Presentazione tratta dal Workshop "Progettare per innovare: strumenti e metodologie per l'economia sociale" che si è svolto il 19 maggio 2015 a Forlì.
PARTE III
Strumenti e tecniche di progettazione: dal Project Cycle Management al Quadro Logico
Giorgia Perra, AICCON
Strumenti e tecniche di progettazione: dal Project Cycle Management al Quadro Logico
1. PROGETTARE PER INNOVARE
Metodologie e strumenti per l’Economia Sociale
PARTE III
Strumenti e tecniche di progettazione: dal Project Cycle
Management al Quadro Logico
2. COME COGLIERE LE OPPORTUNITÀ? (1)
PROGRAMMAZIONE
IDENTIFICAZIONE
FORMULAZIONE
FINANZIAMENTO
REALIZZAZIONE
VALUTAZIONE
FINALE EX-POST
3. COME COGLIERE LE OPPORTUNITÀ? (2)
PROGRAMMAZIONE
REGOLAMENTAZIONEFINANZIAMENTO
VALUTAZIONE FINALE
EX-POST
DEFINIZIONE
SETTORE
ANALISIFORMULAZIONE
REALIZZAZIONE
5. ANALISI DEI PROBLEMI
Le 5 caratteristiche di un problema ben formulato:
1. Espresso in termine negativo, o esprime una situazione negativa;
2. Reale, basato di fatti concreti e non su idee, luoghi comuni o opinioni;
3. Chiaro e comprensibile;
4. Specifico;
5. Non contiene una soluzione.
In quella regione
manca cultura
d’impresa
Giovani male
informati
Scarsa
informazione
Non ho
l’automobile
Manca un’adeguata
pianificazione
finanziaria
Giovani disorientati
quando si affacciano
al mondo del lavoro
7. ALBERO DEI PROBLEMI (2)
Esclusione dei giovani
dal mercato del lavoro
È difficile accostarsi
all’auto-imprenditoria
Difficile accesso al
credito senza garanzie
Orientamento
scolastico inefficace
Formazione
professionale
difficilmente spendibile
La formazione non
prevede aspetti pratici
Programmi formativi
obsoleti
Lezioni perse a causa
del docente
Docenti poco motivati
Scarso controllo delle
performance dei
docenti
Deboli motivazioni
nella ricerca
dell’impiego
Scarsa incisività della
famiglia
8. COME TRASFORMO I PROBLEMI IN OBIETTIVI?
Le 5 caratteristiche di un problema ben formulato:
1. Non implica, né esprime o sottintende azioni o strategie. L’obiettivo non è mai la soluzione al
problema;
2. È possibile e ragionevole raggiungerlo in un periodo determinato;
3. È un punto di arrivo, non un processo, è espresso al participio passato;
4. È desiderabile da parte degli stakeholder;
5. Non contiene le negatività espresse dal problema.
Esclusione giovani
dal mercato del
lavoro
Migliorato
l’inserimento dei
giovani nel mercato
del lavoro
È difficile
accostarsi all’auto-
imprenditoria
Facilitato accesso
all’auto-imprenditoria
9. ALBERO DEGLI OBIETTIVI
Migliorato l’inserimento
dei giovani nel mercato
del lavoro
Accesso all’auto-
imprenditoria facilitato
Facilitato accesso al
credito senza garanzie
Orientamento scolastico
reso più efficace
Formazione
professionale più
spendibile sul mercato
del lavoro
Aspetti pratici inclusi nei
programmi formativi
Programmi formativi
modernizzati
Presenza dei docenti
garantita in aula
Incrementata
motivazione dei docenti
Performance dei docenti
più controllate
Atteggiamento del
giovane nella ricerca
dell’impiego più maturo
e responsabile
Migliorato l’impatto della
famiglia nella crescita
10. ANALISI DELLE STRATEGIE (1)
Scegliere le strategie che daranno corpo al progetto, ovvero, individuare i passi necessari per
risolvere il problema centrale:
1. Individuazione delle strategie descritte nell’albero (Clustering)
2. Scelta delle strategie di progetto (Scoping)
11. ANALISI DELLE STRATEGIE (2) - CLUSTERING
Migliorato l’inserimento
dei giovani nel mercato
del lavoro
Accesso all’auto-
imprenditoria facilitato
Facilitato accesso al
credito senza garanzie
Orientamento scolastico
reso più efficace
Formazione
professionale più
spendibile sul mercato
del lavoro
Aspetti pratici inclusi nei
programmi formativi
Programmi formativi
modernizzati
Presenza dei docenti
garantita in aula
Incrementata
motivazione dei docenti
Performance dei docenti
più controllate
Atteggiamento del
giovane nella ricerca
dell’impiego più maturo
e responsabile
Migliorato l’impatto della
famiglia nella crescita
12. ANALISI DELLE STRATEGIE (3) - SCOPING
Scelta delle strategie di progetto
4 CRITERI DI SCELTA:
1. EFFICACIA: quali strategie hanno il maggior impatto sull’obiettivo strategico?
2. TEMPO: quali strategie sono più realizzabili nel breve periodo?
3. RISORSE FINANZIARIE: quali strategie richiedono il minor investimento e sono compatibili con le
risorse finanziarie a disposizione del progetto?
4. OPPORTUNITÀ: quali strategie aprono maggiori opportunità per il futuro? Quanto si è disposti ad
investire per la realizzazione del progetto?
CRITERI Auto-
imprenditoria
Orientamento Formazione
professionale
Equilibrio
personale
EFFICACIA
TEMPO
RISORSE
OPPORTUNITÀ
TOTALE
13. ANALISI DELLE STRATEGIE (4) - SCOPING
Migliorato l’inserimento
dei giovani nel mercato
del lavoro
Accesso all’auto-
imprenditoria facilitato
Facilitato accesso al
credito senza garanzie
Orientamento scolastico
reso più efficace
Formazione
professionale più
spendibile sul mercato
del lavoro
Aspetti pratici inclusi nei
programmi formativi
Programmi formativi
modernizzati
Presenza dei docenti
garantita in aula
Incrementata
motivazione dei docenti
Performance dei docenti
più controllate
Atteggiamento del
giovane nella ricerca
dell’impiego più maturo
e responsabile
Migliorato l’impatto della
famiglia nella crescita
14. IL QUADRO LOGICO (1)
LOGICA DI
INTERVENTO
INDICATORI
VERIFICABILI
FONTI DI
VERIFICA
IPOTESI
OBIETTIVI
GENERALI
OBIETTIVO
SPECIFICO
RISULTATI
ATTIVITÀ
Risorse
umane/materiali
Risorse
finanziarie
PRECONDIZIONI
15. IL QUADRO LOGICO (2) – GLI OBIETTIVI
OBIETTIVI GENERALI: Riflettono la priorità assoluta e forniscono i principi
ispiratori che stanno alla base del progetto
OBIETTIVO SPECIFICO: Fornisce una chiara idea delle attività che saranno
realizzate e dei loro risultati
SMART
Specific
Measurable
Achievable
Realistic
Timed
16. IL QUADRO LOGICO (3) – I RISULTATI
RISULTATI
OUTCOME
Effetti a medio-lungo termine raggiunti o
presumibili dagli output. Rappresentano i
cambiamenti comportamentali, istituzionali
e sociali osservabili nel medio periodo
influenzati dagli output dell’intervento
realizzato.
Gli indicatori di outcome misurano i
risultati intermedi (medio-lungo periodo)
generati dagli output di un progetto,
aiutando a verificare che i cambiamenti
positivi ipotizzati hanno davvero avuto
luogo.
OUTPUT
Prodotti, beni capitali e servizi risultanti
da un intervento, ovvero, i risultati
immediati delle attività svolte
dall’organizzazione.
Gli indicatori di output misurano,
quindi, la quantità (e a volte la qualità)
dei beni e dei servizi prodotti
dall’organizzazione (output) e l’efficienza
della produzione, risultato di un’azione,
di un progetto o di un programma che
l’organizzazione mette in atto.
VS
Nella terza casella del QL mettiamo gli output o gli outcome?
17. IL QUADRO LOGICO (4) – LE ATTIVITÀ
ATTIVITÀ
Le attività di un progetto stanno agli obiettivi come i mezzi ai fini. Questo implica che:
• Obiettivi ed attività sono due categorie distinte che non vanno confuse;
• Le attività possono essere modificate per assicurare il raggiungimento degli obiettivi (il
fine giustifica i mezzi);
• Per il raggiungimento di ciascun obiettivo è necessario prevedere una o più attività e,
viceversa, ogni attività deve mirare al raggiungimento di uno o più obiettivi del progetto.
IDENTIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ
• Individuare tutte le attività necessarie per la realizzazione dell’output.
• Il progetto viene scomposto in una serie di attività definite work packages (pacchetti di
lavoro).
• Il work package rappresenta l’aggregato di attività più elementari per garantire efficienza
al governo del sistema.
18. IL QUADRO LOGICO (5) – LE ATTIVITÀ
Inizio Durata Fine
ATTIVITÀ
Risorse Responsabile
INPUT OUTPUT
WORK PACKAGE
19. ACCENNO DI PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
LE REGOLE FONDAMENTALI DEL BUDGET
• TRASPARENZA: ogni voce di costo deve indicare la tipologia della spesa prevista, i
parametri che ne determinano l’ammontare complessivo e chi sosterrà questo costo;
• REALISMO: per la stima di ogni singola spesa è bene considerare i prezzi reali di
mercato per evitare di sovrastimare o sottostimare i costi;
• PRUDENZA: il budget deve permettere un certo margine di sicurezza, per evitare che
nella fase di realizzazione del progetto, spese eccedenti, non previste o stimate in
difetto, mettano a rischio il progetto per mancanza di fondi;
• EFFICIENZA ECONOMICA: deve sempre assicurare il miglior impiego delle risorse
economiche a disposizione;
• SOSTENIBILITÀ ECONOMICA: il budget deve prevedere il pareggio tra costi e ricavi. Il
budget non può essere passivo perché ciò indica la non sostenibilità economica del
progetto. D’altro canto, il budget non può essere in attivo perché i progetti non devono
produrre profitto;
• SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA: l’organizzazione deve essere in grado di sostenere gli
sforzi finanziari connessi al progetto. In particolare, l’ammontare del budget del progetto
deve essere commisurato alla dimensione del bilancio del promotore.
20. L’APPLICATION FORM
Ogni application form ha le proprie peculiarità che devono essere analizzate con
attenzione, è tuttavia possibile identificare una struttura comune:
1. Analisi di contesto
2. Descrizione del progetto
3. Strumenti di gestione
4. Comunicazione e disseminazione
5. Fattibilità e sostenibilità
21. L’APPLICATION FORM – ANALISI DI CONTESTO
Dimostrare la coerenza del progetto con:
• Le politiche europee di riferimento;
• Gli obiettivi del programma e della call for proposal;
• Le caratteristiche della comunità di riferimento;
• I progetti in essere o già realizzati nel medesimo contesto;
• Gli obiettivi e la mission dei partner coinvolti;
• Le esperienze già maturate nel settore di intervento.
Contenuti:
• Priorità del programma e della call for proposal;
• Priorità di policy;
• Definizione di settore;
• Analisi dei problemi;
• Analisi degli stakeholder;
• Complementarietà con altri progetti;
• Esperienze pregresse.
22. L’APPLICATION FORM – DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Si entra nel dettagli di ciò che si vuole fare:
• Obiettivi;
• Beneficiari;
• Consorzio e partner;
• Risultati attesi;
• Attività e relativi output;
• I tempi;
• I costi.
Contenuti:
• Quadro Logico del progetto (Obiettivi generali, obiettivi specifici, risultati attesi, attività)
• Analisi degli stakeholder;
• Descrizione degli attori coinvolti;
• Work packages;
• Gannt;
• Budget.
23. L’APPLICATION FORM – STRUMENTI DI GESTIONE
Soluzioni gestionali volte a garantire la realizzabilità del progetto:
• Fase di preparazione;
• Strumenti di time management e di controllo di gestione;
• Monitoraggio e valutazione;
• Gestione dei rischi.
Contenuti:
• Organizzazione del management (strutture di coordinamento, working group, etc.);
• Divisione delle responsabilità e dei compiti;
• Sistema di monitoraggio e valutazione;
• Pianificazione finanziaria;
• Sistema per la gestione dei rischi.
24. L’APPLICATION FORM – COMUNICAZIONE E DISSEMINAZIONE
Strumenti per garantire la massima visibilità al progetto:
• Identificazione del target audience;
• Esperienza pregressa;
• Piano di comunicazione e disseminazione;
• Attività di comunicazione e disseminazione;
• Uso dei risultati di progetto.
25. L’APPLICATION FORM – FATTIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ
Occorre dimostrare che:
• Il progetto è sostenibile anche nel lungo periodo;
• Che sono state valutate tutte le condizioni ed i fattori esterni;
• Il progetto genera impatto positivo sul territorio e la comunità di riferimento;
• Si possiedono le competenze necessarie per l’implementazione.
Contenuti:
• Fattibilità economico-finanziaria;
• Analisi dei fattori esterni (Quadro Logico);
• Analisi di impatto, definito come il cambiamento sostenibile di lungo periodo nelle
condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito parzialmente a
realizzare;
• Fattibilità tecnica;
• Valutazione dei rischi.