dalle parole,
ma si annida nel cuore Nella mia lunga esperienza, ho trovato una sola forma di "male" che lascia una traccia visibile.
E qual č? quello dell'assassino di professione che uccide abitualmente e a sangue freddo. strano, signora, come la
malvagitŕ di questi individui traspaia dagli occhi, specchio dell'anima, come dicono i poeti.
Ho potuto costatare che gli occhi dell'assassino abituale sono completamente vuoti, come spenti.
Vede, l'anima puň venire annientata: non bisogna scherzare con l'anima.
Nel giardino apparve un'infermiera con un vassoio carico di medicinali.
Appena scorse la signora Pollifax le gridň: a Oh, signora, stanno cercandola dappertutto; č attesa per le analisi.
Lei augurň buona giornata al generale e seguí l'infermiera.
 DoPo PRANZO, la signora Pollifax si mise di fazione nel belvedere, per aspettare Marcel.
Era un luogo un po' isolato, che non avrebbe invogliato nessuno a farle compagnia, e lei si era armata di un libro giallo
e di una copia dell'International Herald Tribune, abbandonata da qualcuno nella sala di lettura.
Il sole diventava sempre piú caldo e le ombre si allungavano.
Passň un bel po' di tempo, prima che apparisse Marcel.
Lei quando lo vide, si alzň e gli fece cenno.
Il cameriere si diresse verso di lei.
Aprí il suo blocchetto di appunti e si fermň con la matita a mezz'aria. a Ecco, signora, ora io sorrido a lei, lei sorride a
me, e possiamo parlare. a Si tratta sempre della signora Parviz. riuscito a sapere qualcosa? :~ a Aspetto informazioni
dallo Zabya.
Dovremmo sapere qualcosa entro domani mattina.
Lei assentí. a Non c'č altro, Marcel.
Il dottor Lichtenstein ha detto che la signora č molto in etŕ e non vuole essere visitata da medici stranieri Il consiglio
d'amministrazione ha accolto la richiesta, ma in realtŕ, Marcel, la signora non č tanto anziana: io l'ho vista.
Lui sembrava dubbioso. a Non vorrei mancare di tatto, ma...
Iei forse dimentica perché ci troviamo qui.
Un'invalida e un ragazzino,

;Fcapirŕ, sembra poco probabile che siano implicati...
Naturalmente che non lo sono rispose lei, spazientita, a perň c'č qualcosa di molto strano, in quella stanza.
Puň procurarmi un elenco degli amministratori? Lui si strinse nelle spalle. a Sí.
Ce l'ho nel mio incartamento. a Sono curiosa, Marcel, di saperne di piú anche sull'uomo della stanza centocinquantatré,
di fronte a quella della signora Parviz. ;quel tipo su una sedia a rotelle.
Mi domando se non faccia parte anche lui del gruppo.
Marcel sospirň. a Posso assicurarle di no, signora.
Non č arrivato con loro; era giŕ qui da qualche giorno.
E non č neppure dello Zabya.
Tuttavia, svolgerň ricerche molto accurate su quell'uomo e, per questa sera, potrň dirle qualcosa di piú.
Ma preferirei sapere qualcosa su Robin Burke-Jones, sul quale si appuntano i miei principali sospetti. a Che sono
giustificati disse lei. a Ma su di lui posso dirle una quantitŕ di cose che sono tutte rassicuranti. un...
In quel momento, oltre la spalla di Marcel, vide Robin avanzare verso di lei attraverso il prato. a Sí, mi porti pure
qualche biscottino insieme col tč, concluse a voce alta.
Marcel si chinň in avanti. a Smonto di servizio a mezzanotte, madame.
Possiamo vederci a quell'ora al piano dei locali di cura, vicino all'ascensore? a Ci sarň.
Ah, e il tč, col limone aggiunse a voce piú alta.
a E a me porti uno scotch e soda, per favore :disse Robin, lasciandosi cadere sulla sedia accanto a quella di lei. a
Camminare non č il mio forte. a Arriva adesso dal paese? :domandň la signora Pollifax.
Lui assentí. a Abbiamo mangiato e Court č ancora lŕ: sta suonando l'organo in quella vecchia chiesa anglicana vicino al
ristorante dove abbiamo pranzato., Rabbrividí. a L'organo, nientemeno!7 a Ma che cosa incantevole osservň la signora
Pollifax, sorridendo.
a Che personcina dotata, dev'essere que'Ia figliola.
Che cosa c'č che non va?, a Non si č nemmeno accorta che me ne sono andato.
Al ritorno, ci siamo fermati un momento in chiesa e il rettore si č messo a discorrere con noi degli archi rampanti della
cappella, poi si č parlato di musica: Court ha detto di saper suonare e lui l'ha pregata di provare il nuovo organo.
E si č completamente dimenticata di me.
a Sí, ho pensato che avrebbe potuto avere dei problemi, con una ragazza come Court. fornita di grande autosufficienza.
Nel silenzio che seguí, la signora aggiunse tranquillamente: a una qualitŕ, dicono, che favorisce l'ottima riuscita di un
matrimonio,.
a Senta, io non ho alcuna intenzione di sposarmi.
Se l'immagina lei,

LA SIGNORA POLLIPAX VINCP ANCOI~A

nella mia professione, che complicazione rappresenterebbe una moglie? Chiedo soltanto che mi si mostri un minimo di
interesse.
Ho denaro, brutto non sono, sono un uomo di mondo...
La signora Pollifax assentiva. a E sarŕ abituato ad averla sempre vinta con le donne, immagino.
Che cosa l'attira, di Court? Robin esitň, mentre Marcel portava le consumazioni e si ritirava.
a ifragile disse poi, accigliandosi.
Sembra indifferente a tutto, ma nasconde una natura ardente.
Ha bisogno d'essere amata, lo si vede a colpo d'occhio.
Non se ne rende conto, eppure c'č qualcosa di vulnerabile in lei...
S'interruppe, dominandosi. a un tipo impossibile, intendiamoci.
Ma lo sa che si alza dal letto regolarmente alle cinque e mezzo del mattino, per camminare? Non č normale, questo,
diciamo pure che č una forma di ossessione. :~ La signora Pollifax stava ad ascoltarlo, comprensiva. a Io credo che le
persone come Court destino in tutti quelli come noi un senso di colpa.
Anche la mia vicina di casa, la signorina Hartshorne, č cosí.
Non gode di molta popolaritŕ; perň aggiunse con obiettivitŕ, a ha un vigore invidiabile.
Ecco, esatto disse Robin. a E lei l'ha chiamata "signorina" Hartshorne.
Si č mai sposata? :La signora Pollifax fece segno di no.
a E allora, vede? proprio quello che succederŕ a Court.E maledettamente carina, ma non si sposerŕ mai.
La signora Pollifax sorrise. a Allora non ha niente da temere anche se dovesse innamorarsene, le pare? Non rappresenta
un pericolo per lei.
Robin le lanciň un'occhiata accusatrice.
Vedo che lei parla, ma sta pensando ad altro.
Sta osservando qualcosa.
a Osservo Hafez, che se ne sta affacciato al balcone :precisň lei.
a Chissŕ perché non si č visto tutto il giorno.
Esitň, poi - del resto non tradiva alcun segreto - aggiunse: a Ho tentato di far visita a sua nonna, ieri sera, per rendermi
conto della situazione .
a Scommetto che č una specie di drago che vomita fuoco.
Le avrŕ detto di pensare agli affari suoi, no? La signora Pollifax posň la tazza. a No, no.
Sono riuscita a intravederla, distesa in un letto, e poi sono stata letteralmente presa e messa fuori da due energumeni.
Intendo scoprire la ragione di questa estromissione.
Lui rise. a E scommetto che ci riuscirŕ. a Salve! gridň Court, awicinandosi con aria radiosa. a Ho suonato l'organo fino a
poco fa; č stato bellissimo.
La signora Pollifax si alzň. a E adesso io mi scuso con voi ma devo lasciarvi, prima di rimanere completamente
inchiodata a questa sedia. a Oh, ma io speravo tanto di chiacchierare un po' con lei! protestň Court. a Aspetti, ho qui le
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Dorothy gilman. la signora pollifax vince ancora

  • 1. DOROTHY GILMAN. LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA. Torna, ancora una volta, il simpatico personaggio della signora Pollifax, la dinamica vecchietta che si dedica con passione a risolvere intricati casi di spionaggio. Questa volta, l'indagine affidatale dalla CIA si svolge nell'ambiente selezionato e lussuoso di una clinica svizzera, che sembra in qualche modo connessa con la scomparsa di un certo quantitativo di plutonio, sufficiente per fabbricare una piccola bomba atomica. Emily Pollifax, con la scusa di ristabilirsi da un attacco di influenza, si reca immediatamente sul posto per seguire le tracce del prezioso materiale, trafugato per scopi politici. Un misterioso gruppo di arabi, un ragazzino spaventato, un enigmatico e affascinante sceicco, un simpatico ladro di gioielli e un'avvenente ragazza belga sono i personaggi che fanno da contorno a questa esilarante avventura del nuovo James Bond in gonnella. ERA MATTINA, e la signora Pollifax stava seduta sul pavimento del soggiorno, le gambe incrociate sotto di sé nel tentativo di mantenere la posizione del loto. Praticava lo yoga da un certo numero di mesi, ormai. Riusciva quasi a toccare il ginocchio con la fronte, e una volta -- sorretta dalla signorina Hartshorne, la sua vicina dell'interno 4-C - era riuscita a reggersi sulla testa, con l'impressione che tutto le girasse attorno. Ma la posizione del loto non arrivava a mantenerla per pi~i di un minuto, e cominciava proprio a disperare di poter diventare una contemplativa. Ho troppa ciccia, non riesco a flettermi., Sospirň e deplorň i sessant'anni e piú della sua vita in cui si era seduta su poltrone e divani, ma mai sul pavimento. Poi, quell'attimo di disappunto passň. In fin dei conti, la giornata era splendida e piena di sole, e a mezzogiorno c'era una riunione del Comitato per la difesa dell'ambiente. Mentre si rimetteva in piedi, udí la voce della signorina Hartshorne sul pianerottolo e poco dopo, vi fu un'energica bussata alla porta. La signora Poliifax attraversň la stanza e andň ad aprire, in calzamaglia. Erano appena le nove e un quarto, ma per la signorina Hartshorne, che alle sei del mattino faceva lunghe trottate a passo di carica, e la cui energia, a volte, poteva essere snervante, era giŕ pieno giorno. La signora Pollifax si fece coraggio. Stavo per uscire la investí la vicina, tutta ansante, quando č arrivato questo espresso per te, Emily, e sapendo che probabilmente non eri ancora vestita... La voce della Hartshorne esprimeva un misto di disapprovazione e di tolleranza per l'eccentricitŕ dell'amica. Mi sono presa la libertŕ di firmare la ricevuta per te. Proprio un pensiero squisito assicurň la signora Pollifax, che rivolse poi l'attenzione alla lettera, mentre la signorina Hartshorne si allontanava a tutto vapore. La lettera aveva il timbro di Baltimora Maryland: era un espresso arrivato per via aerea. Doveva essere proprio un messaggio urgente. Baltimora... urgente... La signora Pollifax si trovň a ripensare a certi viaggetti segreti fatti in passato per conto di un certo signor Carstairs. Awertí un fremito di agitazione mentre apriva la busta e ne estraeva un foglio di carta finissima, intestata a William H. Carstairs, Procuratore Legale, Palazzo degli Avvocati, Baltimora, Maryland. Procuratore, figuriamoci! :La signora abbozzň una smorfia e si mise a sedere. Notň che la lettera era la copia carbone dell'originale, e che l'indirizzo del destinatario era stato accuratamente cancellato. In calce, a matita rossa, il segretario di Carstairs, Bishop, aveva scritto in fretta: "Abbiamo bisogno di lei; č libera giovedí?" La signora Pollifax cominciň a leggere il testo: "Caro signor Royan" cosí cominciava la lettera, "a seguito della nostra conversazione telefonica di stamattina, le accludo il deposito di cinquecento dollari, da lei suggeritomi, per la convalescenza di mia suocera, signora Emily Pollifax..." Suocera! esclamň la signora Pollifax. a Convalescenza? :~ "... presso la sua clinica-albergsMontbrison. importante che a mia suocera siano assicurati il riposo e le cure di cui ha bisogno e..." Il telefono cominciň a squillare e la signora Pollifax, con gli occhi fissi sulla lettera, si mosse lentamente verso l'apparecchio. Nel sollevare il ricevitore, disse distrattamente: Sí, sí, eccomi :~. "... Ia convincerň ad affidarsi completamente a lei. Apprendo con piacere che..." Signora Pollifax? Sí, pronto. "... Ie sarŕ riservata la stanza 113, con bagno privato e vista sul lago..." Qui č l'ufficio del signor Carstairs. Vuole restare in linea, per favore? Oh, ben volentieri! esclamň lei, perfettamente attenta ora, dato che lettera e telefonata significavano entrambe che la sua vita stava per subire un nuovo colpo di acceleratore, e che quindi doveva riassuefarsi a quella sottile lama di pericolo che esigeva la piú scrupolosa attenzione: la stessa attenzione che si impiega mangiando un pesce disseminato di piccole spine. La voce che adesso era in linea apparteneva al segretario di Carstairs. giŕ uscito per andare all'aeroporto :la informň Bishop. Spera di poter incontrarsi con lei, a New York.
  • 2. L'aspetta all'Hotel Taft, a mezzogiorno. icosí importante? La signora Pollifax era senza fiato. Bishop sospirň. Non lo č, forse, sempre? Ho qui la lettera; č appena arrivata. Avrebbe dovuto riceverla fin da ieri osservň Bishop. Non le ho nemmeno domandato come sta, signora Pollifax. Ma lo farň, non appena lei mi avrŕ detto se puň recarsi a New York in mattinata, per parlare con Carstairs. :~ Mi faccia pensare. Sí, faccio in tempo a prendere un treno e a essere lí per mezzogiorno disse lei. Se mi sbrigo. Allora non le domanderň come sta scherzň Bishop. Al Taft, salga direttamente nella camera trecentoventuno, senza fermarsi al banco del portiere. E speriamo che il suo telefono non sia controllato. La voce della signora Pollifax era scandalizzata. E perché mai dovrebbe esserlo? Non si sa mai! Si č iscritta a qualcosa, negli ultimi tempi? D Soltanto al "Comitato per la difesa dell'ambiente". Male sentenziň lui, in tono cupo, e riattaccň. La signora Pollifax corse in camera e cambiň la calzamaglia con un vestito. Nel darsi una rapida occhiata allo specchio notň che l'abito avrebbe avuto bisogno di essere stirato. Sospirň, pensando ai suoi hobby, che si moltiplicavano: ecologia, karatč, giardinaggio, yoga, un po' di controspionaggio di tanto in tanto... Ie restava ben poco tempo per curare il guardaroba. Si calcň il piú nuovo dei suoi cappellini sulle ciocche ribelli e telefonň per chiamare un tassí. ALLE undici e cinquantotto, la signora Pollifax usciva dall'ascensore al terzo piano dell'Hotel Taft e s'incamminava lungo la passatoia del corridoio. La porta della stanza 321 era aperta e, per un fuggevole istante, la signora Pollifax, temendo qualche trappola, immaginO Carstairs immerso in una pozza di sangue... ma proprio in quel momentO, lui le si fece incontro sulla soglia, alto, asciutto e piú vivo che mai. Salve, mia cara disse, stringendole con effusione le mani. Ho ordinato caffč e panini; č stata proprio un tesoro a farcela. Venga, la prego, si accomodi. Si č fatto crescere le basette! :~ Bisogna marciare coi tempi si schermí lui, con fare modesto chiudendosi la porta alle spalle. Poi si voltň e studiň la sua ospite. Ha un aspetto magnifico! Anzi, fin troppo in salute, per la missione che la attende. Un po' di cipria bianca... continuň, meditabondo. Magari un bastone... Scosse la testa, contemplando il bizzarro cappellino di lei. Si accomodi, intanto, e beva un po' di caffč. :La signora Pollifax si mise a sedere e lui le spinse vicino il carrello, versando poi il caffč per tutti e due. Bishop mi ha detto che lei ha ricevuto la copia della lettera. Stamattina confermň la signora. Nei panini ho fatto mettere prosciutto, lattuga e pomodori. Carstairs prese posto lí accanto. Se č disposta a fare questo lavoro per noi, dovrŕ partire dopodomani, giovedí. Se? ripeté lei, inarcando un sopracciglio. Sí. :Carstairs esitň. Devo avvertirla che si tratta di un incarico diverso dagli altri. Non č un semplice lavoro di corriere. :~ La signora Pollifax posň il panino. Sono stata promossa! Lui rise. Diciamo meglio, promossa a nuovi rischi, signora Pollifax, purché nel frattempo non abbia cambiato parere. Nei miei viaggi precedenti, ho corso, sí, un certo numero di rischi, ma lí per lí non mi sono mai sembrati eccessivi. Me la sono sempre goduta moltissimo - per ragioni puramente egoistiche, mi creda - e ho fatto la conoscenza di persone straordinarie. Del resto, č sempre difficile prevedere quello che avverrŕ, vero? No, signor Carstairs, non ho affatto cambiato parere. Dio sia lodato mormorň lui. Poi, facendo schioccare le dita esclamň: Povero me, mi ero dimenticato di Bishop! Si affrettň ai telefono e la signora Pollifax si accorse che il ricevitore era appoggiato contro la lampada. Carstairs l'afferrň e disse: Ha sentito, Bishop? Chiami subito Schoenbeck, a Ginevra, e dia l'avvio alla faccenda. Riattaccň. Ora conosce la sua destinazione: la Svizzera. Oh, che bellezza! Speravo proprio di non dover andare di nuovo oltrecortina. Dopo la mia fuga dall'Albania...
  • 3. L'uomo sorrideva. Be', non tutti i soci del circolo di giardinaggio di New Brunswick sarebbero in grado di fuggire dall'Albania, dlco bene? Ora vedremo come se la caverŕ con la Svizzera. Voglio alloggiarla come paziente alla clinica-albergo Montbrison; ma, mentre Sl troverŕ lŕ sotto osservazione medica, lei a sua volta dovrŕ osservare la clinica. una clinica o un albergo? domandň, perplessa, la signora Pollifax. Si tratta di un tipo di combinazione che noi non conosciamo, negli Stati Uniti ammise lui, ma gli Europei hanno abitudini un po' diverse. La Montbrison č una casa di salute dove i ricconi di mez- zo mondo si rifugiano per curarsi, per riposare, per fare cure dimagranti. Il fatto che sia concepita come un albergo rende il soggiorno estremamente piacevole, e mi dicono che si mangia meravigliosamente. La Montbrison č un'istituzione di fama internazionale e attira clienti dal Medio Oriente, oltre che dall'Europa. Carstairs tornň alla sua poltroncina e meditň al di sopra dei polpastrelli riuniti a cuspide. Siamo nei guai, signora Pollifax confidň alla fine. Si tratta di informazioni segretissime, e siccome ora c'č di mezzo l'Interpol non toccherebbe a me parlargliene. In ogni modo, tanto per darle un'idea in poche parole, ultimamente ci sono stati due piccoli, ma preoccupantissimi furti di plutonio: il primo qui in America, il secondo in Inghilterra. Plutonio! fece eco la signora Pollifax. Ma viene usato per... Appunto. I quantitativi rubati ammontano a un totale pericoloso: anzi, quasi sufficiente a fabbricare una piccola bomba atomica. Il plutonio, come lei sa, non esiste in natura allo stato puro; si ottiene dall'uranio e viene usato come combustibile nei reattori nucleari. Ecco perché č un giocattolo da Paesi ricchi, inaccessibile a quelli sottosviluppati. I due furti sono stati compiuti con efficienza diabolica, e abbiamo motivo di ritenere che almeno uno dei due quantitativi sia stato spedito per posta alla clinica-albergo Montbrison. :~ E una cosa del genere puň essere spedita per posta? domando, incredula, la signora Pollifax. Oh, sí. Per una bomba atomica di piccole dimensioni bastano circa cinque chili di plutonio. Ed č questo che ci terrorizza le fece notare Carstairs Finora, ne sono scomparsi quattro chili. Una maledetta faccenda, come vede. :Si avvicinň a una valigetta di cuoio posata su un tavolino, l'aprí e ne tolse un proiettore per diapositive. Poi chiuse le tende e accese la luce. Spostato il tavolino verso il centro della stanza, disse: << Le dispiace spegnere? L'interruttore č proprio dietro di lei. Mise in funzione il proiettore e, sulla parete opposta, apparve un quadro luminoso. Un attimo dopo, lo schermo era occupato dal primo piano di una cassetta di legno. Pensiamo che il collo spedito si presentasse cos:spiego Carstairs. Su ogni lato doveva essercl LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA la scritta in nero: FORNITURE MEDICHE -- MANEGGIARE CON CURA. Quella non č la vera cassetta, allora? No... č una ricostruzione, fatta in base a come ci č stata descritta. Si ritiene che sia stata spedita per via aerea, con tutti gli accorglmenti che si usano per i materiali fragili. Dovrebbe essere arrivata alla clinica nove giorni fa. E sarebbe ancora lí? domandň, meravigliata, la signora Pollifax. Non ne siamo sicuri. L'Interpol, con la collaborazione della Polizia svizzera, ha messo un agente nella clinica. L'agente - si chiama Marcel, e fa il cameriere - non ha trovato sul posto né la cassetta né le tracce del suo arrivo. Allora, il controspionaggio inglese ha mandato lŕ un certo Fraser, in veste di paziente. :Carstairs esitň. Purtroppo, Fraser ha avuto un incidente, signora Pollifax. Due giorni fa, č precipitato in un burrone, poco lontano dalla clinica. Quando l'hanno trovato, era giŕ morto. :~ Oh, poveri noi mormorň la signora Pollifax. Considerate le circostanze, sembrerebbe una morte sospetta, vero? :~ L'altro assentí, con aria cupa. Dovrei aggiungere che non siamo stati completamente sinceri con il personale della clinica. A loro č stato detto che stiamo indagando su un contrabbando di stupefacenti, e li abbiamo lasciati all'oscuro anche sul conto di Fraser e di Marcel. Né intendiamo precisare i veri motivi della sua presenza. In fin dei conti aggiunse seccamente, potrebbe anche essere qualcuno che fa parte del personale a servirsi della clinica per queste attivitŕ illecite. Ormai Fraser č morto. Puň darsi che si sia trattato di un assurdo incidente, ma potrebbe anche aver scoperto qualcosa. E in tal caso... Si astenne, con tatto, dal completare la *ase e disse invece: Sono stato io, signora Pollifax, a proporla per questa
  • 4. missione. Gli Svizzeri sono pronti a collaborare. C'č di mezzo l'Interpol, naturalmente, nonché il governo degli Stati Uniti - e di conseguenza noi della CIA - senza contare gli Inglesi, a loro volta interessati alla cosa. Il complimento, anche se inespresso, era evidente. Dubbiosa, la signora Pollifax osservň: Ma pensa davvero che io... :9 Lui allargň le braccia. Potevo scegliere tra almeno una decina di agenti, tutti esperti e bene addestrati, ma un sesto senso mi dice che questa situazione richiede qualcosa di piú: capacitŕ intuitive di un genere piuttosto raro, e un particolare talento per fiutare quello 260 che agli altri sfugge. Lei ci sa fare, con la gente, e poi non si comporta affatto come un agente professionista. Sa... aggiunse bruscamente, quello che stiamo cercando con tanto zelo, signora Polli fax, a parte il plutonio rubato, č il male nella sua forma piú pura. Il male... ripeté meditabonda la signora Pollifax. iuna pai rola antica. Decisamente biblica convenne lui, ma tenga presente che il plutonio puň venire impiegato illecitamente per qualcosa di orrendo, che ripugna solo a pensarci. Lei assentí. Sarŕ bene che lei veda, D' ora, che cosa conteneva quella cassa. :Carstairs tornň a chinarsi sul proiettore. Ecco qui: reperto numero uno. La signora Pollifax studiň l'oggetto dall'aria innocua proiettato sulla parete. Quello sarebbe plutonio? Sí, ha la forma di un bottone di metallo del peso di circa due chilogrammi. Visto cosí non fa molta impressione, vero? Carstairs ~`inserí una nuova diapositiva. Ciascun bottone č stato collocato in - un sacchetto di plastica e poi... :- altra diapositiva - inserito in un contenitore pieno di gas inerte, che a sua volta č stato sistemato dentro questa strana cassetta che sembra una gabbia per canarini. Se per caso dovesse imbattersi in qualcuno di questi oggetti, non lo tocchi, se non con i guanti speciali che le verranno forniti. E ora, prima di concludere, le mostrerň una pianta della clinica-albergo Montbrison. Se ben ricorda, le č stata riservata la stanza centotredici. :~ C'č qualche motivo speciale? Eh, sí. Dal suo balcone, godrŕ una vista meravigliosa del lago di Ginevra, e inoltre potrŕ vedere, sulla sinistra, una vecchia strada di terra battuta incredibilmente ripida, che gira attorno alla montagna vicina. Dalie finestre di qualsiasi altro piano della clinica questa strada non si distingue perché č nascosta dagli alberi. Carstairs inserí una nuova diapositiva che mostrava la zona circostante la clinica. Alzatosi, indicň alla signora una piccola X. Ogni sera, alle dieci, ci sarŕ un'auto parcheggiata in un punto di questa strada visibile dalla sua stanza. Dal balcone, lei invierŕ dei segnali con una torcia elettrica. Cosí potrŕ mantenere i contatti con il mondo esterno. La signora Pollifax ascoltava, corrugando la fronte. Non c'č pe. ricolo che qualcuno mi veda trasmettere i segnali? :~ L'uomo scosse la testa. La stanza centotredici č abbastanza in alto: si trova al secondo piano. La clinica č costruita a terrazze contro il versante della montagna. Sulla terrazza inferiore c'č un grande giardino dal quale si accede al piano in cui si trovano i locali di cura. 1Sulla terrazza superiore c'č l'ingresso principale che dŕ accesso al pianP terrenO vero e proprio della clinica. Lí ci sono l'atrio, le sale da pranzo e varie altre sale da riposo. Al primo piano, cominciano le stanze 26 1 dei pazienti. Ogni sera, non appena lei avrŕ trasmesso i segnali, l'auto accenderŕ i fari. Ricordi, signora Pollifax: se tutto č normale, dovrŕ accendere la torcia due volte; se invece ha qualcosa di urgente da comunicare, la accenderŕ e la spegnerŕ quattro volte di seguito. In tal caso, entro mezz'ora si aspetti pure una telefonata. Dato che la comunicazione passerŕ attraverso il centralino della clinica, studieremo per lei una specie di codice molto semplice, basato su frasi che riguardano la sua salute. Carstairs staccň la spina del proiettore e lo richiuse nell'apposita valigetta. Inoltre, dovrŕ mescolarsi agli altri ospiti, indagare con prudenza, osservare, ascoltare, e... soprattutto stare attenta a non ammirare il tramonto dall'orlo di uno strapiombo alto trenta metri. Stia tranquillo promise lei. Le abbiamo prenotato un posto per dopodomani sul volo delle sei del pomeriggio per Ginevra. Telegraferň alla clinica e chiederň che vengano a prenderla all'aeroporto con una limousine: come si conviene alla suocera di un noto avvocato di Baltimora aggiunse Carstairs, con un sorriso. E da che malattia sarei convalescente? :domandň la signora Pollifax. Che ne dice di una bella asiatica in forma grave? :~ Va benissimo approvň lei. Ma una cosa mi preoccupa, visto che dovrň partire cosí presto: che dirň a mio figlio che sta a Chicago e a mia figlia che vive in Arizona? E al circolo di giardinaggio? E poi c'č la mia vicina, la signorina Hartshorne, e l'associazione artistica... Continui :disse Carstairs, che ascoltava affascinato ... il servizio ospedaliero ausiliario, il comitato per la difesa
  • 5. dell'ambiente, e... :tacque, accigliandosi nell'osservare l'espressione di lui, ... il mio istruttore di karatč. :~ Aspettavo con il fiato sospeso che lei parlasse del karatč. Fa sempre un certo effetto. Lo fanno anche i miei colpi di karatč lo informň lei, con fare modesto. Ma quale sarebbe la mia... s'interruppe, cercando la parola adatta, ... Ia mia copertura? Be', posso consigliarle di fingere una visita ad Adelaide Carstairs, che abita a Baltimora. Carstairs sorrise. Questo č lo spunto, lascio a lei il compito di ricamarci sopra. Sono sicuro che riuscirŕ a imbastire qualcosa di grande effetto. Guardň l'orologio. Santo Cielo, le tredici! Le ho detto tutto? Be ne, si trovi all'aeroporto Kennedy giovedí alle quattro de pomeriggio. Sarŕ chiamata con l'altoparlante, e qualcuno le darŕ le ultime istruzioni e le consegnerŕ i biglietti e i codice che avremo studiato per lei. Le tese la mano. Bene, signora Pollifax esclamň con un po' di tristezza, eccoci di nuovo all'opera! :~ Sí approvň lei, alzandosi e stringendogli a lungo la mano. Buon viaggio e in bocca al lupo! Finisca il suo panino e lasci la chiave giú al banco. Sulla porta si voltň, con una mano sulla maniglia. E mi raccomando, maledizione, non mi deluda facendosi dare una botta in testa! :~ Lei si sentí veramente commossa dall'emozione che traspariva dalla voce di Carstairs. Tornň al suo panino, domandandosi se doveva fare di Adelaide Carstairs una vecchia parente che si era rotta un femore. No, era banale. Una nipote, allora fuggita di casa con un malandrino? Un'amica che era stata truffata, e che aveva bisogno di consolazione e di consigli? Alla fine, la signora Pollifax trasformň Adelaide Carstairs in una semplice compagna di scuola, rimasta vedova di recente. "Senza dubbio ricorderai che te ne ho parlato" scrisse la signora Pollifax quella sera alla figlia che stava nell'Arizona. "Ho pensato di andare da lei a Baltimora per una settimana o due, perché ha bi sogno di qualcuno che le tiri su il morale." IL MATTINO seguente, sentendosi piú di buon umore, andň in centro per fare acquisti, ma senza alcuna intenzione di comprarsi un malinconico cappello o un bastone da passeggio; aveva in mente un abito da sera, questo sí. Da un pezzo, la signora Pollifax bramava in segreto qualcosa di piú moderno di ciň che potevano offrirle i reparti "taglie fortidei grandi magazzini. Si diresse perciň verso un negozietto, chiamato l' "Antro Psichedelico", e passň un'ora piacevolissima a chiacchierare con una commessa in minigonna e lunghi stivali, la quale era convinta che la signora Pollifax dovesse andare a una mascherata. Il che, in un certo senso, era proprio vero. Si portň a casa un abito lungo di tessuto stampato a toni violacei ~; e un vasto assortimento di collane a catena. Con quella lunga tunica sembrava un po' la grande sacerdotessa di un culto religioso, ma era un cambiamentO che la soddisfaceva. Inoltre, il tessuto era del tipo "lava-e-indossa" pensň, quasi a giustificare ancora di piú l'acquisto. Non le restava che spiegare la sua partenza improvvisa alla signorina Hartshorne. Si sente tanto sola :raccontň alla vicina, mentre bevevano una tazza di tč. Sono i primi momenti di adattamento alla solitudine. Sai com'č, ha bisogno di ritrovare un equilibrio. Ormai Adelaide aveva assunto forma e sostanza, ed era quasi come se esistesse davvero. Lei e suo marito si adoravano soggiunse. La signorina Hartshorne serrň le labbra. Siamo amiche da tanto tempo che posso anche dirti ciň che penso, Emily. Tu lasci sempre che tutti approfittino di te. Per anni, ho tentato di convincerti a fare qualche viaggio con me: ma no! Non vuoi assolutamente saperne di viaggiare. Sai che ti dico? Tu fai una vita assolutamente poco igienica e incolore. Non vai mai in posti interessanti, non awicini mai gente nuova. Non me la chiamerai una vacanza, andare a consolare una vecchia amica. La veritŕ, Emily, č che manchi completamente di senso dell'avventura. :~ Hai ragione convenne la signora Pollifax, rivolgendole un sorriso. Che vuoi farci, Grace? Be', la bevi un'altra tazza di tč? :~ ATTENZIONE, prego... Attenzione... La signora Emily Pollifax č attesa al banco dell'ufficio informazioni. :9 La signora Pollifax afferrň la valigia e si diresse verso l'ufficio informazioni dell'aeroporto. Quasi immediatamente, un uomo le si fece incontro, reggendo una valigia in una mano e un mazzo di violette nell'altra.
  • 6. Lei lo fissň, incredula e stupita. Bishopl Lui si chinň a sfiorarle la guancia con un bacio, poi le mise in mano i fiori. Guardati d~ai Greci anche se p~/rtano doni! citň lui in tono scherzoso. Come sta? Sono proprio contento di vederla. :~ E iO di vedere lei. Non avrei mai pensato che l'avrebbero... Sss, signora Pollifax :disse lui, con fare da cospiratore, e le tolse la valigia di mano. Venga con me. :Le fece strada oltre l'angolo, fino a una porta con la scritta: PRIVATO - RISERVATO AL PERSONALE. Aprí, la fece passare, poi entrň a sua volta e chiuse l'uscio a chiave. Ci prestano quest'ufficio per dieci minuti. :Posň la sua valigia sul tavolo. Si rende conto, vero, che accettando quest'incarico sta facendomi passare momenti terribili? Carstairs non č ancora riuscito a stabilire se sta mandandola in un vicolo cieco o in una gabbia di leoni. dilaniato dal dubbio. Oh, andiamo, sembra tutto cosí semplice, e poi per me sarŕ un diversivo piacevolissimo, gliel'assicuro. LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANcORA Capisco. Bene, quand'č cosí, veniamo al sodo. Aprí la valigia. Ho qui una torcia elettrica di ineguagliabile qualitŕ, piú una provvista di pile: non possiamo rischiare che avvengano incidenti nelle comunicazioni. Torcia elettrica e pile di ricambio ripeté la signora Pollifax, aprendo la propria valigia e riponendo il tutto. In questa busta chiusa c'č il codice e anche dei franchi svizzeri aggiunse Bishop. Sia tanto gentile da imparare a memoria il codice durante il viaggio e poi di distruggerlo. Eccole i fiammiferi per dargli fuoco. E qui - oh, con questo sí che si divertirŕ - c'č un contatore Geiger. Un contatore Geiger! Carstairs non m'aveva parlato di un contatore Geiger. Veramente, č un contatore a scintillazione :rettificň lui, estraendo dalla valigia un bellissimo portagioie di pelle. Ha lasciato che fossi io a parlargliene perché quando vi siete visti stavamo ancora pensando al modo migliore per nasconderlo. Non puň andare alla ricerca di materiale radioattivo senza un aiuto, non le pare? Avrŕ bisogno anche di guanti speciali: eccoli qua. E adesso dia un'occhiata a questo. Bishop aprí il portagioie. Sono veri? balbettň lei, fissando un pendente di smeraldi, un'enorme spilla di brillanti e due luccicanti collane di rubini. Sono assolutamente falsi :disse Bishop, ma costano ugualmente un occhio della testa. Fantastici, vero? Si chinň sul cofanetto. Vede questo bottoncino dorato sulla cerniera? Premendolo con forza, scatta un dispositivo che permette di estrarre il doppio fondo. Diede la dimostrazione pratica di quanto aveva detto, scoprendo un quadrante e due manopole inseriti su una liscia superficie metallica. Girň una delle manopole e subito si udí un lieve ronzio. Tutto normale assicurň Bishop. la prova che l'apparecchio funziona. Se ora captasse qualcosa di interessante, vedremmo l'ago del quadrante oscillare e salire. Bene, e qui ci sono i biglietti dell'aereo. :D Fece scorrere l'indice su un foglio di carta. Biglietti, codice, portagioie, torcia elettrica, pile... E violette gli rammentň lei. Un pensiero proprio carino, da parte sua. Adoro le violette. Me ne sono accorto. :Bishop lanciň un'occhiata divertita al cappellino di lei, che sembrava una cuffia da bagno tutta fiorita di mam- 265 mole e di viole del pensiero. Ah, giŕ... c'č ancora un particolare. Il cameriere Marcel. :Estrasse dal portafogli una fotografia e le moLA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA strň un volto tetro, dagli zigomi alti e pronunciati, sormontato da capelli nerissimi. alto circa uno e sessantatré, spalle larghe. Perň lo eviti, lasci che sia lui a cercarla. Benissimo disse la signora Pollifax, efficiente e sbrigativa. E questo č tutto concluse lui, rattristato, perciň direi che adesso farebbe meglio ad andare. Aprí la porta, diede una sbirciatina fuori, poi richiuse e disse in tono severo: Mi promette d'essere prudente? Di cercare soltanto quello che sappiamo e di comportarsi bene? :~ Potrň dire d'essermi comportata benissimo soltanto se riuscirň a trovarlo, quello che sappiamo. Bishop sospirň. Sí, ma voglio farle notare che i delinquenti che si mettono in imprese di questo genere sono veramente duri.
  • 7. Tipacci da giungla glielo assicuro. :~ La signora Pollifax lo fissň attentamente. Cosa c'č che non va, Bishop? :~ Lui corrugň la fronte. Oh, al diavolo, Carstairs non voleva che lei s'impressionasse, ma io dico che č bene che sia al corrente. A mezzogiorno č arrivato il referto dell'autopsia di Fraser. Ouel poveraccio era giŕ morto, quando č rotolato giú per il burrone. :~ Giŕ morto ripeté lei, macchinalmente. Sí. Il colpo che l'ha ucciso non puň essere stato causato da nessuna delle rocce contro le quali lui... be'... il suo cadavere ha urtato durante la caduta. :D Capisco disse tranquillamente lei. Vuol dire che č stato assassinato, senza ombra di dubbio. Grazie d'avermi avvertita, Bishop. Lo terrň presente. E adesso, vuole lasciarmi andare? A malincuore sospirň lui, aprendo la porta. Molto a malincuore. IL CODICE che la signora Pollifax lesse nell'intimitŕ della toilette dell'aereo era molto semplice e le sembrň un gioco puerile e buffo. Tutto č tranquillo - Mi sento molto riposata Sono preoccupata - Ho un po' di tosse Temo d'essere in pericolo - Credo stia venendomi la febbre Marcel -11 cugino Matthew Plutonio - Zio Bill Polizia - PeterCarstairs - Adelaide ' Dopo averlo letto diverse volte, lo bruciň dentro un posacenere e se ne tornň nella cabina passeggeri, dove proiettavano un film western. Quanto alle ultime parole di Bishop, preferiva non pensarci, per il momento. La morte di Fraser significava che a Montbrison c'era davvero qualcosa per cui valeva la pena di uccidere. Molto prima che il film terminasse, il cielo si era fatto argenteo e lungo l'orizzonte strisce rosa e arancio si dissolvevano nella luce del sole. A New York era soltanto mezzanotte ma, in Europa, stava per sorgere l'alba. Scherzi dei fusi orari! La signora Pollifax tentň di familiarizzarsi con il suo nuovo personaggio. "Sono una suocera reduce da una brutta influenza" ripeteva a sé stessa, e ogni tanto simulava un colpetto di tosse. "Mio genero, William Carstairs, abita a Baltimora." Ci sarebbe stata una limousine ad aspettarla, pensiero allettante, che l'avrebbe accompagnata fino alla clinica, dove avrebbe dovuto mostrarsi convenientemente stanca: il percorso durava circa un'ora e venti. La signora Pollifax tossí di nuovo, con estrema delicatezza, e si esercitň ad assumere l'aria affaticata. MENTRE L'AUTISTA della limousine guidava in silenzio e con perizia, la signora Pollifax guardava ammirata i dolci declivi delle montagne, i tetti dalle tegole rosse e il pallido lago di Ginevra attraversato, a tratti, da un breve luccichío. Oltrepassarono vigneti a terrazze, villaggi che si destavano e, dopo circa un'ora di viaggio, cominciarono a salire. La signora Pollifax allungava il collo, molto attenta. Dalla strada, che s'inerpicava a zig-zag alta sopra il lago, si godeva una vista che mozzava il respiro. L'auto, rallentando un poco, entrň in un paese che si estendeva lungo il ripido versante della montagna. Sulla strada erano allineati alcuni negozi, fra cui un caffč con ombrelloni che si aprivanO a corolla sopra tavolini vivacemente colorati. Poi, l'auto imboccň una stretta stradina asfaltata, oltrepassň una chiesa di pietra abbarbicata sul fianco del monte e infine si addentrň in un bosco ombroso dal quale si dominava uno strapiombo. Piú avanti, la signora 267 Pollifax scorse un'insegna poco vistosa: CLINICA-ALBERGO MONTBRISON -- PROPRIETA PRIVATA. L'autista indicň un grosso edificio di forma irregolare, quasi soffo-; cato dagli alberi e dalla vegetazione. Svoltarono in un viale stretto e ripido, fiancheggiato da siepi d'alloro, oltrepassarono una serra e arrivarono all'ingresso principale della clinica. Sull'entrata, un giovane tarchiato con indosso un grembiule verde spazzava i gradini della scalinata mentre un ragazzetto di dieci o undici anni stava a guardare, seduto sullo scalino piú alto. Entrambi si girarono incuriositi verso la limousine. La signora Pollifax scese dall'auto e gettň un'occhiata di lŕ dal portone aperto, nella penombra un po' cupa dell'atrio, tutto a pannelli scuri; poi, il bambino si alzň e gridň con una vocetta stridula: Bonjour, madame! Al saluto, fece seguire un torrente di parole in francese. La signora Pollifax sorrise. Mi dispiace, io parlo solo l'inglese. :~ Ma signora, io parlo anche l'inglese assicurň lui, mettendosi a saltellare e a tempestarla di domande: Viene qui come paziente, lei? inglese? iarrivata in aereo? Si fermerŕ tanto? :~ Un uomo con la divisa nera apparve sull'entrata, disse qualcosa in francese al ragazzino per farlo tacere e sorrise alla signora Pollifax. Sono il capo-portiere, signora. Benvenuta alla clinica. Lei č la signora Pollifax, vero? :D La signora assentí. Da questa parte, prego. Impartí sbrigativamente ordini all'uomo dal grembiule verde, che posň la scopa e prese la valigia della nuova arrivata. Prego, si accomodi al banco per firmare il registro. Immagino che vorrŕ fare colazione. Le sarŕ subito servita in camera. :~ Al banco, la signora Pollifax firmň il registro e consegnň il passaporto.
  • 8. Le verrŕ restituito fra un'ora assicurň amabilmente il portiere. Le auguro un buon soggiorno, madame. Quando, dalla cabina dell'ascensore, che si muoveva lentamente verso l'alto, lei guardň in giú, notň che il ragazzino, fermo proprio sulla soglia, la seguiva con lo sguardo. L'animazione di poco prima gli era passata; ora i suoi occhi erano enormi e carichi di tristezza. Emily Pollifax provň un senso di sollievo quando l'ascensore in salita la sottrasse a quella vista. NON APPENA fu in camera, la signora Pollifax andň ad aprire la finestra sul balcone. Che meraviglia! mormorň, uscendo e accostandosi alla ringhiera. Dal secondo piano, la vista spaziava sopra le cime degli alberi che si agitavano nella brezza. In basso, quasi a picco, un vaporetto solcava il lago lasciandosi dietro una piccola scia. LA SIGNORA POLLIP'AX VINCE ANCORA Il lago di Cinevra si stendeva quasi a perdita d'occhio, simile a un cielo capovolto, di colore azzurro pallido. I tranquilli rumori del mattino salivano fino al suo balcone: il ronzio, ora piú intenso ora piú attutito, del traffico in lontananza, i richiami degli uccelli, i colpi di sirena del vaporetto, i rintocchi di una campana: tutti i suoni le giungevano smorzati e ovattati a causa della distanza e dell'altitudine. Mentre guardava in giú, per vedere il giardino, notň un largo cornicione che collegava il suo balcone con quello accanto e proseguiva fino all'angolo dell'edificio. Il cornicione nascondeva buona parte della vista, ma le riuscí ugualmente di scorgere l'erba ben tenuta, i colori vivaci dei fiori, un vialetto di ghiaia tutto spalliere di rose e un belvedere. Poi, con lo sguardo, cercň la strada: si trovava a sinistra, proprio dove aveva detto Carstairs; simile a uno stretto nastro, si inerpicava ripida lungo il versante della montagna piú vicina e non era asfaltata. Uno stormo di rondini che volavano intorno a un alto pioppo la distrasse, sembravano essere l'unico segno di vita a Montbrison. Bussarono all'uscio. A malincuore, la signora Pollifax si ritirň dal balcone e rientrň in camera gridando: Avanti! Entrň un cameriere con un vassoio. Lo posň sul tavolo chinandosi e domandň cortesemente: La signora desidera far colazione qui o sul balcone? Credo che mi addormenterei, se facessi colazione lŕ fuori rispose lei, mentre si scambiavano un'occhiata prolungata e carica di interesse. L'uomo era un giovane molto bruno, piuttosto tarchiato, con vividi occhi azzurri e capelli neri divisi nel mezzo da una scriminatura, come un barista dell'epoca vittoriana. Nella foto di Bishop, aveva l'aria cupa. L'aveva anche in quel momento, ma la sua era la tipica espressione tetra del comico capace di esplodere in un fuoco di fila di battute salaci senza muovere un solo muscolo del volto. Lei si disse che quel Marcel aveva qualcosa del clown. a Mi metterň qui decise, e subito si mise a sedere. A madame č stato mandato il petit déjeuner europeo... molto frugale spiegň con rammarico. Se desidera qualcosa di piú, puň chiamare il ristorante. Posso versarle il caffč? :Si chinň e disse sottovoce: Tra gli ospiti ce n'č uno che č senza dubbio un simulatore, madame; un inglese, tale Robin Burke-Jones, che di solito passa i pomeriggi in giardino. Nessuno dei suoi dati corrisponde al vero; tutto 269 quello che ha scritto sul registro č falso. < La ringrazio dell'informazione disse la signora Pollifax, sorri270 dendogli e assentendo. Mi pare di non avere proprio bisogno d'altro. Me lo auguro! disse lui. a In caso contrario si strinse leggermente nelle spalle, la lista delle vivande č lí sulla scrivania. jambon au lard, oeufs sur le plat, oeuf poché sur toast... Gli occhi gli brillavano, nel vero senso della parola. a Mi chiamo Marcel, signora Bon appétit! :S'inchinň e uscí. "Il mio alleato" pensň lei con gratitudine. Una notte senza sonno l'aveva lasciata stanca e un po' disorientata. E anche affamata cominciň a spalmare di marmellata un croissant. Mentre beveva il caffč, osservň attentamente la stanza che era fresca e col soffitto molto alto, aveva pareti dipinte di bianco con piccoli disegni azzurri e un folto tappeto orientale, rosso cupo, sul pavimento. Piú tardi, avrebbe cominciato le sue perlustrazioni con il contatore a scintillazione; per il momento, un breve sonnellino non sarebbe stato un segno di debolezza. Nell'andare verso il letto, vide che Marcel aveva lasciato la porta socchiusa, e che l'uscio stava lentamente aprendosi. a Chi c'č? domandň. a Bonjour, madame. :Il ragazzetto che aveva visto all'ingresso se ne stava sulla soglia, con le braccia penzoloni lungo i fianchi, e appariva ancora piú smarrito di prima. a Vuole essere mia amica, signo Lei lo fissň, meravigliata. a Tu sei qui in cura? :D gli domandň Era molto bruno in viso, mingherlino e tutto gambe, con i capelli di un nero corvino. Il ragazzo scosse la testa. a La mia nonna č una paziente e io sto qui con lei. Ha dei nipoti, madame? a Sí, ne ho tre :rispose la signora Pollifax.
  • 9. Dal corridoio giunse un richiamo: a Hafez! Hafez! :~ Con un sospiro, il ragazzetto si voltň. a Sono qui, Serafina. :~ Una donna vestita di nero, dal volto olivastro, lo raggiunse, lo prese per mano e si chinň ad ammonirlo in una lingua che alla signora Pollifax era del tutto sconosciuta. Hafez sporgeva in fuori il labbro inferiore, e gli occhi gli si erano riempiti di lacrime. a Ma questa signora č una mia amica protestň. Bisogna avere qualche amico! La donna lo trascinň via e la signora Pollifax si sporse un poco dalla porta per seguirli con lo sguardo. Proprio in fondo al corridoio un uomo su una sedia a rotelle osservava il ragazzo e la donna avvicinarsi. Vedendo la signora Pollifax, si spinse con la sedia nella stan LA SIGNORA POLLI~AX VINCE ANCOR,~ za che si apriva alle sue spalle. Hafez e la donna sparirono nella camera di fronte, poi le due porte si chiusero. ' Che strano ragazzo" pensň la signora Pollifax. Poi tornň verso il letto, si distese e si addormentň. PER TRE volte venne svegliata da alcuni colpi bussati all'uscio: la prima volta era una giovane donna in camice bianco che disse d'essere un'infermiera e che sarebbe tornata piú tardi; la seconda, era ancora una donna, pure vestita di bianco, che spiegň d'essere un'esperta di dietetica e che promise, a sua volta, di tornare piú tardi. Infine venne la segretaria della clinica, una donna pettoruta, la quale precisň che si pranzava da mezzogiorno all'una e che si cenava dalle sei alle otto. La signora Pollifax sarebbe stata visitata da un dottore 'indomani mattina. Da un dottore? Ma io sono soltanto un po' stanca le fece notare la signora Pollifax. Ah, ma tutti vengono visitati, č il regolamento della clinica. Mi risulta anche che lei non č stata ancora pesata dall'infermiera e che non ha ricevuto istruzioni dalla dietologa. Scosse la testa con aria di rimprovero e se ne andň. Alla signora Pollifax venne il sospetto che, di quel passo, la quiete della clinica potesse anche rivelarsi un'illusione. Cambiň il completo da viaggio con un vestito e scese, per andare un po' in ricognizione prima del pranzo. Al pianterreno trovň due solarium, e anche un paio di salette per la televisione, l'una attigua all'altra. Le sale da pranzo erano proprio in fondo al corridoio: la signora Pollifax vedeva i camerieri muoversi di lŕ dalle porte a vetri. Si fermň in quella che sembrava essere la sala di lettura e osservň la mobilia pesante e i massicci pannelli di quercia. Una delle imponenti poltrone era occupata da un abbronzatissimo giovanotto, che sollevň un sopracciglio biondo e disse: Bonjour madame. Purtroppo il mio francese finisce qui. Anche il mio confessň lei sorridendo, e si disse che quella era l'occasione buona per fare la conoscenza del primo ospite adulto. Si lasciň cadere in un'altra poltrona arcimbottita e si domandň se sarebbe mai riuscita a tirarsi di nuovo su. a Anche lei aspetta d'andare a tavola? :~ a Io aspetto disse malinconicamente il giovane, a che in questo posto accada qualcosa. Sono qui da otto giorni e, mi creda, se sol272 tanto sentissi cadere una posata, mi sembrerebbe un fatto emozionantissimo. La signora Pollifax lo osservava divertita. Con quegli occhi verdi e trasognati e quella dentatura candida, sarebbe stato quasi eccessivamente bello, se non fosse stato per il naso che probabilmente aveva subíto una rottura e appariva ancora un po' ammaccato; il che, in compenso, gli dava un'espressione divertente. a Effettivamente, lei ha l'aria di essere abituato a un'esistenza piú movimentata. a Vedo che sta osservando con aria critica la mia camicia rossa e i miei calzoni amaranto disse lui, in tono d'accusa. a Credevo che a Montbrison si respirasse un'aria un po' piú sofisticata, da Casino. In fin dei conti, č frequentato dallo stesso tipo di persone, tranne che qui vengono per rimettersi a nuovo il fegato. Come facevo a sapere che rimettersi a nuovo il fegato č quasi un culto? a Ah, questo non lo sapevo assicurň affascinata la signora Pollifax. Dice sul serio? a Cara signora sospirň il giovane, il conte Ferrari, quando lo vidi a Monaco in aprile, con un braccio circondava una bionda e nella mano libera teneva un mucchio di gettoni. Il conte :D aggiunse, ha settantacinque anni, non un giorno di meno. Qui a Montbrison Sl sente improvvisamente mortale e, come dicevo, la sua salute č diventata un culto. Entra in sala da pranzo con un sacchetto pieno di pillole: rosse, rosa, verdi, azzurre. :~ La signora Pollifax rideva. a Visto che si annoia tanto - e che scoppia di salute, come si direbbe dal suo aspetto - perché si trattiene qui? a Perché il mio medico mi ci ha spedito. Esitň, poi aggiunse in tono asciutto. a Sa, sono convalescente dall'asiatica di quest'anno, la Hong Kong. E lei? La signora Pollifax esitň. Poi, con voce incolore, disse: a Giŕ, anch'io sono convalescente dalla Hong Kong. Al che, seguí un silenZ10 stranamente carico di imbarazzo. Dicono che quella di quest'inverno sia stata un'epidemia di straordinaria virulenza azzardň lei. a Giŕ... giŕ... le fece eco il giovane. In quel momento, le porte della sala da pranzo si spalancarono. a si mangia! esclamň lui, alzandosi di scatto.
  • 10. L'aiutň premurosamente a sollevarsi a Deve stare attenta a queste poltrone l'ammoní severamente. a Rischia di venire inghiottita per sempre. :~ Me ne ricorderň. A proposito, mi chiamo Emily Pollifax. Lui s'inchinň, galante. a Molto piacere. Io sono... Bonjour, gene LA SIGNORA POLLIPAX VINCP ANCORA rale d'Estaing gridň a un vecchio signore che arrancava lungo il corridoio verso la sala da pranzo, appoggiandosi con tutto il peso a un bastone. a Posso esserle d'aiuto? E partí per offrire assistenza al generale, con la velocitŕ di un corridore alle Olimpiadi. IL TAVOLO della signora Pollifax era in un angolo della prima sala da pranzo, il numero 113 era messo discretamente in mostra sulla candida tovaglia di Fiandra, tra un vaso di fiori di campo e le ampolline dell'olio e dell'aceto. Da quella posizione, con una sola occhiata, si poteva abbracciare tutta la sala, ma non era possibile scorgere niente delle altre due. Il suo giovane e abbronzato amico aveva accompagnato il generale a un tavolo singolo al centro della stanza, dopo di che si era awiato verso il proprio. Hafez, mogio mogio, e la donna dal colorito olivastro vestita di nero, occupavano un lungo tavolo per sei accanto alla finestra. Il ragazzo aveva accennato a una nonna, ma la donna che era con lui aveva tutta l'aria d'essere una cameriera o una dama di compagnia. La signora Pollifax si domandň chi potessero essere gli altri del gruppo, e dove fossero. Soltanto un altro, fra i presenti, le era familiare: era il signore sulla sedia a rotelle che lei aveva visto nel corridoio, di fronte alla porta di Hafez. Si era spinto da sé fino a un tavolo solitario che guardava verso la finestra, per cui lei poteva vederlo soltanto di profilo. Era scuro di pelle, portava gli occhiali e aveva il labbro ornato da un paio di baffi neri. Le spalle erano massicce sotto la giacca un po' spiegazzata. Appariva fuori posto, ma del tutto indifferente alla cosa; mangiň in fretta e si spinse fuori della sala prima che la signora Pollifax fosse arrivata alla frutta. "Devo scoprire qualcosa su tutti loro" si ripromise lei. Marcel aveva accennato al giardino; bene, avrebbe passato lŕ il pomeriggio. IL GIARDINO era gaio pieno di sole e di fiori. La signora Pollifax ispezionň c~n occhio da intenditrice le aiuole di begonie, poi si diresse verso una sdraio. Tanto per non correre il rischio di addormentarsi, tentň di sollevarne lo schienale, in modo da potervi sedere piú eretta. a Sta spingendo dalla parte sbagliata disse una voce dietro di lei, e una ragazza in bikini, il corpo lucente di olio abbronzante posň la salvietta e i libri e si chinň ad armeggiare con la sdraio. tamente, lo schienale scattň all'insú. a Oh, ma che brava! sorrise la signora Pollifax. a iinglese? Immedia- 273 ~71 na. f~Y La ragazza scosse garbatamente la testa a No, sono belga. a L'ho vista in sala da pranzo. Permette? Emily Pollifax. :~ a Piacere, signora Pollifax. Sono Court van Roelen. Il volto era tutto zigomi e angoli, con un paio d'occhi blu che lucevano come zaffiri: un insieme che lasciava ve,f,ramente senza fiato. ~-` Al di sopra della testa della ragazza, la signora Pollifax vide il suo amico della sala di lettura, rimasto senza nome, che, ritto al centro del prato, fissava a bocca aperta la ragazza. Ora indossava calzoni gialli, una camicia arancione e un foulard a pallini. Si incamminň verso di loro. a Credo che sia caduta una posata disse. ; a Ne ho avvertito il tintinnío :commentň lei con arguzia. Il giovanotto sorrise. a Non vorrei disturbare, se qualcuno ha intenzione di fare i bagni di sole. Ora mi porto qui , una sdraio e ci trasformiamo in un bel terzetto intimo. `~' Sa, sotto il profilo numerologico, il tre č un numero perfetto. Inarcň un sopracciglio e fissň la signora Pollifax. a Lei, signora, stava forse per fare le presentazioni? Le farei volentieri, se sapessi il suo nome. :~ Burke-Jones. Robin Burke-Jones. La signora Pollifax gli scoccň un'occhiata; al suo primo incontro con un adulto, aveva avuto la mano piú felice di quanto non imma~Jinasse. a Non l'avevo mai vista prima d'oggi :disse Burke-Jones, rivolto alla ragazza. a appena arrivata? :~ a Sono qui da dieci giorni :D disse lei senza sorridere, ma sono stata tutti i giorni su in montagna, a camminare. :~ A camminare? fece eco
  • 11. lui. a Non mi sembra affatto un esercizio riposante. :~ a Non sono venuta qui per riposare disse lei. Sono in vacanza, e preferisco evitare i luoghi di villeggiatura; sono sempre cosí affollati di... lanciň un'occhiata al foulard di lui, squisitamente annodato, a ... playboy. Be'... Il giovane le sorrise. a 1un argomento che dobbiamo .liscutere piú a fondo. :~ a Non vedo perché rispose lei, girandosi per abbronzarsi la schie A proposito di playboy si inserí malignamente la signora Polli.. a Che cosa fa lei, signor Burke-Jones? Passo il mio tempo a invidiare i playboy dichiarň lui, con fare compunto. a In pratica, lavoro nel ramo importazioni. Curiositŕ e cianfrusaglie varie. Un negozio a Brighton, un altro a Dover, filiali qua e lŕ. E lei, signorina van Roelen? La voce della ragazza, che teneva la guancia appoggiata all'asciugamano, arrivň smorzata. a Lavoro all'UNESCO, nel ramo amministrativo. Oh, un'occupazione davvero lodevole mormorň lui, e guardň la signora Pollifax, inarcando un sopracciglio. a Non č d'accordo? "Un tipo davvero stravagante" pensň lei, "e anche piuttosto simpatico." Ma con la signorina van Roelen non avrebbe avuto partita facile. Estremamente lodevole rispose, e intanto si domandava quale fosse il vero mestiere di Burke-Jones. La vetrata d'ingresso si aprí e apparve Hafez, in calzoncini di tela e camicia bianca. Aveva con sé una scatoletta nera. La domestica, che lo seguiva come un'ombra, andň a sedersi sotto un albero. Hafez posň la scatola sull'erba e cominciň a trafficare con alcune manopole e con un piccolo microfono. Senza dubbio si trattava di un registratore. Bruscamente Court si tirň su e chiamň una signora che avanzava lungo il vialetto di ghiaia. Oh, lady Palisbury! :~ La signora Pollifax notň che la faccia dell'altra s'illuminava alla vista di Court. a Buongiorno a tutti rispose l'interpellata, attraversando il prato per venire verso di loro. a Sono stata a passeggiare lungo il burrone. Da sotto un enorme cappello da sole, due occhi profondamente infossati guardavano il gruppo con una luce cordiale. Volevo domandarle se ha trovato il brillante che aveva perso. Lady Palisbury scosse la testa. No, cara, ma salterŕ fuori, ne sono certa. a Lady Palisbury, permetta che le presenti la signora Pollifax e il signor Burke- Jones. Lei rivolse un cenno amabile a entrambi. a Non posso tenervi compagnia, anche se mi fermerei volentieri con voi. Sto andando a svegliare mio marito. Ha il massaggio alle quattro. Lady Palisbury si allontanň. Quando passň accanto a Hafez, il ragazzo levň il microfono verso di lei, tenendo il registratore sotto l'altro braccio. La signora sorrise bonariamente e disse qualche paro: la, prima di sparire nell'interno. - La signora Pollifax continuň a osservare Hafez, che improvvisa- 275 mente si era messo a correre attraverso il prato e gridava a un cameriere: Monsieur, una Coca-Cola! Ma la nonna non gli tiene mai compagnia? :domandň. Non sapevo che avesse una nonna disse Burke-Jones. Qui deve annoiarsi a morte, poverino :osservň Court, abbrac- en ne intollerahile. ciandosi le ginocchia. a Ho l'impressione che sia piuttosto sveglio. Sembra che non dorma mai: č tutto nervi. l'unico ospite che incontro regolarmente alle sei del mattino, quando esco per le mie passeggiate. Ieri mi ha raccontato qualcosa a proposito delle radiosorgenti, che sono stelle o pianeti, non ricordo bene. Mmm fece la signora Pollifax, osservando il ragazzo avvicinarsi al generale, che un'infermiera stava aiutando ad accomodarsi su una poltrona all'ombra. Anche d'Estaing disse qualcosa nel microfono, Court rise a Lo ha convinto a dire: "Ici la Police. Sortez, les muins en l'air!" che significa: "Polizia! Venite fuori con le mani in alto!" Il generale :aggiunse, un tempo era capo della Sureté. Robin parve stupito. Io lo credevo un generale dell'Esercito. Sí, infatti. Ma dopo la seconda guerra mondiale, č entrato a far parte della Sureté. a Cosí, č un capo della Polizia francese mormorň la signora Pollifax, osservando con aria assorta la faccia di Robin Lui domandň, accigliato: Ma lei come fa a sapere tutte queste cose, signorina van Roelen? Court sorrise. Il generale l'ho conosciuto qui l'estate scorsa. cosí vecchio e solo, e non gli resta piú molto da vivere. Era intanto arrivato il loro turno per il gioco di Hafez: il bambino apparve all'improvviso per chiedere, con voce petulante, che dicessero qualcosa al microfono. Io sono pronta, Hafez si offrí la signora Pollifax, e subito lui le si fece accanto. Lei prese il microfono, rifletté un istante, poi recitň una vecchia filastrocca infantile. La cosa piacque molto a Court, che si offrí a sua volta di recitare dei versi a proposito di un vecchio con la barba.
  • 12. Preferisco le intimazioni del generale alle vostre canzonette frivole )> obiettň Robin; e, afferrato il microfono, gridň: a Venite fuori con le mani in alto... per voi č finita! Ma lo sguardo della signora Pollifax era tornato a Hafez. Gli occhi del bambino erano troppo lucidi, i suoi gesti nervosi e stranamente privi di significato. "Quello che fa, lo fa senza rendersene conto" pensň; "e senza che gliene importi niente; agisce tanto per muoversi. per tenersi occupato in qualche modo." Mentre lui riponeva il microfo LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA no nell'astuccio del registratore, la signora Pollifax notň che gli tremavano le mani. Si convinse che quel ra~azzino viveva in preda a una Che noia d'un moccioso :brontolň Robin, dopo che il ragazzo era corso via. Che soffra di ipertiroidismo? :azzardň Court, tornando a sdraiarsi. No disse la signora Pollifax, parlando lentamente, a c'č ben altro. :Si era ricordata di quando suo figlio Roger aveva sei anni e doveva essere operato alle tonsille. Un compagno di scuola gli aveva detto che, in sala operatoria, il chirurgo l'avrebbe soffocato con un cuscino. Roger aveva vissuto in preda al terrore per due giorni, prima di confidarsi con lei, e perfino a distanza di tanti anni lei preferiva non ricordare quel periodo. Secondo me, č spaventato :disse. Spaventato? fece eco Court, dubbiosa. a E che cosa mai potrebbe spaventare un bambino, qui? :~ La signora Pollifax crollň la testa. Il ragazzo non era soltanto spaventato: aveva una paura disperata, viveva sotto un incubo. A CENA, quella sera, c'era sauté de veau marengo, che all'atto pratico si rivelň vitello, e la signora Pollifax cominciň a pensare di comperarsi un dizionario francese. In gioventú, aveva studiato il latino, ma aveva dimenticato tutto, fuorché Audaces fortuna iuvat: la fortuna favorisce gli audaci. Quella frase le dava un certo conforto, in quel momento, mentre rifletteva sull'ora in cui dare inizio alle sue perlustrazioni notturne. Ed č venuta fin qui dall'America? domandň lady Palisbury alla signora Pollifax, mentre sedevano vicine in sala di lettura, l'una sferruzzando in attesa che il marito scendesse per la cena, l'altra bevendo tranquillamente il caffč. a Sono arrivata stamattina, sí confermň la signora Pollifax, e confidň con un sorriso: a Ho un genero dalle vedute internazionali :~. Lady Palisbury s~illuminň. Ah, sí? Che bella cosa. Noi ne abbiamo quattro, tutti molto cari. Sono cosí riposanti per chi ha avuto la casa piena di femmine. Anche loro sono molto care, intendiamoci, ma piú irrequiete, piú portate a fare chiasso e a litigare fra loro. Levava a tratti lo sguardo, ansiosamente. a Spero proprio che John arrivi prima che ci tocchi sorbire gli Jodler. :~ Gli Jodler? ripeté meravigliata la signora Pollifax. a La clinica ci procura e qui lady Palisbury storse un poco la LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA bocca, a piccoli trattenimenti ogni fine settimana. Stasera, verranno appunto gli Jodler dal villaggio. :D Perň, sono ospitali :D osservň la signora Pollifax. Si fece attenta, perché aveva visto Hafez e la sua compagna lasciare la sala da pranzo. a Quel ragazzo la incuriosisce, vedo :osservň lady Palisbury. Ho l'impressione che abbia pianto disse la signora Pollifax. a Sa niente di lui? a Vengono dallo Zabya, uno dei piccoli Stati petroliferi dell'Arabia. I giornali hanno parlato del re, ultimamente: ho letto qualcosa a proposito di una festa di compleanno e della donazione al popolo di tutti i possedimenti reali. La signora Pollifax assentí. a Sí, mi ricordo. Un omino simpatico. :~ Intanto erano arrivati gli Jodler. Un gruppo di villici sorridenti e grassocci, le donne con vesti ricamate a colori vivaci e gli uomini in calzettoni, calzoni corti e cappello con la penna, aveva circondato il marito di lady Palisbury, ma lui riuscí a sottrarsi all'assedio e si avvicinň alla moglie. a Cara, ma quelli chi sono? bisbigliň. Sono i coristi dei canti tirolesi rispose lady Palisbury, riponendo il lavoro a maglia. a John, questa č la signora Pollifax. a Felicissimo disse distrattamente lui, e si trasferirono nella sala da pranzo, seguiti dal gruppo dei cantori. Poco dopo, acuti gorgheggi riempivano l'aria. Santo Cielo, siamo stati invasi? :s'informň Burke-Jones, arrivando dal solarium. Sí, ma soltanto dal folklore locale D lo rassicurň la signora Pollifax. a Trovo che sono deliziosi. :D Lui fece un gesto d'impazienza. a Io no! Senta, sto andando in paese a comperare le sigarette. Vuol venire con me? :Poi aggiunse con aria indifferente: Pensavo di dirlo anche a Court La signora Pollifax abbozzň un sorriso. Comincio ad avere sonno, dopo una notte passata in aereo. Credo che Court sia in sala da pranzo. :Poi, reprimendo a stento uno sbadiglio, diede la buonanotte al giovane e salí in camera.
  • 13. Aveva lasciato chiuse tutte e due le porte della sua stanza: quella esterna, piú spessa e imbottita a prova di rumore, e l'altra, interna, normale, che si poteva chiudere a chiave, anche se lei aveva trascurato di farlo. La signora Pollifax vide che entrambe erano socchiuse, e affrettň il passo. Forse era entrata la cameriera, oppure poteva essere Marcel. Non era nessuno dei due. Era Hafez: sedeva. davanti alla specchiera col ripiano di vetro e stava chino su qualcosa che teneva in grembo. Le mani di lui si mossero rapidissime e qualcosa tintinnň contro il vetro del ripiano, prima ch'egli si alzasse di scatto per voltarsi verso di lei. a Bonsoir, madame! esclamň. a Stavo aspettandola. Non mi ha detto se ci sta a essere mia amica. a Sarei felicissima di essere tua amica rispose lei, a ma tu devi imparare a non entrare nelle stanze degli altri, quando la gente non ce. a Ma signora, io ho bussato e non ho ricevuto risposta. Dove potevo aspettarla, se non qui? :domandň Hafez, mentre una nota disperata gli si insinuava nella voce. a Se Serafina m'avesse visto nel corridoio, si sarebbe arrabbiata e mi avrebbe trascinato a letto. a Vuoi bene a Serafina? Il ragazzo alzň le spalle. a Deve proprio dirglielo che sono entrato? No, ma non possiamo essere amici se tu entri senza che ti abbia invitato io. :~ Lui assentí. a Grazie :disse, e se ne andň, chiudendosi tutt'e due le porte alle spalle. La signora Pollifax lo seguí con lo sguardo, poi sedette alla specchiera. Sul ripiano c'erano una spazzola per i capelli, un vasetto di crema per il viso, una boccetta di aspirina, una rubrica con gli indirizzi e un rossetto Quale di quegli oggetti poteva aver risuonato contro il vetro, quando lui l aveva rimesso a posto? Esaminň il rossetto per le labbra, ma sembrava assolutamente intatto. Poi, prese in mano la boccetta dell'aspirina e la mise contro luce. L'aveva comperata prima di partire, in caso ne avesse avuto bisogno: era una piccola confezione da venticinque compresse. La boccetta appariva mezzo vuota, ora. La posň di nuovo sul ripiano e la sentí tintinnare. Ma certo... vetro contro vetro. In una clinica dove qualsiasi infermiera poteva fornire dell'aspirina, perché mai Hafez era stato indotto a rubare quelle compresse? La signora Pollifax fissava accigliata la boccetta, in preda allo stupore; si rendeva conto che era ormai un dovere per lei awicinare il piú presto possibile la nonna di Hafez. Forse, la signora non sapeva che il nipotino era tanto turbato. Chissŕ perché, poi, si domandň oziosamente, e diede un'occhiata all'orologiO. Mancavano pochi minuti alle nove e soltanto alle dieci avrebbe dovuto fare i segnali con la torcia elettrica. "Andrň a farle una visita di cortesia" pensň. "Non esprimerň giudizi. Vedrň solo qual č la situazione." Uscí risolutamente dalla stanza e si avviň lungo il corridoio fino alla porta oltre la quale, quel matttino, Hafez era sparito. Bussň e proprio il ragazzo venne ad aprirle. a Signora! esclamň, con aria allarmata. a Visto che siamo amici, ho pensato di fare una visitina a tua nonna spiegň allegramente lei, ed entrň decisa, passandogli davanti. Spero stia abbastanza bene per ricevere visite. :Vide una porta aperta a sinistra e un'altra a destra. a Ma signora... Hafez guardň preoccupato a sinistra, e la signora Pollifax lo imitň. Una voce maschile gridň bruscamente qualcosa in una lingua sconosciuta, e Hafez rispose. Si udí una specie di imprecazione, seguita da movimento. La signora Pollifax raggiunse la soglia della camera da letto attigua e si fermň. Fece in tempo a incrociare lo sguardo sgomento di Serafina, ad avere una fuggevole visione della persona che occupava il letto nell'angolo piú buio, poi si sentí agguantare da dietro. Un uomo l'afferrň per il gomito sinistro, un altro per il destro e sollevatala di peso, entrambi la trasportarono, ancora eretta, fino alla porta. Accadde tutto talmente in fretta che lei si ritrovň letteralmente senza fiato. a Ukhrujee :intimň uno dei due robusti inservienti. a Mahsalamah! Venne spinta fuori in malo modo. L'uomo della stanza di fronte si era affacciato sulla soglia e osservava la scena attentamente, dalla sua sedia a rotelle. Poi, mormorň qualcosa e si ritirň. Scossa per l'accaduto, la signora Pollifax si abbandonň su una delle sedie disposte lungo il corridoio. Dopo qualche minuto si alzň per tornarsene in camera sua, non sapendo neanche lei se scandalizzarsi, infuriarsi, o pentirsi dell'iniziativa. Qui non siamo a New Brunswick, nel New Jersey, rammentň a sé stessa; e poi, inferocita: "Ma che cosa ti aspettavi, Emily? chiaro che la vecchia signora non sta bene e che quegli inservienti si sono indignati nel vedere che una sconosciuta faceva irruzione cosí lŕ dentro". La donna che lei aveva appena intravisto nel letto appariva fragile e pallida nel sonno: aveva lunghi capelli grigi pettinati a treccia, un naso leggermente aquilino, la mascella pronunciata. Seduta accanto a lei c'era Serafina. I due inservienti, evidentemente, stavano nella stanza vicina.
  • 14. La nonna di Hafez non si era nemmeno accorta dell'arrivo della visitaLrice, ma l'uomo sulla sedia a rotelle, che occupava la stanza dall'altro lato del corridoio, era uscito a vedere. Faceva forse parte anche lui del gruppo? E Hafez?... Si era allarmato, vedendola, ma non aveva fatto nemmeno il tentativo di trattenerla, e quando lei era stata presa di peso e messa fuori era parso soddisfatto. Soddisfatto perché lei era andata a trovare la nonna o perché veniva messa alla porta? La signora Pollifax si era aspettata una vecchia vanesia, che viziava il nipote senza perň essere in grado né di fargli compagnia, né di educarlo. Invece, aveva intravisto un volto bianco e immobile abbandonato su un candido guanciale, e trovato due ringhiosi inservienti. Doveva domandare spiegazioni a Marcel; lui, forse, era in grado di dargliene. Guardň l'orologio, poi uscí sul balcone nella quiete vellutata della sera. Sotto il giardino illuminato, il lago si stendeva nero e silenzioso: soltanto la scia dorata di un battello solitario rompeva la tranquilla superficie. Lungo il litorale ammiccavano le luci dei locali notturni e delle ville. Sulla sinistra, il versante della montagna formava, nel buio, una sagoma cupa. Alle dieci in punto accese la torcia elettrica, poi contň fino a tre, la spense, la riaccese, la spense di nuovo: con grande soddisfazione, vide brillare nell'oscuritŕ un paio di fari. "Chiunque siate" pensň, "mi fa piacere sapere che siete lŕ." Nel giardino qualcuno stava lentamente spegnendo le luci. La clinica si preparava al riposo notturno. Per la signora Pollifax era tempo di mettersi al lavoro. A LANGLEY, nella Virginia, era pomeriggio inoltrato. Il lavoro di Carstairs era stato interrotto verso la metŕ della mattinata da una richiesta urgente da parte del Dipartimento di Stato: chiedevano un rapporto sullo Zabya, uno degli Stati petroliferi piú piccoli del Medio Oriente. Il re dello Zabya avrebbe celebrato il suo quarantesimo compleanno il martedí, e molti capi di Stato dovevano prendere parte ai festeggiamenti che si sarebbero protratti per tutta la giomata. Si trattava di un Paese abbastanza tranquillo perché gli Stati Uniti potessero mandarvi il loro vicepresidente, senza correre rischi? I commenti di Carstairs, a proposito della richiesta, si erano fatti sempre piú irriferibili via via che le ore passavano, ma il rapporto era stato infine completato e trasmesso: il vicepresidente poteva recanisi tranquillamente, ma doveva aspettarsi di trovare cibi strani come, per esempio, occhi di pecora bolliti. Bishop entrň nell'ufficio. a C'č di lŕ Schoenbeck. Tra due ore deve partire per Ginevra e vuole fare un po' il punto della situazione. Schoenbeck, un omino pedante, dal volto rugoso, era dell'Interpol. Entrň, mormorň scuse a non finire per l'intrusione e si mise a sedere. a Qualcosa č cambiato? esordí Carstairs. a Amico mio, tutto cambia disse Schoenbeck. a :la legge della vita. Mi hanno appena comunicato, dall'Inghilterra, che Dunlap si č suicidato questa mattina. :~ Carstairs imprecň tra i denti. a Come ha fatto a suicidarsi, se era chiuso in cella? Non era sorvegliato? Schoenbeck si strinse nelle spalle. a Non ci vuole molto a morire. Si č impiccato con un lenzuolo. Era un individuo terrorizzato, evidentemente. All'improwiso, la vita deve avergli fatto piú paura della morte. Rimasero entrambi in silenzio, a meditare su quelle parole. a No disse Carstairs, scuotendo la testa, a il fatto č che "loro" gli facevano piú paura di "noi". Due uomini qualsiasi, uno in Inghilterra, l'altro in America, senza niente in comune tranne il fatto che tutti e due lavoravano all'impianto di un reattore nucleare... e che entrambi si sono lasciati convincere a rubare due bottoni di plutonio. a Avevano un'altra cosa in comune, amico mio disse l'uomo dell'Interpol. a Entrambi si sono tolti la vita senza rivelare nessun altro anello di questa catena. Carstairs assentí, con la faccia scura. a Ancora niente sul denaro? Niente, salvo che - voilŕ - tanto l'uno che l'altro avevano un conto in banca, e i due conti crescevano come per magia. Si vede che erano stati pagati con denaro contante. Carstairs sospirň. a Un vicolo cieco. Una faccenda organizzata alla perfezione. Proprio cosí. Mi avvilisce, caro amico, il fatto che sappiamo cosí poco, e che quel poco sia basato su particolari slegati fra loro. Sappiamo che in entrambi i casi il plutonio č stato gettato di lŕ dal muro di cinta da un operaio, durante le ore di lavoro. Abbiamo appreso che, in Inghilterra, un contadino ha visto una berlina verde parcheggiata lungo il muro di cinta all'ora corrispondente a quella del furto, LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA e che la stessa berlina verde č stata vista venti minuti dopo il furto davanti all'ufficio postale di Stokely-on-the-Merden.
  • 15. L'impiegato ricorda che, quel giorno, uno sconosciuto ha spedito una cassetta in Svizzera, alla clinica Montbrison. Ma quel poco che conosciamo si basa sulla parola di un contadino che stava arando il suo campo, di due massaie che si scambiavano pettegolezzi davanti all'ufficio postale e sulla memoria labile di un impiegato delle Poste. D Carstairs gli sorrise, con aria incoraggiante. a Caro signor Schoenbeck, siamo abituati a lavorare su brandelli di informazioni. Eppure, il mondo tira avanti, bene o male. Giŕ, e a me sta molto a cuore che continui a tirare avanti. Cč troppo odio nel mondo, per lasciare che il plutonio venga trasportato qua e lŕ. Il suo agente ha raggiunto i nostri, a Montbrison? Carstairs consultň l'orologio. a Sí. Anzi, dovrebbe essere lŕ giŕ da qualche ora. Bene disse Schoenbeck. a Da parte nostra, naturalmente, continueremo a seguire ogni possibile traccia riguardante i due uomini che hanno rubato il plutonio. I morti non possono piú parlare, ma i loro amici sí. Quello che voglio da lei, Carstairs, č che trasmetta un allarme a tutti i suoi agenti. Mi preoccupa immensamente il fatto che non sia stata fatta una sola allusione a questa storia sui vari mercati mondiali. Beirut, Marsiglia, New York... neppure una parola. un fatto davvero insolito; abbiamo a che fare con una banda criminale particolarmente abile: nessun informatore, nessuna soffiata, nessuna fuga di notizie. Ma il plutonio dovrŕ pure trovare un mercato, prima o poi. E noi dobbiamo assolutamente sapere chi lo acquista. :~ a sempre dell'idea che si tratti di un'organizzazione internazionale che ha abbandonato lo spaccio della droga per il plu...? Carstairs venne interrotto dal telefono. a Sí, pronto...? Sí, č qua. Porse il ricevitore a Schoenbeck, che ascoltň, rispose rapidamente in francese, ascoltň ancora e parve letteralmente afflosciarsi sulla poltrona. Poi riattaccň. a Hanno chiamato da Ginevra. C'č stato un terzo furto di plutonio. Cosa? tuonň Carstairs. a Sí. In Francia. Due bottoni di plutonio, ciascuno del peso di un chilogrammo. Ora, in tutto, ne hanno rubato sei chili. a Sei chili... Carstairs zufolň. 84 Schoenbeck assentí. a Ne hanno abbastanza per costruirsi la loro bomba atomica. La saluto, amico mio, ma penso che mi troverŕ in Francia, non a Ginevra. Nel frattempo... c'est la guerre. Alla lettera. DURANTE la cena, la signora Pollifax aveva mentalmente compilato una lista dei luoghi da evitare durante le perlustrazioni notturne: l'ascensore, prima di tutto, con le sue vibrazioni e i suoi cavi ronzanti; il banco del portiere e il centralino del telefono, nonché l'eventuale medico tenuto a disposizione dei pazienti che non riuscivano a dormire. Infilň il pigiama e la vestaglia e tirň fuori il suo portagioie, lasciando il doppio fondo al suo posto, ma mettendosi in tasca i gioielli. "La fortuna aiuta gli audaci" ripeteva a sé stessa mentre si incamminava lungo il corridoio deserto e fiocamente illuminato. Scese l'ampio scalone ricoperto dalla passatoia che portava nell'atrio. Il centralino era incustodito e al banco non c'era nessuno. Udí un mormorio arrivare dalla saletta della televisione: il portiere notturno stava certamente guardando qualche programma. Silenziosamente, continuň a scendere, decisa a esplorare il piano dei locali di cura. Si trovň in un vero dedalo: vi si aprivano stanze di terapia, locali per le attrezzature da laboratorio, vari uffici, e la cucina. Poteva anche essere, pensň tra sé, il posto piú adatto per nascondere qualcosa. In quel luogo le luci non erano state smorzate per cui, prima di dedicarsi ad altro, lei si cercň un nascondiglio. Una porta senza alcuna scritta celava un ripostiglio fortunatamente immerso nel buio, ed ella vi si intrufolň. Il raggio della torcia elettrica illuminň secchi, scope, stracci e una parete tappezzata di scatole per le valvole e di interruttori generali. Da quel punto strategico, la signora Pollifax si tenne in ascolto, lasciando l'uscio leggermente socchiuso. Alla sua destra, in fondo al corridoio, di lŕ dai vetri smerigliati della porta della cucina, qualcuno fischiettava tra i denti un motivetto monotono. Un cuoco-pasticciere, si disse lei, intento a infornare per il giorno dopo. Messo in funzione il contatore a scintillazione, si mosse in punta di piedi verso le ampie porte a molla che si trovavano all'estremitŕ opposta ed erano contrassegnate dalla scritta: IDROTERAPIE. La stanza delle idroterapie era un ambiente grande come una palestra, occupato da due vasche rotonde e piastrellate piene d'acqua che luccicň sotto il raggio della torcia elettrica. Piscine per gli idromassaggi, intuí subito lei, facendone lentamente il giro.
  • 16. Un'occhiata al quadrante luminoso del contatore le mostrň che l'ago era in riposo. Aprí altre porte e passň diversi minuti a perlustrare un paio di uffici. Poi, vide una porta con la scritta: MASSAGGIO susAcQuEo. Incuriosita, entrO e vide al centro del locale una larga vasca verde, rettangolare, collocata su una piattaforma. Era circondata da un intrico di grosse condutture, e una serie di quadranti posti sopra i rubinetti contribuí a dare alla signora l'impressione d'essere entrata in una specie di camera di tortura. La vasca era piena d'acqua. "Strano" pensň la signora Pollifax, "come l'acqua, di notte, appaia viva e sinistra..." E aprí con sollievo la porta per uscire dal locale. Ormai aveva completato il giro di quell'ala del piano, separata dall'ala opposta da un atrio in cui si trovavano le scale, l'ascensore e alcune porte che si affacciavano sul giardino. Diede una rapida occhiata nell'atrio, ma si ritrasse in tutta fretta. A un paio di metri da lei, qualcuno, dal giardino, stava tentando di penetrare nell'interno. La signora Pollifax fermň il suo contatore e aspettň, mentre l'intruso armeggiava con la serratura. Si udí uno scatto, e la porta a vetri si spalancň. Marcel! balbettň lei, sollevata. L'altro trasalí e si fece il segno della croce, prima di scorgerla ferma nell'ombra. a Madame, che spavento m'ha fatto prendere! :~ a Mi dispiace... anche lei mi ha fatto paura. Perché ha dovuto forzare quella serratura? :D Lui abbozzň una smorfia. a Ai camerieri non č permesso avere le chiavi... e questo mi complica molto l'esistenza, specialmente quando sono fuori servizio. Le si accostň, nel recesso buio a un'ora che giro per il giardino. Ha visto o udito qualcuno, lei? a Soltanto la persona che lavora in cucina. Perché? :~ Giurerei d'avere visto qualcuno sui tetti, pochi minuti fa. :Marcel scosse la testa. a Non mi piace questa faccenda. a E cosí, ha pensato di dare un'occhiata concluse lei a Ma prima Marcel, č davvero provvidenziale che ci siamo incontrati. Conosce Hafez? a Mon Dieu, e chi non lo conosce? Sembra molto spaventato. Circa un'ora fa, ho tentato di fare una visitina a sua nonna, perché volevo parlare con lei del bambino. Rabbrividí al ricordo. a Sono stata sollevata di peso da due energumeni e messa fuori della stanza. Marcel zufolň a fior di labbra. a Il gruppo dello Zabya disse meditabondo. a Giŕ, occupano le stanze 150, 152, 154 Eccetto il ragazzo e la cameriera, si fanno servire i pasti in camera. Io stesso ho portato su i vassoi, qualche volta, e un uomo in giacca bianca li ha presi in consegna. I loro nomi sono: signora Parviz e nipote - cioč 286 Hafez - Serafina Fahmy, Fouad Murad e Munir Hassan. Non si č indagato ulteriormente sul loro conto, perché non erano qui quando Fraser č stato ucciso. :~ LA SIGNORA POLLIPAX VINCE ANCORA La signora Pollifax corrugň la fronte. Ne č ben sicuro? Sicurissimo, signora. Sono arrivati quello stesso giorno, un po' piú tardi. Naturalmente, ora cercherň di saperne di piú. Sí, la prego :disse lei. Ah, un'altra cosa: a che ora potrň entrare in cucina? :~ Lo sguardo di lui si posň sul portagioie. Ah, sí, capisco. Domani č sabato, lŕ dentro non ci sarŕ nessuno. Lanciň un'occhiata verso le scale. a Devo andare, ora. Se devo dire la veritŕ, sono smontato di servizio giŕ diverse ore fa, e dovrei trovarmi in paese, nella mia camera. Si mosse verso lo scalone, rimase un istante con l'orecchio teso e poi, con un cenno della mano, si dileguň nel buio. Lei rimise in funzione il suo apparecchio e varcň una porta con la scritta MAGAZZINO. Questa dava su uno stretto corridoio con tante stanzette che si aprivano ai due lati: in fondo c'era un ampio stanzone. La torcia elettrica illuminň file di cassette che contenevano pesche, spezie, cioccolata, barattoli di caffč. C'erano poi altre cassette provenienti da varie industrie farmaceutiche d'Europa: il contatore fu accostato a ognuna di esse, ma l'ago non dette segno di vita. Emily Pollifax cominciň a pensare con desiderio crescente al suo letto e, tomata nell'atrio, salí la scala che portava al pianterreno. Il portiere notturno era in piedi presso il centralino, intento a sfogliare una rivista. a Madame! esclamň scandalizzato; seguí una raffica di parole in francese. Lei non batté ciglio. a Cercavo qualcuno che prendesse in consegna i miei smeraldi spiegň. Estrasse dalla tasca il pendente e lo posň sul banco. Mentre mi lavavo i denti ho visto un cartello nel bagno: diceva che tutti i valori debbono essere messi in cassaforte. Come potevo dormire, dopo aver letto una cosa del genere? L'uomo distolse a fatica lo sguardo dal luccichio intenso delle gemme. Ma signora, io non ho la chiave. Soltanto il capo-portiere puň aprire la cassaforte. Mi dispiace molto.
  • 17. Lui prende servizio alle sette. Oh, be' disse lei, rimettendosi in tasca il pendente, un po' a malincuore. a Allora... borlsoir. Riprese a salire. Nell'aprire la porta della sua stanza, vide che Hafez se ne stava immobile fuori della propria camera e la ossenava. Poi, il ragazzo si voltň e scomparve. Era mezzanotte e cinque. La signora Pollifax pensň che quella clinica sembrava avere una vita notturna tutta sua. Chiusa la porta a chiave, si mise a letto, rifletté che, se non altro, un inizio di indagini c'era stato e, pensando a questo, si addormentň. Sognň di vagare per un labirinto di stanze, l'una piú fredda dell'altra, e di sbucare in un corridoio dalle pareti incrostate di ghiaccio. Nel sonno, la signora Pollifax rabbrividí. Aprí gli occhi e scoprí che, dai vetri spalancati del balcone, entrava un'aria veramente gelida. Mentre se ne stava pigramente distesa, domandandosi se dovesse alzarsi per chiudere la finestra o per cercare una coperta, le balenň un pensiero strano: non aveva lasciato la finestra aperta, l'aveva chiusa e aveva perfino controllato che fosse chiusa bene. Un istante dopo, si rese conto che nella stanza c'era qualcuno. SE SOLTANTO fosse riuscita ad accendere la lampada sul comodino, senza che lo sconosciuto visitatore udisse frusciare le coperte... Presso la specchiera apparve un sottile fascio di luce che rischiarň il pavimento. Dimenticando ogni precauzione, la signora Pollifax gettň le coperte da una parte, accese la lampada accanto al letto e sgranň tanto d'occhi. Lei! gridň. Robin Burke-Jones si rialzň lentamente da terra. a Sí, maledizione imprecň, visibilmente scosso. Mentre brancolava alla ricerca delle pantofole, lei si domandň quale parte recitasse quel giovanotto nella commedia. Sebbene Marcel l'avesse messa sull'avviso, non poteva fare a meno di provare un vivo senso di disappunto, perché quel giovane, tutto sommato, le era simpatico. a Abbia la bontŕ di spiegarmi che cosa fa in camera mia, lei, alle... diede un'occhiata all'orologio, all'una e mezzo del mattino. a Vado in galera piuttosto che dirglielo. _~, a Ci andrŕ, se non me lo dice ribatté lei. t a Senta, se le promettessi di lasciare la clinica domani mattina, con la massima discrezione... Lei notň il portagioie sul tavolino, aperto. a :armato? > Il giovane quasi si offese. a Ma no! a Preferisco assicurarmene. Le dispiace alzare le mani?, a Certo che mi dispiace! :esclamň lui, irritatissimo. a Ma le pare che abbia altra scelta? :~ a No, nessuna. Gli si awicinň con circospezione, notando, solo in quel momento, che gli abiti di lui contrastavano in modo sorprendente con quelli che gli aveva visto indosso durante il giorno: maglione nero, calzoni neri e scarpe nere con la suola di gomma. Nel perquisirlo non gli trovň alcuna arma, ma nella tasca sinistra c'era uno strano rigonfiamento. a Avanti ordinň, a vediamo che cos'ha lí dentro. :~ Lui sospirň. Dalla tasca estrasse un piccolo oggetto che sembrava un binocolo tronco. a una lente da gioielliere spiegň, in tono rassegnato; poi, tirň fuori anche il pendente di smeraldi e le collane. a La spilla di brillanti č finita lŕ in terra. Lo sa, vero, che ognuno di questi oggetti, per i quali potrebbe mandarmi in galera per anni, č sfacciatamente falso? La signora Pollifax lo guardava, sbalordita. a Ma allora lei č soltanto un ladro di gioielli! Poteva dirmelo prima! Ah, se sapesse che sollievo. Il giovane indietreggiň. a Sollievo? Ha detto proprio sollievo? a Ma sí, enorme. Capirŕ, c'č una bella differenza! :Andň al balcone, richiuse la finestra e tirň le tende, compiaciuta di scoprire che, in fin dei conti, l'istinto non l'aveva mal consigliata. a Ma perché voleva rubarli, quei gioielli, visto che sapeva che erano falsi? a C'č un mercato anche per le buone imitazioni. Senta, ha intenzione di chiamare la Polizia? :~ a Tutto sommato, penso di no... sempre, beninteso, che lei restituisca quel brillante a lady Palisbury. Fu la volta del giovane a fissarla a bocca aperta. a Santo Cielo, ma lei č un'indovina! a Non ci vuol molto per fare due piú due. Lady Palisbury non trova piú il suo brillante; ora scopro che, sul posto, abbiamo un ladro di professione... Perché lei č un professionista, vero? a Lo ero :disse lui, mogio. a Fino a questa sera. a Non era mai stato colto sul fatto! Dev'essere molto bravo, allora! Uno dei migliori. Accidenti, avrei proprio bisogno di bere un goccetto. Le offro qualcosa io. D Gli batté su un braccio con fare rassicurante, poi tolse dalla valigia due bustine di miscela istantanea e un paio di bicchieri di carta. Sa, mi piace essere organizzata, quando viaggio :disse. a Permesso un istante. Andň nel bagno, riempí i due bicchieri d~acqua bollente e tornň, mescolando le bibite con il manico di uno spazzolino da denti.
  • 18. Cioccolata calda? disse lui, in tono incredulo. a Sapesse come rinfranca i nervi. :La signora tirň a sé una sedia. a Lei si rende conto, naturalmente, che rubare gioielli č un'attivitŕ disonesta. Lui si sforzň di sorridere. a Ha mai tentato di fare un lavoro piú convenzionale? Il giovane alzň le spalle. a Ho provato, sí, ma con poca convinzione. Mi piace il rischio, e soprattutto mi piace lavorare da solo. Quanto a questo, la signora Pollifax non aveva niente da obiettare. iun lavoro remunerativo? a Abbastanza. Sono riuscito a mettere insieme qualche bene immobile di valore. Ma le spese sono alte, mi occorre un bel guardaroba e per di piú ho una Mercedes decappottabile che mi costa un sacco di quattrini. Robin Burke-Jones sospirň. a Occorre una barca di soldi, purtroppo, per essere ricchi. E immagino che Robin Burke-Jones non sia il suo vero nome a Infatti, mi chiamo semplicemente Robert Jones. Altro sospiro. a Senta, vorrei proprio che mi dicesse cos'ha intenzione di fare. a Giŕ, sto pensandoci anch'io confessň lei. a Mi dica, com'č riuscito ad arrivare fino al mio balcone, e senza far rumore? a Con l'equipaggiamento adatto - in questo caso una fune e scarpe con la suola di gomma - non č un problema. Ma stia a sentire. Lei avrebbe dovuto avere una crisi isterica, nel trovare un ladro in camera sua, e invece mi offre la cioccolata calda e s'informa sulla tecnica che seguo. a M'interesso sempre alla gente che fa le cose bene dichiarň lei con sussiego. Il giovane posň il bicchiere. a Ma, mi dica un po', se quei gioielli sono falsi... Si trova in ristrettezze finanziarie, per caso? Be'... se crede, potrei prestarle un centinaio di sterline... e anche regalargliele aggiunse, gentilmente. Lei rise. a Sono davvero commossa, ma non č il caso, grazie. :9 a Non ha intenzione di ricattarmi, non ha intenzione di informare la Polizia... La signora Pollifax posň a sua volta il bicchiere e osservň in tono asciutto: a Un momento, io non ho detto affatto che non voglio ricattarla . Lui trattenne bruscamente il fiato. a Eh, giŕ. Si tratta di questo, naturalmente. a Le propongo un accordo: dei patti, vogliamo chiamarli cosí? Non dirň niente di quanto č accaduto stanotte, né della sua... ehm... carriera, purché entro domani si venga a sapere che lady Palisbury ha ritrovato il suo brillante. a Sono tutte qua le sue condizioni? a Quasi. Ha derubato qualcun altro, qui? a No. La mia tecnica consiste nell'agire solo all'ultimo momento, quando ormai sono pronto a prendere il volo. Cosí, ho tutto il tempo di sapere esattamente come e quando compiere il furto. Vede, queste ultime tre sere le ho passate sui tetti, a fare le prove. a Sui tetti! esclamň lei. Sí, a esaminare tutte le entrate e le uscite; insomma, a saggiare il mio campo d'azione. Se vuole saperlo continuň, a l'ho udita dire al portiere notturno che aveva degli smeraldi da mettere in cassaforte. Ero nel solarium. Cosí mi sono detto che mi conveniva farle una rapida visitina fuori programma, per accertarmi del valore dei gioielli. E lady Palisbury? Quella donna non ha il senso della proprietŕ. Due sere fa, ha lasciato il suo anello con brillante sul tavolino del terrazzo. Scosse la testa, con disapprovazione. a Cosa deve fare un poveretto? Sí, mi rendo conto che deve essere stata una forte tentazione per un giovane come lei, dal talento magari un po' troppo specializzato, ma inestimabile. Anche lei, infatti osservň la signora Pollifax, esattamente come la Polizia e gli investigatori che stanno dall'altra parte della barricata, deve fare uso di un'acutezza e di una capacitŕ di deduzione straordinarie. :D a Che farň bene a mettere subito in opera, se voglio rimettere a posto il brillante di lady Palisbury prima che faccia giorno. Dawero lei non chiamerŕ la Polizia e mi permetterŕ di... uscire tranquillamente da questa stanza? a Si consideri pure un uomo libero. Lui le tese la mano e le sorrise. a Parola mia, č stato un colloquio veramente piacevole. Un po' strano, se vogliamo, ma piacevolissimo. a Dica pure delizioso, almeno per quanto mi riguarda rispose la signora Pollifax, alzandosi. a Da che parte preferisce andarsene? a Mi sentirň piú sicuro passando dalla parte dalla quale sono venuto.Ah, a proposito, se mai potessi fare qualcosa per lei, in cambio... Si ricordi, la mia stanza č proprio sopra la sua, numero duecentotredici. a Duecentotredici ripeté lei, mentre l'altro svaniva sul balcone e nel buio. Pur rimanendo tutt'orecchi, non le riuscí di captare il piú lieve rumore. Un~abilitŕ fantastica, pensň; e, nello spegnere la luce, rifletté che Robin stesso, un giorno o l'altro, avrebbe potuto rivelarsi una specie di gioiello. LA SIGNORA POLLIFAX VINCE ANCORA
  • 19. | L MATTINO dopo, arrivň un dottore grasso e cordiale, di nome Lichtenstein, accompagnato da un'infermiera. Mentre lui picchiettava e auscultava, conversarono amabilmente sull'America. Le prescrisse un'analisi del metabolismo, una radiografia dei polmoni, tre esami del sangue e un'elettrocardiografia. a Tutto per una semplice asiatica? protestň la signora Pollifax. a Alla sua etŕ... alluse delicatamente lui. E poi, con una stretta di spalle: a Per quale ragione sarebbe qui, altrimenti? Prudentemente, lei non rispose. a Nel frattempo concluse il medico, a si goda Montbrison. Passeggi in giardino, vada e venga liberamente: puň visitare Saint Gingolph, e un po' piú in lŕ di Montreux c'č il castello di Chillon, dove ha soggiornato Byron. Poi il dottor Lichtenstein si alzň, dicendo all'infermiera: a Pensi lei, per favore, a fissare l'orario per le analisi . Anche la signora Pollifax si alzň. a A proposito disse, con noncuranza, a sa dirmi come sta la signora Parviz, oggi? Ieri sera non si sentiva abbastanza bene da poter ricevermi. Per un attimo, il dottore parve non capire a chi alludesse. a Ah intende quella che fa parte del gruppo dello Zabya? Non ne so niente, signora mia. Si sono portati il loro medico. a Ed č permesso, qui? a una cosa che personalmente non approvo, ma... altra stretta di spalle, a ... a volte capita. Di queste cose si occupa esclusivamente il consiglio d'amministrazione. a Lei non sa perché siano qui, allora? Il dottore si mosse verso la porta. a So che la signora č molto anziana, molto stanca; desidera rivedere la Svizzera, ma non vuole essere curata da medici stranieri. Arrivederla, signora. La signora Pollifax quasi non si accorse che il dottore prendeva congedo e se ne andava. Quelle parole gettavano una luce nuova sulla situazione. Se nessuno poteva awicinare la signora Parviz... Doveva parlare con Marcel. Andň al telefono e ordinň la colazione. Ma le venne portata da un altro cameriere, il quale disse che Marcel, quel giorno, avrebbe preso servizio soltanto dopo pranzo. Non si poteva fare altro che aspettare. Dopo colazione, la signora Pollifax se ne stava tranquillamente seduta in giardino, quando la sua attenzione venne attirata da una conversazione che si svolgeva a pochi passi da lei. a Non le dico la mia meraviglia! stava dicendo lady Palisbury a Court. a Abbiamo preso il tč sul balcone, come sempre, e John si era appena seduto sulla poltrona quando l'ho visto balzare su di nuovo come se fosse stato punto da uno spillo. Era il mio brillante, infilato nel punto dove si incontrano i due cuscini. Ma pensi, era rimasto sempre lí! Oh, lady Palisbury, come mi fa piacere. Mia cara, non ha idea di come sia contenta anch'io. John mi ha regalato quell'anello nel 1940. :~ Qualche metro piú in lŕ, pigramente allungato al sole, Robin si girň verso la signora Pollifax mormorando: a Sto arrossendo come un collegiale. imbarazzante, sapersi un simile benefattore. La signora Pollifax sorrise. a Una buon'azione che splende in un momento buio... Notň che lo sguardo di lui era rivolto verso Court, i cui capelli lunghi e lisci luccicavano al sole. La ragazza, vestita di un abito color rosa acceso che dava risalto al suo grazioso volto abbronzato, era il ritratto della salute e gli occhi di Robin si erano posati su di lei con intensitŕ. In quel momento, alle spalle di Court si aprirono le porte e un'infermiera spinse in giardino l'uomo sulla sedia a rotelle. La signora Pollifax pensň oziosamente che quell'uomo aveva un'espressione crudele. Poi, riportň l'attenzione su Robin. a Ho notato che non ha fatto fagotto e non ha tagliato la corda, stamattina lo stuzzicň. a Ho deciso di rimanere ancora qualche giorno. Riuscí a distogliere lo sguardo da Court e fissň la signora Pollifax, facendo balenare un sorriso malizioso. a Fra l'altro, se riesco a trattenermi piú di lei... a La mia č stata un'influenza particolarmente grave :ribatté la signora. a Oh, mi dispiace! A proposito, dopo che ci siamo lasciati, stanottte, ho cominciato a pensare. Quel suo portagioie, per esempio, č molto pesante. Non ne ho mai visto uno che pesi tanto. Saranno quattro o cinque chili, direi. a Forse, č perché ci tengo nascosti anche i miei gioielli autentici. :~ Court stava venendo verso di loro, e Robin si alzň di scatto. a Signorina van Roelen, stavo domandandomi se gradirebbe fare due passi con me fino in paese, prima di pranzo. Court lo fissň con i suoi fermi occhi blu. Si rivolse alla signora Pollifax. a Sí, con piacere. Andiamo tutti e tre? 294 na? :~
  • 20. La signora Pollifax scosse la testa. a Prima di pranzo devo fare delle analisi. Court lanciň un'occhiata smarrita a Robin, e la signora Pollifax si rese conto che quella ragazza era dawero molto timida e riservata. Si domandň, anche, se qualche delusione d'amore non l'avesse lasciata timorosa nei confronti degli uomini. a Ma vi sarei grata se mi comperaste quattro cartoline disse con vivacitŕ. a Mi fareste una vera gentilezza, ragazzi. a Ma certo, ci penso io assicurň con calore Court. Robin irradiava galanteria da tutti i pori, mentre scortava la compagna attraverso il prato, e la signora Pollifax, che non aveva alcun bisogno di cartoline, osservava la scena con un senso di soddisfazione. Poi si guardň attorno, nel giardino, e incontrň lo sguardo del generale che era seduto nei pressi, con il mento appoggiato al bastone Lui accennň un compíto gesto di saluto. a Buongiorno augurň lei, ma poiché la risposta dell'altro era troppo debole per essere udita, si alzň dal suo posto e andň a occupare la sedia libera accanto a quella del vecchio signore. a Sono Emily Pollifax disse, porgendogli la mano. a Generale d'Estaing, madame. La mano di lui era asciutta e calda. a La mattinata č splendida. Come si sente oggi, generale? D Il vecchio aveva occhi sorprendentemente vivaci. Luccicavano con arguzia nel volto pallido e rugoso. a Sono soprawissuto a un'altra giornata, signora, ecco come mi sento. Sa, ho ottantanove anni. a Ottantanove! J, esclamň la signora Pollifax. a Il vero problema di chi ha ottantanove anni continuň il generale, a č che si ha tempo di riflettere su una vita ben vissuta, ma non si hanno piú gli amici con i quali contemplare il passato. Si guardň attorno, nel giardino. a Prenda tutte queste persone giovani. strano per me che loro stiano imparando a vivere mentre io sto imparando a monre. a E vorrebbe poter insegnare loro come si dovrebbe vivere? Il vecchio signore fece una risatina. a Cara signora, ai giovani non si puň dire niente. Lei rise. a Verissimo! Generale, nel suo lavoro - so che un tempo č stato capo della Sureté - ha imparato molte cose sulla natura uma a Troppe disse seccamente lui. La signora Pollifax esitň. a Si č imbattuto nel male autentico? :~ a Il male ripeté lui, pensosamente. a Sí, e il fatto allarmante č che di solito esso non traspare dalla faccia o dalle parole, ma si annida nel cuore Nella mia lunga esperienza, ho trovato una sola forma di "male" che lascia una traccia visibile. E qual č? quello dell'assassino di professione che uccide abitualmente e a sangue freddo. strano, signora, come la malvagitŕ di questi individui traspaia dagli occhi, specchio dell'anima, come dicono i poeti. Ho potuto costatare che gli occhi dell'assassino abituale sono completamente vuoti, come spenti. Vede, l'anima puň venire annientata: non bisogna scherzare con l'anima. Nel giardino apparve un'infermiera con un vassoio carico di medicinali. Appena scorse la signora Pollifax le gridň: a Oh, signora, stanno cercandola dappertutto; č attesa per le analisi. Lei augurň buona giornata al generale e seguí l'infermiera. DoPo PRANZO, la signora Pollifax si mise di fazione nel belvedere, per aspettare Marcel. Era un luogo un po' isolato, che non avrebbe invogliato nessuno a farle compagnia, e lei si era armata di un libro giallo e di una copia dell'International Herald Tribune, abbandonata da qualcuno nella sala di lettura. Il sole diventava sempre piú caldo e le ombre si allungavano. Passň un bel po' di tempo, prima che apparisse Marcel. Lei quando lo vide, si alzň e gli fece cenno. Il cameriere si diresse verso di lei. Aprí il suo blocchetto di appunti e si fermň con la matita a mezz'aria. a Ecco, signora, ora io sorrido a lei, lei sorride a me, e possiamo parlare. a Si tratta sempre della signora Parviz. riuscito a sapere qualcosa? :~ a Aspetto informazioni dallo Zabya. Dovremmo sapere qualcosa entro domani mattina. Lei assentí. a Non c'č altro, Marcel. Il dottor Lichtenstein ha detto che la signora č molto in etŕ e non vuole essere visitata da medici stranieri Il consiglio d'amministrazione ha accolto la richiesta, ma in realtŕ, Marcel, la signora non č tanto anziana: io l'ho vista. Lui sembrava dubbioso. a Non vorrei mancare di tatto, ma... Iei forse dimentica perché ci troviamo qui. Un'invalida e un ragazzino, ;Fcapirŕ, sembra poco probabile che siano implicati... Naturalmente che non lo sono rispose lei, spazientita, a perň c'č qualcosa di molto strano, in quella stanza. Puň procurarmi un elenco degli amministratori? Lui si strinse nelle spalle. a Sí. Ce l'ho nel mio incartamento. a Sono curiosa, Marcel, di saperne di piú anche sull'uomo della stanza centocinquantatré, di fronte a quella della signora Parviz. ;quel tipo su una sedia a rotelle. Mi domando se non faccia parte anche lui del gruppo. Marcel sospirň. a Posso assicurarle di no, signora.
  • 21. Non č arrivato con loro; era giŕ qui da qualche giorno. E non č neppure dello Zabya. Tuttavia, svolgerň ricerche molto accurate su quell'uomo e, per questa sera, potrň dirle qualcosa di piú. Ma preferirei sapere qualcosa su Robin Burke-Jones, sul quale si appuntano i miei principali sospetti. a Che sono giustificati disse lei. a Ma su di lui posso dirle una quantitŕ di cose che sono tutte rassicuranti. un... In quel momento, oltre la spalla di Marcel, vide Robin avanzare verso di lei attraverso il prato. a Sí, mi porti pure qualche biscottino insieme col tč, concluse a voce alta. Marcel si chinň in avanti. a Smonto di servizio a mezzanotte, madame. Possiamo vederci a quell'ora al piano dei locali di cura, vicino all'ascensore? a Ci sarň. Ah, e il tč, col limone aggiunse a voce piú alta. a E a me porti uno scotch e soda, per favore :disse Robin, lasciandosi cadere sulla sedia accanto a quella di lei. a Camminare non č il mio forte. a Arriva adesso dal paese? :domandň la signora Pollifax. Lui assentí. a Abbiamo mangiato e Court č ancora lŕ: sta suonando l'organo in quella vecchia chiesa anglicana vicino al ristorante dove abbiamo pranzato., Rabbrividí. a L'organo, nientemeno!7 a Ma che cosa incantevole osservň la signora Pollifax, sorridendo. a Che personcina dotata, dev'essere que'Ia figliola. Che cosa c'č che non va?, a Non si č nemmeno accorta che me ne sono andato. Al ritorno, ci siamo fermati un momento in chiesa e il rettore si č messo a discorrere con noi degli archi rampanti della cappella, poi si č parlato di musica: Court ha detto di saper suonare e lui l'ha pregata di provare il nuovo organo. E si č completamente dimenticata di me. a Sí, ho pensato che avrebbe potuto avere dei problemi, con una ragazza come Court. fornita di grande autosufficienza. Nel silenzio che seguí, la signora aggiunse tranquillamente: a una qualitŕ, dicono, che favorisce l'ottima riuscita di un matrimonio,. a Senta, io non ho alcuna intenzione di sposarmi. Se l'immagina lei, LA SIGNORA POLLIPAX VINCP ANCOI~A nella mia professione, che complicazione rappresenterebbe una moglie? Chiedo soltanto che mi si mostri un minimo di interesse. Ho denaro, brutto non sono, sono un uomo di mondo... La signora Pollifax assentiva. a E sarŕ abituato ad averla sempre vinta con le donne, immagino. Che cosa l'attira, di Court? Robin esitň, mentre Marcel portava le consumazioni e si ritirava. a ifragile disse poi, accigliandosi. Sembra indifferente a tutto, ma nasconde una natura ardente. Ha bisogno d'essere amata, lo si vede a colpo d'occhio. Non se ne rende conto, eppure c'č qualcosa di vulnerabile in lei... S'interruppe, dominandosi. a un tipo impossibile, intendiamoci. Ma lo sa che si alza dal letto regolarmente alle cinque e mezzo del mattino, per camminare? Non č normale, questo, diciamo pure che č una forma di ossessione. :~ La signora Pollifax stava ad ascoltarlo, comprensiva. a Io credo che le persone come Court destino in tutti quelli come noi un senso di colpa. Anche la mia vicina di casa, la signorina Hartshorne, č cosí. Non gode di molta popolaritŕ; perň aggiunse con obiettivitŕ, a ha un vigore invidiabile. Ecco, esatto disse Robin. a E lei l'ha chiamata "signorina" Hartshorne. Si č mai sposata? :La signora Pollifax fece segno di no. a E allora, vede? proprio quello che succederŕ a Court.E maledettamente carina, ma non si sposerŕ mai. La signora Pollifax sorrise. a Allora non ha niente da temere anche se dovesse innamorarsene, le pare? Non rappresenta un pericolo per lei. Robin le lanciň un'occhiata accusatrice. Vedo che lei parla, ma sta pensando ad altro. Sta osservando qualcosa. a Osservo Hafez, che se ne sta affacciato al balcone :precisň lei. a Chissŕ perché non si č visto tutto il giorno. Esitň, poi - del resto non tradiva alcun segreto - aggiunse: a Ho tentato di far visita a sua nonna, ieri sera, per rendermi conto della situazione . a Scommetto che č una specie di drago che vomita fuoco. Le avrŕ detto di pensare agli affari suoi, no? La signora Pollifax posň la tazza. a No, no. Sono riuscita a intravederla, distesa in un letto, e poi sono stata letteralmente presa e messa fuori da due energumeni. Intendo scoprire la ragione di questa estromissione. Lui rise. a E scommetto che ci riuscirŕ. a Salve! gridň Court, awicinandosi con aria radiosa. a Ho suonato l'organo fino a poco fa; č stato bellissimo. La signora Pollifax si alzň. a E adesso io mi scuso con voi ma devo lasciarvi, prima di rimanere completamente inchiodata a questa sedia. a Oh, ma io speravo tanto di chiacchierare un po' con lei! protestň Court. a Aspetti, ho qui le